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Habilis
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Concetti Chiave

  • La figura di Hitler è associata a una lucida follia, caratterizzata da un programma di annientamento contro ebrei e altre minoranze.
  • Mein Kampf delineava le teorie di Hitler: superiorità della razza tedesca, difesa della purezza razziale e dominio mondiale.
  • Il nazismo promuoveva l'espansione tedesca con il concetto di "spazio vitale", giustificando conquiste territoriali in Europa orientale.
  • Le leggi di Norimberga segnarono un aumento della discriminazione, privando gli ebrei della cittadinanza e dei diritti fondamentali.
  • Hitler sosteneva la superiorità tedesca basandosi su presunte differenze biologiche, giudicando gli ebrei responsabili dei mali del mondo.

Indice

  1. La follia di Hitler
  2. Il programma di annientamento
  3. Le teorie del Mein Kampf
  4. I pilastri dell'ideologia nazista
  5. La teoria razziale di Hitler

La follia di Hitler

In ambito storico, comunque, il tema della follia è maggiormente collegabile alla figura, instabile e allo stesso tempo carismatica di Adolf Hitler.

Il programma di annientamento

La politica antisemita, l'orrore dell'olocausto, la persecuzione anticomunista, facevano parte di un programma accuratamente organizzato il cui tentativo era quello di disumanizzare questi uomini, spogliarli della loro libertà e dignità, renderli schiavi della superiorità tedesca, ed infine privarli della vita stessa. È proprio in questo "progetto di annientamento" che consiste la lucida follia di Hitler.

Le teorie del Mein Kampf

Questo programma era già stato delineato in gran parte nel "Mein Kampf" ('la mia battaglia"), scritto e pubblicato intorno al 1925. Le teorie esposte si articolavano in cinque punti fondamentali:

1. Il concetto di razza: i Tedeschi avevano il diritto di affermare la superiorità della razza tedesca, discendente di quella ariana e per questo la più pura.

2. La difesa della razza: essendo la “razzapadrone”, i Tedeschi dovevano dominare il mondo e le “razze schiave”. Inoltre dovevano preservare la purezza della razza, instaurando l’obbligo ai Tedeschi di sposarsi solo tra loro. Furono sterminati i malati di mente, le persone deboli, gli infermi e chiunque fosse un portatore di handicap.

3. La comunità razziale: lo Stato nazista doveva espandersi sino a creare una comunità che abbracciasse tutti i tedeschi puri nel mondo.

4. Il culto della personalità: era un principio già presente nella dittatura fascista e in quella comunista. Il Capo era l’incarnazione di tutte le virtù e del principio di autorità, per cui bisognava sottostare ai suoi ordini.

5. Lo spazio vitale: i Tedeschi avevano il diritto di espandersi e di conquistare

l’egemonia in Europa, fino ad estendersi verso est in Polonia,

Cecoslovacchia e Russia.

Benché non esistessero fondamenti scientifici, Hitler affermava con grande sicurezza la superiorità della Germania e la purezza della suo popolazione, ricavando tali concetti dalla "Germania" di Tacito, libro scritto durante il primo secolo dell'Impero Romano.

I pilastri dell'ideologia nazista

I pilastri della follia di questo personaggio e, quindi, dell’ideologia nazionalsocialista sono l’antisemitismo e le persecuzioni razziali. Inizialmente i provvedimenti persecutori contro gli ebrei si mantengono sul piano economico e lavorativo, per poi passare progressivamente all’emarginazione, all’esclusione da università, cariche pubbliche e giornali. Con le leggi di Norimberga si ha un netto inasprimento della discriminazione razziale: gli ebrei vengono dichiarati estranei alla “comunità nazionale” e, quindi, privati della cittadinanza tedesca, perdendo ogni tipo di diritto. Poco più tardi verrà avviata la “soluzione finale”, consistente nell’annientamento e nello sterminio delle comunità israelitiche. Nei campi di concentramento, oltre ai comunisti, agli oppositori, ai cattolici, ai democrati, troviamo un numero sempre più crescente di ebrei.

La teoria razziale di Hitler

Hitler formulò un vero e proprio discorso sulla razza: i mali del mondo (comunismo, capitalismo) sono dovuti all’ebraismo. Il führer sostiene la tesi per la quale i mali provengono dagli ebrei non solo su basi ideali, ma anche biologiche: teoria biologica per la quale i diversi ceppi sono diversi gli uni dagli altri per elementi biologici e non solo culturali. Gli ebrei non hanno patria, sono avidi di denaro, legati al commercio e hanno contribuito alla diffusione del comunismo e per questo motivo sono una razza maligna, inferiore e devono essere eliminati.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale associato alla figura di Adolf Hitler nel contesto storico?
  2. Il tema principale associato a Hitler è la sua "lucida follia", caratterizzata da un programma organizzato di disumanizzazione e annientamento, come l'antisemitismo e l'olocausto.

  3. Quali sono i cinque punti fondamentali delle teorie esposte nel "Mein Kampf"?
  4. I cinque punti sono: il concetto di razza, la difesa della razza, la comunità razziale, il culto della personalità e lo spazio vitale.

  5. Come si manifestava inizialmente la persecuzione degli ebrei sotto il regime nazista?
  6. Inizialmente, la persecuzione degli ebrei si manifestava sul piano economico e lavorativo, con l'emarginazione e l'esclusione da università, cariche pubbliche e giornali.

  7. Cosa rappresentano le leggi di Norimberga nel contesto della discriminazione razziale?
  8. Le leggi di Norimberga rappresentano un netto inasprimento della discriminazione razziale, dichiarando gli ebrei estranei alla "comunità nazionale" e privandoli della cittadinanza tedesca.

  9. Qual è la teoria biologica sostenuta da Hitler riguardo agli ebrei?
  10. Hitler sosteneva che i mali del mondo derivassero dagli ebrei su basi biologiche, considerandoli una razza maligna e inferiore, da eliminare.

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