Concetti Chiave
- La Prima Guerra Mondiale fu innescata da cause politiche, militari, economiche e culturali, con tensioni tra stati per territori contesi e una corsa agli armamenti.
- L'evento scatenante fu l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, che portò all'escalation tra Austria e Serbia, coinvolgendo poi le grandi potenze europee divise in due alleanze.
- L'Italia inizialmente neutrale, si schierò con la Triplice Intesa dopo il Patto di Londra del 1915, entrando in guerra il 24 maggio di quell'anno.
- La guerra di trincea dominò il conflitto, con condizioni difficili per i soldati, mentre il fronte italiano affrontava sfide significative come la battaglia di Caporetto nel 1917.
- La guerra si concluse con l'armistizio dell'11 novembre 1918, lasciando un'eredità di milioni di morti e tensioni che portarono a cambiamenti politici e economici globali.
Indice
Cause della prima guerra mondiale
La prima guerra mondiale fu originata da cause politiche, militari, economiche e culturali. Per quanto riguarda le cause politiche, vi erano i contrasti fra gli Stati, infatti in Europa esistevano molti territori contesi da diversi stati:
* la Francia voleva sottrarre alla Germania l’Alsazia e la Lorena,
* L’Italia voleva liberare Trento e Trieste dal dominio dell’impero austro-ungarico,
* Austria, Russia e Italia volevano espandersi nella zona dei Balcani.
Alla vigilia della guerra l’Europa era divisa in due schieramenti:
* La triplice alleanza che comprendeva Germania, Austria e Italia
* La triplice Intesa costituita da Francia, Gran Bretagna e Russia.
Per le cause militari ci fu la corsa al riarmo, infatti al Germania da anni si preparava dotandosi di grandi armamenti.
La causa economica era tra le potenze industriali,infatti si era scatenata una gara economica e commerciale sempre più dura, i grandi gruppi industriali ricavavano enormi profitti dalla costruzione di armamenti e navi, per loro la guerra era fonte di grandi guadagni. Per quanto riguarda, invece le cause culturali, si diffuse un giudizio positivo sulla guerra, cioè parte dell’opinione pubblica vedeva nella guerra l’unica possibilità di cambiamenti della situazione sociale e politica.Schieramenti e inizio del conflitto
A determinare lo scoppio della prima guerra mondiale fu un grave fatto di sangue, l’attentato di Sarajevo avvenuto il 28 giugno del 1914, infatti l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero d’Austria e Ungheria, fu ucciso con la moglie da un nazionalista serbo. In realtà l’Austria voleva conquistare la Serbia, pertanto la Germania appoggiava l’Austria, mentre la Russia sosteneva la Serbia. L’Austria dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio del 1914, da una parte vi erano gli Imperi centrali cioè l’Austria-Ungheria e Germania cui si unirono poi l’impero turco e la Bulgaria; dall’altra le potenze della Triplice Intesa cioè l’Inghilterra, Francia, Russia più la Serbia e gli altri Stati.
Neutralità e intervento dell'Italia
Allo scoppio della guerra l’Italia si dichiarò neutrale in quanto la maggioranza voleva che l’Italia restasse neutrale, però essa si divise in neutralisti ed interventisti. Fra la maggioranza ricordiamo i socialisti i quali sostenevano che la guerra in corso era la guerra dei capitalisti, - la maggioranza dei cattolici e la Chiesa il cui papa era Benedetto XV, - molti parlamentari liberali guidati da Giolitti i quali erano convinti che l’Austria avrebbe ricompensato con dei territori la neutralità dell’Italia e che perciò l’intervento era inutile.
Invece gli interventisti erano favorevoli a entrare in guerra e ne facevano parte:
1. i nazionalisti fra cui ricordiamo Gabriele D’Annunzio
2. l’esercito e l’ambiente della corte
3. i grandi gruppi industriali
4. alcuni tra i socialisti e i democratici i quali sostenevano che l’Italia doveva schierarsi con le nazioni democratiche cioè l’Inghilterra e Francia contro gli Stati autoritari Germania e Austria.
Su posizioni simili a quelle dei nazionalisti si trovava l’ex-socialista Benito Mussolini, egli fu espulso dal partito socialista proprio perché favorevole alla guerra. Il 26 aprile del 1915 il governo italiano firmò a Londra un patto segreto con la Francia e Inghilterra, l’Italia si impegnava a intervenire nel conflitto al loro fianco in cambio della promessa di notevoli acquisizioni territoriali. Questo patto venne tenuto in segreto per ben due anni, e il 24 maggio del 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco delle potenze della Triplice Intesa. Subito dopo lo scoppio del conflitto, la Germania aveva invaso il Lussemburgo e il Belgio con l’intenzione di occupare la Francia. I tedeschi furono però fermati sul fiume Marna in una battaglia che causò 500000 morti.
Guerra di trincea e difficoltà italiane
Svanì subito l’illusione di una guerra breve: iniziava la guerra di trincea, infatti le truppe tedesche e quelle franco-inglesi si contrapposero all’interno di trincee e per ben quattro anni la guerra fu un susseguirsi di attacchi da una trincea all’altra. Da una guerra di movimento si era passati a una guerra di posizione. Sul fronte italiano ci furono subito impetuosi attacchi degli italiani contro gli austriaci sul fiume Isonzo, ma presto anche qui la guerra si fermò nelle trincee. L’Italia affrontò la guerra in condizioni di grave impreparazione, per mesi molti soldati italiani non poterono avere l’elmetto indispensabile per la guerra di trincea. Nelle trincee si diffondevano gravi malattie, i rifornimenti erano difficili, il comandante generale Luigi Cadorna aveva imposto una durissima disciplina. Egli non fidandosi dei suoi soldati fece ricorso a gravi pene per ogni mancanza punendo i tentativi di diserzione con la fucilazione. Fra il maggio e il giugno del 1916 l’esercito austriaco si impegnò in quella che venne chiamato la spedizione punitiva, in quanto gli italiani erano traditori da punire perché non avevano rispettato la Triplice Alleanza. Gli austriaci volevano penetrare nella pianura padana attraverso l’altopiano d’Asiago. L’esercito italiano, però, respinse l’offensiva e riuscì a conquistare Gorizia nell’agosto del 1916. Il prolungarsi della guerra iniziava a pesare, soprattutto sugli imperi centrali i quali non potevano procurarsi facilmente le materie prime perché gli Inglesi controllavano i mari. La Germania affrontò la marina inglese nella battaglia dello Jutland ma la battaglia non bastò a sottrarre agli inglesi il dominio dei mari. Allora i tedeschi intensificarono la guerra sottomarina contro tutte le navi sospettate di portare rifornimenti agli avversari. L’affondamento del transatlantico Lusitania causò la morte di un migliaio di persone fra cui 124 cittadini statunitensi e ciò provocò proteste e gli Stati Uniti entrarono nel conflitto a fianco dell’Intesa.
Crisi e rivoluzione in Russia
Il 1917 fu un anno decisivo per le sorti del conflitto,non solo per l’ingresso degli stati uniti in guerra. Intanto in Russia esplose una rivoluzione che abbattè il regime dello zar e così si ebbe la Rivoluzione sovietica di ottobre. Per evitare l’invasione del proprio territorio, la Russia uscì dalla guerra e il 3 marzo del 1918 la pace di Berst-Litovsk stabilì le condizioni della resa, infatti la Russia cedeva alla Germania la Polonia e i Paesi Baltici, riconosceva l’indipendenza dell’Ucraina.
Caporetto e la ritirata italiana
Gli austriaci spostarono le loro truppe dal fronte russo a quello italiano provocando una gravissima crisi militare all’Italia. L’esercito austriaco riuscì a sfondare le linee italiane riportando una netta vittoria a Caporetto vicino Gorizia il 24 ottobre 1917. L’esercito italiano cominciò una ritirata, il nemico catturò decine di migliaia di prigionieri e si impadronì di molto materiale. Con grande fatica si riuscì a stabilire una nuova linea di difesa lungo il fiume Piave. Cadorna venne sostituito dal nuovo comandante Armando Diaz.
Vittoria e trattati di pace
Intanto cresceva la disperazione per la guerra, tutte le popolazioni, anche quelle lontane dalle zone di combattimento subivano privazioni e fame, il malcontento cresceva ovunque, in Italia ci furono scioperi e scontri di piazza per la mancanza dei generi alimentari. In questa difficile situazione papa Benedetto XV chiese ancora una volta la fine dei combattimenti, invitava i paesi in guerra a rinunciare ai propri interessi in favore di quelli generali dell’umanità. Nella primavera del 1918 la Germania lanciò un’ultima e disperata offensiva, ma anche questa volta i Francesi e gli Inglesi respinsero l’attacco nella seconda battaglia della Marna, e con l’appoggio americano passarono allora all’offensiva. Anche l’esercito italiano passò alla controffensiva ottenendo la decisiva vittoria di Vittorio Veneto. L’Austria chiese l’armistizio e l’Italia risultava vittoriosa. L’11 novembre veniva firmato l’ultimo armistizio con la Germania, si chiudeva così la prima guerra mondiale, i morti furono circa 9 milioni , quelli italiani furono oltre 600.000.Occorreva ora giungere alla pace definitiva e i colloqui si svolsero a Parigi e i trattati di pace furono firmati tra il 1919 e il 1920. I rappresentanti delle quattro potenze vincitrici (Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti) avevano obiettivi diversi e non mancarono momenti di tensione. Wilson aveva steso un elenco di 14 punti che riassumevano i progetti per la futura politica europea, inoltre egli dava molta importanza alla autodeterminazione delle nazioni, cioè ogni nazione doveva essere indipendente e scegliere la propria forma di governo. L’Italia ricevette dall’Austria il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste. Questo provocò discussioni a Parigi, gli alleati comportandosi da traditori, non avevano dato all’Italia quello che avevano promesso col patto di Londra e a questa tensione si aggiunse la difficile situazione che il nostro paese si trovò a vivere nel dopoguerra. Finalmente il mondo uscì dalla guerra profondamente mutato, non solo dal punto di vista politico ma anche economico. Gli Stati Uniti cominciavano a emergere come potenza mondiale, mentre l’Europa si era indebolita. La guerra cambiò anche l’atmosfera culturale, infatti, con i suoi orrori aveva posto fine all’ottimismo con cui il secolo era iniziato, cominciava così un periodo molto più oscuro con numerose e gravi crisi
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della Prima Guerra Mondiale?
- Quali furono gli schieramenti principali alla vigilia della guerra?
- Come reagì l'Italia allo scoppio della guerra?
- Quali furono le conseguenze della guerra di trincea?
- Quali furono gli esiti della Prima Guerra Mondiale per l'Italia?
Le cause principali furono politiche, militari, economiche e culturali, tra cui contrasti territoriali, corsa al riarmo, competizione economica e un'opinione pubblica favorevole alla guerra.
Gli schieramenti principali erano la Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia) e la Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia).
L'Italia inizialmente si dichiarò neutrale, ma successivamente entrò in guerra a fianco della Triplice Intesa dopo il Patto di Londra, firmato segretamente nel 1915.
La guerra di trincea portò a un conflitto prolungato e statico, con gravi malattie, difficoltà nei rifornimenti e una dura disciplina imposta ai soldati.
L'Italia ottenne territori come il Trentino e Trieste, ma affrontò tensioni post-belliche e insoddisfazione per le promesse non mantenute dagli alleati.