Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La situazione palestinese negli anni Ottanta era caratterizzata da disperazione crescente a causa del controllo israeliano e del mancato riconoscimento politico, alimentata da eventi come la rivoluzione iraniana e l'accordo Jibril.
  • La prima Intifada del 1987 rappresentò una ribellione dei palestinesi, soprattutto giovani, contro l'occupazione israeliana, attraverso scioperi e disobbedienza civile, attirando attenzione internazionale sulla questione palestinese.
  • Gli Accordi di Oslo-Washington del 1993 segnarono un passo diplomatico importante con l'impegno di Israele a ritirarsi da Gaza e Cisgiordania, riconoscendo il diritto palestinese all'autogoverno tramite l'ANP.
  • Il summit di Camp David nel 2000, sotto l'egida del presidente USA Clinton, tentò di risolvere questioni chiave come i confini e la sicurezza, ma non portò a un accordo definitivo, con entrambe le parti che concordarono su linee guida per futuri trattati.
  • Nonostante gli sforzi diplomatici, gli scontri ripresero nel novembre 2000 con la seconda intifada, accentuata dalla visita di Ariel Sharon a Gerusalemme, vista dai palestinesi come una provocazione.
Questo appunto di Storia Contemporanea espone i conflitti arabo-israeliani. In particolare è spiegato lo stato di disperazione del popolo palestinese all’inizio degli anni Ottanta, la prima Intifada e gli accordi di Camp David.
Conflitti Arabo-Israeliani: Intifada e Accordi di Camp David articolo

Indice

  1. Lo stato della Palestina all’inizio degli anni Ottanta
  2. La prima Intifada
  3. Accordi di Camp David

Lo stato della Palestina all’inizio degli anni Ottanta

Le lotte tra Israele e gli Stati vicini avevano più volte coinvolto la popolazione palestinese, sia quando erano avvenuti proprio nel territorio che i palestinesi rivendicavano, quindi in Cisgiordania, nella striscia di Gaza, ma anche quando erano avvenuti invece nei territori vicini, dal momento che l'occupazione dell'esercito israeliano del sud del Libano era a tutti gli effetti rivolto a fermare gli attacchi portati dai miliziani palestinesi dal nord.

In realtà, la situazione in Palestina, ovviamente, era via via peggiorata col tempo, un po' perché Israele esercitava a tutti gli effetti un controllo su quei territori, che ufficialmente non avrebbe dovuto controllare, un po' perché lentamente il popolo palestinese si era visto abbandonato. Col tempo si era creata una struttura che dava un certo ordine all'organizzazione dello Stato palestinese. Si trattava di una struttura che però era organizzata in associazioni private. Quindi, non esisteva un vero e proprio Stato palestinese e in particolare a fornire questa struttura era l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) di Yasser Arafat. Tale organizzazione, pur essendo considerata l'unico possibile mezzo per rapportarsi politicamente tra Israele e la Palestina, era ovviamente non riconosciuta da Israele come un interlocutore e soprattutto era stata costretta a fuggire e a rifugiarsi a Tunisi per poter continuare a operare. All'inizio degli anni Ottanta questo stato di disperazione in cui versava il popolo palestinese, che si vedeva sempre più privato della sua terra, anche a causa del fioriere di colonie israeliane all'interno dei territori occupati, lentamente iniziò a diventare una vera e propria rabbia. In realtà, ad accelerare la spinta di questa rabbia furono anche due eventi, positivi per la Palestina o quantomeno in questo modo vengono interpretati. Stiamo parlando della rivoluzione iraniana, che portò al potere un regime teocratico, avverso alle posizioni israeliane, e dell’accordo Jibril, del 1985, col quale Israele accettò di liberare più di un migliaio di palestinesi in cambio della liberazione di 3 prigionieri israeliani.

La prima Intifada

La parola “intifada” è un termine arabo che significa “rivolta delle pietre” e indica la ribellione, iniziata nel 1987, dei Palestinesi, attuata tramite scioperi, forme di disobbedienza civile e di protesta contro l’occupazione dei territori arabi da parte degli israeliani. All’inizio, il movimento vide, soprattutto, la partecipazione dei palestinesi molto giovani. La rivolta nasceva dalla disperazione della popolazione palestinese che non solo viveva nella più completa miseria, ma anche composta di giovani che avevano conosciuto fino allora solo l’occupazione straniera e i campi profughi. La reazione di Israele fu spietata: in due anni furono arrestati circa Palestinesi, 500 furono uccisi e circa la metà degli arrestati non aveva ancora compiuto 18 anni. Per reprimere l’intifada, Israele dovette sostenere dei costi molto elevati dal punto di vista economico poiché si rese necessario intensificare il controllo militare e poliziesco. Tra il 1987 e il 1989, l’intifada (o “prima intifada”), pur escludendo l’uso delle armi da parte dei rivoltosi, finì per produrre ugualmente degli effetti notevoli perché rese sempre più visibile la questione palestinese. Israele dovette anche spendere molte energie anche dal punto di vista diplomatico a causa dell’accresciuto consenso da parte dell’opinione pubblica internazionale nei confronti delle rivendicazioni palestinesi.
Conflitti Arabo-Israeliani: Intifada e Accordi di Camp David articolo

Accordi di Camp David

I contatti diplomatici contribuirono all’accordo di Israele con l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), concluso nel 1993, con il nome di Accordo Oslo-Washington.
I punti cardine dell’accordo erano il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania e il diritto palestinese all'autogoverno tramite l'ANP (Autorità Nazionale Palestinese), che nacque proprio allora. Volutamente, in quel momento non furono trattati i temi spinosi di Gerusalemme, dei rifugiati palestinesi, degli insediamenti israeliani nell'area, della sicurezza e dei confini.
Nel luglio 2020, il Primo Ministro Barak e il presidente Arafat si incontrarono a Camp David, sotto gli auspici del presidente USA, Bill Clinton. Lo scopo era di raggiungere un accordo sullo status permanente. Il presidente israeliano offrì ai Palestinesi uno Stato palestinese in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, con capitale Gerusalemme est. La proposta fu rifiutata. Tuttavia, le due parti concordarono le seguenti linee guida da seguire per i futuri trattati: porre fine a decenni di conflitto e di raggiungere una pace giusta e duratura, proseguire ogni sforzo per concludere un accordo permanente, procedere a negoziati liberi da pressioni, da intimidazioni e da minacce di violenza, evitare azioni unilaterali che potessero pregiudicare l'esito dei negoziati, nella ricerca della pace, fare continuamente riferimento alla collaborazione degli USA.
Nonostante gli accordi di Camp David, nel novembre 2000, gli scontri ripresero con il nome di “seconda intifada”. La scintilla scoppiò a seguito della visita di A. Sharon, capo della destra israeliana, alla spianata delle moschee di Gerusalemme, considerata dai palestinesi come un oltraggio.
Per ulteriori approfondimenti sul conflitto Israele e Palestina vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual era la situazione della Palestina all'inizio degli anni Ottanta?
  2. All'inizio degli anni Ottanta, la Palestina era in uno stato di disperazione a causa del controllo israeliano sui territori palestinesi e dell'abbandono percepito dal popolo palestinese. La situazione era aggravata dalla crescita delle colonie israeliane e dalla mancanza di un vero Stato palestinese, con l'OLP costretta a operare in esilio.

  3. Cosa ha scatenato la prima Intifada?
  4. La prima Intifada, iniziata nel 1987, è stata scatenata dalla disperazione dei palestinesi, in particolare dei giovani che vivevano sotto occupazione e nei campi profughi. La rivolta si manifestò attraverso scioperi e disobbedienza civile contro l'occupazione israeliana.

  5. Quali furono le conseguenze della prima Intifada per Israele?
  6. La prima Intifada costrinse Israele a sostenere elevati costi economici per intensificare il controllo militare e poliziesco. Inoltre, aumentò la visibilità internazionale della questione palestinese, portando a una maggiore pressione diplomatica su Israele.

  7. Quali furono i punti principali degli accordi di Camp David del 1993?
  8. Gli accordi di Camp David del 1993, noti come Accordo Oslo-Washington, prevedevano il ritiro delle forze israeliane da Gaza e Cisgiordania e il diritto palestinese all'autogoverno tramite l'ANP. Tuttavia, questioni come Gerusalemme e i rifugiati non furono affrontate.

  9. Cosa portò alla seconda Intifada nel 2000?
  10. La seconda Intifada scoppiò nel novembre 2000, innescata dalla visita di Ariel Sharon alla spianata delle moschee di Gerusalemme, vista dai palestinesi come un oltraggio. Questo riaccese gli scontri nonostante gli accordi di Camp David.

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