Concetti Chiave
- Tra il 1987 e il 1993 in Italia si susseguono vari governi di centro-sinistra, caratterizzati da instabilità politica e gravi problemi economici e sociali.
- La "questione morale" emerge con forza alla fine degli anni Ottanta, con scandali di corruzione che coinvolgono politici e amministratori pubblici.
- Il panorama politico italiano è segnato da leggi provvisorie e dalla caduta del comunismo, influenzando le dinamiche tra destra e sinistra.
- Nel PCI si sviluppa un dibattito interno sui fondamenti ideologici, portando a una proposta di moderazione e distanziamento dalle esperienze sovietiche.
- La proposta di Occhetto nel PCI provoca divisioni interne, culminando nella fondazione del Partito Democratico della Sinistra e nella scissione di Rifondazione Comunista.
Indice
Instabilità politica e indebitamento
Al secondo governo Craxi ne seguiranno diversi di centro-sinistra, tra cui quelli di Fanfani (1987), Goria (1987), De Mita (1988), i due governi Andreotti (1989-1991), Amato (1992) e Ciampi (1993), tutti caratterizzati da una forte instabilità politica e da un indebitamento pubblico oltre che un’incapacità pratica di risolvere i gravi problemi del paese, come la piaga della disoccupazione giovanile, l’elevato livello della spesa pubblica, l’evasione fiscale, il mancato sviluppo dell’Italia meridionale, la lotta alla criminalità organizzata.
Questione morale e mani pulite
Un grave problema, già presente anche negli anni precedenti, alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta si evidenzia in forma ancor più rilevante e con soluzioni dirompenti: la cosiddetta “questione morale”. Uomini di governo e pubblici amministratori locali, avvalendosi della loro posizione e favorendo singoli gruppi industriali, fanno incetta di enormi tangenti. Il denaro pubblico viene utilizzato in modo irregolare e così la magistratura è costretta ad intervenire nei confronti sia dei partiti che degli amministratori locali e uomini di governo. Infatti un’intera classe politica viene processata prima dai tribunali (“mani pulite”) e poi attraverso la stampa, dall’opinione pubblica. Connesso con la questione morale vi è anche l’uso e l’abuso sempre più frequente della decretazione d’urgenza (decreti legge) che, di fatto, sottraendo al controllo del parlamento gli atti del governo, contribuisce non poco a screditare di fronte al l’opinione pubblica tutta la classe politica.
Caduta del comunismo e impatto
L’Italia diventa così un paese di leggi provvisorie, che producono effetti transitori o incerti. Intanto il “tracollo” del comunismo nella Unione Sovietica e nei paesi dell’Est trova il suo simbolo nella caduta del muro di Berlino (novembre 1989) e ha conseguenze anche sulla politica italiana, in modo, per molti aspetti traumatico. Voci autorevoli, capaci di influenzare l’opinione pubblica, tendono a rendere meno aspre, anche se non conciliabili, le tensioni ideologiche tra “destra” e “sinistra”. Nel PCI prendono voce richieste di rottura con le basi ideologiche del vecchio partito e l’adozione di una nuova linea politica: risoluta presa di distanza dalle esperienze sovietiche, disposizione ad accettare la discussione sulle riforme istituzionali, spostamento del nuovo partito verso il centro con lo scopo di aggregare intorno ad esso più ampie forze democratiche.
Divisioni interne nel PCI
Questa “impostazione moderata” provoca, reazioni nell’àmbito dello stesso PCI, nella corrente che si riallaccia di nuovo agli “antichi ideali del comunismo” sostenendo la fiducia e la convinzione che gli ideali comunisti non hanno perduto prospettive per l’avvenire. Il 24 novembre, il Comitato centrale del partito approva la proposta di Occhetto, ma vota a favore solo il 67,7%. Qualche mese dopo, il XIX Congresso tenuto a Bologna trova il partito diviso su tre mozioni: quella della maggioranza che raccoglie il 67%; una seconda, presentata da Pietro Ingrao e da Alessandro Natta, contraria al cambiamento del nome e all’abbandono della tradizione comunista, riceve il 30%; nettamente minoritaria la mozione di Armando Cossutta, tradizionale rappresentante della linea filosovietica, cui va il 3%. A Bologna, come parte del processo per la creazione del nuovo partito, il PCI si è dato come obbiettivo l’aggregazione di gruppi della sinistra cattolica, laica, sindacale: l’obbiettivo non viene raggiunto allora, ma si riproporrà più tardi alla vigilia delle elezioni del 1994, nel quadro di una Alleanza di tutte le forze progressiste.
Scissione e nascita del PDS
Si profila invece sempre più netta la minaccia di una scissione dell’estrema sinistra cossuttiana, che diventa inevitabile quando Occhetto, nell’ottobre 1990, comunica il nuovo nome che sarebbe stato proposto al 1° Congresso straordinario, convocato dalla maggioranza come momento finale del processo costituente, è stato proposto il Partito Democratico della Sinistra (PDS) e il nuovo simbolo: una quercia, con alla base l'antico emblema del PCI." La scissione avviene durante il Congresso di Rimini nel febbraio del 1991, dove Ingrao si unisce al nuovo partito, mentre Cossutta e i suoi lo abbandonano e fondano Rifondazione Comunista.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali problemi affrontati dai governi di centro-sinistra in Italia tra il 1987 e il 1993?
- Cosa si intende per "questione morale" nel contesto politico italiano degli anni Ottanta e Novanta?
- Quali cambiamenti ideologici sono avvenuti nel PCI alla fine degli anni Ottanta?
- Qual è stata la reazione interna al PCI alla proposta di Occhetto?
- Quali sono state le conseguenze della proposta di Occhetto per l'estrema sinistra italiana?
I governi di centro-sinistra hanno affrontato instabilità politica, indebitamento pubblico, disoccupazione giovanile, elevata spesa pubblica, evasione fiscale, mancato sviluppo del Sud Italia e lotta alla criminalità organizzata.
La "questione morale" si riferisce alla corruzione diffusa tra uomini di governo e amministratori pubblici, che accettavano tangenti e usavano irregolarmente denaro pubblico, portando a interventi giudiziari e discredito politico.
Il PCI ha iniziato a distanziarsi dalle ideologie sovietiche, adottando una linea politica più moderata e spostandosi verso il centro per aggregare forze democratiche più ampie.
La proposta di Occhetto ha provocato divisioni interne, con il 67,7% del Comitato centrale a favore, mentre una parte del partito, legata agli ideali comunisti tradizionali, si è opposta.
La proposta di Occhetto ha portato alla scissione dell'estrema sinistra, con la fondazione di Rifondazione Comunista da parte di Cossutta e i suoi seguaci, mentre Ingrao si è unito al nuovo Partito Democratico della Sinistra.