Concetti Chiave
- Giovanni Giolitti dominò la politica italiana dal 1901 al 1914, concentrandosi su questioni giuridico-amministrative e promuovendo il boom economico del triangolo industriale Torino-Milano-Genova.
- Giolitti implementò politiche protezionistiche e nazionalizzò le ferrovie, con un forte intervento statale nell'economia, sebbene le fabbriche del sud rimanessero meno sviluppate rispetto al nord.
- Varie riforme sociali furono introdotte al nord, tra cui la riduzione dell'orario lavorativo, la tutela della maternità e l'età minima lavorativa fissata a 12 anni.
- La ripresa del colonialismo italiano portò alla conquista della Libia nel 1911-1912, ma con costi elevati e benefici limitati, contrariamente alla propaganda statale.
- Giolitti introdusse il suffragio universale maschile nel 1912 e stipulò il "Patto Gentiloni" nel 1913 per orientare il voto cattolico verso i liberali.
Indice
Dominio politico di Giovanni Giolitti
Dal 1901 al 1914, l’Italia venne maggiormente dominata dal politico liberale Giovanni Giolitti, provieniente da una famiglia borghese di burocrati. Egli fu un abile politico, che riuscì a mantenere il potere per molti anni.
Boom economico e industriale
Egli non si occupò di questione risorgimentali (come, per esempio, la questione romana) al fine di dare più importanza alle questioni giuridico/amministrative: infatti, non a caso, l’età giolittiana coincide con il boom economico, tipico della seconda rivoluzione industriale (compreso nel triangolo industriale fra le città di Torino, Milano e Genova) che vide la nascita e lo sviluppo di industrie automobilistiche, come la Fiat, agricole e del cotone.
Politiche economiche e sociali
Si ebbe un forte intervento economico dello Stato, imponendo una politica protezionistica per favorire la produzione interna, inoltre Giolitti nazionalizzò tutte le ferrovie e le compagnie assicurative (nonostante quest’ultimo intento non andò a buon fine). Questa forte economia, venne anche garantita dalle banche, sia italiane che estere (soprattutto quelle tedesche) poichè investirono i loro capitali nella costruzione di fabbriche.
Riforme e disuguaglianze regionali
Le fabbriche del sud, tuttavia, rispetto a quelle del nord non erano così sviluppate (infatti riguardarono realtà molto limitate), e si potè parlare del “doppio volto” di Giolitti: la sua strategia al nord consente gli scioperi, restando neutrale fra imprenditore e operai (secondo lui, in Italia, le condizioni per una rivolta socialista era insufficienti, a meno che i lavoratori i lavoratori non fossero esasperati nell’animo). Gli operai ottennero alcune concessioni, come l’aumento dei salari, li portarono ad acquistare anche beni “superflui” (prodotti industriali, come l’automobile) e non solo necessari (come il cibo). Vennero attuate alcune riforme, messe in pratica solo al Nord:
• Riduzione dell’orario a 10 ore,
• Provvedimenti volti alla tutela della maternità per le lavoratrici,
• Età minima lavorativa stabilita a 12 anni.
Lo Stato non investì al sud, per via dell’esportazione del modello piemontese. Per motivi storici, l’esportazione non andò a buon fine, quindi per Giolitti il sud era solamente un “serbatoio di voti”, che andava trattato come sostenitore del governo di turno. L’unica opera pubblica al sud, fu la costruzione dell’acquedotto pugliese e Giolitti represse duramente, causando numerose vittime, gli scioperi. Per queste cause, molti abitanti del sud Italia emigrano all’estero in stati come l’America o la Francia.
Colonialismo e conquista della Libia
Fra il 1911 e 1912, si realizza una ripresa del colonialismo, soprattutto verso la conquista della Libia (a discapito dell’impero ottomano), sicuramente per rendere l’Italia una nazione potente e per assecondare alcune mire delle industrie belliche e delle banche. Inoltre, Giolitti pensò che avrebbe assecondato l’opinione pubblica per via dell’emigrazione: un nuovo stato, ovviamente italiano, dove emigrare era un aspetto positivo. L’occupazione fu molto difficile, poichè le popolazioni locali opposero tanta resistenza, ma nonostante la Libia fosse un possedimento ottomano l’Italia riesce a sconfiggerlo nel 1912, dopo una battaglia avvenuta nel mar Egeo. Tuttavia, fino al 1927 la parte interna della Libia non venne conquistata. Questa conquista portò a spese notevoli e a pochi benefici, poichè per esempio, a differenza della proganda statale, le masse contadine non potevano emigrare in Libia per via della non presenza di campi coltivabili e risorse minerarie (il petrolio verrà scoperto più tardi).
Suffragio universale e Patto Gentiloni
Nello stesso anno, Giolitti consentì il suffragio universale maschile a partire dai 21 anni, ammesso che sappiano leggere e scrivere, altrimenti avrebbero dovuto aspettare ai 31 anni. Alcuni poterono votare prima dei 21 anni, poichè svolgevano il servizio di leva. Nel 1913, stipulò il “Patto Gentiloni” al fine di indirizzare i cattolici verso il partito socialista (invece che liberalista): i cattolici avrebbero votato i parlamentari liberali che avrebbero sostenuto la Chiesa.
Domande da interrogazione
- Chi era Giovanni Giolitti e quale fu il suo ruolo nell'Italia tra il 1901 e il 1914?
- Quali furono le principali riforme attuate durante l'età giolittiana?
- Come si sviluppò l'economia italiana sotto Giolitti e quali furono le differenze tra Nord e Sud?
- Quali furono le conseguenze della politica coloniale di Giolitti in Libia?
- Cosa prevedeva il suffragio universale maschile introdotto da Giolitti e quale fu il suo impatto politico?
Giovanni Giolitti era un politico liberale che dominò la scena politica italiana dal 1901 al 1914, concentrandosi su questioni giuridico/amministrative e promuovendo un boom economico durante la seconda rivoluzione industriale.
Durante l'età giolittiana, furono attuate riforme come la riduzione dell'orario lavorativo a 10 ore, la tutela della maternità per le lavoratrici e l'età minima lavorativa fissata a 12 anni, principalmente al Nord.
L'economia italiana si sviluppò grazie a un forte intervento statale e investimenti bancari, con un focus sul Nord industrializzato, mentre il Sud rimase meno sviluppato e fu trattato come un "serbatoio di voti".
La conquista della Libia portò a spese notevoli e pochi benefici, poiché le aspettative di emigrazione e risorse non furono soddisfatte, e l'occupazione incontrò resistenza locale.
Il suffragio universale maschile consentiva il voto ai maggiori di 21 anni alfabetizzati, o a 31 anni per gli analfabeti, e influenzò la politica con il "Patto Gentiloni" per indirizzare i voti cattolici verso i liberali.