Concetti Chiave
- Nel 1860, la Sicilia insorse contro il dominio Borbonico, guidata da Francesco Crispi e Rosolino Pilo, con il supporto di Giuseppe Garibaldi.
- Garibaldi organizzò una spedizione con circa mille volontari, salpando da Genova per liberare la Sicilia e unirla al Regno di Sardegna.
- Dopo la vittoria a Calatafimi e la liberazione di Palermo, i garibaldini liberarono tutta la Sicilia, portando a un plebiscito per l'annessione al Regno di Sardegna.
- Garibaldi avanzò verso sud, conquistando Napoli e il resto del sud Italia, mentre i Borboni si rifugiarono nella fortezza di Gaeta.
- Vittorio Emanuele II incontrò Garibaldi a Teano, ricevendo il controllo delle terre liberate e aprendo la strada alla proclamazione del Regno d'Italia nel marzo 1861.
Indice
Espansione del regno di Sardegna
Mentre al nord e al centro Italia il regno di Sardegna si allargava sempre di più, il sud Italia continuava ad essere nelle mani dei Borboni, i quali continuavano a regnare in maniera dispotica e autoritaria, concedendo favori solo ai grandi proprietari terrieri e sfruttando la grande maggioranza dei contadini.
Rivolta siciliana e Crispi
Fu soprattutto in Sicilia che la popolazione, stanca di questa situazione, iniziò a meditare di ribellarsi per chiedere di staccarsi dal Regno delle due Sicilie e annettersi al Regno di Sardegna.
A guidare i Siciliani alla rivolta c’era Francesco Crispi, che aveva l’obbiettivo di annettere la Sicilia al Regno di Sardegna e di favorire l’ unificazione.
Il 5 aprile del 1860 scoppiò nella città di Palermo una prima rivolta guidata dai mazziniani Francesco Crispi e Rosolino Pilo, che ebbe in un primo momento grande successo ma che aveva soprattutto bisogno di sostenitori per evitare che i Borboni la soffocassero.
Garibaldi e la spedizione dei Mille
Crispi si rivolse a Giuseppe Garibaldi, il quale accettò di organizzare una spedizione di volontari che avrebbe dovuto raggiungere la Sicilia e liberarla dai Borboni.
Nella notte fra il 5 e il 6 maggio del 1860 Garibaldi insieme a Nino Bixio si impadronì di due navi (il Piemonte e il Lombardo) nel porto di Genova e insieme ad un migliaio di volontari salparono dallo scoglio di Quarto presso Genova, diretti in Sicilia.
Dopo una sosta a Orbetello in Toscana per rifornirsi di armi e munizioni, i garibaldini sbarcarono a Marsala in Sicilia l’11 maggio 1860 e si unirono ai Picciotti (questi erano i contadini contrari alla dominazione Borbonica).
Giunti nella città di Salemi, Garibaldi lanciò un proclama con il quale dichiarava di assumere la guida della Sicilia in nome e per conto dell’Italia e del re.
Conquista di Palermo e liberazione
I garibaldini continuarono poi la loro marcia e il 5 maggio 1860 sconfissero l’esercito borbonico nella città di Calatafimi e poi si divisero presso Palermo.
I garibaldini finsero di ritirarsi a Corleone, per cui l’ esercito borbonico li rincorse e a quel punto i garibaldini sferrarono l’attacco alla città.
Il 30 maggio 1860 i Borboni furono costretti ad abbandonare la città.
Francesco II cercò di salvare la situazione emanando una nuova costituzione, ma ormai era tardi e la Sicilia venne completamente liberata dall'oppressione dei Borboni per mano dei garibaldini (con un plebiscito successivo la Sicilia verrà annessa al Regno di Sardegna).
Garibaldi avanza verso Napoli
I Borboni avevano ancora il dominio su tutto il sud Italia e si erano rifugiati a Napoli.
A questo punto Garibaldi capì che poteva liberare anche il resto del sud Italia e il 25 agosto 1860 sbarcò in Calabria, risalì attraverso la penisola e il 7 settembre 1860 entrò da trionfatore a Napoli, dopo aver liberato l'intero sud, mentre i Borboni si rifugiavano nella fortezza di Gaeta.
Cavour e l'espansione piemontese
Intanto nel Regno di Sardegna Cavour iniziava a preoccuparsi del fatto che Garibaldi potesse tenere per sé le terre appena liberate, o volesse formare un regno autonomo, per cui organizzò una spedizione guidata da Vittorio Emanuele II, che doveva attraversare tutta l’Italia e andare incontro allo stesso Garibaldi.
Cavour chiese a Napoleone III (che difendeva le terre papali) di passare attraverso i territori pontifici per giungere nel napoletano. Attraversando la penisola, l’esercito piemontese riuscì strappare al papa le Marche e l’Umbria, che verranno poi annesse al Regno di Sardegna.
L’esercito dei Savoia guidato da Vittorio Emanuele II arrivò nelle Marche e attraverso la battaglia di Castelflidoro il 18 settembre 1860 e quella di Ancona del 29 settembre 1860 le Marche vennero interamente conquistate; successivamente l’esercito passò in Umbria e strappò al papa anche questo territorio.
Vennero organizzati dei plebisciti che diedero voto positivo all’annessione, per cui nel novembre del 1860 anche le Marche e l’Umbria vennero annesse al Regno di Sardegna, che ora comprendeva: Piemonte, Liguria, Sardegna, Lombardia, Toscana, Emilia, Marche, Umbria e tutto il sud Italia.
Incontro a Teano e nascita del regno
L’esercito dei Savoia continuò poi la sua corsa fino a Teano, dove il 26 ottobre 1860 Garibaldi e Vittorio Emanuele II si incontrarono, Garibaldi salutò Vittorio Emanuele come re d’Italia e gli consegnò tutte le terre del sud.
Alla proclamazione del regno si arrivò il 17 marzo 1861, quando nacque il regno d’Italia con capitale Torino (sede del primo Parlamento italiano).
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione politica nel sud Italia prima dell'impresa dei Mille?
- Chi ha guidato la rivolta in Sicilia e qual era il suo obiettivo?
- Come è iniziata l'impresa dei Mille e chi l'ha guidata?
- Quali furono i risultati delle battaglie condotte dai garibaldini in Sicilia?
- Come si è conclusa l'impresa dei Mille e quale fu il suo impatto sull'unificazione italiana?
Il sud Italia era sotto il dominio dei Borboni, che governavano in modo dispotico e autoritario, favorendo i grandi proprietari terrieri e sfruttando i contadini.
Francesco Crispi ha guidato la rivolta in Sicilia con l'obiettivo di annettere la Sicilia al Regno di Sardegna e favorire l'unificazione italiana.
L'impresa dei Mille è iniziata con Giuseppe Garibaldi che, insieme a Nino Bixio e un migliaio di volontari, ha salpato da Genova verso la Sicilia per liberarla dai Borboni.
I garibaldini sconfissero l'esercito borbonico a Calatafimi e liberarono Palermo, costringendo i Borboni ad abbandonare la città e portando alla liberazione della Sicilia.
L'impresa si concluse con l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano, dove Garibaldi consegnò le terre del sud al re, portando alla proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861.