Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Dal 1932 al 1933, l'Ucraina fu colpita da una devastante carestia, l'Holodomor, causata dalle politiche di Stalin e che portò alla morte di circa 5 milioni di persone.
  • Stalin attuò l'industrializzazione forzata dell'URSS, confiscando massicciamente il grano ucraino per finanziare l'acquisto di macchinari dall'estero, innescando la carestia.
  • L'opposizione ucraina alla collettivizzazione delle terre portò a una brutale repressione, con espropriazioni forzate e persecuzioni contro i contadini.
  • Durante la carestia, atti di cannibalismo si verificarono a causa della disperazione della popolazione affamata e intrappolata nelle province saccheggiate.
  • L'Holodomor rimase a lungo sconosciuto al mondo esterno, nascosto dal regime sovietico, e solo decenni dopo fu riconosciuto come genocidio da diversi paesi.

Indice

  1. La tragedia dell'Holodomor
  2. L'Ucraina sotto Stalin
  3. La politica di Stalin
  4. La collettivizzazione forzata
  5. La repressione dei contadini
  6. La legge delle spighe
  7. La carestia del 1932-1933
  8. Il silenzio dell'Holodomor
  9. Gareth Jones e la verità
  10. Il negazionismo e la verità
  11. Il riconoscimento dell'Holodomor

La tragedia dell'Holodomor

Dal 1932 al 1933, la Repubblica di Ucraina fu vittima di una terribile carestia che causò la morte di circa 5 milioni di abitanti. Dietro questa tragedia, c’era la volontà implacabile di Stalin.

L'Ucraina sotto Stalin

A cavallo tra gli anni 1920 e 1930, l’Ucraina era la vetrina della giovane Unione Sovietica. Ricca nelle sue terre cerealicole, rinomata per l'abbondanza di frutta e verdura, la Repubblica di Ucraina era in pieno boom industriale. A quel tempo, rappresentava il 22, 5% del valore agricolo dell'URSS e il 18% della sua produzione industriale. Il Cremlino aveva una centrale idroelettrica sul Dnepr, un fiume che attraversa la regione, che moltiplicò per sei la produzione di elettricità del paese e accelerò lo sviluppo del Donbass, un grande bacino minerario e metallurgico.

Grazie alla Nuova Politica Economica introdotta nel 1921 da Lenin, la popolazione ucraina, costituita principalmente da contadini, beneficiò di un ritorno alla proprietà privata che consentiva loro una relativa ricchezza. Inoltre, la sua identità nazionale era stata preservata e nelle scuole e nelle università, le lezioni si tenevano in ucraino. Così, dopo la Grande Guerra e la Rivoluzione Russa i 35 milioni di ucraini immaginarono un grande futuro.

Ma la tragedia di una grande carestia stava per abbattersi sul popolo ucraino, causata dalla volontà di un uomo, Joseph Stalin. Dal 1932 al 1933, egli introdusse l'Holodomor, una parola ucraina che significa "sterminio per fame". A differenza dell'Olocausto, questo termine non è ricordato. Eppure, quando il giurista polacco Raphael Lemkin (1900-1959) usò per la prima volta la parola genocidio al processo di Norimberga nel 1945, aveva in mente l’esempio ucraino tanto quanto i campi di sterminio del Terzo Reich.

La politica di Stalin

Nel 1921, quando Lenin istituì la NEP, si trattava di reintrodurre un po' di capitalismo per salvare una rivoluzione comunista nel bel mezzo di una crisi economica. Questa politica ebbe successo. Ma quando Stalin prese le redini dell'URSS nel 1924, chiuse la parentesi, procedendo alla nazionalizzazione.

Egli temeva che la persistenza di un'economia di mercato, per quanto limitata, avrebbe messo a repentaglio la costruzione del socialismo. Temeva anche che le libertà concesse alle minoranze, in particolare agli ucraini, avrebbero incoraggiato la rinascita dei nazionalisti.

Soprattutto, si era posto un obiettivo dal quale nulla lo fece derogare: l'industrializzazione forzata dell'URSS. Questa "Grande Svolta", annunciata alla fine del 1929, innescò l'Holodomor. Per industrializzarsi, la Russia aveva bisogno di macchine utensili che doveva procurarsi dall'estero. Stalin decise che la massiccia esportazione di grano dall'Ucraina avrebbe finanziato la loro acquisizione. Già nel 1930, il governo si impadronì con la forza il 30% del grano, poi il 41% l'anno successivo!

La collettivizzazione forzata

Per facilitare le requisizioni e aumentare i rendimenti di produzione, Lenin decretò la collettivizzazione dell'agricoltura, l'abbandono della proprietà privata a favore dei sovchoz e dei kolkhoz, cioè delle fattorie statali e delle cooperative.

La repressione dei contadini

I contadini si ribellarono in massa. Nel febbraio-marzo 1930, ci furono più di cento focolai di rivolta sul suolo ucraino. Le autorità, denunciarono i "nemici del proletariato", gli "speculatori" che nascondono le scorte, i "sabotatori" al soldo degli stranieri, per non parlare dei kulaki ("usurai" in russo), questi ricchi agricoltori considerati dal regime come "sfruttatori" e "nemici del popolo".

L'intera classe contadina, principalmente nelle regioni di Kharkov e Dnepropetrovsk, fu colpita da una repressione sempre più spietata. Stalin lanciò "brigate d'assalto" sull'Ucraina composte da membri della Gioventù Comunista e da teppisti del sottoproletariato . Le fattorie furono perquisite e poi devastate. Gli occupanti furono privati delle loro più piccole riserve di grano. Furono perfino confiscati i semi, rendendo così impossibile il raccolto nell’anno successivo.

In un clima di terrore, la polizia politica moltiplicò gli arresti. I leader comunisti locali, che cercavano di proteggere la popolazione, furono inviati nei gulag.

La legge delle spighe

Il 7 agosto 1932 fu promulgata l'implacabile "legge delle spighe": tenere con sé qualche chicco di grano o di segale divenne punibile con la morte. Il 22 gennaio, una circolare privò i contadini dei loro passaporti. La trappola si stava gradualmente chiudendo sull’Ucraina .

La carestia del 1932-1933

Durante il gelido inverno del 1932-1933, scoppiò la carestia, che minacciava da mesi. Trattenuti con la forza nella loro provincia saccheggiata, folle di persone affamate vagavano in cerca di cibo. Cavalli, cani, gatti, radici di piante, poi perfino bambini furono mangiati. Gli atti di cannibalismo si moltiplicarono e i più giovani, i più vulnerabili, furono le prime vittime. Le persone indebolite morivano di fame e di freddo nelle loro case o sui marciapiedi delle città. Molti si suicidarono. L'Ucraina era così diventata un luogo della morte a cielo aperto.

Il silenzio dell'Holodomor

Storici e demografi concordano, dopo molti studi e controversie, che l'Holodomor ha ucciso quasi 5 milioni di persone. Durante tutto questo tempo, l'URSS non aveva mai smesso di esportare milioni di tonnellate di cereali ucraini. Nascosto dal regime stalinista, l'Holodomor si è svolto in silenzio, ignorato dal resto del mondo.

Gareth Jones e la verità

Un giornalista britannico di 27 anni, Gareth Jones (1905-1935), aveva comunque lanciato l'allarme. Dopo aver ottenuto un'intervista con Adolf Hitler, il giornalista volle incontrare Stalin. Nel marzo 1933, arrivato a Mosca, apprese, attraverso informatori, che l'Ucraina si trovava in una "situazione drammatica". Durante un viaggio da incubo di diversi giorni Jones l'orrore della situazione.

Arrestato, minacciato di rappresaglie se avesse parlato e poi espulso dall'URSS, raccontò comunque la sua esperienza appena tornato a Londra. Ma il giornalista incontrò lo scetticismo e persino ostilità negli ambienti ufficiali. All'inizio del 1930, quando c'erano timori di un nuovo conflitto mondiale, nessuno voleva fare un torto l'Unione Sovietica.

Il negazionismo e la verità

Walter Duranty, corrispondente da Mosca per il New York Times, accusò Jones di falsità. Il presidente del Consiglio francese, Edouard Herriot, fu invitato a visitare l'Ucraina dal 26 al 31 agosto 1933. Seguendo un percorso predisposto ad arte, vide "raccolti ammirevoli" e gustò "un'ottima zuppa, degna di un ristorante di Lione". La sua delegazione fu sorpresa, però, dalla presenza di abiti usati che vedevano in lontananza, ai lati delle strade: erano i cadaveri di morti affamati.

Il riconoscimento dell'Holodomor

Fu solo quarant'anni dopo e con la pubblicazione di The Gulag Archipelago (1973) di Alexander Solzhenitsyn, e con l'apertura di alcuni archivi sovietici nel 1991, dopo la caduta dell'URSS, che l'Holodomor fu finalmente ammesso.

Se nessuno ora lo nega, un punto rimane dibattuto: Stalin, volendo distruggere il popolo ucraino, ha commesso un genocidio? Molti storici rispondono affermativamente, come l'americano Robert Conquest, autore di The Great Terror, o i francesi Stéphane Courtois e Nicolas Werth, coautori di The Black Book of Communism, un'opera di riferimento sui crimini dello stalinismo. Questa carestia premeditata, organizzata, sistematizzata aveva lo scopo di eliminare la parte più dinamica dei contadini. Deve essere chiamato genocidio di classe.

Ad oggi, ventiquattro paesi, compresi gli Stati Uniti, hanno riconosciuto l'Holodomor come genocidio. L'Unione Europea, dal canto suo, preferisce denunciare un crimine contro l'umanità, mentre le Nazioni Unite, dove la Russia detiene il diritto di veto, si accontentano di invocare un "dovere della memoria" nei confronti dei milioni di vittime. Nel 2003, prima della rivoluzione arancione, il Parlamento ucraino approvò una risoluzione che equiparava la carestia al genocidio e dal 2006 è ufficialmente riconosciuto come tale, con grande scontento della Russia di Vladimir Putin, che rifiuta di associare la situazione ucraina nel 1932-1933 a tale termine. Quasi novant'anni dopo il fatto, gli archivi di Mosca sono di nuovo sigillati e il dibattito è soggetto alle pressioni del governo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la causa principale della carestia in Ucraina tra il 1932 e il 1933?
  2. La carestia, nota come Holodomor, fu causata dalla politica di industrializzazione forzata di Stalin, che includeva la massiccia esportazione di grano dall'Ucraina per finanziare l'acquisizione di macchine utensili dall'estero.

  3. Come reagì la popolazione ucraina alla collettivizzazione della terra?
  4. La popolazione ucraina, principalmente i contadini, si ribellò in massa contro la collettivizzazione forzata, portando a numerose rivolte che furono brutalmente represse dal regime stalinista.

  5. Quali furono le conseguenze della carestia sulla popolazione ucraina?
  6. La carestia portò a una situazione disperata in cui si verificarono atti di cannibalismo, con persone che morivano di fame e freddo, e molti si suicidarono. Circa 5 milioni di persone persero la vita.

  7. Come fu percepito l'Holodomor dal resto del mondo all'epoca?
  8. L'Holodomor fu in gran parte ignorato dal resto del mondo, nonostante gli avvertimenti di alcuni giornalisti come Gareth Jones. L'URSS continuò a esportare grano ucraino, e molti governi e media occidentali rimasero scettici o ostili verso chi denunciava la tragedia.

  9. L'Holodomor è riconosciuto come genocidio a livello internazionale?
  10. Ad oggi, ventiquattro paesi, inclusi gli Stati Uniti, riconoscono l'Holodomor come genocidio. Tuttavia, l'Unione Europea lo considera un crimine contro l'umanità, mentre le Nazioni Unite parlano di un "dovere della memoria". La Russia nega che si tratti di genocidio.

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