Concetti Chiave
- Il dopoguerra in Italia fu segnato da disillusioni verso le promesse territoriali non mantenute, portando alla percezione di una "Vittoria Mutilata".
- Con la crescita dei movimenti operai e del timore del comunismo, nel 1919 emersero i Fasci di Combattimento, precursori del partito fascista.
- Benito Mussolini guadagnò potere con l'appoggio di piccoli borghesi e industriali, sfruttando la debolezza del governo e la paura del socialismo.
- Il regime fascista consolidò il suo potere attraverso leggi autoritarie e il sostegno della Chiesa cattolica, culminando nei Patti Lateranensi del 1929.
- L'alleanza con il regime nazista e l'introduzione delle leggi razziali rappresentarono i momenti più bui del fascismo, portando l'Italia verso la II Guerra Mondiale.
Indice
Il dopoguerra in Italia
Il dopoguerra in Italia e in Europa non fu facile. Infatti subito ci si rese conto che gli scopi della guerra, delle potenze vittoriose, Francia e Inghilterra erano di fatto ampliare i territori coloniali. In realtà si trattava di ampliare la leadership Anglo-Francese, in Europa per contrastare la paura del Comunismo.
Anche in Italia al termine della guerra si crea una situazione di difficoltà, anche perché l’Italia si sentì tradita dalle promesse che erano state fatte a Londra, prima dell’entrata in guerra, cioè la spartizione di parete del bottino coloniale oltre ai territori irredenti e alla Dalmazia. Per questa ragione si parlò in Italia di Vittoria Mutilata. Per la maggior parte degli Italiani, tutte quelle illusioni di successo economico e di espansione territoriale legate alla vittoria furono frantumate. Per di più in Italia gli anni immediatamente successivi alla I guerra mondiale avevano visto il progressivo affermarsi dei movimenti operai, sia di ispirazione cattolica che comunista. Non è un caso che a proposito del biennio 1920-1921, si parli di biennio rosso proprio a voler mettere in evidenza che quegli anni in Italia come nel resto dell’Europa ci fu la paura del Comunismo.La nascita del fascismo
Il 1919 politicamente fu un anno importante poiché vide progressivamente la formazione dei Fasci di Combattimento. Il 23 Marzo 1919 furono istituiti a Milano i fasci di combattimento, a cui prendevano parte studenti, ex combattenti, intellettuali ed artisti come i futuristi e rappresentanti della piccola borghesia impiegatizia, i quali erano preoccupati della crescente diffusione del comunismo.
A questo riguardo bisogna però precisare che esiste una differenza tra i farsi di combattimento e il partito fascista che si formerà successivamente.
Infatti nel partito nazionale fascista confluiranno soprattutto i piccoli borghesi i quali vedevano in Mussolini colui il quale avrebbe difeso gli interessi economici dei piccoli proprietari .
L'ascesa di Mussolini
Quando alla fine del 1921, infatti Mussolini aveva l’appoggio di quanti temevano ‘allargamento delle idee di sinistra al governo: l’ascesa politica di Mussolini infatti fu favorita tanto dai piccoli borghesi, dai finanziamenti degli industriali e degli agrari in funzione dell’antisocialismo. Si spiega dunque come Mussolini ed il suo partito potessero facilmente prendere il potere: infatti il governo particolarmente debole favorì la presa di potere di Mussolini già deputato del Parlamento del Regno.
La marcia su Roma
Poiché infatti il debole governo Facta non si era mostrato in grado di arginare gli scioperi che si susseguivano, i fascisti avevano deciso di organizzare un’imponente manifestazione a Roma. Mentre 25.000 fascisti guidati da uomini fedeli a Mussolini, come Italo Balbo marciavano verso Roma, occupando stazioni ferroviarie e prefetture, Mussolini, a Milano, negoziava con il Re e con il governo, appoggiato dagli agrari e dai capitalisti. Mussolini in vagoni-letto da Milano doveva raggiungere Roma e lì presentandosi al Re Vittorio Emanuele III giurava la sua fedeltà alla monarchia e accettava l’incarico di Capo del Governo.
« Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto. » Con queste parole Mussolini si presentava alla camera il 16 Novembre ricevendo piena fiducia e dando vita ad un governo di coalizione conservatrice. Il governo appena insediatosi prese dei provvedimenti di natura fiscale che favorivano i capitalisti e gli agrari.
In breve prende sempre più potere anche perché alla fine dell’anno organizza una milizia fascista alle dirette dipendenze di Mussolini con il compito di garantire la sicurezza nazionale. Questa svolta autoritaria fece si che quei partiti e quegli uomini non si erano opposti al fascismo, guardassero ora Mussolini ed il governo con paura: Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, (partito dei cattolici) ad esempio nel Marzo de 1923 uscì dal governo e poco dopo anche altri partiti finivano all’opposizione, anche perché nelle elezioni del 1924 ormai vigeva il regime autoritario: vi era infatti un unico listone e per cui di fatto la maggioranza degli eletti apparteneva al partito fascista.
La crisi Matteotti
Quando nel Maggio del 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciò alla camera le violenze ed i brogli elettorali, dopo pochi giorni fu rapito e si aprì una crisi di governo. In quel momento le opposizioni sperarono che Mussolini annunciasse le sue dimissioni e per rafforzare le loro idee si ritirarono sull’Aventino p, rifiutandosi di partecipare alle sedute di governo fino a quando non fosse rientrata nel paese la totale Legalità. Quando nell’Agosto del 1924 fu ritrovato il corpo di Matteotti , l’indignazione fu enorme e si chiese al Re Vittorio Emanuele III di intervenire. Poiché Mussolini davanti alla camera si assunse «la responsabilità politica, morale e storica» di quanto accaduto affinché però fosse messa la parola fine ai Sovversivi, il governo invece di perdere potere lo accrebbe anche perché da quel momento in poi iniziò la pratica, da parte della milizia fascista di picchiare i nemici così da intimorirli e costringerli a fuggire all’estero, quando addirittura non erano incarcerati come nel caso di Nenni e Gramschi.
Le leggi fascistissime
A partire dal 1925 lo Statuto Albertino che era modificabile, introdusse le leggi fascistissime in base alle quali pur rimanendo formalmente l’Italia una monarchia, in realtà era una dittature guidata da Benito Mussolini.
La politica economica fascista
Da un punto di vista economici il fascismo condusse una politica a favore degli agrari(la battaglia del grano), stabilizzò a lira con una politica deflattiva che intaccò la capacità di spesa dei lavoratori. Socialmente attraverso il sistema corporativo, ovvero le organizzazioni associative per categoria di lavoro favorì la piccola borghesia, abolì lo sciopero e soprattutto cercò e ottenne nel 1929 l’appoggio dello Stato Pontificio con i patti Lateranesi , grazie ai quali la religione cattolica diventa religione di Stato. Ma il momento più duro del fascismo sarà l’alleanza con il regime Nazista che porterà con il Patto d’Acciaio alla II Guerra Mondiale e alle leggi razziali.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della "Vittoria Mutilata" in Italia dopo la Prima Guerra Mondiale?
- Come si sviluppò il movimento fascista in Italia dopo la Prima Guerra Mondiale?
- Quali furono i fattori che facilitarono l'ascesa al potere di Mussolini?
- Quali furono le conseguenze politiche dell'omicidio di Giacomo Matteotti?
- In che modo il fascismo influenzò l'economia e la società italiana?
La "Vittoria Mutilata" si riferisce al sentimento di tradimento in Italia, poiché le promesse fatte a Londra prima della guerra, riguardanti la spartizione del bottino coloniale e i territori irredenti, non furono mantenute.
Il movimento fascista iniziò con la formazione dei Fasci di Combattimento nel 1919, coinvolgendo studenti, ex combattenti e intellettuali, preoccupati dalla diffusione del comunismo. Successivamente, si trasformò nel Partito Nazionale Fascista, sostenuto da piccoli borghesi e industriali.
L'ascesa di Mussolini fu facilitata dal supporto dei piccoli borghesi, industriali e agrari, dalla debolezza del governo Facta e dalla paura del comunismo. La Marcia su Roma e il sostegno del Re furono cruciali per la sua nomina a Capo del Governo.
L'omicidio di Matteotti portò a una crisi di governo e a un'indignazione pubblica. Tuttavia, Mussolini assunse la responsabilità politica, rafforzando il suo potere e intensificando la repressione contro gli oppositori.
Il fascismo favorì gli agrari con politiche come la "battaglia del grano", stabilizzò la lira con politiche deflattive e abolì lo sciopero. Socialmente, promosse il sistema corporativo e ottenne l'appoggio della Chiesa Cattolica con i Patti Lateranensi.