Concetti Chiave
- Il fascismo in Italia nacque in un contesto di malessere socio-economico e paura dell'avanzata comunista, trovando sostegno tra industriali e agrari preoccupati.
- L'Arditismo fu un fenomeno spontaneo di violenza contro socialisti, finanziato da privati, che evolse in una componente del movimento fascista.
- Mussolini fondò il Partito Fascista nel 1919, promettendo uno stato forte e opponendosi a parlamentarismo e comunismo, ma inizialmente non ebbe successo elettorale.
- La presa di potere di Mussolini culminò nella Marcia su Roma nel 1922, facilitata dalla mancanza di opposizione da parte delle forze dell'ordine e del sovrano.
- Il regime fascista instaurò una dittatura tramite leggi repressive, controllo politico e repressione dell'opposizione, mantenendo il potere fino al 1943.
Indice
- Trasformazioni politiche post-belliche
- Fiume e la pace mutilata
- Ascesa di Mussolini e fondazione del partito fascista
- Squadrismo e tolleranza statale
- Crisi del partito socialista e nuove elezioni
- Manifesto del fascio e alleanze politiche
- Marcia su Roma e governo Mussolini
- Consolidamento del potere fascista
- Politica economica e sociale del fascismo
- Relazioni tra Stato e Chiesa
- Propaganda e educazione fascista
- Politica estera e coloniale
- Conflitti internazionali e alleanze
Trasformazioni politiche post-belliche
Dopo la guerra la politica era stata trasformata: mentre in epoca giolittiana c’era stato un avvicinamento con le masse, dopo la guerra ci fu la frattura tra governo liberale e classi subalterne, perché lo stato cominciava a temere un’avanzata comunista.
Nel paese si viveva inoltre una condizione di malessere socio-economico, in un certo senso simile alla situazione in Russia.
Disoccupazione , inflazione e crisi economica scaturirono in quello che chiamiamo Biennio Rosso. Alle prime elezioni democratiche dopo la guerra (novembre 1919). Questa avanzata iniziò a preoccupare industriali e grandi proprietari terrieri. Gli agrari in quel periodo avevano assunto un ruolo imprenditoriale, in quanto assumevano braccianti per coltivare le terre o affittavano gli appezzamenti. In Italia negli anni 20 le terre coltivate in questo modo erano molto diffuse, soprattutto nel centro-nord e i Romagnoli in particolare avevano una grande adesione socialista.
Si diffuse così il fenomeno dell’Arditismo.
Già nel 1919 industriali e agrari iniziarono a finanziare il cosiddetto fenomeno dell'arditismo, fenomeno che nacque spontaneamente, per far fronte all’avanzata socialista. Questi imprenditori assoldava giovani che non avevano molte possibilità di lavoro ed erano disposti a svolgere “lavori sporchi” per altri. Questi di fatto intimidivano, picchiavano, minacciavano, in modo anche violento, coloro che manifestavano, facevano sciopero e aderivano al socialismo.
Questo fenomeno fu molto inquietante poiché nacque spontaneamente da un punto di vista pratico, (e si trasformò in un'ideologia politica più tardi, con personaggi come Mussolini e Balbo).
I “picchiatori” erano giovani, e provenivano dal proletariato o dal sottoproletariato, deboli dal punto di vista economico e giuridico. Tuttavia queste persone dovevano essere un minimo addestrate al servizio militare.
Questi fenomeno non era riconosciuto da nessun ente pubblico: sostanzialmente dei privati cittadini assoldavano altri privati per svolgere un ruolo di controllo. Dal punto di vista giuridico era una struttura illegale, che doveva essere stroncata dallo stato. Tuttavia ci fu un atteggiamento di tolleranza verso queste squadre da parte dello stato, che venne del tutto sostituito in alcune zone. Il problema è che in uno stato di diritto la violenza è propria solo dello stato. Nonostante ciò ci furono comunque processi verso questi arditi in casi di omicidi e violenze e perseguimenti. Non veniva particolarmente tollerato quando l'attenzione degli arditi si volgeva anche ad altri rispetto ai rossi.
Fiume e la pace mutilata
Inoltre si sparse nell’opinione pubblica l’idea di una pace mutilata, che sbocciò nell’episodio di Fiume.
Il patto di Londra del 1915 non era stato rispetto dalla pace di Versailles, durante la qual stesura Francia e Inghilterra appoggiarono la posizione di Wilson. Il Patto di Londra sarebbe stato molto generoso con l'Italia, alla quale si garantivano le terre irridente e delle zone nella ex-Iugoslava, tant'è che il Mar Adriatico sarebbe diventato di suo solo dominio.
Questa questione del mancato riconoscimento del patto provocò le dimissioni del governo Orlando e venne chiamato dall’opinione pubblica: “pace mutilata” e “vittoria mutilata”, che divenne il cavallo di battaglia del fascismo, propagandando il mito a loro favore. Il popolo era molto scontento, e non gli si poteva dare torto, visti i grandi sacrifici durante la guerra.
Spinto dalle pressioni sociali, nel giugno 1919 il governo Orlando si dimise. Seguì il governo Nitti che varò una nuova legge elettorale. Questa legge prevedeva l’abbandono del sistema nominale, sostituito da un sistema proporzionale.
La “vittoria mutilata” divenne poi il mito propagandistico dei fasci.
La delusione scaturì nel 1919 nell'avventura di D'Annunzio, ovvero l’Impresa di Fiume. D'Annunzio ebbe la grande idea di occupare Fiume per un anno, proclamando la Repubblica del Carnaro (Golfo presso Fiume). Questa occupazione fu molto pacifica: non ci furono interventi da parte delle truppe dell'esercito italiano e gli stessi Fiumani speravano di fa parte dell'Italia dal punto di vista politico e amministrativo. La convivenza fu pacifica e amichevole. Fu però meno positiva dal punto di vista internazionale. Prima di tutto D'Annunzio agiva da solo, come i comandanti con lui, svincolati da qualsiasi autorità statale: di fatto lo stato “chiuse un occhio” sulla questione, poiché anche esso sperava nell’annessione di quella regione. Questa indifferenza da parte dello stato creò delle incrinature nei rapporti internazionali: a danno d’immagine per l’Italia.
L'avventura di Fiume si risolse male per l'Italia e i legionari di D'Annunzio nel 1920: venne infatti imposto all'Italia di sgombrare Fiume. Le truppe regolari dell'esercito italiano vennero inviate a Fiume e costrinsero i legionari di D'Annunzio alla ritirata.
Lo stesso D’Annunzio parlò di Natale di Sangue, poiché degli Italiani dovettero sparare ad altri Italiani. Tuttavia l'Italia non poteva sottrarsi alle imposizioni internazionali.
Ascesa di Mussolini e fondazione del partito fascista
Benito Mussolini era un personaggio conosciuto nell’ambiente politico italiano. La sua giovinezza fu molto movimentata, era un personaggio colto, intraprendente e iniziò una carriera brillante nel giornalismo, tanto che divenne il direttore della testata socialista. Fece parte del partito socialista fino al 1914, anno in iniziò a sostenere le idee irredentiste e perciò venne espulso dal partito e dal giornale. Grazie ai finanziamenti di alcuni industriali riuscì a fondare un altro giornale, “Il popolo d'Italia”, con il quale incitava la popolazione e diffuse le nuove idee. Prese parte alla guerra come sottoufficiale, riuscì a tornare incolume e raccolse diverse persone intorno alla sua figura e alle sue idee.
Il 23 Marzo 1919 è la data in cui si fa cadere la fondazione del Partito Fascista, giorno in cui questo pubblicò il suo manifesto in piazza S. Sepolcro a Milano. Il partito si poneva come la risposta al malessere politico-sociale: il contenuto del manifesto era l’opposizione al parlamentarismo, alla democrazia liberale, al comunismo e la promessa di uno stato forte.
(Il partito esercitò inizialmente una politica violenta, con i Fasci di combattimento, ovvero gruppi paramilitari rurali e urbani. )
I risultati di queste elezioni furono
• la sconfitta dei Fasci e di Mussolini
• la sconfitta dei liberali
• l’avanzata socialista, anche se non ottennero la maggioranza, tuttavia rifiutarono di partecipare nella coalizione di governo.
Squadrismo e tolleranza statale
Il fascismo mosse i primi passo grazie al fenomeno dello squadrismo, catturando il favore di industriali, proprietari terrieri e governo.
Le prime forme di organizzazione dello squadrismo nacquero a Nord, con accordi tra Mussolini e gli agrari della Val Padana. Queste consistevano in formazioni paramilitari finanziate da agrari e industriali, basandosi sul fenomeno dell’arditismo.
Il 1920 è un anno caratterizzato da moti rivoluzionari, concentrati soprattutto nel centro-nord. Le richieste degli operai erano di stampo bolscevico e sovietico. Queste truppe paramilitari assunsero proprio la funzioni di opporsi e combattere le Leghe Rosse e si organizzarono diverse spedizioni punitive.
Gli atti fascisti non furono perseguiti, perché lo stato aveva pensato di usare queste squadre in modo indiretto: si pensava che queste squadre potessero essere sciolte facilmente una volta terminata la loro mansione. Ottennero inoltre la tolleranza, oltre che dallo stato, dall’esercito e dalle forze dell’ordine.
Nel momento in cui nacque il partito fascista, i membri iniziarono a dare una ideologia politica a queste squadre: bisognava sottrarre le squadre alle esigenze primarie degli agrari, per dare credibilità al partito. Mussolini e gli altri capi del partito si erano resi conto che queste squadre avevo un'importanza, tuttavia i capi delle squadre dovevano essere membri del partito e le squadre avere una certa disciplina.
Le motivazioni delle squadre erano inizialmente la repressione delle violenze rosse, cosa che non mancò quanto passarono sotto il controllo del partito; tuttavia le azioni di queste squadre si piegarono ad attentati verso singoli.
Lo squadrismo, nato a Nord, si diffuse ben presto anche nel centro-sud.
Crisi del partito socialista e nuove elezioni
Visti i crescenti disordini venne chiamato nel ‘20 a risolvere la situazione Giolitti, il quale già nel 1910, dopo una serie di incontri con i sindacati, aveva convinto gli industriali a prendere una serie di provvedimenti a favore degli operai.
Nel '21, una volta che Giolitti portò a termine il suo compito di mediazione, si dimise. I tumulti fallirono ed era evidente che non poteva avvenire una rivoluzione bolscevica.
Ci furono a causa di questo fallimento, disguidi all'interno del partito socialista: alcuni membri, tra cui Gramsci e Bordiga, si separarono e fondarono il Partito Comunista Italiano.
Dopo le dimissioni del governo Giolitti, ci furono nuove elezioni. Mussolini cambiò tattica rispetto a quelle del 1919. I fascisti non si presentarono da soli, ma si unirono al partito liberale, in modo da ottenere un numero maggiore di seggi. Furono infatti ammessi 35 deputati fascisti, compreso Mussolini, nelle file dei liberali. Le motivazioni consistevano principalmente nell'arginare il socialismo ad ogni costo. Questi 35 deputati furono un primo successo del partito, benché limitato.
A seguito del fallimento dei tumulti, nello stesso periodo ci fu la crisi all’interno del partito socialista. Durante il congresso di Livorno, Gramsci e Bordiga abbandonarono il partito socialista e fondarono il PCI.
(Mussolini aveva una grande capacità politica e si era reso conto che l'orientamento delle masse era più forte delle violenze. Mussolini aveva infatti mandato a confino Italo Balbo che ragionava solo in termini di violenza e sopraffazione. Egli realizzò che la violenza non bastava a piegare industriali ed agrari, ma bisognava promuovere programmi a loro favore, ovvero che andassero contro il populismo.)
Manifesto del fascio e alleanze politiche
Nel Novembre Mussolini decise allora di ridimensionare il Manifesto del fascio, che non era tanto accettato da agrari, industriali ed ecclesiastici. Nel Novembre Mussolini abbandona l’anticlericalismo, e inizia a manifestare un certo rispetto nei confronti della Chiesa. Gli ecclesiastici iniziarono ad avere simpatia per Mussolini, nel quale vedevano un'opportunità politica. Mussolini aveva l'obbiettivo di rassicurare l'opinione pubblica benpensante e ottenere l'appoggio degli imprenditori.
Il Manifesto del '21 con il nuovo programma fu pubblicato a Roma al teatro Augusteo. Questo prevedeva:
• riaffermazione dei supremi compiti del partito;
• espansione italiana nel mondo;
• restaurazione dell'autorità dello stato;
• superamento dei conflitti di classe;
• smantellamento della politica fiscale di Giolitti;
• rivalutazione della mansione universale del Cattolicesimo.
Le conseguenze sperate furono l'atteggiamento benevolo da parte delle gerarchie ecclesiastiche che convinse Mussolini della possibilità di arrivare al potere per via legale.
Nel '22 si susseguono due governi, governo Bonomi e Facta, che mettono ancor più in evidenza l'instabilità politica di quel tempo. Nel Febbraio inizia il pontificato di Pio XII che accompagnerà tutto il fascismo.
A febbraio inizia il pontificato di Pio XI.
Durante il '22 venne costituita la Milizia Nazionale come conseguenza del fatto che lo squadrismo tendeva ad organizzarsi in forme legali. I capi delle squadre venivano chiamati RAS, persone violente e di gran disciplina, aderenti al partito fascista. Tuttavia questi RAS non obbedivano sempre al partito, mentre la violenza doveva essere subordinata al potere secondo il nuovo manifesto.
Lo squadrismo cominciava ad essere riconosciuto a livello di organizzazioni, in modo da essere meglio controllato dal partito. Iniziava quindi ad avere una forma più legale. Queste squadre diventarono una la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale: in verità le squadre private facevano comodo al governo per liquidare il lavoro sporco e domare personalità scomode.
(Per esempio Italo Balbo fu il mandante dell'aggressione al Don Minzoni, un ex cappellano militare, il quale non tollerava che altre ideologie potessero turbare la sua comunità; era un nemico del fascismo di fatto, pubblicamente faceva delle invettive contro di esse, mettendo in guardia la popolazione. Don Minzoni sarebbe stato una buona pubblicità per il partito, grazie anche al fatto che la sua comunità gli era molto fedele, tuttavia egli si rifiutò sempre ad aderirvi. Dopo l'aggressione Don Minzoni entrò in coma e morì. Questo scandalo non piacque a Mussolini, poiché seguirono inevitabilmente proteste ecclesiastiche. Questo accadde nel '24, ma casi simili accadevano prima e durante il '22. Mussolini sentì quindi l'esigenza di subordinare le squadre e indirizzare la violenza verso casi più opportuni.)
In primavera si intensificarono le violenze: “primavera di bellezza” in cui Mussolini tenne i suoi discorsi.
In estate ci furono altri scioperi, dettati dall'esasperazione di molti lavoratori a causa delle violenze fasciste. I fasci allora si impegnarono a far cessare gli scioperi, che avevano bloccato le ferrovie e immobilizzato il paese. Questo tentativo di boicottaggio dello sciopero da parte dei fasci, facendo ripartire i mezzi, fu molto apprezzato dall'opinione pubblica, a vantaggio del partito.
Marcia su Roma e governo Mussolini
Nel settembre e ottobre del '22 ci fu la pianificazione del colpo di stato da parte di Mussolini e l’istituzione del quadrumvirato fascista. Questo era formato dalle personalità più importanti del partito e programmarono questo atto. Mussolini prese contatto con le autorità dell'esercito che più avevano simpatia nei confronti del fascismo: egli voleva sapere se le forze dell’ordine si sarebbero mosse contro il colpo di stato. Molti di questi esponenti dell'esercito e dell'alta burocrazia di fatto erano piuttosto favorevoli a non ostacolare il colpo di stato, escludendo però il caso in cui ci fosse stato un ordine del sovrano, a cui nessuno si sarebbe sottratto. Il 28 ottobre del 22 fu organizzata la Marcia su Roma, con una grande concentrazione di camice nere, con armamentario precario (in uno scontro con l'esercito italiano avrebbero avuto la peggio).
Tra 27 e 28 Ottobre del ‘23 il parlamento cominciò a preoccuparsi, a cause delle violenze all'interno della capitale. Tutti erano consapevoli delle possibilità di un colpo di stato. L'onorevole Facta chiese il decreto dello stato d'assedio al sovrano, un decreto previsto dallo Statuto Albertino, che sanciva, in caso di pericolo dello stato, che il sovrano potesse assumere temporaneamente i pieni poteri e amministrare temporaneamente il paese, in collaborazione con il capo di stato. Il decreto prevedeva anche la perdita delle garanzie costituzionali.
Vittorio Emanuele III si rifiutò di rettificare il documento firmato dal parlamento e questo fu un aspetto che pesò moltissimo dopo la guerra alla monarchia: infatti venne squalificata la dinastia sabauda. Non si può dare del fascista al re perché, sebbene simpatizzava, non ne condivideva tutti gli aspetti. Il sovrano, non firmando il decreto, manifestava la sua sfiducia nei confronti del governo liberale. Nello stesso giorno Vittorio Emanuele offrì a Mussolini, il quale si trovava prudentemente a Milano (era pronto a ritirarsi in Svizzera), l'incarico di formare un nuovo governo.
Mussolini si recò a Roma il 29 e accettò l'incarico difronte al sovrano.
Dal punto di vista costituzionale il sovrano aveva diritto a rifiutarsi di firmare il decreto, ma da tempo si era creata un consuetudine secondo cui il parlamento aveva assunto un ruolo più importante rispetto a quanto gli era previsto dallo statuto albertino e perciò l'atto fu definito incostituzionale.
Consolidamento del potere fascista
Nel 1923 ha inizio il gabinetto del governo fascista di Mussolini. Fu un governo di coalizione, perché i 35 deputati fascisti non potevano avere la meglio sull'intero parlamento. In questo governo di coalizione Mussolini ottenne 12 mesi di pieno potere per ristabilire l’ordine pubblico una fiducia votata a grande maggioranza.
Questo fu un anno pieno di novità:
• Innanzitutto terminarono i provvedimenti fiscali di Giolitti a sfavore delle imprese, creando un grande contento degli imprenditori italiani e promuovendo un rialzo in borsa.
• Mussolini liquidò il progetto di frazionamento dei latifondi, diffuso principalmente al sud, dove l'economia si basava sul latifondo, bloccando la mobilità sociale.
Il fascismo uscì dalle sue contraddizioni promuovendo l'ascesa della classe capitalista e lo sviluppo economico/industriale del paese.
• Un altro atto del governo fu la riforma Gentile della scuola.
• Venne emanata la Legge Acerbo, legge elettorale con cui si abrogava il sistema proporzionale (introdotto da Nitti), promuoveva un sistema maggioritario in parlamento: il partito che aveva raggiunto il 25%. Questa legge garantì al partito fascista la maggioranza per gli anni successivi.
• Introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole elementari e ciò venne riconosciuto ufficialmente dalle scuole cattoliche.
Nel maggio del '24 ci furono le elezioni e il partito fascista presentò un “listone” al quale si unirono i liberali. Questo serviva per ottenere il maggior numero di voti possibile e fu molto utile a Mussolini per fa decollare il partito. I deputati fascisti e liberali infatti ottennero il 65% dei seggi. Era la seconda volta che usufruì dei liberali per ottenere voti.
Il giudizio storiografico su questo successo è invece più cauto. Il restante 35% è si una minoranza ma comprende milioni di persone lontane dal fascismo. Le elezioni si svolsero oltretutto in un clima di violenze e intimidazioni: i seggi erano infatti presidiati dalle squadracce, da una parte intimidivano, dall'altra cercavano voti. Coloro che desideravano che il partito vincesse furono agrari e industriali.
Queste elezioni furono molto importanti per Mussolini, il quale voleva vincere a tutti i costi; è pertanto facile pensare che siano stati falsificati.
Matteotti accusò dei brogli elettorali, ma il giudizio storiografico non ha trovato dei documenti ufficiali. Tuttavia dopo la denuncia di Matteotti, membro del partito socialista, nessuno fece delle verifiche. Egli si considerava in pericolo per questa sua denuncia pubblica; infatti nel Giugno Matteotti venne rapito, sebbene si trovasse in centro a Roma. Il suo rapimento venne denunciato e cominciarono le ricerche. Venne trovato il cadavere in agosto, in avanzato stato di decomposizione, sfigurato dalle mazzate. Questo omicidio cominciò a scuotere il paese, mettendo il fascismo in isolamento. Molti simpatizzanti tacquero e lo stesso Mussolini non disse una parola.
Nell'Ottobre gli assassini vennero trovati e arrestati. Era chiaro che i mandanti erano fascisti ma i sicari non li denunciarono. Sebbene lo scandalo destò molte tensioni, di fatto non successe nulla.
L'unica cosa che avvenne in questi mesi fu la Secessione dell'Aventino, metafora che ricorda la secessione dei plebei nei confronti dei patrizi. Questa secessione consiste nel fatto che molti deputati oppositori del partito non si presentarono in parlamento, sperando in un intervento del sovrano contro il fascismo. Tuttavia non successe nulla: il sovrano non intervenne. La storiografia lo giudica un atto tanto nobile quanto inutile; occorreva invece che questi dessero corso alla denuncia di Matteotti e costringessero il sovrano ad agire contro il fascismo, perché in quel momento avrebbero avuto dalla loro parte tutta l'opinione pubblica, che aveva preso le distanze dal fascismo.
Mussolini capì allora di avere la situazione in pugno e nel 1925 gettò la maschera, con un discorso ancora oggi ricordato da tutti i libri, tenutosi il 3 Gennaio alla Camera, giorno in cui si riuniva il parlamento per la prima volta nel nuovo anno. Mussolini si assumeva la responsabilità storica, morale, politica dell'assassinio di Matteotti: affermò che se il fascismo era un'associazione a delinquere egli ne era il capo. Sapeva che anche dopo questa dichiarazione sarebbe rimasto impunito.
Mussolini iniziò quindi la liquidazione del Parlamento, svuotandolo di funzione, e instaurò così la dittatura fascista. Furono dichiarati fuorilegge tutti i partiti diversi da quello fascista e venne abolita la libertà di stampa. Lo Statuto Albertino venne completamente ignorato, del resto era una costituzione flessibile.
Venne poi istituito il Gran Consiglio, organo privato di consultazione decisionale del partito, a cui Mussolini ne era a capo, affiancato dal triumvirato e altri esponenti. Il Gran Consiglio assunse le funzioni di governo, un atto decisamente anticostituzionale.
Nel 1925 Mussolini prende definitivamente potere fino al '43, anno in cui viene liquidato dopo l'armistizio.
(Quello che non si dice da una storiografia di sinistra è che il Fascismo di radicò perfettamente nella vita italiana, perché riuscì a stare in sella fino al '43, non perché il partito governò sempre con il bastone, che venne usato per lo più all'inizio. Molti ne avevano infatti da guadagnare con il fascismo. Inoltre l'appoggio della chiesa giovò alla simpatia verso il fascismo.)
Nel '29 e nel '34 ci furono nuove elezioni che di fatto furono dei plebisciti, una forma di propaganda del partito fascista.
Le caratteristiche di questo regime furono:
• Si legiferò mediante decreti legge, leggi che non hanno bisogno dell'approvazione del parlamento.
• Venne istituito un Tribunale speciale per la difesa dello stato per i reati contro il regime.
• Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
• Introduzione del confino di polizia
• Reintroduzione pena di morte per i reati contro il sovrano, la sua famiglia e il capo di governo.
Politica economica e sociale del fascismo
Politica Economica
Vennero presi una serie di provvedimenti per consolidare il potere.
• Vennero dichiarati fuorilegge gli scioperandi e abolita la serrata, ovvero il fatto di chiudere la fabbrica in caso di sciopero.
• Compressione dei salari e obbligo della tessera fascista a tutti i dipendenti statali.
• Nel 1927 viene emanata la Carta del Lavoro, comprendente esposti principi del corporativismo, un tipo di organizzazione sociopolitica di una società sulla base dei gruppi di maggiori interessi, ovvero le associazioni intermedie tra uomo e autorità politica che formano la società civile, come gruppi su base agricola, affaristica, etnica, del lavoro, militare, scientifica, sulla base di interessi comuni. Con il corporativismo di afferma la superiorità dello stato sui cittadini, con il quale si impose un certo controllo anche agli industriali. Questo principio fece in modo che in Italia vennero favorite determinate industrie piuttosto che altre.
• Venne introdotta una Magistratura del Lavoro, un organo amministrativo nelle mani dello stato con potere arbitrale sulle rivendicazioni sindacali.
Mussolini si rese conto che bisognava dare a questa classe un minimo di agiatezza economica, perché col tempo si sarebbe venuto a creare uno scontento. Per guadagnarsi il favore di questi ceti attuò una misura deflattiva con scopo di legare i ceti meno abbienti al regime.
• Nel 1927 introdusse la moneta Lire quota 90, con la quale si intende il cambio lire-sterlina.
Fu una manovra deflattiva imposta alle borse. L'Italia stabiliva questa quota e consisteva nel fatto che l'Italia avrebbe dato più di 90 lire per una sterlina. Questa manovra bloccò l'inflazione, facendo aumentare la possibilità di acquisto della popolazione. I capitalisti e i risparmiatori furono a riparo dell'inflazione.
Chi invece subiva un danno erano coloro che importavano e producevano per l'estero perché questa era una manovra unilaterale. Infatti le commissioni estere all'Italia vennero bloccate, perché il mercato estero non poteva subire questa imposizione monetaria.
Ciò provocò un isolamento dell'Italia per l'import-export, con la conseguente diminuzione delle importazioni di cereali. L'Italia non aveva però risorse per raggiungere l'autosufficienza. Dal punto di vista delle risorse minerarie e cereicole, l'Italia era debole.
• Venne affiancata allora una politica cerealicola dal ’25 in poi.
Iniziò la battaglia del grano, che dopo il '30 divenne più estesa.
La battaglia del grano, ovvero far produrre la quantità maggiore di grano all'Italia, aveva come scopo quello di far raggiungere al paese l'autosufficienza, per far fronte all'isolamento che viveva l'Italia. Per il raggiungimento dell'autosufficienza vennero attuate opere di bonifica in molte regioni italiane.
• Alla politica cerealicola venne associata un politica demografica.
Questo fu però l'errore ideologico di Mussolini. Egli era avverso all'industria e credeva che la moralizzazione del paese potesse provenire soltanto dal lavoro nella campagna, legato al nucleo famigliare. Secondo Mussolini la potenza si basava sulla quantità, perciò bisognava disporre di una popolazione più ampia così da avere più uomini da mandare nei conflitti. Mussolini mirava infatti ad una espansione coloniale. Venne attuata così una campagna di aumento demografico Tuttavia questo aumento avrebbe creato degli squilibri perché l'Italia non aveva possibilità concrete di sfamare tutta la popolazione. Inoltre gli USA, che aveva attuato una politica contro gli stranieri, avevano bloccato l'immigrazione dal '19.
Alcuni giudizi storiografici
I giudizi sulla politica economica di Mussolini sono negativi. La cerealicoltura era poco adatta alla terra italiana. Altro errore fu l'abbandono della coltura specializzata, più adatta alla struttura ambientale e inoltre più remunerativa di quella di cereali. La produzione specializzata produceva infatti, anche per il mercato estero.
La ricerca industriale non fu mai curata come l'agricoltura, e questo pesò nella seconda guerra mondiale. Hitler si era infatti reso conto che la potenza di uno stato non si basava sulla potenza agricola, ma sulle riserve minerarie, sul progresso chimico e tecnologico. In Germania ci furono grandi investimenti nel settore industriale, specialmente nel settore bellico. Per avere armi tecnologicamente avanzate bisogna avere un avanzato sviluppo industriale. L'Italia non fu mai all'altezza di Germania e Inghilterra.
Nel '29 ci fu il crollo di Wall Street, che pesò anche in area Europe e ciò spinse ancor più l'Italia all'autocrazia e al potenziamento dei provvedimenti contro la recessione economica.
Relazioni tra Stato e Chiesa
Durante il regime fascista ci furono una serie di frizioni, ma anche accordi tra le gerarchie ecclesiastiche e il partito. Dal punto di vista politico la maggior dialettica fascista venne apprezzata dalla chiesa. È un dato di fatto che già dal 1922 ci sia stato un riavvicinamento tra Stato e Chiesa.
Questo fu un rapporto molto ambiguo: le interpretazioni sono molto in opposizione tra loro.
Le finalità della chiesa erano sempre state quelle di ottenere spazi di manovra culturale, sociale e spirituale. Queste libertà le aveva trovate più con il fascismo che con il liberalismo.
Venne ribaltata la posizione di Cavour: secondo il liberalismo di Cavour la chiesa si doveva soltanto occupare di questioni spirituali. Giolitti aveva poi fatto alcune concessioni, che aveva procurato polemiche intorno alla sua persona. Con Mussolini si parla poi di opportunismo, sfruttare la situazione per raggiungere i propri obbiettivi.
La chiesa si mantenne sempre leale nei confronti del fascio, è ciò portò ai Patti Lateranensi nel 1929. Per lungo tempo i cattolici erano rimasti ai margini della politica, ma con questi patti ottennero maggior autorità. L'intento politico era arrivare ad un accordo, che riconoscesse la Chiesa dal punto di vista pubblico.
Mussolini volle fare questi accordi perché aveva ben capito la situazione italiana: il fascismo doveva ottenere il consenso delle gerarchie ecclesiastiche per ottenere la fiducia della popolazione. Era fondamentalmente come una forma di propaganda Mussolini si rese conto che per avere una certa stabilità in Italia, bisognava blandire la Chiesa.
Con questo avvicinamento avrebbe ottenuto la fiducia di tutta quella parte di popolazione credente, che fino ad allora era rimasta lontana dalle idee fasciste.
Contenuto del Trattato:
• Istituzione dello stato del Vaticano, anche se limitatamente (solo una serie di palazzi godono di questa extraterritorialità).
• Il riconoscimento del Papa come un vero e proprio sovrano (con il liberalismo il papa era un cittadino privato, soggetto a tutte le leggi di stato), mentre la Chiesa, dalla parte sua riconosceva la Monarchia Sabauda, Roma come capitale e revocò il Non Expedit.
• Venne inoltre dato al Vaticano un risarcimento congruo per gli espropri del 1870 e inoltre un appannaggio annuale per il mantenimento della corte.
C'è poi il concordato, quello sostituito nel '84 da Craxi. Con il concordato del '29 si stabiliva che:
• la validità del matrimonio religioso aveva anche validità civile;
• insegnamento religioso in tutti gli ordini di scuola;
• reintrodotto il privilegio del foro, ovvero privilegio del tribunale: nel momento in cui un ecclesiastico viene accusato di un delitto comune, delitti che possono essere commessi anche da un laico, prima di essere messo a giudizio di un tribunale laico, bisognava chiedere al vescovo il permesso. Questo privilegio era una concessione molto pesante da parte dello stato: a questo punto si possono aprire dei contenziosi sull'obbedienza alla legge italiana da parte degli ecclesiastici.
Questo Concordato diede molto prestigio al fascismo, infatti molti cattolici si avvicinarono al partito. Negli anni '30 ci furono delle nuove frizioni tra Chiesa e Regime perché Mussolini iniziò a chiudere e limitare tutte le organizzazioni che non fossero corporazioni di stato, perciò anche le scuole cattoliche e gli oratori.
Propaganda e educazione fascista
Il Fascismo viene considerato come un regime totalitario. Non è una dittatura perché non si governò con il terrore, ma come il nazismo si cercò il consenso della popolazione con mezzi che andassero a vantaggio di essa.
Fu attuata un'ampia propaganda che usufruì di molti strumenti e dei migliori intellettuali e scienziati del paese.
Venne rinforzata l'educazione della gioventù, molto importante. Era qui che l'interesse tra stato e chiesa si scontravano, il primo voleva educare i giovani con valori fascisti, mentre la seconda con valori cristiani.
Vennero organizzate Associazioni Fasciste per giovani, come l'Opera Nazionale Balilla e la Gioventù del Littorio. L'educazione fisica fu un cavallo di battaglia del fascismo: lo sport regimentava e disciplinava i giovani, e serviva anche per guidare ideologicamente. Le donne dovevano diventare forti per sopportare le gravidanze e gli uomini diventare bravi soldatini.
Il Sabato Fascista era per le scuole, non un giorno propriamente di vacanza, ma il giorno in cui si organizzavano manifestazioni di propaganda.
Questa propaganda funzionò. Si presentò il buon Mussolini come una persona che faceva di tutto.
Nel maggio 1925 venne pubblicato il Manifesta di condanna del fascismo e ci fu un’organizzazione politica e intellettuale antifascista. Molti intellettuali presero invece la via dell’esilio, soprattutto in Francia.
Politica estera e coloniale
Furono riprese alcuni programmi precedenti, non mancarono però le novità.
• Controllo dell'Austria da un punto di vista diplomatico, in modo da scongiurare guerre e controllare i confini.
• Riprendere il patto di Londra che conferiva all'Italia la zona adriatica dell'area balcanica e danubiana (il patto di Londra non era stato rispettato → “pace mutilata”)
• Pretese revisionistiche di Versailles: secondo il fascismo il patto doveva essere ridisegnato
• Avversione al pacifismo: atteggiamento che piacque ai gruppi nazionalisti e industriali, interessati alle forniture militari e allo sfruttamento delle colonie. Mussolini non era avverso alla guerra se questa portava vantaggi.
• Vennero elaborati dei miti, sostenuti e propagandati dal fascismo per portare avanti l'espansionismo in Africa:
o Conquista di un posto al sole: dare la possibilità alla popolazione italiana di avere delle terre in cui vivere, queste terre erano quelle delle colonie africane.
o Roma civilizzatrice: venivano presi dei simboli della Roma antica e reinterpretati in funzione filo fascista: fascio littorio come simbolo del fascismo, saluto con la mano aperta.
Venne attuata una politica poco aggressiva perché il governa era occupato con i problemi interni e ad affermarsi.
• Nel '23 accade l'incidente di Corfù che portò all'occupazione del Dodecaneso, una delle promesse del patto di Londra. C'era stato un incidente diplomatico tra Grecia e Albania. La Grecia, nel torto, ricevette un ultimatum dall'Italia prima di essere occupata, su ordine da parte della Società delle Nazioni. Questa autorizzazione da parte della Società delle Nazioni consentiva all'Italia di annettere il Dodecaneso al proprio territorio nazionale. La Grecia riluttante fu poi occupata dall'Italia. Questo fatto faceva comodo a Mussolini che voleva acquistare credibilità e consenso da parte dei nazionalisti grazie all'annessione del Dodecaneso.
• Nel '23 riinizia la colonizzazione della Somalia. Questa regione era già di proprietà italiana, ma durante la Prima Guerra Mondiale fu abbandonata per ovvi motivi: le truppe dovevano concentrarsi sul fronte nordico.
• Nel '24 con il Patto Roma con la Jugoslavia, ci si avvicina alle promesse del patto di Londracon l'annessione dell'Istria all'Italia.
• Nel '25 ci fu il Patto di Locarno, con la partecipazione di tutti i membri della Società delle Nazioni. Con il Patto di Locarno venne consentito all'Italia e alla Germania di entrare nella Società delle Nazioni, mentre l’Italia si impegnava a difendere le clausole di Versailles.
• Nel '28 ci fu il patto di Briand-Kellog, che rinnovava e rettificava il patto di Locarno.
La firma di questi due ultimi patti era molto in contraddizione con le pretese italiane, che desideravano una revisione del Patti di Versailles. I patti vennero poi disattesi nel momento più opportuno.
Conflitti internazionali e alleanze
Il governo tentò di riprendere una politica estera più aggressiva. Tuttavia questa politica incontrò dei nemici, quali Etiopia, Società delle Nazioni e Germania hitleriana.
La Società delle Nazioni si era molto ingrandita e aveva annesso molte nazioni africane, tra cui l'Etiopia. La società era quindi in obbligo nei confronti dell'Etiopia.
Il ministro degli esteri era in quel periodo era Dino Grandi, seguito da Galeazzo Ciano, genero di Mussolini. Dopo il ’33 egli stesso si assunse la responsabilità delle decisioni in politica estera.
• Nel '31 avvenne la riconquista della Libia, perduta durante la I Guerra Mondiale. Il governo attuò una politica repressiva, con deportazioni e rappresagli.
• Nel '33 ci fu il tentativo di una ratifica per la revisione del patto di Versailles. Questo tentativo fallì con la conseguenza che Hitler, salito al governo, decise di far uscire la Germania dalla Società delle Nazioni. e iniziarono le frizioni con l'Italia. Ciò provocò uno squilibrio in area Europea.
• Nel '34 ci fu il tentativo di Anschluss con l'Austria per avere dei confini sicuri da parte di Hitler. Venne assassinato il presidente austriaco da parte di gruppi filo-nazisti, appoggiati da Hitler. Mussolini posizionò delle truppe sul Brennero e Hitler abbandonò il progetto. Iniziarono qui le rivalità tra Germania e Italia per il controllo dell’Austria.
• Nel '35 ci furono gli accordi tra Mussolini e Laval a Stresa. Francia e Italia rinnovavano in pratica i patti di Versailles.
Il 1935 è un anno di svolta per l'Italia, la Germania e tutta l'Europa. Ci furono delle crisi che minarono la stabilità europea.
• Nel 1935 avvenne l’impresa d’Etiopia
La spedizione in Etiopia era di poco interesse economico e strategico. Tuttavia l'intento era quello di acquistare prestigio dal punto di vista internazionale.L'Italia cominciò a intraprendere negoziazioni con il negus dell'Etiopia, il quale si rivolse alla Società delle Nazioni, la quale vietò all'Italia di avanzare. Il divieto fu ignorato dall'Italia, la quale nel 1936 conquistò il territorio. Nello stesso anno ci fu la proclamazione dell'impero, poiché l'Italia conquistava un'altra nazione. Questa proclamazione sembrò l'apice della carriera di Mussolini, che venne festeggiato. Tuttavia le conseguenze internazionali furono pesanti.
La Società delle Nazioni impose un embargo economico, il quale avrebbe provocato molti danni all'Italia, tuttavia venne disatteso e non ci furono problemi particolari per l'Italia. Questo mostrò che la Società delle nazioni era debole e ciò convinse Hitler ad accelerare il riarmo del paese. L'impresa di Etiopia da parte dell'Italia mostrava quanto la Società delle Nazioni era debole.
• L’isolamento diplomatico da parte della SdN, indusse Mussolini ad appoggiarsi alla Germania. Nel 1936 ci fu anche l'avvicinamento tra l'Italia e la Germania, con l’intesa “asse Roma-Berlino”, con il quale si instaurò un accordo economico e culturale. L’isolamento aveva portato Mussolini ad avvicinarsi a Hitler. La Germania era tuttavia più potente militarmente ed economicamente, e questo era un pericolo per l'Italia. Mussolini cambiò anche idea sull'Auschluss.
• Venne nello stesso anno stipulato il patto anti-Cominter proposto dal Giappone a Italia e Germania, le quali tutte riconoscevano nell'URSS un potenziale nemico comune. Tuttavia il vero nemico del Giappone erano gli Stati Uniti e voleva un aggancio per la sua politica di espansione. Nella II Guerra Mondiale questo patto si mostrò dannoso per l'Italia, che sarebbe entrata in conflitto con gli Stati Uniti.
• Nel '36 ci fu anche la partecipazione italiana alla guerra civile spagnola, con il dittatore Francisco Franco.
• Nel '38 Mussolini tenne una conferenza a Monaco per appoggiare l’aggressività nazista verso la Cecoslovacchia. Mussolini voleva spianare la strada a Hitler. Per evitare la guerre le altre nazioni accettarono le pretese della Germania.
Il rapporto culturale con la Germania aveva introdotto in Italia dei sentimento antisemiti, tant'è che vennero stipulate delle leggi antisemite per compiacere l'alleato tedesco. Queste leggi furono un fulmine al ciel sereno per gli Ebrei, che non si sentivano discriminati dal governo.
I bambini vennero allontanati dalle scuole. Tutti gli ebrei che avevano un pubblico impiego vennero licenziati e abbandonati dalle loro professioni. Gli ebrei che aveva attività dovettero iniziare a stare più attenti. Dal punto di vista economico queste leggi erano inutili, mentre per la Germania aveva dei vantaggi economici. Serviva solo per compiacere Hitler.
• Nel ’38 l'Italia acconsenti anche l'Anschluss, che venne realizzato nel '38 da Hitler senza l'intervento di nessun altra nazione.
• Nel '39 l'Italia cercò di recuperare la sproporzione con la Germania, che aveva conquistato delle regioni. Mussolini decise di occupare l'Albania, una delle zone che era prevista nel Trattato di Londra.
• Venne stipulato il 22 Maggio 1939 anche il Patto d'Acciaio con la Germania. Mancavano tuttavia le clausole di preavviso (necessario per prepararsi) e di causus foederis (indica la circostanza per la quale diventa obbligatorio l'intervento armato di uno dei firmatari di un'alleanza militare). Per la mancanza di queste clausole il patto si rilevò ambiguo, perché da una parte sembrava vantaggioso a entrambi, ma dall'altra si sarebbe manifestato negativo per la nazione più debole.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali che portarono alla nascita del fascismo in Italia?
- Come si sviluppò il fenomeno dello squadrismo e quale ruolo ebbe nel consolidamento del fascismo?
- In che modo Mussolini riuscì a ottenere il potere in Italia?
- Quali furono le conseguenze dello scandalo Matteotti per il regime fascista?
- Quali furono le principali politiche economiche del regime fascista e quali furono i loro effetti?
Dopo la guerra, l'Italia affrontò una frattura tra il governo liberale e le classi subalterne, con un crescente timore di un'avanzata comunista. La disoccupazione, l'inflazione e la crisi economica contribuirono al malessere socio-economico, simile alla situazione in Russia, portando al Biennio Rosso e alla diffusione del fenomeno dell'Arditismo.
Lo squadrismo nacque come organizzazioni paramilitari finanziate da agrari e industriali per opporsi alle Leghe Rosse. Queste squadre, inizialmente tollerate dallo stato, furono poi integrate nel partito fascista, contribuendo alla sua ascesa al potere attraverso la violenza e l'intimidazione.
Mussolini sfruttò l'instabilità politica e il supporto di industriali e agrari, formando alleanze strategiche e utilizzando la violenza delle squadre fasciste. La Marcia su Roma nel 1922 e il rifiuto del re di firmare lo stato d'assedio permisero a Mussolini di essere incaricato di formare un nuovo governo.
Lo scandalo Matteotti, con l'omicidio del deputato socialista, scosse l'opinione pubblica e isolò il fascismo. Tuttavia, Mussolini riuscì a mantenere il potere, assumendosi la responsabilità politica dell'omicidio e liquidando il parlamento, instaurando una dittatura.
Il regime fascista attuò politiche di autarchia, come la battaglia del grano e la quota 90, per raggiungere l'autosufficienza. Tuttavia, queste politiche furono criticate per aver trascurato lo sviluppo industriale e tecnologico, limitando la capacità dell'Italia di competere a livello internazionale.