Concetti Chiave
- La falconeria è un'antica pratica venatoria, originaria dell'Asia centrale, che si è diffusa in molte culture, tra cui Cina, Giappone, Egitto e Medio Oriente.
- Nel periodo medievale, la falconeria divenne una moda tra le famiglie nobiliari, con i falchi utilizzati come simboli di status e nobiltà.
- Specie come il falco pellegrino e il girfalco erano riservate ai reali, mentre altre specie erano utilizzate da cavalieri e clero in base alla loro abilità di caccia.
- La falconeria ha coinvolto anche figure femminili di rilievo, con donne nobili che praticavano per eleganza e bellezza, nonostante la caccia fosse tradizionalmente maschile.
- Nonostante un declino nel XVII secolo, la falconeria è stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO nel 2010, mantenendo rilevanza storica e culturale in vari paesi.
La pratica della falconeria
Indice
Origini e diffusione della falconeria
La falconeria è una pratica molto antica ,che determina il rapporto fra gli uomini e i rapac.Nata molto probabilmente in Asia centrale , si è diffusa in Cina nell’anno 1000 e poi in Giappone(a determinare ciò sono molteplici statue in terracotta).
Successivamente questa pratica fu di uso comune anche fra: i popoli Anici; gli Assiri; gli Egiziani; i Turchi ed infine i Magiari che fanno del falco una figura mitologica fondatrice di questa civiltà(che successivamente sarà quella ungherese). Nell’Egitto pre-dinastico , cioè intorno al VI-VII secolo a.C., il falco era considerato come un simbolo di Horus, Dio del sole, e del faraone, che era suo diretto discendente o incarnazione vera e propria del Dio sulla Terra. Per il fatto che fossero il simbolo per eccellenza del Dio Horus, i falchi vennero venerati nei templi egiziani , fra cui quello di Tebe, infatti in molte zone dell’Egitto sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici, fra cui statue in bronzo rappresentanti questi uccelli in ottimo stato, e anche uccelli rapaci imbalsamati nelle tombe dei grandi faraoni, incluse le Piramidi. Inoltre, gli egiziani davano così tanta importanza a questi rapaci tanto da seppellirli con grande sfarzo (un animale apprezzato alla pari del gatto).
La definizione di falconeria determina che questa sia: una pratica venatoria tradizionale praticata con rapaci ed altri uccelli.
Altri reperti, che provano l’importanza di questa pratica sono i bassorilievi ritrovati in Siria.
Tecniche e usi della falconeria
La pratica della falconeria prevedeva l’allenamento di questi falchi, che venivano prelevati dai loro nidi da piccoli, al contrario di oggi in cui tale pratica viene vietata e condannata. In passato i falchi venivano utilizzati per la caccia, ma anche per bellezza e per puro sport. Le tecniche più comuni per la caccia con i falchi erano: basso volo (per abbattere le prede di soppiatto) e l’alto volo (per abbattere le prede dall’alto). In Medio Oriente per la caccia assieme ai falchi vennero utilizzati anche i ghepardi, felini molto agili.
Falconeria nel Medioevo
Durante il Medioevo la falconeria divenne addirittura una moda fra le famiglie reali tra cui anche le donne cominciarono ad interessarsi a questa pratica, in primis per puro divertimento ma anche come prova di parità a confronto dell'uomo, battaglia ancora agguerrita al tempo. La diffusione della falconeria durante il periodo medievale è dovuta all’avvento delle crociate, in cui gli europei ebbero contatti con il mondo arabo, e successivamente per i rapporti con i popoli germanici e i re come Federico II di Svevia, il quale la considerò un’arte. Infatti quest'ultimo dedicherà un’opera alla falconeria , ovvero ” De arte venandi” , in cui si parla dell’incitamento del Re verso i falconieri, che utilizzavano il falco pellegrino per la caccia agli uccelli acquatici (verso le riviere), gli stessi falconieri dovevano essere anche degli abili nuotatori per recuperare il falco e la preda.
Falconeria e status sociale
Tra le specie di maggior spicco è soprattutto utilizzo troviamo il falco pellegrino e il girfalco che vennero considerati i più adatti alla caccia, e più in là anche utilizzati per il volo reale a gru , pratica sportiva amata dai nobili del tempo. Il falco venne utilizzato anche per determinare lo stato sociale: il falco pellegrino e il girfalco , più abili nella caccia a volo alto, erano riservati ai re ed agli imperatori (anche perché erano estremamente costosi e considerati simbolo di coraggio, audacia e nobiltà) ; ai cavalieri e feudatari spettavano lanari e sacri, meno abili per la caccia ad alto volo ed infine sparvieri ed astori per il clero e i piccoli feudatari , i quali erano adatti a cacciare piccole prede come lepri, quaglie e piccoli uccelli, considerati subdoli e minacciosi, raggio per cui venivano detestato dall'alta società. Il falco secondo il novelliere Franco Sacchetti , e un animale , che se posseduto , e simbolo di nobiltà , quindi l’uomo nobile deve sapere utilizzare il falco in caccia e cavalcata.
Donne e falconeria
Anche le donne, come già citato, si divertivano praticando la falconeria, non perché amassero la caccia, ma per la bellezza di questi animali e l’eleganza che potevano apportare loro , le principesse, le cortigiane e le regine utilizzavano per lo più il falco della regina e lo smeriglio. Per quanto riguarda le grandi donne del passato, che adoravano stare a contatto con i falchi, fra le principali si possono citare: Beatrice d’Aragona, Maria Teresa d’Austria (o d’Asburgo) e Maria Amalia di Sassonia.
Falconeria nel '400 e Mattia Corvino
Il ‘400 è il periodo , in cui la moda della falconeria raggiunge il suo apice soprattutto nella corte napoletana di Mattia Corvino e Beatrice d’Aragona, più precisamente fra il 1458 e il 1490, Mattia Corvino in occasione del loro fidanzamento, infatti le regala dei falchi . Inoltre i falchi venivano a nidificare in quel periodo in Sicilia e quindi la corte di Napoli poteva appropriarsene con più facilità. Mattia Corvino ,re d’Ungheria , è una figura che fu amata dagli ungheresi per le opere di bene ,che ha compiuto durante il suo regno. Egli è presente anche in meravigliose opere scultoree ungheresi, fra cui la Fontana di Mattia(Mátyás-kút) presente nel castello di Buda a Budapest, in cui sono raffigurati lui, Galeotto Marzio con un falco, dei cani da caccia , un cervo abbattuto e una donna, cioè Ilonka, la quale si innamorò di un certo Mattia, non sapendo che fosse un re, ma una volta scoperta la sua identità morì per il fatto di essersi sentita indegna di lui. Vi era inoltre la possibilità di decidere, durante la cessione di un territorio, se cedere con esso anche i nidi di falco. A controllare che ci fossero abbastanza nidi e che fossero in un buono stato vi erano delle figure chiamate Uccellatori, i quali erano anche addetti a prelevare i falchi dai nidi, curarli ed addestrarli. Le zone, in Ungheria o in Sicilia per esempio, dove i falchi nidificavano erano le più privilegiate ed ambite.
Falconeria nell'impero Austro-ungarico
Parlando dell’impero Austro-ungarico ,durante il periodo illuminista ci fu un’altra donna rinomata per le sue doti da falconiera, oltre che per la sua figura di imperatrice giusta, diplomatica e grande madre, cioè Maria Teresa D’Asburgo la quale amava andare per i boschi a cacciare con questi animali , ed anche suo figlio Giuseppe II ne fu un grande appassionato. Un’altra regina illuminata che si compiaceva ad andare con suo marito a cacciare con i falchi fu Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone, alla corte di Napoli(1806-15). Nell’Hunnorum et Hungarorum , che narra della prima dinastia ungherese, si parla anche dei miti dell’origine della popolazione dei Magiari (provenienti dai Carpazi), che è dovuta ad un falco di nome Turul. Questo uccello mitologico è raffigurato in Ungheria sotto forma di un totem a forma di uccello di colore rosso ed è presente una statua nella città di Tatabánya, considerata la statua di un volatile, il più grande in Europa. La leggenda del Turul narra che Emese , moglie del re Magog, non riesca ad avere figli maschi, una notte gli appare in sogno un falco, che le annuncia che lei avrà figli maschi, la feconda e dopo essersi svegliata racconta il sogno al marito e dopo pochi giorni si accorge di essere incinta di un maschio, Almos. Il Turul apparirà anche nei sogni di Mogog , ma con altri significati. In un altro caso Turul apparì nei sogni dei 7 capi delle prime tribu ungheresi, egli era venuto in soccorso di questi uomini per scacciare le aquile , che stavano uccidendo i cavalli edindicò anche la strada per un nuovo territorio ,la Pannonia, dove spostarsi. Turul deriva dal turco Tugrul o Turgul , che significa falco pellegrino, mentre nell’odierno ungherese falco si dice sólyom. Secondo molte ipotesi gli ungheresi deriverebbero dagli Unni , infatti Attila era un falconiere. E dalla figura del falco derivano anche molti imperatori, proprio perché volevano dimostrare in qualche modo la loro potenza, audacia e coraggio per incutere timore alle popolazioni circostanti. Gengis Khan, re mongolo descritto nel Milione di Marco Polo , fu uno dei tanti. Anche durante l’occupazione Ottomana dell’Ungheria ci fu grande dedizione alla falconeria ed addirittura i principi ungheresi mandavano i falchi migliori ai re a Costantinopoli, che però la maggior parte morivano. Alcuni toponimi ungheresi derivano dalla falconeria. I falchi erano presenti anche in alcuni oggetti di uso quotidiano, come le monete , dei dischi che le ragazze mettevano sopra le trecce , vasi , fibbie(9-8 sec.) ecc. Ci sono molte opere legate alla falconeria come:
● Bécsi Képes Kronika (14 sec.) , cioè Cronaca miniata di Vienna ;
● Sette capi (o capitani) ungheresi.
Declino e riconoscimento UNESCO
Nel 1600 comincia il declino di questa pratica , perché cominciano ad essere uccisi i falchi, però fino a metà ‘900 in Ungheria vengono allevati falchi di ogni specie. Nel 1939 fu fondata l’Associazione Nazionale della falconeria in Ungheria e nel 2010 la falconeria viene a far parte di uno dei Patrimoni dell’UNESCO con: Austria ,Belgio , Corea del Sud ,Emirati Arabi Uniti ,Francia ,Germania ,Italia ,Kazakistan , Marocco ,Mongolia , Pakistan ,Portogallo ,Qatar ,Rep. Ceca ,Siria ,Spagna e Ungheria.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine storica della falconeria e come si è diffusa nel mondo?
- Qual era il significato simbolico del falco nell'antico Egitto?
- Come si è evoluta la pratica della falconeria nel Medioevo?
- Quali erano le specie di falchi più utilizzate e il loro significato sociale?
- Qual è lo stato attuale della falconeria e il suo riconoscimento internazionale?
La falconeria è una pratica antica nata probabilmente in Asia centrale, diffusa in Cina e Giappone intorno all'anno 1000. Successivamente, si è estesa a popoli come gli Anici, Assiri, Egiziani, Turchi e Magiari, diventando parte integrante delle loro culture.
Nell'Egitto pre-dinastico, il falco era considerato un simbolo di Horus, il Dio del sole, e del faraone, visto come suo discendente o incarnazione. I falchi erano venerati nei templi e sepolti con grande sfarzo, simboleggiando nobiltà e divinità.
Durante il Medioevo, la falconeria divenne una moda tra le famiglie reali, anche tra le donne, come simbolo di parità con gli uomini. La sua diffusione fu favorita dalle crociate e dai contatti con il mondo arabo, con re come Federico II di Svevia che la consideravano un'arte.
Le specie più utilizzate erano il falco pellegrino e il girfalco, riservati a re e imperatori per la loro abilità nella caccia e il loro costo elevato. Altre specie come lanari e sacri erano per cavalieri e feudatari, mentre sparvieri e astori erano per il clero e piccoli feudatari.
La falconeria ha subito un declino nel 1600, ma è stata rivalutata nel 1900. Nel 2010, è stata riconosciuta come Patrimonio dell'UNESCO, coinvolgendo paesi come Austria, Belgio, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Italia, e altri.