Concetti Chiave
- La seconda rivoluzione industriale ha alimentato l'imperialismo europeo, con la creazione di vasti imperi coloniali che dimostravano la potenza delle nazioni occidentali, soprattutto in Africa e Asia.
- L'imperialismo britannico ha guadagnato popolarità tra la classe dirigente e la popolazione, grazie a figure come Joseph Chamberlain, mentre l'imperialismo tedesco, sotto Guglielmo II, ha alimentato la rivalità con altre potenze europee.
- La Prima Guerra Mondiale è scoppiata a seguito dell'attentato di Sarajevo, con l'Austria che dichiarava guerra alla Serbia, seguita da un'escalation che ha coinvolto molteplici nazioni europee.
- L'intervento degli Stati Uniti nel 1917 e la rivoluzione russa hanno cambiato il corso della guerra, indebolendo gli imperi centrali e fornendo supporto decisivo agli Alleati.
- I trattati di pace, come quello di Versailles, hanno ridisegnato i confini europei, segnando la fine degli imperi centrali e gettando le basi per future tensioni, mentre la Società delle Nazioni è stata creata per promuovere la pace, sebbene con limitata efficacia.
Dal colonialismo all’imperialismo.
Indice
- Dal colonialismo all'imperialismo
- L'imperialismo britannico
- L'imperialismo tedesco
- Militarismo in Francia
- Socialisti e guerra
- Cause del conflitto
- Intervento della Gran Bretagna
- Crisi della Seconda Internazionale
- Guerra di movimento e posizione
- Fronte orientale e Impero Ottomano
- Guerra sul mare
- Intervento dell'Italia
- Vittoria della piazza
- Fronte italiano nel 1915
- Fase centrale della guerra
- Rivoluzione russa e USA
- Sconfitta italiana di Caporetto
- 14 punti di Wilson
- Cedimento di Germania e Austria
- Rivoluzione in Germania
- Trattati di pace
- Trattato di Sevres
- Società delle Nazioni
Dal colonialismo all'imperialismo
– Nella conferenza di Berlino le potenze europee avevano raggiunto un accordo per delimitare e regolare la penetrazione coloniale. La conferenza portò ad un accelerazione dell’espansionismo europeo in Africa e in Asia e di definire questo processo storico sotto il termine di ‘Imperialismo’ . A partire dai primi decenni del 19esimo secolo il colonialismo si ampliò. La creazione di vasti imperi coloniali assunse un simbolo di valenza molto importante , al punto di dimostrare il livello di potenza raggiunto. Il balzo in avanti favorito dalla seconda rivoluzione industriale sul piano tecnico,economico e scientifico aveva dimostrato la superiorità del modello di sviluppo occidentale. Alla fine del 19esimo secolo , mentre veniva portata a termine la meticolosa spartizione del continente africano, in Asia solo il Giappone era riuscito a conservare la propria autonomia. Nel frattempo,al di là del Pacifico,spinti anche da una forte crescita economica, gli Stati Uniti iniziavano a estendere la propria egemonia sull’intero emisfero occidentale.
L’imperialismo britannico.
L'imperialismo britannico
In Gran Bretagna la parola ‘imperialismo’ entrò per la prima volta nel dibattito politico tra la fine del 1878 e la prima metà del decennio successivo. Negli anni seguenti i princìpi dell’imperialismo conquistarono gran parte della classe dirigente e anche la maggioranza della popolazione. Tra le figure ricordiamo l’inglese Joseph Chamberlain che fu fondatore del Partito unionista liberale e alleato dei conservatori.Questa forma di imperialismo era fondata sulla celebrazione della superiorità del popolo inglese e rese orgogliosi di appartenere a un grande impero sia la piccola borghesia che ai disoccupati.
L’imperialismo tedesco.
L'imperialismo tedesco
– La crescita economica della Germania alimentava anche la voglia di espandersi in politica estera. Il nazionalismo di Otto von Bismarck (cancelliere ed artefice dell’unificazione della Germania e della nascita del Secondo Reich o impero) si trasformò nell’imperialismo dell’imperatore Guglielmo II. Nonostante alcuni politici inglesi, fra tutti Chamberlain, guardassero con favore il consolidato rapporto con la Germania, la rivalità tra le due grandezze europee portò ad una corsa agli armamenti ed anche nella marina militare. Così facendo la Germania assunse una piega sempre più aggressiva nei rapporti con le altre potenze europee.
Rallentamento e rilancio del militarismo in Francia.
Militarismo in Francia
– La corsa agli armamenti coinvolse anche la Francia il cui esercito era considerato tra i più forti del mondo. Molti di essi sognavano la rivincita della sconfitta subita nel 1870, quando l’esercito prussiano aveva battuto quello di Napoleone III, ed erano quindi favorevoli a una politica di riarmo accelerato. Il militarismo francese aveva subito,però, un duro colpo in seguito al fallimento del tentativo operato dal generale Georges Boulanger, volto a creare un movimento di destra con una base popolare. Se in politica estera non ci furono mutamenti, in politica interna le pressioni antimilitariste trovarono invece sponda nel movimento venutosi a creare nell’occasione dell’affare Drefyus favorendo lo spostamento a sinistra dell’asse della politica francese. Le correnti militariste ripresero slancio nel 1912 quando Raymond Poincaré divenne presidente della Repubblica fino al 1920,definito poi ’Poincaré la guerre’. Quest’espressione però era nel capo di stato maggiore Joseph Joffre che passò da un orientamento difensivo ad offensivo e quando gli fu chiesto se pensasse mai alla guerra,affermò che oltre a pensarci sempre e a farla, la vinceranno anche.
I socialisti e il problema della guerra.
Socialisti e guerra
– Di fronte ad eventuali rivalità tra nazioni, spinte militariste etc, il movimento socialista rispondeva sostenendo il pacifismo e affermando che la guerra costituisse un inutile spargimento di sangue. Molti socialisti nonostante le tensioni non avrebbero mai scatenato una guerra europea per timore delle rivoluzioni che le due ‘’triplici’’ avrebbero potuto scaturire nei singoli stati. (Triplice intesa e Triplice Alleanza). In caso di conflitto si domandavano se sarebbe prevalso lo spirito rivoluzionario oppure il sentimento di attaccamento alla patria.
Le cause del conflitto e il suo inizio: l’attentato di Sarajevo e lo scoppio della guerra.
Cause del conflitto
- In un periodo di tante difficoltà politiche e non a far precipitare la situazione fu l’attentato di Sarajevo in cui il 28 Giugno 1914 trovarono la morte l’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando d’Asburgo e sua moglie. L’attentatore , Gavrilo Princip, uno studente serbo-bosniaco , agì per conto di un’associazione segreta serba, la ‘Mano nera’, formata da militari. Il governo austriaco diede alla Serbia un duro ultimatum, tra l’altro, la diretta partecipazione della polizia austriaca alle indagini sull’attentato condotte dal governo di Belgrado, ma a questa clausola la Serbia si oppose. (Accettarla avrebbe significato una palese umiliazione) La prospettiva di una guerra divenne allora più concreta, ma i governanti austriaci confidavano che un eventuale conflitto con la Serbia sarebbe rimasto limitato , perché la Russia (protettrice dei Serbi) non si sarebbe intromessa per timore di un intervento della Germania.
Contrariamente alle previsioni, il 28 Luglio l’Austria dichiarò guerra al piccolo paese balcanico e il 1 Agosto la Germania dichiara guerra alla Russia. Tale notizia portò alla mobilitazione dell’esercito francese i quali verranno sfidati dalla Germania.
L’intervento della Gran Bretagna.
Intervento della Gran Bretagna
– Il piano di guerra tedesco prevedeva un attacco fulmineo a occidente, tale da mettere subito in ginocchio la Francia e andare subito contro la Russia. Il piano imponeva che l’attacco alla Francia si dispiegasse attraverso la frontiera che questa aveva in comune con il Belgio dove il comando supremo francese non aveva predisposto fortificazioni e quindi il 4 Agosto l’esercito tedesco invase il Belgio. Tale iniziativa provocarono l’intervento nel conflitto della Gran Bretagna a fianco di Francia e Russia. Il 6 Agosto l’Austria dichiarò guerra alla Russia. A questo punto tutti i componenti della Triplice Intesa e Triplice Alleanza si trovarono in guerra. Mancava solo l’Italia. Si mosse anche il Giappone , che il 23 agosto dichiarò guerra alla Germania con l’intento di impadronirsi dei possedimenti coloniali tedeschi nel Pacifico meridionale.
La crisi della Seconda Internazionale.
Crisi della Seconda Internazionale
– (La Seconda Internazionale era l’organizzazione dei lavoratori costituitasi a Parigi nel 1889 come luogo di discussione politica e strumento di coordinamento tra i partiti operai e socialisti europei). La guerra sconvolse il panorama politico e portò crisi anche nei partiti socialisti. Nel decennio precedente, la Seconda Internazionale era assurta al ruolo di protagonista sulla scena politica europea, anche grazie al Partito socialdemocratico tedesco. Lo scoppio della guerra mise in crisi l’intera impalcatura politica e ideologica della Seconda internazionale e che aveva uno dei suoi pilastri nel pacifismo. In Germania come in Austria i partiti socialdemocratici votarono all’unanimità i crediti militari. Anche tra i socialisti francesi i sentimenti patriottici prevalsero su quelli internazionalisti. Lo scoppio della ‘’Grande Guerra’’ generò quindi anche l’esplosione della Seconda Internazionale dove molti si staccarono dai socialdemocratici e si trasformarono in un partito autonomo guidato da Lenin.
Dalla guerra di movimento alla guerra di posizione.
Guerra di movimento e posizione
– Un requisito per la riuscita del piano sarebbe dovuto essere la rapidità del movimento. Ma l’inaspettata resistenza opposta dall’esercito belga e la rapidità di mobilitazione da parte dell’esercito russo e la sottovalutazione delle capacità di manovra dell’esercito francese furono i motivi principali che portarono al fallimento del piano. In un primo momento l’esercito tedesco aveva le meglio sugli altri. Ma ad una quarantina di km da Parigi,l’esercito francese sotto il comando del Maresciallo Joseph Joffre riuscirono ad arrestare il nemico sul fiume Marna. Così i tedeschi furono costretti a spostare l’esercito dal fronte occidentale per inviare su quello orientale. Dopo la battaglia della Marna ebbe inizio una lunga guerra di posizione. Le fanterie nemiche si fronteggiavano restando al riparo nelle trincee scavate nel terreno. Un’avanzata di poche centinaia di metri costava la vita di migliaia di soldati.
Il fronte orientale e l’ingresso in guerra dell’impero Ottomano.
Fronte orientale e Impero Ottomano
– Mentre l’esercito tedesco veniva imbrigliato nella guerra di posizione, nelle pianure orientali le divisioni germaniche sembrarono in un primo momento avere più possibilità di operare secondo i princìpi della guerra di movimento. L’avanzata russa venne arrestata consentendo ai tedeschi di passare all’offensiva. A novembre con l’entrata in guerra dell’Impero Ottomano a fianco di Austria e Germania si apre un fronte anche lungo i confini tra Europa e Asia. Gli inglesi presero iniziativa e tentarono uno sbarco lungo lo stretto dei Dardanelli. L’operazione si rivelò un disastro e la battaglia di Gallipoli, durata otto mesi, si consumò in sanguinosi scontri , perdite elevatissime , costringendoli poi alla ritirata.
La guerra sul mare.
Guerra sul mare
– La guerra ebbe come scenario anche il mare, dove Francia e Gran Bretagna avevano organizzato un blocco navale,sequestrando materie prime , blocchi alimentari , tutto destinato ai nemici . La Germania tentò di forzare il blocco e alla fine del maggio del 1916 la flotta tedesca e quella britannica si affrontarono presso la penisola dello Jutland, in Danimarca. Affondarono le navi da entrambi le parti. A quel punto la Germania per riequilibrare la situazione sui mari si affidò alla guerra sottomarina.
L’intervento dell’Italia. Il confronto tra neutralisti e interventisti.
Intervento dell'Italia
- Nell’Agosto del 1914 l’Italia faceva ancora parte della Triplice Alleanza. Nel 1882 era prevista una consultazione dove i membri dell’alleanza si erano impegnati a intervenire soltanto se uno di loro fosse stato aggredito. La Germania dato che non era stata aggredita, ma aveva dichiarato guerra per prima, l’Italia decise di non intervenire e mantenere una posizione neutrale. Di fronte allo scoppio del conflitto i partiti politici e l’opinione pubblica italiana si divisero in due schieramenti: quello degli interventisti e quello dei neutralsti.Il primo era eterogeneo ma unito nel chiedere l’intervento dell’Italia nel conflitto, non a fianco degli alleati bensì contro di questi. Anche lo schieramento neutralista era assai composito e comprendeva socialisti , i cattolici e i liberi giolittiani. Gli operai , i contadini erano contro alla guerra.
La vittoria della piazza sul Parlamento.
Vittoria della piazza
Il Capo del Governo, Antonio Salandra e il suo ministro degli esteri Sidney Sonnino erano propensi a portare l’Italia in guerra. Gli interventisti perciò decisero di combattere la loro battaglia facendo ricorso soprattutto ai movimenti di piazza. Un rilevante contributo fu servito da Gabriele d’Annunzio il primo uomo politico a stabilire un contatto con la folla. Il 26 Aprile del 1915 mentre nelle Piazze e in Parlamento si consumava il confronto tra neutralisti ed interventisti, il governo italiano stipulò segretamente a Londra un patto con le potenze dell’Intesa ricevendo in cambio del proprio intervento in guerra cospicui compensi territoriali. Giolitti venuto a conoscenza di questo patto si impegnò a favore della neutralità e costrinse Salandra a dimettersi,le quali furono respinte da Vittorio Emanuele III ed il 23 Maggio l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Il 24 Maggio ebbero inizio le operazioni militari.
Fronte italiano nel 1915
Il fronte italiano nel 1915 - Sul fronte italiano si combatté fin dall’inizio una guerra di posizione. Il capo di stato maggiore, Luigi Cadorna, aveva creduto nella possibilità di un’avanzata, ma aveva dovuto ricredersi, perché il terreno era favorevole solo alla difesa e gli austriaci lo avevano munito di potenti fortificazioni.
La fanteria Italiana investiva le trincee austriache con continui assalti,incurante delle perdite. Da Giugno a Dicembre Cadorna sferrò quattro offensive,chiamate le ‘’battaglie dell’Isonzo’’ che provocarono gravi perdite ma mai ottenuti i risultati desiderati.
La fase centrale della guerra e la sua conclusione.
Fase centrale della guerra
Le grandi battaglie del 1916 – Mentre in Germania ed in Austria gli approvvigionamenti iniziavano a scarseggiare a causa del blocco navale, la guerra sottomarina per tagliare i rifornimenti di Francia e G.Bretagna non ottenne i risultati sperati nonostante l’affondamento di numerose navi mercantili. Ancora una volta i tedeschi furono fermati nella grande battaglia di Verdun. A luglio iniziò la controffensiva delle truppe dell’Intesa: Francesi e inglesi attaccarono sul fiume Somme ma senza riuscire a sfondare le linee tedesche. Anche gli italiani cercarono di aprirsi la strada verso Trieste ma riuscirono a conquistare solo Gorizia. Tra le masse contadine e operaie, nel frattempo, vi era una situazione di malcontento a causa dei sacrifici imposti dalla guerra.
Il 1917: la rivoluzione russa di febbraio e l’intervento degli USA.
Rivoluzione russa e USA
- Nei primi mesi del 1917 si verificarono due avvenimenti che cambiarono il corso della guerra: la ‘’rivoluzione di febbraio’’ e l’intervento degli Stati Uniti. Un’insurrezione a Pietrogrado portò alla formazione di un governo democratico che diminuì l’intensità dello sforzo bellico, consentendo agli imperi centrali di spostare le truppe dal fronte orientale su quello francese e italiano. Intanto Germania e Stati Uniti erano sempre più tesi. Nel febbraio 1917 i tedeschi diedero inizio a una guerra sottomarina indiscriminata che porta ad affondare oltre le navi nemiche anche quelle che si avvicinano alla costa della Gran Bretagna. Con l’arrivo delle truppe degli USA in Europa ci fu un indebolimento militare ed economico. Si creò così un’immensa retrovia che rese ancora più debole la situazione degli imperi centrali quasi,ormai, schiacciati nel centro dell’Europa.
La sconfitta italiana di Caporetto.
Sconfitta italiana di Caporetto
- Il cedimento del fronte russo,ebbe conseguenze gravi per l’Italia. Nella seconda metà di agosto scoppiarono a Torino violenti moti contro la guerra e il Partito socialista accentuò la sua politica pacifista. Quando in ottobre l’esercito austriaco , che aveva ricevuto rinforzi da quello tedesco, attaccò sull’Isonzo e sfondò le linee italiane a Caporetto, la colpa della sconfitta fu attribuita alla propaganda condotta dai socialisti e dai cattolici. Ma in realtà furono i comandi militari. Fu dato invece l’ordine di resistere a ogni costo e l’esercito subì gravissime perdite: 40.000 tra morti e feriti, quasi 300.000 prigionieri. Il 30 Ottobre si formò un nuovo governo guidato da Vittorio Emanuele Orlando e l’8 Novembre il governo sostituì Cadorna con il generale Armando Diaz che riuscì a organizzare un’efficace linea di resistenza sul Piave.
I 14 punti di Wilson e la rivoluzione russa d’ottobre.
14 punti di Wilson
– Nell’Agosto del 1917 il Pontefice Benedetto XV rivolse un invito ai capi dei popoli belligeranti affermando che ormai è soltanto un inutile strage. E che alla base di un rapporto solido vi fosse la pace. A Novembre, lo scoppio della rivoluzione bolscevica ebbe come effetto immediato l’uscita della Russia dal conflitto così tutti ne approfittarono per continuare la guerra. Un effetto analogo ebbe la proposta di pace in 14 punti, presentata da Wilson nel gennaio del 1918. Wilson auspicava una ‘pace senza vincitori’ basata sull’eguaglianza delle nazioni.Questi punti furono accolti dall’opinione pubblica ma non dalle nazioni in guerra che miravano ad un altro tipo di pace , rappresentandola al contrario un progetto di ampio respiro e di pacificazione.
Il cedimento della Germania e dell’Austria.
Cedimento di Germania e Austria
– Nei primi mesi del 1918 lo stato tedesco sferrò a ovest alcune offensive che consentirono al suo esercito di raggiungere ancora una volta Marna, senza però riuscire a superarla. Quello austriaco non fu in grado di sfondare la linea del Piave, ben difesa dall’esercito Italiano. Ai primi d’ottobre del 1918 un nuovo governo tedesco chiese la mediazione di Wilson per ottenere una pace fondata sui 14 punti. Nelle stesse settimane l’Impero austro-ungarico si trasformò in uno Stato federale primo segno dell’imminente dissoluzione. Il 24 Ottobre gli italiani sfondarono le linee austriache a Vittorio Veneto e così fu costretta alla firma per l’armistizio.
La rivoluzione in Germania.
Rivoluzione in Germania
Il 30 Ottobre del 1918 si costituirono dei consigli, anche in Germania, da operai e soldati. Un governo rivoluzionario formatosi a Monaco che proclamò il 7 Novembre la nascita della Repubblica bavarese. La socialdemocrazia tedesca riuscì a prevenire una rivoluzione e riuscì a mantenere il controllo del movimento costringendo Guglielmo II ad abdicare. Nacque così un governo guidato da Scheidemann e fu proclamata la repubblica di cui il primo presidente fu Ebert. L’11 Novembre la Germania firmò a Compiègne un armistizio e che annullava le conquiste fatte in Polonia e Russia. Il 13 Novembre con l’abdicazione di Carlo D’Asburgo si consumò anche l’ultimo atto dell’impero austro-ungarico.
I trattati di pace e la nascita della Società delle Nazioni. I trattati di Versailles e di Saint-Germain.
Trattati di pace
– I trattati di pace furono discussi alla conferenza di Parigi che si svolse nel 1919. Quello con la Germania fu firmato a Versailles, il 28 Giugno. Il presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando ebbe un ruolo minore alla conferenza rispetto a quelle delle altre potenze. Il trattato di Versailles segnò la fine dell’impero coloniale tedesco, le cui colonie furono affidate alla Gran Bretagna e alla Francia come mandati. Molti paesi ritornarono con gli stati iniziali prima della guerra e la nascita dei nuovi Stati nell’Europa centrale e balcanica introdusse i germi di una futura instabilità.
Il trattato di Sevres e la fine dell’Impero Ottomano.
Trattato di Sevres
– Un altro trattato fu firmato il 10 Agosto 1920 a Sevres tra l’Impero Ottomano e le potenze vincitrici. L’impero ottomano si ridusse solo alla Turchia,la cui capitale fu trasferita ad Istanbul ad Ankara.
La società delle Nazioni.
Società delle Nazioni
Gli Stati Uniti non ottennero vantaggi territoriali dal conflitto,ma acquistò un rilievo che non avevano mai avuto. La società delle Nazioni si componeva di un’assemblea, di un consiglio e di un segretariato: i paesi partecipanti avrebbero dovuto impegnarsi tra l’altro,a non stipulare accordi segreti e ad avviare le colonie all’indipendenza. Gli organi della Società delle Nazioni non avevano poteri vincolanti per imporre decisioni ai propri membri. La sostanziale debolezza della Società delle Nazioni si evince quando gli Stati Uniti rifiutano il trattato di Versailles e di non far parte delle società delle Nazioni. Nello stesso tempo Russia e Germania ne venivano tenute fuori.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto della conferenza di Berlino sull'espansionismo europeo?
- Come si è manifestato l'imperialismo in Gran Bretagna e Germania?
- Quali furono le cause principali dello scoppio della Prima Guerra Mondiale?
- Quali furono le conseguenze della guerra di posizione durante la Prima Guerra Mondiale?
- Quali furono gli esiti dei trattati di pace post-Prima Guerra Mondiale?
La conferenza di Berlino ha accelerato l'espansionismo europeo in Africa e Asia, definendo questo processo come 'Imperialismo', e ha dimostrato la superiorità del modello di sviluppo occidentale.
In Gran Bretagna, l'imperialismo era basato sulla celebrazione della superiorità inglese, mentre in Germania, l'imperialismo si è sviluppato sotto l'influenza di Guglielmo II, portando a una corsa agli armamenti.
L'attentato di Sarajevo, in cui furono uccisi l'erede al trono d'Austria e sua moglie, e le tensioni tra le nazioni europee furono le cause principali dello scoppio della guerra.
La guerra di posizione portò a una lunga e sanguinosa stasi, con le trincee che divennero il simbolo del conflitto, causando enormi perdite umane per avanzamenti minimi.
I trattati di pace, come quello di Versailles, portarono alla fine dell'impero coloniale tedesco e alla nascita di nuovi stati, ma introdussero anche instabilità futura in Europa centrale e balcanica.