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Concetti Chiave

  • Nel 1876, la Sinistra italiana, guidata da Agostino Depretis, ottenne il potere per modernizzare il paese, con un focus su estensione del voto e spesa pubblica al sud.
  • Le riforme di Depretis includevano istruzione obbligatoria e abolizione della tassa sul macinato, ma furono ostacolate da corruzione e affarismo politico.
  • La politica protezionista della Sinistra causò una crisi economica e agraria, mentre le industrie come Pirelli beneficiavano di condizioni di mercato favorevoli.
  • Francesco Crispi cercò di rafforzare lo stato con riforme sanitarie e legali, come l'abolizione della pena di morte, ma affrontò conflitti sociali e tentativi coloniali falliti.
  • Crispi represse i Fasci siciliani e adottò leggi anti anarchiche, ma la sua politica colonialista e le tensioni sociali interne portarono alla sua dimissione.

Indice

  1. La nascita della sinistra italiana
  2. Riforme e modernizzazione
  3. Corruzione e protezionismo
  4. Politica industriale e coloniale
  5. Crispi e le riforme sociali
  6. Rivolte e conflitti sociali
  7. Giolitti e la crisi dei Fasci

La nascita della sinistra italiana

Nel 1876 in seguito di un voto parlamentare l’Italia non fu più considerata adeguata a guidare il paese perché era basata su una politica troppo distaccata dalla società. Vittorio Emanuele II affidò ad Agostino Depretis di formare un governo di Sinistra.

Nacque così la Sinistra.

La sinistra, nella quale si raccolsero gli scontenti e i delusi dalla politica della Destra, assunse posizioni sempre meno radicali, era un raggruppamento politico misto e raccoglieva il consenso anche del ceto medio.

Riforme e modernizzazione

La sinistra manifestò tendenze modernizzatrici, tra le quali:

    - Estensione del diritto di voto

    - Difesa degli interessi dei proprietari latifondisti

    - Alleggerimento delle tasse fondiarie

    - Aumento della spesa pubblica al sud

La riforma indotta da Depretis provvedeva:

    - Ampliamento del diritto di voto (ottenuto, anche se non completamente)

    - Decentramento amministrativo (non ottenuto)

    - Istruzione obbligatoria (ottenuta, fino al nono anno di età)

    - Prelievo fiscale meno gravoso (abolizione della tassa sul macinato)

Corruzione e protezionismo

Il voto era pesantemente condizionato dalla corruzione, aggravata dall’affarismo (gestire la vita parlamentare e politica attraverso accordi e scambi di favori tra deputati). Depretis stipulò dei patti fra i deputati e i vari gruppi di potere con il fine di diminuire la distinzione fra destra e sinistra e tenere sotto controllo gli estremisti di sinistra (l’Estrema).

La sinistra introdusse una politica protezionista che causò una crisi economica, specialmente agraria, che durò dal 1873 al 1896.

Effetti negativi del protezionismo furono l’aumento del prezzo del pane e della pasta e guerra commerciale con la Francia. Ma grazie al protezionismo gli imprenditori poterono operare sul mercato interno in condizioni di vantaggio rispetto alla concorrenza straniera

Effetti della crisi agraria:

1) Nelle aree padane diminuì la redditività delle colture agricole, si svilupparono altre colture e l’allevamento. Nel meridione si incentivarono le colture arboree.

2) Nascita di partito degli agrari che per scoraggiare le importazioni premeva perché fossero imposti dei dazi sul grani di importazione.

Politica industriale e coloniale

La sinistra attuò anche una politica industriale che favorì:

- Lo sviluppo della Pirelli

- Completamente della rete stradale e ferroviaria

- L’apertura del traforo del San Gottardo che permetteva le comunicazioni con l’Europa Centrale.

Depretis si avvicinò alla Triplice alleanza, formata da Austria-Ungheria-Germania. Questo patto prevedeva reciproca difesa in caso di aggressione, specialmente da parte della Francia. Depretis evitò così l’isolamento internazionale. Nel 1881 la Francia si impadronì della Tunisia, che interessava da tempo all’Italia.

L’Italia, per prestigio internazionale, desiderava dare il via a un espansione coloniale, per questo aumentò le spese militari e creò una flotta da guerra. L’Italia decise di puntare sul Corno d’Africa. Le truppe italiane occuparono l’Eritrea ma nel tentativo di penetrare più a fondo nel paese vennero fermati dall’Etiopia che le distrussero.

Alla morte di Depretis (1887) il governo del paese fu affidato a Francesco Crispi, che lo manterrà fino al 1896.

La situazione italiana era critica, la scelta protezionistica manifestava i rimi effetti negativi (l’Italia importava di più di quanto esportasse) e si stava diffondendo voglia di insurrezione nella società.

Crispi e le riforme sociali

Crispi decise di accrescere l’autorità e il prestigio dello stato. Assunse le cariche di presidente del consiglio, ministro degli Esteri e degli Interni, riducendo il ruolo del parlamento.

Riforme attuate da Crispi:

- Ampliamento del diritto di voto nelle elezioni amministrative

- Eleggibilità dei sindaci nei comuni con più di 10.000 abitanti e aumento dei poteri dei prefetti

- Riforma sanitaria e della pubblica assistenza, diminuendo la presenza della Chiesa in questi campi e aumentando quella dello stato

- Approvazione di un nuovo Codice penale, che aboliva la pena di morte e consentiva lo sciopero, purché pacifico.

Per fronteggiare la conflittualità sociale ampliò i poteri della pubblica sicurezza.

Rivolte e conflitti sociali

Le condizioni di vita nelle campagne italiane erano pessime: fatiscenti abitazioni, inadeguato regime alimentare, altissima mortalità per malattia. La reazione si compose di rivolte e l’emigrazione. Nelle campagne padane invece si sviluppò un proletariato agricolo che aveva l’obbiettivo era ottenere un aumento della paga, il controllo del collocamento e regole che vincolassero gli agrari nell’assunzione di braccianti. Nel 1901 nacque Federaterra, organizzazione contadina.

Giolitti e la crisi dei Fasci

Crispi dovette dimettersi e fu sostituito da di Rudinì e poi da Giovanni Giolitti. Giolitti era convinto che il conflitto sociale andasse affrontato con la mediazione politica e le riforme. Scoppiò in Sicilia la rivolta dei Fasci siciliani, un movimento che chiedeva la revisione dei patti agrari, la diminuzione delle imposte e l’abolizione dei dazi. Giolitti si rifiutò di reprimerli, unito a uno scandalo bancario della Banca di Roma, Giolitti dovette dimettersi.

Crispi fu richiamato al governo, represse i Fasci siciliani, decretando lo stato d’assedio dell’isola, sciogliendo i Fasci stessi che subirono condanne pesantissime. Nel 1894 fece approvare leggi eccezionali anti anarchiche, che in realtà colpirono soprattutto i socialisti.

Crispi adotto una politica colonialista finalizzata a dirottare verso l’esterno le tensioni sociali nel paese.

Grazie a un accordo con l’Etiopia l’Italia ottenne l’Eritrea, che prese il nome di colonia Eritrea. Successivamente Crispi tentò di sottomettere anche l’Etiopia ma non riuscì nell’impresa. Crispi dovette dimettersi.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali riforme introdotte dalla Sinistra sotto la guida di Agostino Depretis?
  2. La Sinistra, guidata da Agostino Depretis, introdusse diverse riforme tra cui l'ampliamento del diritto di voto, l'istruzione obbligatoria fino al nono anno di età, e l'abolizione della tassa sul macinato. Tuttavia, il decentramento amministrativo non fu ottenuto.

  3. Quali furono gli effetti della politica protezionista adottata dalla Sinistra?
  4. La politica protezionista causò una crisi economica, specialmente agraria, con un aumento del prezzo del pane e della pasta e una guerra commerciale con la Francia. Tuttavia, favorì gli imprenditori italiani nel mercato interno.

  5. Come affrontò Francesco Crispi la situazione politica e sociale durante il suo governo?
  6. Francesco Crispi cercò di accrescere l'autorità dello stato, ampliò il diritto di voto nelle elezioni amministrative, approvò un nuovo Codice penale e ampliò i poteri della pubblica sicurezza per fronteggiare la conflittualità sociale.

  7. Quali furono le conseguenze della politica coloniale italiana sotto Crispi?
  8. La politica coloniale di Crispi portò all'occupazione dell'Eritrea, ma il tentativo di sottomettere l'Etiopia fallì. Questo insuccesso contribuì alle sue dimissioni.

  9. Quali furono le cause e le conseguenze della rivolta dei Fasci siciliani?
  10. La rivolta dei Fasci siciliani fu causata dalla richiesta di revisione dei patti agrari, diminuzione delle imposte e abolizione dei dazi. Crispi represse la rivolta decretando lo stato d'assedio e sciogliendo i Fasci, che subirono condanne pesanti.

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