Concetti Chiave
- La DC, sotto la guida di Fanfani e Moro, cercò coalizioni con il PSI per ottenere il consenso della classe operaia, facilitato dalla distensione internazionale.
- Il governo Tambroni, sostenuto dall'MSI, crollò dopo forti proteste antifasciste, culminate in violenti scontri nel luglio 1960.
- Il primo governo di centro-sinistra, guidato da Fanfani, attuò importanti riforme come la nazionalizzazione dell'energia elettrica e la riforma della scuola media.
- L'economia si fermò nel 1963, con inflazione e perdita di competitività a causa dell'aumento dei costi del lavoro, influenzando il clima politico.
- Le contestazioni studentesche del 1968 e le lotte operaie del 1969 evidenziarono l'incapacità politica di modernizzare la società, portando a significative trasformazioni sociali e sindacali.
Indice
Fallimento dei governi centristi
Alle lezioni del 1958 fu confermato il fallimento dei governi centristi, quindi la DC (sotto la guida di Fanfani prima, e di Aldo moro poi) effettuò alcune coalizioni verso la sinistra, che si batteva per una più equa distribuzione del reddito.
L’orientamento era verso il PSI, unione indispensabile per ottenere il consenso della classe operaia.
L’avvicinamento tra i due partiti fu reso possibile anche dalla distensione internazionale nei rapporti tra est e ovest.
Scontri e proteste del 1960
Nel 1960 Tambroni tentò un’alleanza con la destra dei neofascisti dell’MSI. Con questa maggioranza Tambroni governò per alcuni mesi, finché non fui costretto a dimettersi a causa di acute proteste della sinistra e degli antifascisti.
Nel luglio 1960 si verificarono duri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con diverse vittime.
Riforme del centro-sinistra
Il primo governo “aperto a sinistra” (centro-sinistra programmatico) fu presieduto da Fanfani e appoggiato dai socialisti. Questo governo riuscì a realizzare le uniche vere riforme della stagione del centro-sinistra, come la nazionalizzazione dell’energia elettrica e la riforma della scuola media.
Economia e clientelismo
A partire dal 1963 l’economia si trovò di fronte ad un fermo: la piena occupazione raggiunta consentì ai sindacati di impostare rivendicazioni volte ad ottenere un livello salariale meno penalizzante per i lavoratori.
Le imprese scaricarono quindi sui prezzi l’aumento del costo del lavoro, con conseguente perdita di competitività e inflazione.
Con la politica di centro-sinistra si consolidò il fenomeno del clientelismo (ricerca del consenso elettorale attraverso favori) e nacque il fenomeno della lottizzazione (spartizione dei posti di potere tra gli esponenti della maggioranza di governo).
Contestazione studentesca e lotte operaie
In questo quadro politico precario, si inserirono la contestazione studentesca del 1968 e le lotte operaie, come conseguenze dell’incapacità del potere politico a riformare e modernizzare la società.
La contestazione studentesca era rivolta all’autoritarismo dell’impostazione degli studi e alla selezione per merito. Questo movimento contribuì all’ammodernamento di diversi aspetti della vita del paese. In campo sociale perdevano piede i precedenti valori tradizionali fondati sulla religiosità, e si affermavano i valori della società industriale,con più attenzione all’autonomia dell’individuo e alla sua libertà di decisione e di scelta.
Autunno caldo del 1969
Nell’autunno caldo del 1969 vi fu il momento più significante delle lotte operaie. Queste ebbero come protagonisti gli operai non specializzati, i quali esprimevano un disagio sia dentro la fabbrica dia al di fuori di essa. Questi richiedevano uguaglianza salariale e abbandono del lavoro taylorista-fordista (lavoro a catena).
Le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) assunsero la guida del movimento operaio, creando nuovi strumenti di democrazia sindacale: i consigli di fabbrica e l’assemblea dei lavoratori. Contemporaneamente le organizzazioni giunsero vicino ad un riavvicinamento, che si concluse nel 1972 con la creazione della Federazione sindacale unitaria.
Strategia della tensione
Il 1969 aprì una nuova drammatica fase: con la bomba di pazza Fontana (MI) iniziò la strategia della tensione, che per oltre un decennio condizionerà la vita politica italiana.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'avvicinamento tra DC e PSI negli anni '60?
- Quali furono le cause delle proteste e delle lotte operaie negli anni '60?
- Come influenzò la contestazione studentesca la società italiana?
- Quali furono le conseguenze della "strategia della tensione" iniziata nel 1969?
L'avvicinamento tra DC e PSI portò alla formazione del primo governo "aperto a sinistra", che realizzò riforme significative come la nazionalizzazione dell'energia elettrica e la riforma della scuola media.
Le proteste e le lotte operaie furono causate dall'incapacità del potere politico di riformare la società, dalla richiesta di uguaglianza salariale e dall'abbandono del lavoro taylorista-fordista.
La contestazione studentesca contribuì all'ammodernamento della società italiana, mettendo in discussione l'autoritarismo negli studi e promuovendo valori di autonomia e libertà individuale.
La "strategia della tensione" iniziata con la bomba di piazza Fontana condizionò la vita politica italiana per oltre un decennio, segnando una fase drammatica nella storia del paese.