Concetti Chiave
- La caduta di Mussolini nel 1943 segnò l'inizio della Resistenza in Italia, con la formazione di gruppi partigiani contro i nazisti e la creazione del Comitato di liberazione nazionale.
- Tra il 1943 e il 1945, la Resistenza italiana contava circa 200.000 partigiani in diverse brigate politiche, riconosciute come combattenti dagli Alleati nonostante le tensioni interne.
- La Resistenza non fu limitata all'Italia, con movimenti antinazisti attivi anche in Francia, Polonia, Russia e Jugoslavia, quest'ultima guidata da Tito.
- Il referendum del 1946 portò alla nascita della Repubblica italiana, sancendo la fine della monarchia e l'inizio di un nuovo assetto politico e democratico.
- La nuova Costituzione italiana, entrata in vigore nel 1948, stabilì una repubblica democratica, garantendo diritti civili e politici, e un sistema parlamentare bicamerale.
Indice
La caduta di Mussolini e l'inizio della Resistenza
Il 25 luglio 1943, subito dopo la caduta di Mussolini, il Gran Consiglio del Fascismo affidò il governo al capo dell’esercito il maresciallo Pietro Badoglio. L’Italia era ancora alleata con la Germania. I tedeschi liberarono Mussolini, tenuto prigioniero sulle montagne dell’Abruzzo e lo misero a capo di uno stato la Repubblica sociale italiana. con sede a Salò. La penisola era un campo di battaglia in cui si fronteggiavano i tedeschi e gli anglo-americani. Nel nord Italia molti giovani chiamati alle armi preferirono disertare e si unirono alle formazioni partigiane , composte da persone di estrazione sociale e fede politica diverse che cominciarono la guerriglia contro i nazisti. Dopo l’armistizio si formò il Comitato di liberazione nazionale, e nel nord il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia con il compito di dirigere la guerra partigiana e giungere alla liberazione del paese.
La Resistenza in Italia e in Europa
Dal 1943 al 1945 i partigiani arrivarono a contare 200.000, tra cui molte donne, divisi in formazioni armate dette brigate di diversa ispirazione politica. Le più forti e numerose erano le Brigate Garibaldi ,comuniste. Le formazioni di Giustizia e libertà erano legate al partito d’azione. Le Brigate Matteotti, socialiste. Le formazioni cattoliche e i partigiani monarchici. I partigiani avevano le loro basi sulle montagne, organizzati in Gruppi d’azione patriottica che compivano attentati contro obiettivi militari e politici. Nel giugno 1944 tutte le formazioni partigiane vennero inquadrate nel Corpo dei volontari della libertà. Lo comandavano Raffaele Cadorna, Ferruccio Parri e Luigi Longo; questi tre uomini costituirono dunque una specie di stato maggiore della Resistenza. I nazifascisti chiamavano i partigiani “banditi”. Gli angloamericani riconoscevano invece ai partigiani la qualifica di combattenti. Tuttavia i rapporti tra la Resistenza e gli Alleati non furono sempre buoni perché gli Alleati erano preoccupati dalla forte presenza comunista nelle file partigiane.
La ricostruzione e la nascita della Repubblica italiana
Il movimento di resistenza antitedesca non fu un fatto circoscritto all’Italia. Per quello che riguarda la Francia il generale De Gaulle da Londra invitava a combattere e la Resistenza francese diede un contributo determinante alla lotta contro i nazisti. Anche in Polonia, in Russia e in Grecia fu attivata la resistenza. In Jugoslavia la lotta condotta dai partigiani comunisti era guidata da Tito. In Germania non ci fu quasi alcun episodio di resistenza organizzata. Si può dire che in Germania mancò una vera opposizione popolare al regime nazista. Molti giovani che aderirono alla Repubblica sociale Italiana. A Roma, nel marzo 1944, uccisero 335 civili alle Fosse Ardeatine, come rappresaglia a un attacco dei Gap contro una colonna militare. Vicino Bologna, a Marzabotto, nell’ottobre 1944 le SS accusarono l’intero paese di appoggiare i partigiani: trucidarono 1830 persone, compresi vecchie bambini. Altri massacri di civili innocenti avvennero in Toscana, come a Civitella in Val di Chiana, a Sant’Anna di Stazzema, alla risiera di San Sabba in cui perirono circa 4mila persone. I partigiani comunisti jugoslavi si impossessarono facilmente, alla caduta del fascismo, dell’Istria e delle zone di confine italo-jugoslave del Friuli. I partigiani di Tito non si preoccuparono di fare differenze tra fascisti e non: uccisero fra i 5mila e i 10mila italiani, li gettarono nelle foibe, delle profonde cavità naturali del terreno carsico, a volte ancora vivi con le mani legate dietro la schiena. In Italia il paese uscì dalla guerra in condizioni disastrose: città e famiglie distrutte, il patrimonio industriale venne gravemente danneggiato. Ritrovata libertà fecero rinascere la vita politica, culturale e accesero grandi speranze d rinnovamento democratico e di riforme sociali. All’indomani della liberazione, 25 aprile 1945, le varie politiche italiane si divisero in: il Partito comunista italiano; i cattolici si rinominarono la Democrazia cristiana; il Partito socialista e il Partito d’azione; il Partito liberale e il Partito repubblicano. Tutte le forze politiche avevano partecipato unite alla Resistenza, ma alla fine della guerra riemersero le differenze politiche e ideologiche. Alcuni, come i cattolici erano liberali e filo-occidentali.Altri erano d’ispirazione marxista, un primo passo per un’Italia socialista. Però rimaneva aperta la questione: monarchia o repubblica? Dopo la liberazione l’Italia fu guidata da un nuovo governo di coalizione, guidato da Ferruccio Parri. Nel dicembre 1945 l’equilibrio politico si ruppe e nacque un altro governo di coalizione guidato da Alcide De Gasperi. Il 2 giugno 1946 si votò a suffragio universale e per la prima volta votarono anche le donne, per eleggere l’Assemblea costituente e il referendum istituzionale. Si concluse con la vittoria della repubblica, Il nuovo re Umberto II dovette abdicare e prendere la strada dell’esilio. Il significato politico delle elezioni era dunque, da un lato, la vittoria della Democrazia cristiana e dall’altro la forza dei due maggiori partiti di sinistra.
Dopo le elezioni, De Gasperi costituì il suo secondo governo di coalizione. La collaborazione tra la Dc e le sinistre, tuttavia, divenne sempre più difficile. C’erano infatti idee su come ricostruire l’economia italiana e, soprattutto, sulla politica internazionale: la Dc era favorevole all’alleanza con gli Stati Uniti, il Partito comunista era legato all’Unione Sovietica. A indebolire la sinistra contribuì la divisione dei socialisti. La maggioranza, guidata da Nenni e Saragat fondarono il Partito socialdemocratico italiano. Nel 1947 De Gasperi si sentì abbastanza forte per formare un nuovo governo, da lui presieduto, senza la partecipazione di socialisti e comunisti. Le diverse forze politiche continuarono a collaborare nella preparazione della nuova Costituzione che abolì il vecchio Statuto albertino. La Costituzione dell’Italia repubblicana entrò in vigore il 1° gennaio 1948. L’Italia è una repubblica democratica, con un parlamento composto da due camere, il Senato e la Camera dei deputati. Il presidente della Repubblica è eletto dal parlamento. La magistratura viene garantita nella sua autonomia e indipendenza degli altri poteri. La Costituzione riconosce le libertà politiche e civili. Il lavoro è posto a fondamento e al diritto allo sciopero. Sono istituite le regioni.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze immediate della caduta di Mussolini nel 1943?
- Come si organizzò la Resistenza in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale?
- Quali furono le principali sfide affrontate dalla Resistenza italiana?
- Quali furono i risultati del referendum istituzionale del 1946 in Italia?
- Come si sviluppò la politica italiana dopo la Seconda Guerra Mondiale?
Dopo la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo affidò il governo al maresciallo Pietro Badoglio, mentre i tedeschi liberarono Mussolini e lo misero a capo della Repubblica sociale italiana. Questo portò all'inizio della Resistenza in Italia, con molti giovani che si unirono alle formazioni partigiane per combattere i nazisti.
La Resistenza in Italia si organizzò in diverse brigate armate di ispirazione politica varia, tra cui le Brigate Garibaldi comuniste, le formazioni di Giustizia e libertà, le Brigate Matteotti socialiste, e le formazioni cattoliche e monarchiche. Nel 1944, tutte le formazioni partigiane furono inquadrate nel Corpo dei volontari della libertà.
La Resistenza italiana affrontò sfide significative, tra cui i rapporti tesi con gli Alleati preoccupati dalla forte presenza comunista tra i partigiani, e la violenta repressione nazifascista che portò a massacri di civili, come quelli avvenuti a Marzabotto e alle Fosse Ardeatine.
Il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 si concluse con la vittoria della repubblica, portando all'abdicazione del re Umberto II e all'esilio. Questo segnò la nascita della Repubblica italiana e l'inizio di una nuova era politica.
Dopo la guerra, l'Italia vide la nascita di un governo di coalizione guidato da Ferruccio Parri, seguito da Alcide De Gasperi. Le elezioni del 1946 portarono alla vittoria della Democrazia cristiana, ma le differenze ideologiche tra i partiti emersero, portando a tensioni tra la Dc e le sinistre. La Costituzione repubblicana entrò in vigore il 1° gennaio 1948, stabilendo l'Italia come una repubblica democratica.