Concetti Chiave
- Il fascismo si affermò grazie al sostegno dei ceti abbienti e della borghesia, accentuando il suo carattere antisocialista.
- Le squadre d'azione fasciste usavano la violenza per reprimere manifestazioni, scioperi e attacchi contro le organizzazioni socialiste, con il governo spesso indifferente.
- Nel congresso socialista del 1921, la scissione interna al PSI portò alla nascita del Partito comunista italiano, guidato da Gramsci e Bordiga.
- Le elezioni del 1921, con l'alleanza tra Giolitti, nazionalisti e fascisti, consacrarono l'ingresso del fascismo in Parlamento.
- La marcia su Roma nel 1922 segnò un colpo di stato, con Mussolini invitato dal re a formare un nuovo governo, superando il Parlamento.
Indice
L'ascesa del fascismo
Nel corso di pochi anni, il fascismo aveva raccolto sempre più consensi. Mussolini infatti aveva trasformato il movimento in senso conservatore, riuscendo in tal modo ad ottenere l’appoggio dei ceti più abbienti e della media borghesia e accentuando il suo carattere antisocialista.
Inoltre nel 1919 aveva dato vita alle squadre d’azione, che con la violenza bloccavano le manifestazioni e gli scioperi, assalivano le leghe operaie, le cooperative, le sedi dei partiti e dei giornali socialisti. Il governo si mostrò, in più di un’occasione, indifferente, favorendo così la diffusione di un clima di illegalità.
La nascita del Partito comunista (1921)
La nascita del Partito comunista
Il PSI, mentre il Fascismo guadagnava sempre più consensi, mostrava i segni di un’evidente frattura interna. Il divario infatti tra riformisti/massimalisti e estremisti (corrente dell’Ordine Nuovo) era talmente netto che, durante il congresso socialista di Livorno (21 Gennaio 1921), la minoranza di estrema sinistra diede vita al Partito comunista italiano (sotto la guida di Gramsci e Bordiga). Inoltre il nuovo partito aderì alla Terza Internazionale, fondata da Lenin nel 1919 in Russia.
Le elezioni del 1921
Le elezioni del 1921 e il blocco nazionale
Nel frattempo, Giolitti, per risanare il bilancio statale aveva avviato una serie di riforme tese ad aumentare la pressione fiscale sui ceti più abbienti, andando ad acuire il malumore delle destre, che andò ad indebolire ulteriormente la solidità del governo liberale di Giolitti. Quest’ultimo, proprio in questo clima, decise, dopo aver sciolto le Camere, di indire nuove elezioni nel Maggio 1921.
Al fine di ottenere un ulteriore successo elettorale, così da poter indebolire le forze socialiste e quelle cattoliche, Giolitti strinse un’alleanza elettorale con nazionalisti e fascisti, che prese il nome di blocco nazionale. Tuttavia questa scelta si rivelò in poco tempo fallimentare, in quanto si limitò a consacrare l’avvento del fascismo, che entrava in Parlamento con ben 35 deputati.
Inoltre, nel Novembre 1921, durante il Terzo congresso fascista, fu fondato il Partito nazionale fascista.
Prima conseguenza delle elezioni del 1921, fu la caduta del governo Giolitti.
L’incarico fu in un primo momento affidato al socialista riformista Bonomi e poi al giolittiano Facta.
La nascita del Partito socialista unitario
La nascita del Partito socialista unitario
Nel 1922, i socialisti si mostrarono aperti al dialogo con il governo liberale. Tuttavia questa decisione arrivò troppo tardi e l’unica conseguenza che ebbe fu quella di evidenziare, ancora una volta, gli esistenti contrasti interni al partito. Proprio durante il congresso socialista di Roma (Ottobre 1922), l’ala riformista fu cacciata dal Psi e fondò il Partito socialista unitario, sotto la direzione di Matteotti.
La marcia su Roma (26-30 ottobre 1922)
La marcia su Roma
Il 26 ottobre 1922 Mussolini ordinò ai suoi seguaci di marciare su Roma e di impadronirsi del potere. Facta si preparò a resistere all’avanzata delle squadre d’azione e presentò al sovrano Vittorio Emanuele III il decreto che proclamava lo stato d’assedio, tuttavia il re si rifiutò di firmare e invitò Mussolini, che si trovava a Milano, a raggiungere la Capitale per formare il nuovo governo. In questo si verificò un vero e proprio colpo di stato, in cui la monarchia aveva scavalcato il Parlamento.
Domande da interrogazione
- Quali furono le strategie di Mussolini per aumentare il consenso al fascismo?
- Come reagì il governo alle azioni violente delle squadre fasciste?
- Quali furono le conseguenze delle elezioni del 1921 per il governo di Giolitti?
- Quali divisioni interne emersero nel Partito Socialista Italiano?
- Cosa accadde durante la marcia su Roma nel 1922?
Mussolini trasformò il movimento in senso conservatore, ottenendo l'appoggio dei ceti più abbienti e della media borghesia, e accentuò il carattere antisocialista del fascismo.
Il governo si mostrò indifferente alle violenze delle squadre d'azione fasciste, favorendo un clima di illegalità.
Le elezioni del 1921 portarono alla caduta del governo Giolitti e all'ingresso di 35 deputati fascisti in Parlamento.
Il PSI mostrava una frattura tra riformisti/massimalisti ed estremisti, portando alla nascita del Partito comunista italiano nel 1921.
Mussolini ordinò la marcia su Roma per impadronirsi del potere, e il re Vittorio Emanuele III invitò Mussolini a formare un nuovo governo, scavalcando il Parlamento.