L’ascesa del fascismo
L’Italia del Dopoguerra vive un periodo di forte crisi economica: il deficit è profondo, le infrazioni alle stelle e le esportazioni assenti. La rivoluzione russa inizia a influenzare anche il popolo italiano rendendo i contadini più consapevoli dei propri diritti e aizzando a una lotta contro la borghesia.La classe dirigente liberale è in crisi. Contrariamente sono in ascesa due partiti: il PPI (Partito Popolare Italiano) di Don Luigi Sturzo (democratico e di radice cattolica) e i socialisti, divisi tra massimalisti (crede nella rivoluzione dura di Marx) e riformisti (rivoluzione graduale).
I massimalisti però sono molto più moderati dei bolscevichi in quanto attendono la rivoluzione e non la mettono in atto.
Nel frattempo nascono varie associazioni come i Fasci di Combattimento (1919) fondato da Benito Mussolini: schierato a sinistra ma di stampo nazionalista e antisocialista.
I Fasci avevano uno stile politico estremamente diretto, violento e attivo. Danno fuoco sempre nel 19 alla sede dell’Avanti, il giornale socialista.
Nel 19 la classe dirigente è ancora prettamente liberale e il governo Orlando si sta occupando delle diverse trattative di pace a Versailles per la conquista di Fiume. Il governo Orlando fa infatti appello anche ai 14 punti di Wilson per chiedere l’annessione ma i tentativi sono vani: l’Intesa non accetta.
Dopo le elezioni del 19, che prevede la vittoria del PSI, quest’ultimo decide di non allearsi con la borghesia e i liberali sono obbligati ad allearsi con i popolari per ottenere la maggioranza dei voti. Nasce quindi il governo Nitti, che però non dura; motivo per cui torna al governo Giovanni Giolitti.
“Vittoria mutilata” - G. D’Annunzio
Settembre 1919 D’Annunzio occupa Fiume, insieme a massimalisti e ex combattenti, dichiarando territorio italiano.
Il 12 novembre 1920 viene firmato il trattato di Rapallo: l’Italia si prende Trieste, Gorizia, Istria e Zara. Fiume è considerata città libera, solo dal '24 entrerà a far parte del Regno d’Italia. Motivo per cui viene liberata nello stesso anno.
Biennio Rosso
Tra il 1919 e il 1920 l’Italia vede una serie di agitazioni sociali dovuti all’incremento dei prezzi dei beni di consumo. Si verificano quindi violenti scioperi nelle industrie e nelle campagne del nord, le leghe sindacali rosse (di stampo socialista) e bianche (di stampo cattolico) lottano tra loro. Al sud i contadini occupano le terre.Nell’estate autunno quasi 400.000 lavoratori occupano quasi tutte le industrie e le fabbriche diventano dei comuni di aspirazione bolscevica. Il governo interviene per mediare, invano. Il socialismo dilaga in Italia e la borghesia è disposta a tutto pur di fermarli.
Dopo il biennio rosso il socialismo dilaga soprattutto in Pianura Padana, molte cooperative.
Lo squadrismo e il delitto Matteotti
Fino ad allora i Fasci non avevano ottenuto una grande consenso e nemmeno dei seggi in Parlamento. Ma tra la fine del 20 e inizio del 21 Mussolini decide di cambiare qualcosa: i fasci abbandonano il programma radicaldemocratico per puntare tutto sulle squadre d’azione (per intimidire e reprimere gli oppositori politici).Il 21 novembre 1920 avviene un duro scontro a Bologna tra squadristi e socialisti: gli squadristi infatti tentano di fermare con armi l’insediamento della nuova amministrazione socialista ma durante lo scontro i socialisti sparano sulla folla. Questo scatena ritorsioni anti socialiste e lo squadrismo si diffonde sempre di più, giovando le intenzioni di Mussolini.
Nascono al contempo le prime leghe nere, nate per rimpiazzare le leghe rosse socialiste, e di stampo ovviamente fascista.
Tra il '21 e il '22 il movimento operaio è in totale svantaggio e gli atti violenti proseguono grazie al silenzio dello Stato e del Governo. Giolitti decide di integrarli per le liste liberali. Nel maggio del 1921 alle elezioni i fasci vengono inclusi nei blocchi nazionali: aggregazione politica di destra. Mussolini riesce ad entrare in Parlamento.
A giugno del 21 Giolitti si dimette. L’ex socialista Ivanoe Bonomi prende le redini del governo. Immediatamente cerca di temperare le lotte tra fascisti e socialisti, obbligandoli a firmare nell’agosto dello stesso anno un patto di pacificazione.
Mussolini ora punta ad istituzionalizzare i fasci. Le violenze però continuano. Così a novembre del 1921 si tiene il congresso dei Fasci a Roma dove Mussolini sconfessa il patto e fonda ufficialmente il PNF. Nello stesso anno nasce il Partito Comunista italiano, guidato da Antonio Gramsci.
Nel febbraio 1922 cade il governo Bonomi, succeduto da Facta.
Le violenze aumentano e si aggravano sempre di più in tutta Italia: i socialisti non riescono a reagire. Bologna, Ferrara e Cremona occupate con le armi dai fascisti. Tutte queste tensioni interne portano a delle scissioni. Nell’ottobre 22 Turati fonda il PSU (Partito Socialista Unitario).
Mussolini cerca supporto dai parlamentari liberali e promette politiche liberali per il supporto degli industriali. Decide di scommettere tutto sulla debolezza del governo, nel 22 proclama a Napoli la Marcia su Roma. Il 27 ottobre le persone iniziano a entrare a Roma. Facta tenta di proclamare lo stato di assedio ma il re decide di non firmare. Il 30 ottobre il re riceve Mussolini. Lui gli chiede di formare un governo con maggioranza fascista, il sovrano accetta. I fascisti credono nella riuscita della rivoluzione.
Il governo Mussolini attua una politica liberista che giova all’economia del paese, colmano l’inflazione e il bilancio della produzione interna.
Alle elezioni del '24 il PNF ottiene la stragrande maggioranza di voti. Ma il segretario socialista Giacomo Matteotti fa una requisitoria contro il fascismo, mettendo in dubbio la validità dei risultati. Viene rapito dagli squadristi e trovato morto dopo mesi. L’immagine del duce viene intaccata. Con la secessione dell’aventino i deputati dell’opposizione si riuniscono in una sede diversa per richiedere l’intervento del re. Mussolini il 3 gennaio 25 si assume la responsabilità politica, morale e storica del delitto Matteotti.