Concetti Chiave
- La Porta del Paradiso, realizzata da Ghiberti per il battistero di Firenze, è un capolavoro rinascimentale, elogiato per la sua bellezza e la tecnica complessa di fusione e doratura.
- Ghiberti, ispirato dalla cultura umanistica, ha ridotto le formelle a dieci grandi riquadri, abbandonando il tardogotico per una rappresentazione prospettica più ampia ed elaborata.
- I pannelli della porta integrano riferimenti contemporanei, come l'episodio di Salomone e la regina di Saba, collegato al concilio del 1439 a Firenze.
- L'opera è un esempio della fusione tra realismo e classicismo, con dettagli vivaci e scene illusionistiche, mostrando l'evoluzione artistica di Ghiberti.
- La Porta del Paradiso è stata restaurata per 27 anni, con tecniche avanzate per preservare l'oro e il bronzo, concludendosi nel 2012.
Indice
La commissione della porta settentrionale
La Porta settentrionale del battistero venne subito salutata come un capolavoro e già nel 1425 l'Arte di Calimala o dei mercatanti commissionò a Ghiberti anche l’ultima porta mancante, dedicata all’Antico Testamento. Si tratta di uno dei massimi capolavori del Rinascimento fiorentino, tanto che la leggenda vuole che, per lo splendore del bronzo dorato e per la bellezza dei suoi rilievi, Michelangelo l’avesse ribattezzata “Porta del Paradiso”.
Divenuta simbolo del potere e della fioritura economica della città, la Porta del Paradiso segnò il punto più alto della camera artistica di Ghiberti, affiancato ormai da una folta bottega di notevoli artisti. Come già era stato per la Porta settentrionale, anche in questo caso la realizzazione, con la tecnica della fusione a cera persa e le successive delicate operazioni di doratura e finitura, fu lunga e complessa tanto che si protrasse fino al 1447; la porta fu collocata sul lato orientale del battistero nel 1452.L'innovazione iconografica di Ghiberti
Lo schema iconografico era stato ideato nel 1424 dall’umanista Leonardo Bruni, cancelliere della Repubblica fiorentina, che aveva previsto ventotto formelle come per le altre porte. Tuttavia la struttura delle formelle appare profondamente diversa: Ghiberti avvertì la necessità di una rappresentazione delle scene e degli sfondi più libera e di maggior respiro, e preferì optare per soli dieci riquadri, cinque per ciascun battente. I tempi erano radicalmente cambiati, la cultura umanistica era ormai imperante, il tardogotico costituiva solo un ricordo, e lo scultore si adeguò con grande intelligenza e visione storica. Fu quindi abbandonata la tardogotica cornice polilobata delle formelle delle prime due porte, troppo limitante per le nuove idee di rappresentazione che si basavano sulla prospettiva, e si inserirono più episodi entro un’unica scena, come aveva insegnato Masaccio nel Tributo della Cappella Brancacci. Lungo i profili dei due battenti furono scolpiti personaggi biblici a figura intera alternati a teste che si affacciano da tondi (tra cui l’autoritratto dell’artista), mentre gli stipiti esterni e l’architrave vennero decorati con ghirlande e animali.
Dettagli artistici e simbolici
Nei primi pannelli, come quelli con le Storie di Caino e Abele, si riscontrano tratti già presenti nelle precedenti opere ghibertiane: un naturalismo elegante, il linearismo, il ricamo decorativo che tende a prevalere sul plasticismo. Vi sono però anche novità rispetto alla porta precedente: la forma quadrata permette di creare scene più ampie e calibrate, con un maggiore respiro paesaggistico, mentre le figure sono scalate nello spazio ed emergono con spessori diversi. Nel corso dell’esecuzione Ghiberti assimila progressivamente lo stiacciato di Donatello: grazie a questa tecnica, nei successivi pannelli l’artista introduce complessi sfondi architettonici, perfettamente scorciati in base a un punto di fuga centrale e realizzati con un delicatissimo bassorilievo. Ne è un esempio Incontro di Salomone con la regina di Saba 26, l’unico pannello che rappresenti un solo
Alcuni pannelli nascondono, dietro al racconto biblico, rimandi a fatti contemporanei. L’episodio dell’incontro tra il re Salomone e la regina di Saba, per esempio, richiama l’importante concilio che nel 1439 si era trasferito da Ferrara a Firenze per tentare di risolvere lo Scisma d’Oriente. Salomone, che rappresenta la chiesa d’Occidente, e la regina di Saba, che rappresenta la chiesa d’Oriente, si stringono la mano in segno di pace al cospetto dei rispettivi seguiti, di fronte a un edificio che ricorda la solennità del Duomo
Restauro della Porta del Paradiso
La Porta del Paradiso è stata oggetto di un lungo e complesso restauro durato ben ventisette anni e concluso nel 2012. Fu rimossa nel 1990 (impresa non semplice in quanto nel suo complesso pesa quasi nove tonnellate) e sostituita con una copia perché l’oro e il bronzo si stavano rapidamente degradando. Dopo approfondite indagini diagnostiche, i vari pannelli sono stati smontati e si è effettuata un’accurata pulitura, inizialmente mediante solventi chimici e poi tramite laser infrarosso, che ha permesso la rimozione dello sporco accumulatosi negli anni sull’oro delle superfici senza danneggiarle.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della Porta del Paradiso di Ghiberti nel contesto del Rinascimento fiorentino?
- Quali innovazioni artistiche ha introdotto Ghiberti nella realizzazione della Porta del Paradiso?
- Come Ghiberti ha integrato riferimenti contemporanei nei pannelli della Porta del Paradiso?
- Quali tecniche di restauro sono state utilizzate per la Porta del Paradiso?
- Quali elementi stilistici del tardo gotico sono stati abbandonati da Ghiberti nella Porta del Paradiso?
La Porta del Paradiso è considerata uno dei massimi capolavori del Rinascimento fiorentino, simbolo del potere e della fioritura economica della città, e rappresenta il punto più alto della carriera artistica di Ghiberti.
Ghiberti ha introdotto una rappresentazione più libera delle scene, utilizzando dieci riquadri anziché ventotto, e ha adottato la prospettiva per creare scene più ampie e calibrate, con complessi sfondi architettonici e figure scalate nello spazio.
Alcuni pannelli, come l'incontro tra Salomone e la regina di Saba, contengono rimandi a eventi contemporanei, come il concilio del 1439, rappresentando simbolicamente la chiesa d’Occidente e d’Oriente in segno di pace.
Durante il restauro, durato ventisette anni e concluso nel 2012, sono stati utilizzati solventi chimici e laser infrarosso per pulire i pannelli senza danneggiare l'oro delle superfici.
Ghiberti ha abbandonato la cornice polilobata tardogotica delle formelle delle prime due porte, ritenuta troppo limitante, per adottare nuove idee di rappresentazione basate sulla prospettiva e sull'inclusione di più episodi in un’unica scena.