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Concetti Chiave

  • Michelangelo Buonarroti, a differenza di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio, si dedica principalmente alla scultura, influenzando anche la sua pittura e architettura.
  • È il primo manierista, noto per la ricerca della tensione emotiva e morale nelle sue opere, riflettendo le tensioni religiose del suo tempo.
  • La sua arte esalta la tridimensionalità e la tensione muscolare, con colori vivaci e contrastanti che accentuano la struttura fisica dei soggetti.
  • Ha avuto un rapporto complesso con la Chiesa e la religione, influenzato dagli eventi storici come la Riforma e il Sacco di Roma del 1527.
  • Michelangelo si forma a Firenze nella bottega del Ghirlandaio e frequenta il Giardino dei Medici, reinterpretando il naturalismo classico in chiave moderna.

Indice

  1. Michelangelo e il rinascimento
  2. Differenze tra Michelangelo e Leonardo
  3. L'influenza della scultura
  4. La tensione nell'opera di Michelangelo
  5. L'evoluzione della bellezza
  6. Tensione muscolare e cromatica
  7. Michelangelo tra Roma e Firenze
  8. Il rapporto con papa Giulio II
  9. Formazione e influenza classica

Michelangelo e il rinascimento

Insieme a Raffaello Sanzio e Leonardo da Vinci è uno dei protagonisti della stagione del rinascimento pieno, cioè il periodo a cavallo tra 1400 e 1500. Tuttavia a differenza di Leonardo, che nasce nel 1452, e Raffaello, che muore trentasettenne e non ha tempo di sedimentare la propria attività, Michelangelo lascia un grande segno nel corso del 1500.

Differenze tra Michelangelo e Leonardo

Ma soprattutto le differenze maggiori tra Michelangelo e Leonardo, volendo fare un confronto tra i due, è legato agli obiettivi che si pongono. Leonardo si dedicava solo parzialmente alle arti figurative, prevalentemente alla pittura, e si interessava di tutto ciò che poteva essere oggetto di indagine (la realtà fenomenica), al contrario Michelangelo ha come unico e esclusivo interesse l’arte, e in particolare la scultura. Nasce come scultore e lo rimarrà tutta la vita, per quanto poi quasi suo malgrado dovrà affrontare anche diversi incarichi di pittura, tra cui la ridipintura della volta della Cappella Sistina e poi il suo completamento con il giudizio universale, e opere di architettura particolarmente rilevanti, come quella della piazza del Campidoglio a Roma, che ha una posizione centrale e una grande importanza simbolica.

L'influenza della scultura

Tuttavia la sua matrice scultorea fa sì che alcuni caratteri propri della scultura si riflettano anche nella pittura e nell'architettura. La scultura è la disciplina della tridimensionalità per eccellenza e ha a che fare con la modellazione della materia. La ricerca del chiaroscuro nella scultura è data proprio dalla abilità nel lavorare la materia e nel renderla il più plastica possibile dove, per plasticità intendiamo sempre la componente tridimensionale, chiaroscurale. Questo aspetto è quello che poi si ritrova sia nel linguaggio pittorico che in quello architettonico di Michelangelo: l’esaltazione della terza dimensione. Possiamo dire che abbiano un carattere scultoreo.

La tensione nell'opera di Michelangelo

Altro elemento che fa dell’opera di Michelangelo un’opera a sé e che lo rende il primo manierista è la ricerca di tensione. Questo concetto della tensione è una delle chiavi di lettura della sua opera. La tensione si può interpretare anche come una ricerca di pathos (che in greco significa “tensione”). Abbiamo tensione emotiva, tensione morale, a seconda dei temi trattati, e nel caso della architettura diventa una tensione quasi strutturale, compositiva. Questo concetto della tensione deriva anche dal carattere dell’artista, che il Vasari (primo biografo degli artisti fino al rinascimento pieno) nelle sue “Vitae” descrive come scorbutico, ma che lo porterà nel corso della sua esistenza a interpretare la religiosità come uno degli elementi centrali della propria esistenza. Bisogna tenere anche conto del fatto che Michelangelo vive un periodo particolarmente teso e complicato per la Chiesa romana, quello della Riforma luterana, a cui farà seguito la politica della controriforma. E queste tensioni che si registrano all’interno della chiesa europea si riflettono nella personalità di Michelangelo e nel suo modo di interpretare la religione e la vicinanza a Dio attraverso dei moti di tensione morale e spirituale. Sarà combattuto tra istanze di rinnovamento e il riconoscimento della centralità della Chiesa cattolica.

L'evoluzione della bellezza

Questi moti lo portano a rivedere tra l’altro nel corso della sua esistenza il concetto stesso di bellezza, che emergerà in particolare dal confronto delle due pietà romana e fiorentina, realizzate a distanza di 50 anni. La distanza tra queste due opere aventi lo stesso tema testimonia l’evoluzione che Michelangelo ha dell’idea di bellezza, che cambia in maniera quasi radicale, in virtù di una maturazione di lui come uomo e come fedele. Lui comunque era profondamente pio e religioso e questo spiega anche la tensione con cui vive le trasformazioni della Chiesa nel corso del 1500. Non indifferente fu anche il Sacco di Roma del 1527 da parte dei lanzichenecchi di Carlo V, che colpì profondamente anche lo stesso Michelangelo che trascorso quasi tutta la sua esistenza tra Roma e Firenze. La sua attività si svolge fra queste due città ma poi a partire dal 1536 risiederà stabilmente a Roma fino alla morte nel 1564.

Tensione muscolare e cromatica

Questa tensione spirituale e morale si traduce nella scultura come una tensione muscolare: è proprio l’esaltazione della struttura del corpo umano. In alcuni casi è quasi eccessiva rispetto all’idea di proporzione. Nella pittura abbiamo una tensione cromatica prevalentemente: i colori sono molto vivaci e saturi e molto contrastanti tra loro. Puntano ad esaltare la componente muscolare e tridimensionale dei soggetti descritti. È all’opposto di quanto faceva Leonardo da Vinci, che attraverso una sfumatura e una velatura continua faceva quasi sovrapporre gli elementi che descriveva. C’era quasi una compenetrazione con gli sfondi, che via via sfumavano (in virtù dell’utilizzo della prospettiva aerea). I soggetti in primo piano si fondevano quasi con quelli sullo sfondo. Al contrario M. vuole accentuare la terza dimensione e per farlo usa colori contrastanti. Nella architettura abbiamo invece una tensione compositiva, cioè la capacità degli elementi che compongono l’edificio, attraverso la loro disposizione, di suggerire un’idea di tensione.

Michelangelo tra Roma e Firenze

Michelangelo nasce in provincia di Arezzo e si forma a Firenze nella bottega del Ghirlandaio. All’età di circa 20 anni a per la prima volta a Roma, dove ha uno dei primi incarichi importanti, cioè la prima pietà, commissionatagli da un cardinale belga. La sua attività poi si svolge alternativamente tra Roma e Firenze, fra Medici e papi romani.

Il rapporto con papa Giulio II

In particolare la figura del papa che si associa maggiormente a Michelangelo è papa Giulio II della Rovere, che fu colui che gli commissionò la ridipintura della cappella Sistina ma anche la tomba stessa del papa. Essa rimarrà però incompleta per una questione di fondi. Era un’opera assolutamente auto celebrativa, essendo comunque Giulio II un vero e proprio capo di stato, comandante degli eserciti pontifici. Ci saranno però anche degli scontri tra i due, in occasione del lavoro della Cappella. Michelangelo infatti era scarsamente interessato alla pittura e vi si era dedicato pochissimo nel corso della sua vita. All’inizio infatti rifiuta l’incarico, ma poi viene praticamente costretto dal papa.

Formazione e influenza classica

Frequenta anche, per formarsi, il cosiddetto Giardino dei Medici, cioè la residenza medicea a Firenze, dove la famiglia aveva collezionato opere dell’antichità classica romana. Qui i giovani artisti apprendevano l’arte della scultura, ma soprattutto si confrontavano con l’antichità classica. Non acquisivano solo la tecnica, ma imparavano a comprendere il linguaggio classico e assimilare il naturalismo. Nel caso di Michelangelo. ci sarà anche un tentativo di superare il naturalismo classicista di età romana, per reinterpretarlo in una chiave di lettura nuova, a lui contemporanea, cinquecentesca.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali differenze tra Michelangelo e Leonardo da Vinci?
  2. Michelangelo si concentra esclusivamente sull'arte, in particolare sulla scultura, mentre Leonardo si dedica parzialmente alle arti figurative e si interessa di vari campi di indagine. Michelangelo esalta la tridimensionalità e la tensione nelle sue opere, a differenza di Leonardo che utilizza sfumature per fondere gli elementi.

  3. Come si manifesta la "tensione" nelle opere di Michelangelo?
  4. La tensione nelle opere di Michelangelo si manifesta come tensione muscolare nella scultura, tensione cromatica nella pittura con colori vivaci e contrastanti, e tensione compositiva nell'architettura attraverso la disposizione degli elementi.

  5. Qual è il ruolo della religiosità nella vita e nelle opere di Michelangelo?
  6. La religiosità è centrale nella vita di Michelangelo, influenzando la sua interpretazione della bellezza e la sua risposta alle trasformazioni della Chiesa durante la Riforma e la Controriforma. La sua fede si riflette nella tensione morale e spirituale delle sue opere.

  7. Quali sono le influenze formative di Michelangelo durante la sua giovinezza?
  8. Michelangelo si forma nella bottega del Ghirlandaio a Firenze e nel Giardino dei Medici, dove apprende l'arte della scultura e si confronta con l'antichità classica, cercando di superare il naturalismo classicista con una nuova interpretazione cinquecentesca.

  9. Quali sono le opere più significative di Michelangelo e le sfide affrontate nella loro realizzazione?
  10. Tra le opere più significative di Michelangelo ci sono la Pietà, la volta della Cappella Sistina e la tomba di papa Giulio II. Ha affrontato sfide come la mancanza di fondi per la tomba e la sua iniziale riluttanza a dipingere la Cappella Sistina, essendo più interessato alla scultura.

Domande e risposte