blakman
Genius
6 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Il dipinto "La dama con l'ermellino" di Leonardo da Vinci, realizzato tra il 1489 e il 1490, raffigura Cecilia Gallerani e si distingue per l'uso simbolico dell'ermellino, emblema di purezza e legato alla nobiltà di Ludovico il Moro.
  • Leonardo supera i canoni del ritratto quattrocentesco, creando una composizione dinamica con una duplice rotazione tra il busto e la testa, e un intenso sguardo condiviso tra Cecilia e l'ermellino.
  • Il dipinto pone una grande attenzione ai dettagli, con un abbigliamento curato ma sobrio, una collana di perle nere che sottolinea la fedeltà di Cecilia, e un delicato gioco di luci che accentua la mano della dama.
  • Lo sfondo scuro, probabilmente risultato di un restauro, originariamente includeva una finestra, scoperta grazie alle analisi ai raggi X, suggerendo un'ambientazione più complessa.
  • L'ermellino, dipinto con precisione, rappresenta simbolicamente la purezza e la nobiltà, pur essendo più simile a un furetto, un omaggio alla complessità simbolica e araldica del periodo sforzesco.
In questo appunto di storia dell’arte per le scuole viene descritto e analizzato il celebre dipinto La dama con l’ermellino di Leonardo Da Vinci, realizzato tra il 1489 e il 1490.
leonardo da vinci

Indice

  1. La dama con l'ermellino: la storia del dipinto
  2. Stile e significato dell’opera

La dama con l'ermellino: la storia del dipinto

Uno dei ritratti più celebri di Leonardo da Vinci è la Dama con l'ermellino, realizzato tra il 1489 e il 1490, quando Leonardo Da Vinci si trovava a Milano, è un dipinto a olio su tavola dalle dimensioni di 54 x 40 cm, che raffigura la giovanissima Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro.

Il dipinto è percorso da una trama di sottili simbologie: l'ermellino è simbolo di purezza per il suo colore, era emblema dell'Ordine dell'ermellino, a cui apparteneva il Moro, e il suo nome in greco (galè) richiama il cognome della donna. Ma ciò che più colpisce nell'opera è la spontaneità dell'immagine: la figura emerge dallo sfondo scuro, illuminata da una luce proveniente da destra che e cattura l'attenzione e ne evidenzia la dolcezza del viso, per poi scivolare sulla spalla, sull'ermellino e sulla mano: è come se la dama si stesse volgendo richiamata da un rumore o da una voce: il busto compie una torsione che si accentua nella testa; lo sguardo, attento e pacato insieme, rivela la raffinatezza e l'intelligenza della dama. Il dipinto presuppone la conoscenza della ritrattistica fiamminga, ma soprattutto gli studi di ottica sui riflessi e sull'incidenza della luce sui corpi lucidi e opachi. Un'altra interpretazione è quella secondo cui il dipinto rappresenta la congiura contro Galeazzo Maria Sforza, la dama infatti dovrebbe rappresentare la figlia Caterina Sforza, che indossa una collana di perle nere rappresentanti il lutto, mentre l’ermellino rappresentava lo stemma di Giovanni Andrea Lampugnani, colui che uccise Sforza. Nei secoli successivi alla sua realizzazione il dipinto non veniva attribuito a Leonardo Da Vinci, la sua paternità viene ristabilita solo alla fine del XVIII secolo. Nel Novecento, durante il secondo conflitto mondiale, il dipinto venne nascosto nei sotterranei del castello del Wawel, e venne ritrovato dai nazisti. Per tantissimi anni il quadro è stato conservato nel Museo Czartoryski di Cracovia, mentre tra il 2012 e il 2017 è stato esposto nel castello del Wawel, nel 2016, l’opera è stata acquistata dal governo di Varsavia per 100 milioni di euro, attualmente il dipinto si trova nuovamente nel Museo Czartorysk.
per un ulteriore approfondimento su Ludovico il Moro vedi anche qua

Stile e significato dell’opera

Leonardo Da Vinci per la realizzazione di questo dipinto supera e va oltre quelli che erano gli schemi canonici del dipinto quattrocentesco, poiché lui facendo sfoggio di tutta la sua genialità, non si limita al mezzo busto di tre quarti ma opera una duplice rotazione della figura, in cui il busto è rivolto verso sinistra, mentre il capo è rivolto a destra. Leonardo Da Vinci inoltre rivolge sia lo sguardo di Cecilia, che quello dell’ermellino verso lo stesso punto, creando una sorta di identificazione tra l’animale e la giovane donna, entrambi volgono uno sguardo intenso e hanno una figura armonica, elegante e slanciata. Lo sguardo di entrambi sembra quindi rivolgersi verso un terzo personaggio immaginario che sta entrando nella stanza in cui si trovano, dalle labbra di Cecilia parte un accenno di sorriso, che sembra quasi impercettibile se non osservato attentamente. Questo poiché nelle sue opere Leonardo Da Vinci, non era solito raffigurare le emozioni in maniera esplicita e plateale, come altri suoi contemporanei, ma preferiva accennarle semplicemente. La mano della dama assume un significato importante, su di essa è infatti focalizzata la luce, le dita sono lunghe e sottili, posate delicatamente sull’animale. Una particolare attenzione è da rivolgere all’abbigliamento che Leonardo Da Vinci dipinge per la dama, questo è curato nei minimi dettagli, ma non risulta sfarzoso, l’unica parte elaborata è quella delle maniche, che l’artista dipinge in due colori e ornate con nastri, al contrario di come avveniva nei dipinti dei nobili, non sono presenti gioielli, a parte la collana di perle nere, che risalta poiché posta in contrasto con la pelle chiara di Cecilia, la collana probabilmente stava ad indicare la fedeltà che Cecilia provava verso Ludovico.
movimento dell’umanesimo
L’altro dettaglio di cui tenere conto è il nastro che la dama porta intorno al capo, che tiene fermo il velo che Cecilia porta sui capelli. Lo sfondo del dipinto è scuro, ma probabilmente lo è per opera di un restauro. Dalle analisi condotte sul dipinto, tramite l’utilizzo dei raggi X, è stato scoperto che dietro la spalla di Cecilia era presente una finestra. L’altro protagonista: l’ermellino, viene dipinto dall’artista con la stessa cura e precisione della dama, nonostante comunque l’animale è più simile a un furetto che a un ermellino, questo probabilmente perché l’ermellino era un animale difficilmente ammaestrabile, quindi quasi impossibile da prendere come modello, il furetto invece è considerato quasi come un animale domestico. Nonostante ciò è stato indicato come u ermellino proprio per la simbologia che l’ermellino porta con se, questo particolare animale infatti era il simbolo araldico sforzesco. All’ermellino viene inoltre attribuita la purezza e regalità, ma anche moderatezza.
per un ulteriore approfondimento sulla pittura del 400 vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la storia dietro il dipinto "La dama con l'ermellino" di Leonardo Da Vinci?
  2. "La dama con l'ermellino" è un celebre ritratto di Leonardo Da Vinci, realizzato tra il 1489 e il 1490 a Milano. Raffigura Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, e include simbolismi come l'ermellino, che rappresenta purezza e appartenenza all'Ordine dell'ermellino. Il dipinto è stato attribuito a Leonardo solo alla fine del XVIII secolo e ha avuto una storia movimentata, inclusa la sua scoperta durante la Seconda Guerra Mondiale.

  3. Quali sono le caratteristiche stilistiche e simboliche del dipinto?
  4. Leonardo supera i canoni del Quattrocento con una duplice rotazione della figura, creando un'identificazione tra Cecilia e l'ermellino. Entrambi guardano verso un punto comune, suggerendo un terzo personaggio immaginario. La luce è focalizzata sulla mano di Cecilia, e l'abbigliamento è dettagliato ma non sfarzoso, con una collana di perle nere che simboleggia la fedeltà a Ludovico.

  5. Quali sono le interpretazioni alternative del dipinto?
  6. Un'interpretazione alternativa suggerisce che il dipinto rappresenti la congiura contro Galeazzo Maria Sforza, con la dama come Caterina Sforza e l'ermellino come simbolo di Giovanni Andrea Lampugnani, l'assassino di Sforza. La collana di perle nere rappresenterebbe il lutto.

  7. Come è stato conservato e dove si trova attualmente il dipinto?
  8. Dopo essere stato nascosto durante la Seconda Guerra Mondiale e ritrovato dai nazisti, il dipinto è stato conservato nel Museo Czartoryski di Cracovia. Tra il 2012 e il 2017 è stato esposto nel castello del Wawel. Nel 2016, è stato acquistato dal governo di Varsavia e attualmente si trova nuovamente nel Museo Czartoryski.

  9. Quali dettagli tecnici e simbolici emergono dall'analisi del dipinto?
  10. Analisi con raggi X hanno rivelato una finestra dietro la spalla di Cecilia. L'ermellino, dipinto con cura, è più simile a un furetto, probabilmente per la difficoltà di addomesticare un ermellino. Tuttavia, è stato scelto per la sua simbologia di purezza e regalità, essendo un simbolo araldico sforzesco.

Domande e risposte