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Concetti Chiave

  • La Cappella Sistina, costruita tra il 1477 e il 1480 su commissione di Papa Sisto IV, è famosa per la sua decorazione a fresco realizzata da artisti umbri e toscani.
  • La decorazione è divisa in tre registri sovrapposti, con storie di Mosè e Cristo al centro e figure dei primi trenta pontefici in alto, modificata poi da Michelangelo nel Cinquecento.
  • Gli affreschi, diretti da Pietro Perugino e realizzati da artisti come Botticelli e Ghirlandaio, mostrano una varietà di stili distintivi, dalle armonie prospettiche alle scene drammatiche.
  • Le scene simboleggiano la continuità tra l'antica alleanza e la nuova era cristiana, riflettendo anche le scelte politiche di Sisto IV, come nella Punizione di Core e la Consegna delle chiavi a Pietro.
  • La Consegna delle chiavi a Pietro di Perugino è famosa per la sua costruzione prospettica, simboleggiando l'autorità divina di Pietro come guida della chiesa con eleganti panneggi e figure classicheggianti.

Indice

  1. La costruzione della Cappella Sistina
  2. La decorazione della Cappella Sistina
  3. Il Giudizio universale di Michelangelo
  4. Stili artistici a confronto
  5. La Punizione di Core, Datan e Abiram
  6. La Consegna delle chiavi a Pietro

La costruzione della Cappella Sistina

La Cappella Sistina, costruita come cappella privata alfe l’interno dei Palazzi Vaticani e divenuta sede dei conclavi, nacque dalla ristrutturazione dell’antica Cappella Magna per volontà di papa Sisto IV (da cui prese il nome) Sistina fra il 1477 e il 1480.

L’interno è a navata unica, con volta a botte ribassata retta da pennacchi alternati a lunette poste sopra le finestre monofore.

La decorazione della Cappella Sistina

La prima campagna di decorazione a fresco delle pareti, eseguita tra il 1481 e il 1483 (restaurata nel 1999), venne affidata a pittori umbri e toscani, questi ultimi inviati da Lorenzo il Magnifico. I lavori, coordinati da Pietro Perugino, videro all’opera Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli (1439-1507), aiutati dalle rispettive botteghe e da alcuni più stretti collaboratori, fra i quali spiccavano Luca Signorelli e Piero di Cosimo (1461/62-1521).

La decorazione è divisa in tre registri sovrapposti: il primo, in basso, a finti drappi con emblemi di Sisto IV; il secondo al centro con Storie di Mosè e Storie di Cristo; il terzo in alto con i Primi trenta pontefici.

Il Giudizio universale di Michelangelo

Nel Cinquecento, la parete di fondo opposta all’ingresso fu rifatta da Michelangelo, che vi affrescò il celebre Giudizio universale. Le figure intere dei pontefici (due sono andate perdute, forse con Gesù e Mosè, per lasciare posto al Giudizio) sono disposte a coppie entro nicchie conchigliate tra le finestre. Il cielo stellato dipinto sulla volta fu distrutto nel 1508 quando papa Giulio II commissionò a Michelangelo le Storie della Genesi.

Stili artistici a confronto

A questo piano iconografico unitario non corrisponde omogeneità stilistica, in quanto gli affreschi vennero realizzati da artisti molto diversi: alle armonie, anche scenografiche e prospettiche, del Perugino si contrappongono le scene più drammatiche di Botticelli, che si differenziano dalla resa equilibrata di figure, spazi e architetture che caratterizza l’opera del maestro umbro. Con lo stile tradizionale del fiorentino Cosimo Rosselli o quello piacevolmente narrativo e ritrattistico del Ghirlandaio si confronta invece Signorelli, pittore della nuova generazione, caratterizzato da fantasia, forte dinamismo e plasticità. □ La celebrazione dell’autorità papale Le scene sono poste in corrispondenza simbolica, in modo da sottolineare sia la continuità fra l’antica alleanza del popolo ebraico con Dio e quella più recente attuata da Cristo con l’umanità, sia il passaggio dalla condizione sub lege (l’età dell’Antico Testamento sotto le leggi di Mosè) a quella sub grada (l'era cristiana che confida nella resurrezione). Oltre alla simbologia religiosa, però, vivi sono i richiami agli eventi del tempo e alle scelte politiche e dottrinali di Sisto IV: emblematico in questo senso è l’affrontamento sulle opposte pareti fra la Punizione di Core, Datan e Abiram, dipinta da Botticelli, e la Consegna delle chiavi a Pietro del Perugino.

La Punizione di Core, Datan e Abiram

Nella Punizione di Core, Datan e Abiram 36 sono rappresentati i tre sacerdoti ebrei che negarono a Mosè e Aronne l’autorità civile e religiosa sul popolo eletto e che, per questo motivo, furono inghiottiti dalla terra. L’episodio, assai raro nella storia dell’arte, è un ammonimento allegorico per chiunque metta in discussione l’autorità papale e il suo potere di intervento nelle questioni temporali. Botticelli ambienta la composizione (il cui senso di lettura procede da destra) in un luogo fantastico che simboleggia Roma, magnificamente evocata dall’Arco di Costantino al centro. Mosè compare contemporaneamente tre volte (è l’uomo con la lunga barba bianca e la veste verde), in un’unità di tempo, luogo e azione che rende questa scena movimentata e piacevolmente narrativa.

La Consegna delle chiavi a Pietro

Nella Consegna delle chiavi a Pietro, forse l’episodio più celebre del ciclo, Cristo consegna all’apostolo le chiavi del regno dei cieli, poste esattamente sull’asse mediano della composizione. Viene così ribadita l’investitura divina di Pietro, primo pontefice, come guida della chiesa e la sua conseguente, indiscutibile autorità. L’evento è ambientato in una vasta piazza, colta in prospettiva da un punto di vista sopraelevato e popolata da figure poste in primo piano lungo una direttrice orizzontale, parallela all’occhio dell’osservatore. La costruzione prospettica è sottolineata dagli intarsi della pavimentazione. I personaggi sono vestiti con panneggi eleganti e morbidi, le loro pose sono classicheggianti. In secondo piano sono sparse figurette più piccole colte in atteggiamenti vivaci e vengono raffigurati i due episodi evangelici del Tributo e della Tentata lapidazione di Cristo. Anche le architetture dello sfondo seguono un andamento analogamente orizzontale. L’edificio ottagonale, espressione dell’ideale rinascimentale del tempio a pianta centrale, simboleggia il Tempio di Gerusalemme, mentre i due archi di trionfo laterali rievocano il paganesimo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della Cappella Sistina e chi ne ha commissionato la decorazione?
  2. La Cappella Sistina è stata costruita come cappella privata all'interno dei Palazzi Vaticani e divenne sede dei conclavi. Fu ristrutturata dall'antica Cappella Magna per volontà di papa Sisto IV tra il 1477 e il 1480. La decorazione a fresco delle pareti fu affidata a pittori umbri e toscani, coordinati da Pietro Perugino.

  3. Come è strutturata la decorazione della Cappella Sistina?
  4. La decorazione è divisa in tre registri sovrapposti: il primo in basso con finti drappi ed emblemi di Sisto IV, il secondo al centro con Storie di Mosè e Storie di Cristo, e il terzo in alto con i Primi trenta pontefici. Michelangelo successivamente affrescò il Giudizio universale sulla parete di fondo.

  5. Quali artisti hanno partecipato alla decorazione della Cappella Sistina e quali stili hanno adottato?
  6. Tra gli artisti che hanno partecipato ci sono Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, Luca Signorelli e Piero di Cosimo. Gli stili variano: Perugino con armonie scenografiche, Botticelli con scene drammatiche, Rosselli con uno stile tradizionale, Ghirlandaio con un approccio narrativo e ritrattistico, e Signorelli con dinamismo e plasticità.

  7. Qual è il significato simbolico delle scene affrescate nella Cappella Sistina?
  8. Le scene sottolineano la continuità tra l'antica alleanza del popolo ebraico con Dio e quella attuata da Cristo con l'umanità, evidenziando il passaggio dall'età dell'Antico Testamento a quella cristiana. Inoltre, riflettono le scelte politiche e dottrinali di Sisto IV, come dimostrato dalla Punizione di Core, Datan e Abiram e la Consegna delle chiavi a Pietro.

  9. Qual è l'importanza della scena della Consegna delle chiavi a Pietro?
  10. La Consegna delle chiavi a Pietro è forse l'episodio più celebre del ciclo, in cui Cristo consegna all'apostolo le chiavi del regno dei cieli, ribadendo l'investitura divina di Pietro come guida della chiesa e la sua indiscutibile autorità. La scena è ambientata in una piazza prospettica con figure eleganti e architetture simboliche.

Domande e risposte