Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • L'opera esposta agli Uffizi è un dittico che narra la storia biblica di Giuditta, eroe che libera Betulia decapitando il generale assiro Oloferne.
  • Nella prima tavola, "La scoperta del cadavere di Oloferne", si notano influenze di Pollaiolo e Mantegna, evidenti nell'anatomia del corpo e nei dettagli vividi.
  • La seconda tavola, "Il ritorno di Giuditta", mostra l'originalità di Botticelli, con un'armoniosa composizione di Giuditta e l'ancella che camminano con leggerezza.
  • I colori pallidi e l'espressione malinconica di Giuditta trasmettono serenità, nonostante il tema drammatico, grazie anche alla simbologia del ramo d'olivo.
  • Un'incongruenza curiosa è presente nella rappresentazione di Oloferne: la testa barbuta di un uomo maturo e il corpo giovane nella prima tavola.

Indice

  1. Descrizione dell'opera
  2. Influenze artistiche
  3. Dettagli della seconda tavola
  4. Contrasti e incongruenze

Descrizione dell'opera

L’opera, esposta alla Galleria degli Uffizi e realizzata fra il 1472 e il 1473, è composta da due tavolette, formando, così, un dittico. Vi è narrata la storia di Giuditta, una giovane donna ebrea, che stando al racconto della Bibbia, per liberare la città di Betulia, assediata dalle forze di Oloferne, un generale assiro, insieme ad una serva, si recò nel’accampamento nemico, sedusse l’uomo con la propria bellezza e quando si accorse che era addormentato a causa del troppo vino bevuto, gli sottrasse la scimitarra e lo decapitò, per poi tornare nella sua città.

Influenze artistiche

Il soggetto è stato trattato da molti artisti come Caravaggio, Donatello, Mantegna, Artemisia Gentileschi e Michelangelo.

Le due tavolette portano rispettivamente il titolo di La scoperta del cadavere di Oloferne e Il ritorno di Giuditta.

Nella prima tavola, è molto evidente l’influenza del Pollaiolo: nell’anatomia del corpo decapitato di Oloferme che giace su di un telo bianco, nel muso del cavallo che si profila sullo sfondo o nell’uomo a destra che si appoggia su di una spada. L’influenza dell’arte del Mantegna, che fra l’altro soggiornò a Firenze proprio qualche anno prima, si ritrova, invece, nell’accuratezza dei dettagli. I colori vivi (il bianco, il rosso e il blu), unitamente alle espressioni inorridite dei presenti, vogliono sottolineare la drammaticità dell’evento.

Dettagli della seconda tavola

Nella seconda tavola, l’originalità di Botticelli è più evidente Le due donne camminano una dietro l’altra, seguendo un sentiero che si snoda parallelo ad un costone roccioso. Giuditta ha ancora in mano l’arma con cui ha effettuato la decapitazione, mentre l’ancella porta la testa mozzata in un cestino, posto sul capo e sostenuto con la mano sinistra. L’andamento di entrambe è sinuoso e le curve dei due corpi si completano; infatti le parti avanzanti della serva si inseriscono in modo molto calcolato in quelle lasciate libere dalle rientranze di Giuditta. Lo stesso andamento è ripreso dalla curvatura del ramo d’olivo, simbolo della pace e della serenità raggiunte, che Giuditta tiene nella mano sinistra e dall’albero. La ragazza ha un’espressione piuttosto malinconica e con lo sguardo rivolto indietro, sembra essere assorta nel pensiero di quanto appena compiuto. Non è una donna guerriera e risoluta, bensì una normale donna del popolo coraggiosa, ma semplice. I colori degli abiti sono pallidi e sfumati (rosa e azzurro chiaro) e nonostante il tema, trasmettono una sensazione di serenità. Giuditta e la sua ancella sembrano leggerissime ed il panneggio delle loro vesti aumenta l’impressione che esse stiano quasi planando sulla terra. Sullo sfondo, al di là del poggio, si intravedono dei soldati. Potrebbero essere le schiere degli Ebrei che escono dalla città per scontrarsi con gli Assiri. Questi ultimi sono schierati con fanti e cavalieri stanno facendo la guardia guardia alle acque che circondano la città assediata.

Contrasti e incongruenze

Una curiosa incongruenza è data dalla testa di Oloferne che rivela essere quella di un uomo maturo con la barba, mentre il corpo disteso nella prima tavola è quella di un giovane.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la storia narrata nel dittico esposto alla Galleria degli Uffizi?
  2. La storia narrata è quella di Giuditta, una giovane donna ebrea che decapita il generale assiro Oloferne per liberare la città di Betulia.

  3. Quali influenze artistiche sono evidenti nella prima tavola del dittico?
  4. Nella prima tavola, si nota l'influenza del Pollaiolo nell'anatomia del corpo decapitato e del Mantegna nell'accuratezza dei dettagli.

  5. Come viene rappresentata Giuditta nella seconda tavola del dittico?
  6. Giuditta è rappresentata come una donna malinconica e semplice, con un'espressione assorta e colori degli abiti pallidi che trasmettono serenità.

  7. Qual è l'incongruenza curiosa presente nel dittico?
  8. L'incongruenza è che la testa di Oloferne appare quella di un uomo maturo con la barba, mentre il corpo nella prima tavola è di un giovane.

Domande e risposte