MiCo9
Erectus
1 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Il dipinto "Giuditta e Oloferne" vede Giuditta rappresentata dalla cortigiana Fillide Melandroni, una modella ricorrente nei lavori di Caravaggio.
  • Caravaggio utilizzava rappresentazioni di storie storiche per ottenere commissioni prestigiose, dimostrando la sua abilità artistica.
  • Il quadro mostra la maestria nel trasporre emozioni, evidenziate nello sguardo disgustato e concentrato di Giuditta e nell'urlo straziante di Oloferne.
  • Una figura anziana osserva la scena con sguardo impaziente, tenendo un panno in mano, contribuendo all'atmosfera drammatica.
  • Lo sfondo oscuro contrasta con la luce intensa che illumina la scena centrale, creando un effetto visivo potente.

Indice

  1. Il ruolo di Giuditta
  2. La scena della decapitazione

Il ruolo di Giuditta

In questo dipinto il ruolo di Giuditta è presentato alla perfezione dalla cortigiana dell'epoca Fillide Melandroni, la stessa che comparve numerose volte nei dipinti di Caravaggio. La rappresentazione pittorica di historie poteva consentire a Caravaggio di ottenere commissioni molto importanti, dimostrando di essere capace di gestirle facilmente e quindi di venire subito inquadrato come grande pittore del secolo. La Giuditta e Oloferne fu un segno di questa evidenza.

La scena della decapitazione

Il dipinto compenetra le precedenti ricerche nell'ambito della trasposizione dell'anima, evidenti nello sguardo disgustato e concentrato di Giuditta nello sforzo della decapitazione di Oloferne; quest'ultimo d'altra parte contribuisce all'atmosfera cupa con un urlo straziante. Questa scena viene assistita da una vecchia che, impaziente e con sguardo cupo, regge in mano un panno. Lo sfondo è praticamente oscuro e in contrasto con la potente luce che illumina l'avvenimento.

Domande e risposte