Concetti Chiave
- Sandro Botticelli, conosciuto anche come Sandro Filipepi, era noto per la sua lirica malinconia e acutezza del disegno, visibili in opere come "La Madonna col Bambino e san Giovannino" e "La scoperta del cadavere di Oloferne".
- L'Adorazione dei Magi e La Primavera riflettono l'influenza della cultura neoplatonica fiorentina e dei Medici, con ritratti di figure della famiglia e temi di intelletto e amore.
- La Primavera è una delle opere più celebri del Rinascimento, con una complessa composizione lineare che sottolinea l'idealizzazione delle figure e la coordinazione armoniosa dei soggetti.
- Nella Nascita di Venere, Botticelli utilizza elementi neoplatonici e una disposizione delle figure su un unico piano, centrando la composizione su Venere e accentuando la sua malinconia.
- La sua tecnica distintiva include l'uso di linee fluide per idealizzare le immagini e colori che trasmettono una sensazione di malinconia e delicatezza nelle opere.
Sandro Filipepi è detto Sandro Botticelli, così chiamato perché probabilmente era grasso come una “botticella”.
Opere e stile di Botticelli
Tra le sue prime opere possiamo riscontrare La Madonna col Bambino e san Giovannino in cui è già visibile la lirica malinconia dei ritmi lineari che sarà una sua caratteristica. Nella sua opera; “La scoperta del cadavere di Oloferne” si riscontra l’acutezza del disegno che accompagna il movimento del nudo corpo decapitato. Questa tavoletta e quella raffigurante il “Ritorno di Giuditta” formano un dittico. Camminando parallele al bordo del costone roccioso, le due donne si muovono sinuosamente: le parti avanzanti della prima si inseriscono nelle zone lasciate libere dalle rientranze della seconda.
Botticelli opera nell’ambito della cultura neoplatonica che si sviluppa a Firenze intorno ai Medici. L’artista da il volto dei principali membri della famiglia fiorentina e di alcune figure di spicco nella tavola con l’Adorazione dei Magi.
La Primavera e il suo significato
La Primavera è forse l’opera più famosa di tutto il rinascimento. La tavola fu dipinta per Lorenzo di Pierfrancesco dè Medici, che la collocò nella Villa di Castello. Intelletto e amore sono temi cari al Botticelli. La Primavera deve essere “letta” da destra a sinistra: Zèfiro, il vento fecondatore della natura, insegue Flora; dall’unione di Zefiro e Flora nasce la Primavera che avanza spargendo fiori; al centro è Venere, sormontata da Eros bendato e saettante; a sinistra le 3 Grazie, intrecciando le dita, danzano armoniosamente e Mercurio, alzando il caducèo, simbolo di prosperità e pace, dissipa le nuvole. Le figure sono strettamente coordinate fra loro secondo un andamento lineare. Venere è arretrata rispetto alle altre, ma rientra nella trama disegnativa e appare più alta e quindi dominatrice. La linea serve a Botticelli per idealizzare le immagini: la linea è un segno che contornando gli oggetti li estranea dalla realtà e li restituisce non come sono ma come li vediamo mentalmente.
La Nascita di Venere
Anche nella Nascita di Venere sono riscontrabili elementi neoplatonici. La fanciulla cantata dal poeta è Venere Anadiomene, cioè “nata dalla spuma del mare”. Sostenuta da una conchiglia è sospinta dal soffio dei venti verso terra, dove una figura: Flore, l’attende per rivestirla con un manto purpureo. Botticelli torna alla disposizione delle figure su un solo piano anteriore e alla continuità della linea. Pertanto la lettura del dipinto non può essere effettuata, come nella Primavera, da un’estremità all’altra: Venere è il centro della composizione e verso di lei convergono le linee arcuate dei Venti. Il corpo nudo della dea è circondato da una linea interrotta. Anche le sue fattezze fisionomiche: la testa, piccola reclinata, il lungo collo sottile dal quale nasce la doppia inclinazione delle spalle , l’allargarsi dei fianchi è morbido e graduale. Il mare e il cielo si impostano verticalmente. La malinconia botticelliana qui si accentua: negli occhi di Venere, nel quale viso appunto possiamo intravedere una certa malinconia e pure nelle espressioni dei venti. Infine possiamo dire che i colori, impalliditi, rabbrividiscono nel distendersi sulle superfici.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del soprannome "Botticelli" per Sandro Filipepi?
- Quali sono le caratteristiche principali delle opere di Botticelli?
- Come si sviluppa la composizione nella "Primavera" di Botticelli?
- Quali elementi neoplatonici sono presenti nella "Nascita di Venere"?
Sandro Filipepi è detto Sandro Botticelli, probabilmente perché era grasso come una "botticella".
Le opere di Botticelli sono caratterizzate da una lirica malinconia nei ritmi lineari e da un'acutezza del disegno che accompagna il movimento delle figure.
Nella "Primavera", le figure sono coordinate secondo un andamento lineare, con Venere al centro, arretrata ma dominante, e la scena deve essere letta da destra a sinistra.
Nella "Nascita di Venere", elementi neoplatonici includono la figura di Venere Anadiomene, la disposizione delle figure su un piano anteriore, e la malinconia espressa nei tratti e nei colori.