lottex
Ominide
19 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Il Surrealismo è l'ultimo movimento delle Avanguardie artistiche, nato nel 1924, influenzato dalle teorie psicoanalitiche e caratterizzato dall'uso dell'inconscio e del sogno.
  • Salvador Dalì, figura centrale del Surrealismo figurativo, è noto per il suo stile "paranoico-critico" e opere iconiche come "La persistenza della memoria".
  • Renè Magritte, soprannominato "le saboteur tranquille", utilizza contrasti tra realismo e surrealismo per sfidare la percezione e la logica, come nell'opera "L’uso della parola".
  • Il cinema surrealista, rappresentato da registi come Louis Bunuel, ha introdotto tecniche oniriche e associative per criticare la società borghese e esplorare l'inconscio.
  • Le tecniche artistiche del Surrealismo includono la scrittura automatica, il "cadavres exquis", il collage e l'assemblaggio, promuovendo l'innovazione e la rottura con la tradizione.

Indice

  1. Origini del surrealismo
  2. Principi e influenze psicanalitiche
  3. Artisti e tecniche del surrealismo
  4. Salvador Dalì e il surrealismo
  5. Opere e stile di Dalì
  6. Renè Magritte e la sua arte
  7. Opere e filosofia di Magritte
  8. Cinema surrealista e Bunuel

Origini del surrealismo

Il Surrealismo è, cronologicamente, l’ultimo movimento delle Avanguardie artistiche.

Nasce ufficialmente nel 1924 a cavallo delle due guerre mondiali e con la fine del Dadaismo, raccogliendone l’eredità (la maggior parte dei dadaisti ne farà parte).

Il primo Manifesto del Surrealismo è scritto da André Breton che ne descrive i principi fondanti: in primo luogo la libertà dello spirito, che viene descritta come importante per l’immaginazione (messa in antitesi con la logica) e che va finalizzata positivamente, per la crescita umana e sociale.

Il nome viene inventato dal poeta e critico d'arte Apollinaire e nel Manifesto viene definito il suo significato, ovvero come sinonimo di automatismo puro, pensiero al di fuori dei confini della ragione e del controllo cosciente. Vediamo già dalla scelta nel nome una differenza con i dadaisti, per i quali il nome che li identificava non assume (volutamente) un significato preciso.

Principi e influenze psicanalitiche

Questi principi sono influenzati molto dalle teorie psicanalitiche, secondo le quali la mente umana è composta da diverse parti: quella consapevole (Io), quella inconscia (Es), quella ideale e morale (Super Io, in parte consapevole) e poi il pre-conscio come zona intermedia, per descrivere il tutto viene usata l’immagine dell’Iceberg che vede la sola parte conscia visibile e il resto è sommerso. Per la creazione artistica i surrealisti scelgono di utilizzare in via privilegiata le espressioni dell’inconscio, come il sogno e la scrittura automatica.

E’ interessante ricordare che inizialmente Sigmund Freud si mostra interessato a questo movimento, forse perché vede la possibilità di una “sublimazione” delle pulsioni inconsce attraverso l’arte (tema trattato anche da Freud che scrive dei saggi su alcune opere d’arte, come per il Mosè di Michelangelo), ma ben presto se ne allontanerà in maniera decisa, capendo che per il surrealisti, invece la “follia” è qualcosa di affascinante che non va curata.

Artisti e tecniche del surrealismo

Oltre a raccogliere il testimone dai dadaisti, il Surrealismo vede le sue premesse artistiche nell'immaginario visionario di Bosch (riconosciuto come fonte di ispirazione dallo stesso Breton) con le sue forme ibride tra uomo-animale-oggetto ed, anche, in certe sperimentazioni di pittori come Arcimboldi nei ritratti in cui mescolava elementi naturali per creare fisionomie umane o, ancora, in alcuni simbolisti come Moreau. Il fine però ora è diverso, perchè non è più tanto quello di creare un senso di meraviglia o stupore ma quello di far risvegliare l'inconscio (d'altra parte in passato l'inconscio non era stato teorizzato, per cui non sarebbe stato neppure possibile). Dal punto di vista narrativo, invece, i riferimenti sono Rimbaud, Jarry (con la sua “Patafisica”, una sorta di evoluzione, tra la scienza e la sua caricatura, della metafisica che aveva in precedenza ispirato l'omonimo movimento artistico) e il marchese De Sade con importanza che dà alla sessualità rispetto alla ragione e alla morale (anche la sessualità è uno dei temi trattati da Freud). Infine, a livello politico, sono vicini all'ideologia comunista di Marx (aspetto che crea nel tempo diverse divisioni interne).

In sintesi, si può considerare la “surrealtà” (intesa come una specie di assoluto) frutto dell'unione inedita di aspetti di realtà con quelli invece legati al sogno e all'inconscio.

Dal punto di vista della tecnica, oltre alla scrittura automatica, utilizzano un disegno collettivo da loro ribattezzato “cadavres exquis” in cui un artista inizia un disegno e poi lo passava ad un altro, così da comporre immagini inconsuete e bizzarre, oltre che le tecniche del collage, l’assemblaggio, il fotomontaggio, il primo “dripping” (Andrè Masson dipinge gettando spruzzi di colla e sabbia, creando una forma simile a quella che userà Pollock) e il cinema. Seguendo la distinzione del libro di testo, le opere, a seconda delle tecniche utilizzate, possono essere suddivise in due filoni principali: quello che utilizza tecniche di rappresentazione tradizionali (oniriche ma riconoscibili, ispirate alle scene della pittura Metafisica) e un altro che invece fa uso di mezzi non tradizionali (raggruppa tutte le opere che utilizzano il collage, l’assemblaggio, il ready-made...).

La prima mostra collettiva surrealista si tiene a Parigi nel 1925 e partecipano, tra gli altri, Arp, Masson, Mirò, Man Ray ma anche Picasso (nelle sue esplorazione e nella sua lunga vita sperimenterà anche questo stile).

Salvador Dalì e il surrealismo

Uno degli esponenti di spicco tra i surrealisti è sicuramente Salvador Dalì. Nasce nel 1904 in Catalogna (Spagna) in una famiglia benestante, il padre è un notaio che tiene alla disciplina, a differenza della madre che incoraggia le inclinazioni artistiche del figlio (il suo primo quadro è del 1910). Ha una sorella e un fratello maggiore che muore prematuramente (con il suo stesso nome, pare che i genitori incoraggino in lui l'idea che ne fosse la reincarnazione). La madre muore per una grave malattia quando Dalì è adolescente.

Studia arte a Madrid (qui incontra il regista Bunuel) dove attira l'attenzione per i suoi modi e il suo stile eccentrico.

Nel 1923 è arrestato per le sue posizioni vicine all'anarchia. Qualche anno dopo la prima mostra a Barcellona. Nel 1926 viene espulso dalla scuola e visita Parigi, dove incontra Gala, la sua futura moglie che, oltre che compagna di vita, diventa una figura centrale nella gestione del suo lavoro e della sua vita (che si intreccia e crea il “personaggio” Dalì).

Dalì fa parte del Surrealismo figurativo e chiama il suo stile “paranoico-critico” in quanto pieno di illusioni ottiche che ricordano atmosfere oniriche e deliranti. Il sodalizio con il Surrealismo si interrompe intorno alla fine degli anni Trenta a causa di divergenze con Breton, che lo accusa di essere diventato troppo commerciale (lo chiamerà Avida Dollars, anagrammando il suo nome). E' precursore delle performance di body painting, si autodefinisce “perverso-polimorfo” (termine ripreso da studi di Freud sulla sessualità infantile dove non aveva alcuna connotazione negativa né moralistica, in quanto si tratta secondo lui, di una ricerca di piacere in fasi precoci, senza la maturità riproduttiva).

Opere e stile di Dalì

Nel 1931 dipinge “La persistenza della memoria”, una delle sue opere più conosciute. Qui vediamo alcuni oggetti irreali, tra cui alcuni orologi che sembrano sciogliersi, posti in un paesaggio arido (probabilmente ispirato ad una spiaggia della costa spagnola dove viveva). Gli orologi sembrano ancora segnare il tempo, ma non sono più solidi, a simboleggiare un'altra qualità temporale (ricordiamo l'influenza della Relatività su tutte le Avanguardie). A sinistra una forma a parallelepipedo su cui si appoggia l'orologio più grande, con una mosca appoggiata al quadrante in corrispondenza delle dodici. Un altro orologio è appoggiato, chiuso e coperto da alcune formiche e un altro ancora pende da un ramo di albero. Al centro una figura ibrida che, per alcuni particolari, probabilmente rappresenta il pittore stesso, caratterizzato da un grande occhio chiuso, dormiente e sognante.

La tavolozza cromatica vede il predominio del giallo ocra in contrasto con l'azzurro del mare, del cielo e dei quadranti. La linea dell'orizzonte è è elevata verso l'altro, ponendo attenzione sulla parte interna (tre quarti dello spazio sono dedicati alla spiaggia).

Lo stile realistico rende ancora più forte ed inquietante l'insieme, infatti l'essere verosimile rende più potente il senso di disorientamento si fronte all’opera. Attraverso questo l'artista è come se chiedesse all'osservatore di non dare per scontato il tempo e i ricordi.

Dalì nel 1936 crea un'opera che intitola “Telefono aragosta”, in cui riprende i Ready-made di Duchamp e Mar Ray, aggiungendo però la carica simbolica derivante dagli studi sull'inconscio (Freud scrive un testo dal tutolo significativo “Psicopatologia della vita quotidiana”), quindi la valenza psicologica degli assemblaggi. Questi oggetti surrealisti vengono detti “Objet trouvè”, una specie di oggetti recuperati dagli artisti e poi esposti senza o con minime alterazioni come opera d’arte (o come elemento di un’opera d’arte).

Un altro esempio di oggetto surrealista è quello di Oppenheim “La colazione in pelliccia”.

Dalì, come abbiamo visto nella sua biografia, vive sì nell'agiatezza, ma, probabilmente, fa esperienza nei suoi primi anni di un lutto non elaborato (il fratello maggiore), come Van Gogh. Come questo fa uso di sostanze (Dalì droghe, Van Gogh alcol), forse sono solo coincidenze che però fanno riflettere soprattutto per la differenza di biografia. Dalì infatti incontra una donna che lo sostiene, non conosce così la solitudine di Vincent ed anche, vive in un contesto in cui la “follia” dell'artista può essere compresa e curata, nel suo caso viene normalizzata ed, anche, considerata da molti necessaria, raggiungendo così molto successo già in vita e, soprattutto, potendo coltivare il suo talento venendo riconosciuto e valorizzato. Muore all'età di 84 per un attacco di cuore.

Renè Magritte e la sua arte

Un altro protagonista importante del Surrealismo è Renè Magritte. Nasce in una piccola città belga nel 1898; la sua infanzia è caratterizzata da molti traslochi e dal suicidio della madre che si getta nel fiume e verrà ritrovata con il viso coperto dalla camicia. Questo evento drammatico verrà in seguito rappresentato più volte: nel volto velato come in “Les amans” oppure in volti nascosti o coperti da altre figure, come in “La riproduzione vietata” e “L’uomo con la bombetta”, forse per elaborare il suo vissuto. Dopo gli studi classici inizia a dipingere, frequentando l’Accademia di Bruxelles dove conosce il Futurismo e il Cubismo. Finiti gli studi si sposa ed inizia a lavorare come grafico pubblicitario. Nel 1925 entra a far parte del Surrealismo. Qualche anno dopo organizza la sua prima personale a Bruxelles, mostra che non riscuote successo. Diventa riferimento per i surrealisti belgi. Vive per un breve periodo a Parigi, con la Seconda guerra mondiale e per fuggire ai Nazisti e alla persecuzione dell’arte “degenerata”, si trasferisce nel sud della Francia. Muore nel 1967 di tumore al pancreas.

Opere e filosofia di Magritte

Intorno alla metà degli anni Venti rimane impressionato da un quadro di De Chirico, pittore metafisico, “Il canto d’amore”; da questo stile prenderà probabilmente ispirazione per la creazione di atmosfere classiche e al tempo stesso inquietanti, rese dall’unione di elementi tradizionali con altri fuori luogo. Lui stesso dirà che vuole “far urlare gli oggetti familiari” creando effetti paradossali.

Magritte vene chiamato anche “le sabouteur tranquille” proprio a causa delle opere apparentemente realistiche e capaci, invece, di instillare dubbi e cortocircuiti percettivi e di senso, è appassionato di cinema, in particolare di genere giallo. In molte opere è presente il cappello a bombetta, simbolo dell’uomo borghese (alter ego del pittore) inserito in contesti stravaganti allo scopo di confondere e scalfire le certezze del periodo. Questo miscuglio di aspetti borghesi e trasgressivi sarà una sua cifra (presente anche nel cinema surrealista, vedi in particolare i film di Bunuel).

Nel 1953 dipinge “Golconde” in cui rappresenta una serie di uomini vestiti in abiti borghesi, con la bombetta in testa, sospesi in cielo. Gli uomini sono vestiti in maniera uguale, mentre la posizione è diversa (alcuni sono di spalle, altri di fronte e di profilo) ed è diversa anche la grandezza delle figure. Gli uomini sono rappresentati sullo sfondo di un panorama cittadino di case belghe e con un cielo azzurro che sembra bidimensionale.

L’insieme vede la contrapposizione di elementi realistici come lo sfondo e le immagini degli uomini, con una composizione spiazzante (le figure sospese); in questo modo trasmette e mette in evidenza la differenza tra la realtà e la sua rappresentazione (la seconda è sempre “irreale”), suscitando una riflessione e una decodifica nell’osservatore. Ricerca quindi un’arte che metta in gioco chi osserva, destrutturando i canoni dell’arte tradizionale, trasmettendo messaggi in codice.

Inoltre, secondo alcuni critici, questo quadro può rappresentare anche il rischio di omologazione presente nella società, che non permette né valorizza facilmente l’espressione autentica di sé.

Un’altra opera molto nota dell’artista si intitola “L’uso della parola” (1928-29). Qui una pipa occupa lo spazio chiaro dello sfondo accompagnata dalla scritta in corsivo “ceci n’est pas une pipe”, insieme che ricorda i libri scolastici in uso tempo fa in cui ad ogni lettera corrispondeva un’immagine. In questo caso però la didascalia contraddice l’immagine o, meglio, la definisce su un altro livello logico (potremmo dire, non a caso, un livello “meta”) poiché effettivamente questa è la rappresentazione bidimensionale di una pipa e non una pipa reale (intendendo sul piano concreto e fisico, Magritte stesso scrive “chi potrebbe fumare la mia pipa?”, avvertendo chi osserva della contraddizione).

Il senso e il messaggio si ritrovano attraverso un salto di livello, una riflessione che passa dall’andare oltre il primo impatto di corto-circuito logico.

In quest’opera, quindi, è ancora più evidente la filosofia di Magritte, secondo cui la pittura è legata al pensiero, all’astrazione più che ai sensi.

Il filosofo Foucault che dedica un testo al pittore dirà che la sua arte (e quest’opera in particolare) è “doppiamente paradossale” perché da un lato nomina l’oggetto che in sé è rappresentato molto bene e non avrebbe la necessità di essere definito, ma dall’altro lato, lo fa attraverso una negazione (“non è una pipa”), scrive infatti: “Ed ecco che nel momento in cui dovrebbe dare il nome, lo dà negando che sia tale”.

Come descritto nel libro di testo, la complessità dei significati della pittura di Magritte è resa in forma ironica: se, infatti, l’ironia nella comunicazione consiste proprio nel dire qualcosa intendendo però trasmettere altro (incongruenza ad esempio tra la frase letterale/contenuto e il tono di voce), l'artista è un maestro nell'utilizzare e trasferire l’ironia nel linguaggio pittorico portando l’osservatore oltre gli aspetti letterali.

Diversi movimenti delle Avanguardie hanno sperimentato questo linguaggio ma, probabilmente, le opere che hanno lasciato maggiormente il segno sono quelle dei Surrealisti.

Cinema surrealista e Bunuel

Louis Bunuel conosce e collabora con Salvador Dalì in due cortometraggi, uno dei quali “Un chien andalu” prende di mira la borghesia come rappresentante del passato (i cani andalusi sarebbero i borghesi intellettuali spagnoli) E' molto famosa la sequenza di una nuvola che passa davanti alla luna e un rasoio traccia una linea con un rasoio sull'occhio di una donna, scena che ricorda il mondo onirico (la luna) e simboleggia la rivoluzione visiva portata dal movimento che mira a mostrare quello che non si è visto in passato (e quello che è nascosto). Le scene sono collegate solo da associazioni libere (metodo ripreso sempre dalla tecnica psicoanalitica freudiana).

La critica alla borghesia è sempre presente in Bunuel, che intitola un film “Il fascino discreto della borghesia” che, nel film non ha nulla di discreto (anzi, comunica in maniera grottesca, comica e inquietante) ma raccoglie una serie di critiche alle ipocrisie di quel mondo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principi fondanti del Surrealismo secondo André Breton?
  2. André Breton, nel primo Manifesto del Surrealismo, descrive i principi fondanti come la libertà dello spirito e l'importanza dell'immaginazione, in contrasto con la logica, per la crescita umana e sociale. Il Surrealismo è definito come sinonimo di automatismo puro, pensiero al di fuori dei confini della ragione e del controllo cosciente.

  3. Qual è il ruolo dell'inconscio nell'arte surrealista?
  4. Nell'arte surrealista, l'inconscio gioca un ruolo centrale. I surrealisti privilegiano le espressioni dell'inconscio, come il sogno e la scrittura automatica, per la creazione artistica, influenzati dalle teorie psicanalitiche che descrivono la mente umana come composta da diverse parti, tra cui l'inconscio.

  5. Come si differenzia lo stile di Salvador Dalì all'interno del Surrealismo?
  6. Salvador Dalì è noto per il suo stile "paranoico-critico", caratterizzato da illusioni ottiche che evocano atmosfere oniriche e deliranti. Il suo sodalizio con il Surrealismo si interrompe a causa di divergenze con Breton, che lo accusa di essere diventato troppo commerciale.

  7. Quali sono le caratteristiche distintive delle opere di Renè Magritte?
  8. Le opere di Renè Magritte sono caratterizzate da atmosfere classiche e inquietanti, ottenute dall'unione di elementi tradizionali con altri fuori luogo. Magritte è noto per instillare dubbi e cortocircuiti percettivi e di senso, utilizzando l'ironia per portare l'osservatore oltre gli aspetti letterali.

  9. Qual è l'importanza del cinema nel movimento surrealista?
  10. Il cinema è stato un mezzo espressivo importante per i surrealisti, con opere significative come i cortometraggi di Louis Bunuel e Salvador Dalì. Questi film, come "Un chien andalu", utilizzano associazioni libere e simbolismo onirico per criticare la borghesia e rivoluzionare la visione tradizionale.

Domande e risposte