Concetti Chiave
- Il futurismo, volto italiano delle avanguardie del primo Novecento, si distingue per la sua indipendenza culturale dalla Francia e dall'Europa.
- Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento, pubblicò il Manifesto del futurismo a Parigi nel 1909, definendo il ruolo dell'artista come militante di un'ideologia.
- Il futurismo esalta la modernità e la velocità della vita moderna, con Milano come capitale simbolo della crescita industriale e urbanistica.
- Il movimento si fonda sull'idea della superiorità del dinamico rispetto allo statico, con due anime politiche contrastanti fino al 1919.
- Dopo il 1919, il futurismo si avvicina al fascismo, ma la sua influenza declina rapidamente dopo la Marcia su Roma e il delitto Matteotti.
Il futurismo è il volto italiano delle avanguardie artistiche del primo Novecento, non nutre alcuna sudditanza culturale nei confronti della Francia, culla di tutte le novità e del resto d’Europa. Il movimento si riconosce nelle idee del suo fondatore, lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, ispiratore e principale autore del Manifesto del futurismo pubblicato a Parigi nel 20 Febbraio 1909 sulla rivista Le Figarò e di li a poco integrato dal Manifesto dei pittori futuristi e dal successivo Manifesto tecnico della pittura futurista .
L’ elaborazione di un testo programmatico definito “manifesto”, presuppone una concezione del ruolo dell’ arte come milizia e dell’artista come militante di un’ideologia da imporre agli occhi del pubblico. Il Manifesto del futurismo, poi, violente nel linguaggio, riprende dal positivismo il tema della fede nel progresso scientifico per arrivare ad esaltare la velocità della vita moderna. Capitale del futurismo non può essere che Milano, la città simbolo del lavoro industriale che vive una tumultuosa crescita degli insediamenti produttivi e di un impressionante espansione urbanistica. Il futurismo infatti si può considerare come un inno alla modernità che non tiene conto dei suoi risvolti negativi. L’ideologia futurista consiste soprattutto nell’affermazione della superiorità di ciò che è dinamico su ciò che è statico: secondo i futuristi, il primo è destinato a travolgere il secondo. Fino al 1919, nel movimento restano pariteticamente presenti due anime, una di sinistra decisa nell’esaltare le libertà e i valori laici, l’altra di destra, sempre più compromessa col reducismo degli Arditi e le loro pretese di aver compiuto vittoriosamente il risorgimento d’Italia. Dopo il 1919 la deriva del futurismo fu infatti tale da condurlo a schierarsi apertamente col fascismo: l’intento di Marinetti e degli artisti del movimento era quello di immettere e tener vivi nella forza politica creata da Benito Mussolini lo spirito modernizzatore e il furore antiborghese; ma il tutto fu un’illusione di breve durata, perché già dopo la Marcia su Roma e il delitto Matteotti, la liquidazione dei futuristi come forza propulsiva del fascismo fu un dato di fatto.Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Filippo Tommaso Marinetti nel futurismo?
- Quali sono le caratteristiche principali dell'ideologia futurista?
- Come si è evoluto il rapporto tra futurismo e politica dopo il 1919?
Filippo Tommaso Marinetti è il fondatore del futurismo e l'ispiratore principale del Manifesto del futurismo, pubblicato a Parigi nel 1909, che definisce le idee e l'ideologia del movimento.
L'ideologia futurista esalta la modernità, la velocità della vita moderna e la superiorità del dinamico sullo statico, ignorando i risvolti negativi della modernità.
Dopo il 1919, il futurismo si è schierato con il fascismo, cercando di mantenere vivo lo spirito modernizzatore e antiborghese nel movimento politico di Mussolini, ma questa alleanza è stata di breve durata.