Concetti Chiave
- Boccioni è un esponente chiave del futurismo nelle arti figurative, conosciuto per il suo impatto nella pittura e scultura, influenzato da esperienze di vita itinerante e viaggi in Europa.
- Opere come "La città che sale" e "La strada che entra nella casa" mostrano il suo interesse per la modernità e la dinamicità della vita urbana, utilizzando tecniche che fondono elementi divisionisti e cubisti.
- Nei suoi lavori, Boccioni esplora la fusione tra l'individuo e l'ambiente, rappresentando visioni simultanee e l'interazione tra materia e luce, come in "Materia" e "Visioni simultanee".
- La tecnica divisionista è evidente in molte delle sue opere, con pennellate che trasmettono vitalità e dinamismo, spesso rappresentando la modernità e il progresso.
- Nonostante non abbia mai realizzato opere in bronzo o marmo durante la sua vita, Boccioni ha rivoluzionato l'uso del gesso nelle sculture, con opere postume come "Forme uniche della continuità dello spazio" che incarnano il dinamismo futurista.
Boccioni → massimo protagonista del futurismo nelle arti figurative, in particolare pittura e scultura
Nasce a Reggio Calabria nel 1882, ma la sua famiglia era di Forlì. Il padre era un prefetto di polizia, quindi veniva trasferito in giro per l’Italia a seconda della necessità.
→ infanzia e giovinezza itineranti per Boccioni (scuole superiori e adolescenza a Catania).
Indice
Viaggi e influenze artistiche
Poi iniziò a viaggiare in Europa → Parigi e Russia (che lo colpisce molto, tanto da realizzare Autoritratto col colbacco).
Il fatto che visse in diverse città ampliò molto i suoi orizzonti culturali e lo invogliò sempre a viaggiare e a scoprire.
Determinanti per lui furono gli anni a Roma, dove entrò nello studio di Balla, ancora divisionista e quindi con una pennellata divisa e l’uso di colori terrosi-aranciati e alcuni tocchi di blu per aumentare la luminosità delle opere.
Una donna folle che porta un dito davanti alla bocca quasi a chiedere silenzio.
Tema sociale importante: Balla divisionista, interessato alla vita sociale, fattore che poi emerge anche nelle sue opere futuriste ( e anche di Boccioni).
Milano e l'inizio del futurismo
Boccioni dal 1906 si stabilisce a Milano.
Autoritratto col colbacco, 1908
→ pennellata tipicamente divisionista, ma il ritratto occupa solamente metà del dipinto, la parte destra è tutta dedicata alla città. E’ probabilmente sul balcone di casa, abitava in Piazza Trento.
Rievoca il suo recente viaggio in Russia.
mostra dei cantieri = città periferica, in via di sviluppo
E’ legato all’idea di modernità anche se ancora non ha aderito al futurismo.
→ Milano periferica, probabilmente sempre vista dal suo balcone.
Oltre a una casa in costruzione, c'è attenzione al brulicare di persone sulla strada e alle Industrie con ciminiere fumanti sullo sfondo.
MA la pennellata è ancora divisa.
Seppur raramente, rappresenta anche la città centrale: Rissa in galleria, 1910
Contraddizioni e vita personale
Qui sorge una delle contraddizioni dei futuristi che, nonostante le loro idee, in realtà frequentavano molto il centro di Milano.
Vuole rappresentare un evento violento scatenatosi in sua presenza: due donne al centro si strappano i capelli e attirano molta gente, alcuni accorrono per aiutare e altri ne approfittano per lanciare sassi sulla vetrina. → fini lontani dall'esaltazione della città storica
→ altra contraddizione: nonostante avrebbe dovuto essere antifemminista, in realtà visse sempre con sua madre (Cecilia) e sua sorella.
Qui rappresenta la madre più anziana, la sorella al centro e la sua compagna in fondo.
→ tecnica divisionista: pennellata pettinata che ricorda Previati
materializza pittoricamente la luce
Ci sono due fonti luminose: una la finestra a sinistra e un’altra in alto
→ rappresenta dei veri e propri raggi, sembra che la materia si trasformi in luce [ → E= mc²] → massa che interagisce con la luce si trasforma in energia.
1910 - Aderisce al futurismo
Inizia così a pensare a un trittico dedicato al lavoro, in quanto componente essenziale della società contemporanea
= intende laicizzare l’idea di trittico e dare sacralità al lavoro
Ma ne realizza solo la tela centrale: Gigante e pigmeo
→ uomo che cerca di domare un cavallo alato enorme ma senza successo
Cavallo alato = modernità che avanza, la città moderna che schiaccia la città storica
Opera preceduta da bozzetti, uno alla Collezione Burgenein di Venezia e uno alla Pinacoteca di Brera.
= la città che cresce
= opera manifesto del futurismo
E’ sempre ciò che vede dal suo balcone: stanno costruendo la vasca di raffreddamento per la vecchia centrale elettrica di Piazza Trento → cantiere
Sono uomini e cavalli che lavorano
Uomini: cercano di domare i cavalli imbizzarriti che trainano i carri
Cavalli: uno dal pelo rossiccio → cavallo alato (ali blu) e uno dal pelo bianco
figura del cavallo ripetuta più volte = slancio vitale, metafora di crescita positiva, derivano molto probabilmente dai cavalli di Previati ( → Il carro del Sole)
→ Forte energia, vitalità, dinamismo
La pennellata è ancora lunga e pettinata, di derivazione divisionista, come la presenza di un significato simbolico = inno al progresso e agli edifici della contemporaneità
Aspetto cromatico: prevalgono i primari affiancati dai non colori,
introduce, come i cubisti, il concetto di visione multipla perché rappresenta anche il ricordo di un oggetto o soggetto, quindi non solo ciò che vede. Lo fa anche in altre opere, come:
Donna vista da dietro affacciata al balcone
= sua madre che guarda la piazza davanti al loro appartamento
Sembra che la città si accartocci e provi ad entrare nella casa, i palazzi sembrano abbracciare il ritratto
→ non c’è un limite tra noi e le cose che ci stanno attorno
Entrano gli odori e i rumori, come le voci e il suono del tram:
rappresenta ciò che la madre vede ma con più punti di vista
→ Visioni simultanee: rappresenta anche ciò che conosce e ciò che sente, usa l’occhio fisico ma anche quello della mente
- cavallo alato che sembra scavalcare la madre e arrivare sul balcone, è il suo modo di rappresentare il nitrito che sente dalla piazza
C’è quindi una somiglianza col cubismo: Boccioni giunge autonomamente a una scomposizione e ricomposizione della forma simile a quella cubista, ma le immagini futuriste sono sempre molto più dinamiche e palpitanti.
Un’altra donna, dovrebbe essere Ines, si affaccia alla finestra guardando la piazza e Boccioni fonde la sua immagine con quella della città.
Lei è ritratta due volte:
una di profilo con veduta da dietro (Boccioni all’interno della casa)
una frontale, è il modo in cui i passanti la vedono alzando la testa
→ Doppia visione, simultanea: lo fa perché conosce il volto della donna e lo può ritrarre
mondo esterno e interno si fondono
Elementi in primo piano: una brocca e un piatto
Sono scomposti, la linea curva è quella dominante. Le immagina come se si stessero scomponendo, come se si stessero aprendo come sboccia un fiore
→ oggetto che si scompone dinamicamente nello spazio seguendo la sua linea di forza principale ( qui circolare) ed usa questa visione anche in ambito plastico:
Forme uniche della continuità dello spazio.
Sviluppo di una bottiglia nello spazio: bottiglia che si allarga dinamicamente nello spazio secondo la linea circolare, di sviluppo principale.
Trittici degli stati d'animo
Tra 1911 e 1912 realizza due serie di dipinti, due trittici:
I trittici degli stati d’animo
→ cerca di laicizzare il concetto di trittico e di dare sacralità a un aspetto della vita moderna
Prima versione: 1911, Museo del Novecento di Milano
Seconda versione: 1912, Museum of Modern Art di New York
C’è un significato emotivo simbolico che deriva dal divisionismo e i due trittici hanno sostanzialmente soggetti identici, come i titoli.
Ipotesi 1: le tele di Milano sarebbero solo il bozzetto di quelle di New York. C’è un tentativo da parte della critica di sminuire il valore delle prime e darne di più alle seconde, valore anche economico.
Ipotesi 2: Boccioni si trovava in un momento artistico e poetico diverso. Nel 1912 espone a Parigi e qui vede di persona il cubismo, che ha un’influenza molto evidente nelle tele di New York.
Prima versione:
Ci troviamo in una stazione ferroviaria = edificio simbolo della modernità
E’ il momento della separazione e per questo sono rappresentati più volte degli abbracci.
Qui è influenzato addirittura da Munch, soprattutto per i colori.
Uno è partito e l’altro è rimasto a terra.
Pennellata divisionista → moto e dinamismo del treno, da dx a sx(orizzontale ma un po’ inclinata = idea di movimento)
Colori = avanzare del treno perché i vecchi treni erano rossicci e avevano i maniglioni in ottone
Compaiono dei volti, ma in realtà è sempre lo stesso, visto per due volte con gli occhi chiusi e una ad occhi aperti, questo perchè il treno è in movimento; è come se vedessimo passare il treno e quindi chi c’è dentro, ma anche ciò che il finestrino riflette, quindi il paesaggio esterno (case) che ci sta alle spalle.
In questo modo mostra il passeggero ma anche ciò che lui vede.
Vetro: dove si incontrano ciò che è esterno e ciò che è interno → visione multipla
→ Visioni simultanee
→ tela statica
La pennellata è divisionista ma l’andamento è verticale e suggerisce l’idea di pioggia
le figure sono larvali, danno l’idea di un movimento lento
→ immagine di grande desolazione e solitudine
= persone lasciate sulla banchina → stati d'animo
Seconda versione:
→ tanti abbracci. Qui è chiaramente la stazione per i tralicci e la locomotiva posta al centro, vista frontalmente ma poi anche lateralmente.
Numero di serie: Breda 6943 → cubismo
Anche il modo in cui la forma è scomposta ricorda il cubismo
MA qui ci sono una dinamicità e una componente cromatica che i cubisti avevano abolito
Quelli che vanno:
I numeri presenti indicano i numeri delle carrozze
Il volto e il paesaggio rappresentati sono scomposti alla maniera cubista MA l’idea è sempre quella delle visioni simultanee
Quelli che restano:
Anche qui c’è un andamento verticale ma le figure sono scomposte alle maniera cubista le pennellate non sono rapide ma seguono la linea di forza circolare
= ritratto della madre → mater (latino) → materia: sostanza di tutte le cose
Siamo materia immersa nella materia, come noi influenziamo la materia esterna a noi, questa plasma noi.
Figura trasfigurata secondo le tecniche futuriste ma con anche elementi legati al cubismo.
Madre seduta sul balcone di casa, lo aveva già fatto in un’altra opera dall’impostazione simile del 1912: Costruzione orizzontale, (Materia ne è una rielaborazione e completamento), qui ritratta a mezzo busto, ma in Materia a figura intera = opera più completa.
Ciò che coglie la nostra attenzione sono le grandi mani in primo piano, tanto vicine all'occhio dell’osservatore da risultare più voluminose del viso
= citazione di opere d’arte del passato ed elemento in collisione con le regole prospettico-compositive tradizionali
→ nei dipinti tradizionali al centro c’era il punto di fuga, quindi quello fisicamente più lontano.
Andando a contraddire la prospettiva di ascendenza rinascimentale e, quasi a voler costruire una prospettiva invertita, Boccioni pone al centro le grandi mani deformate della madre, elemento più vicino all’occhio dello spettatore
→ Autoritratto allo specchio di Parmigianino
→ Ritratto di Daniel Henry Cavalier di Picasso
Non sappiamo con certezza se Boccioni conoscesse il Ritratto allo specchio di Parmigianino, anche se era molto conosciuto, è quindi molto probabile che si sia ispirato ad esso nonostante non lo ammise mai. Boccioni conosceva, però, benissimo il Ritratto di Daniel Henry Cavalier di Picasso perché quando si recò a Parigi fu ospite di Henry a casa propria, dove si trovava il suo ritratto.
Altro riferimento di Boccioni sono i ritratti femminili a figura intera o a mezzo busto di Cézanne.
Influenze e ispirazioni artistiche
Boccioni, in piena linea col pensiero futurista, che intendeva abbattere qualsiasi elemento culturale precedente, non ammise mai la derivazione delle sue opere da opere del passato, più o meno recente.
L’unico artista che ammette di aver seguito è Medardo Rosso, un grande protagonista e innovatore della scultura italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento, è considerato l’equivalente di Rodin in Francia, con cui condivide la passione e lo studio per la luce. Per questo sono stati entrambi avvicinati all’impressionismo, ma non furono mai impressionisti. E’ un artista che esce dai binari della storia dell’arte, non è facilmente inquadrabile in correnti e movimenti, la sua è una ricerca solitaria ed innovativa; cerca di trasmettere gli effetti di vibrazione atmosferica e luminosa nelle sue opere, elemento da cui ammette di trarre ispirazione anche Boccioni.
Volontà di rappresentare qualcosa di non esteticamente bello.
Gesso non più esistente che Boccioni espose a Parigi nel 1913.
E’ un ritratto della madre e il blocco quasi squadrato col quale si fonde è una casa → concetto simile a quello di Materia.
Questa vicinanza a Medardo Rosso è presente in un’altra opera in gesso esposta a Parigi: Testa + casa + luce
→ Costruzione orizzontale e Materia
In particolar modo qui troviamo gli stessi fasci luminosi che accarezzano la materia che ci sono anche in Materia.
La madre dell’artista è rappresentata con un paesaggio urbano sullo sfondo scomposto in maniera cubista e in cui si vede la ciminiera della vecchia centrale elettrica.
Testa scomposta perché in parte frontale e in parte di profilo.
Essa si può inscrivere in una circonferenza, che a sua volta si colloca in sommità di un’altra circonferenza descritta dalle spalle, dalle braccia, dalle avambraccia e dalle mani della donna, a loro volta inscritte in una circonferenza
Sotto a questa struttura di cerchi ripetuti c’è la massa piramidale della gonna, dalla quale sembrano uscire due figure rosse:
un cavallo al galoppo
un uomo in corsa
Sembra che si trovino sul terrazzo, ma sono sulla piazza, ma i rumori entrano nella casa.
Ancora una volta si vedono i riflessi di luce, che potrebbero ricordare i riflessi di un vetro
→ Boccioni potrebbe aver visto la madre attraverso il vetro delle finestre, che assumerebbe il ruolo del finestrino del treno in Quelli che vanno.
Boccioni riserva una particolare attenzione al parapetto in ferro battuto, con corrimano che sembra aprirsi come una pergamena secondo la linea fondamentale del cilindro, circolare.
Scultura e materiali innovativi
Boccioni nel corso della sua vita non realizzò né marmi né bronzi, i bronzi di Boccioni sono stati realizzati tutti postumi. Egli realizzò solo gessi perchè marmo e bronzo erano materiali tradizionali, ma il gesso era il materiale dei bozzetti → lo propone come materiale nobile in modo antiaccademico
MA per questo molti sono andati distrutti e ne restano solo fotografie
Prima fusione bronzea di Forme uniche della continuità dello spazio oggi al Museo del Novecento di Milano (originale in gesso, oggi al Museo dell’Università di Sao Paulo). Essa assume particolare rilievo perché voluta da Marinetti.
un uomo che cammina o di corsa
= un uomo eroico e dinamico, di cui si parla nel Manifesto
Per accentuare il dinamismo, pone la figura su due piccoli basamenti sotto entrambi i piedi, anziché uno, che avrebbe reso tutto più statico → spezza anche la tradizione
maniera sintetica → no braccia
corpo costituito da superfici concave e convesse che si intersecano e ricordano le scie delle cronofotografie
Titolo : l’idea è quella della continuità della materia, noi modifichiamo lo spazio che ci circonda ma esso ci modifica a sua volta → incontro-scontro tra la materia del corpo umano e quella che lo circonda
→ riferimento all’idea del flusso temporale di Bergson
Anche qui Boccioni guardò alle opere del passato più o meno lontano, ma senza ammetterne mai la derivazione:
dinamismo → Vittoria alata di Samotracia (greco ellenistica – Manifesto)
definizione della forma → Uomo che cammina di Rodin (corpo acefalo e mutilo)
Domande da interrogazione
- Chi è stato il massimo protagonista del futurismo nelle arti figurative?
Boccioni. Numero 2: Dove è nato Boccioni? Risposta: A Reggio Calabria. Numero 3: Quali città europee ha visitato Boccioni? Risposta: Parigi e Russia. Numero 4: In quale città si è stabilito Boccioni nel 1906? Risposta: Milano. Numero 5: Quali sono le opere più famose di Boccioni? Risposta: "La città che sale" e "Forme uniche della continuità dello spazio".