aleromanista91
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Concetti Chiave

  • Il Futurismo, iniziato da F. T. Marinetti nel 1909, fu un movimento politico-letterario e artistico, caratterizzato dal culto della forza, del dinamismo e della macchina.
  • Il Manifesto del Futurismo, pubblicato sul «Figaro», sottolineava la rottura con il passato e l'adesione totale al nazionalismo, influenzando anche le prime manifestazioni fasciste.
  • Letterariamente, il Futurismo introdusse le «parole in libertà», eliminando elementi come sintassi e punteggiatura, ma non riuscì a innovare oltre la letteratura decadente esistente.
  • Artisticamente, il movimento fu guidato da pittori come Boccioni e Carrà, che si ispirarono al dinamismo e alla macchina, con opere che spesso risentivano di influenze cubiste.
  • Seppure con influenze transitorie, diversi artisti e architetti come Morandi e Sant'Elia esplorarono il Futurismo, con Sant'Elia che immaginò la città futurista del futuro.

Indice

  1. Origini e ideologia del futurismo
  2. Manifesto tecnico e letteratura
  3. Pittura futurista e influenze cubiste

Origini e ideologia del futurismo

Movimento dapprima solo politico-letterario, poi anche artistico, iniziato da F. T. Marinetti nel 1909 a Milano. Il 20 febbraio dello stesso anno apparve, sotto forma di un articolo di fondo pubblicato sul «Figaro» a Parigi, il primo manifesto del gruppo. In esso il suo fondatore proclamava i futuristi pronti ad ogni rottura con il passato, convinti assertori dell'opportunità della guerra e decisi nazionalisti. Si configuravano anche i temi della letteratura futurista, basati sul culto della forza, della violenza, del dinamismo e della macchina. Privo di una vera base ideologica, il movimento si palesò subito più come un connubio non risolto di stati d'animo e di umori fino ad allora latenti, che come una corrente veramente innovatrice. Vi confluirono infatti molti degli equivoci e delle contraddizioni del momento: i fervori male indirizzati di una società desiderosa di rinnovarsi, l'immaturità dell'elemento piccolo-borghese, l'aspirazione dei ceti abbienti a difendersi con soluzioni autoritarie (il culto della forza e della violenza del f. si spiega anche in questo senso) dalle prime rivendicazioni operaie. Sul piano politico l'adesione dei futuristi al fascismo fu totale: Marinetti, Macchi e Bolzon compaiono nella lista capeggiata da Mussolini per le elezioni generali del 1919. Il movimento promosse diverse manifestazioni a carattere nazionalistico e molti dei suoi aderenti parteciparono alle varie imprese fasciste, compresa la marcia su Roma.

Manifesto tecnico e letteratura

In campo letterario i futuristi proposero, nel Manifesto tecnico della letteratura futurista (1910), le «parole in libertà», con le quali si abolivano la sintassi, la punteggiatura, l'avverbio, mentre l'uso del verbo era consentito solo all'infinito. A parte questo tentativo di un rinnovamento formale del linguaggio, il f. Il futurismo: un movimento tra politica, arte e letteratura articolonon suggerì niente di particolarmente nuovo, costituendo la fase ultima di rarefazione di una letteratura decadente già nota e prevedibile. Essendo del tutto transitoria la partecipazione al movimento di scrittori quali Govoni, Soffici, Papini, il f. non ebbe alcuna personalità artistica capace di far propria, in forme autentiche e spontanee, la sua tematica.

Pittura futurista e influenze cubiste

L'adesione dei pittori venne decisa a Milano da Boccioni, Dalmazzo, Carrà, Balla, Russolo e Severini che ne dettero notizia in una tumultuosa riunione al teatro Chiarella di Torino, lanciando il Primo manifesto della pittura futurista. Fonte di ispirazione fu ancora il culto per l'azione ed il dinamismo e per la macchina, considerata idealmente il centro dell'universo, principio di vita e di ogni energia. Su queste basi i futuristi ebbero esperienze analoghe a quelle dei cubisti. Gli oggetti per suggerire l'idea del movimento vennero scomposti e reciprocamente compenetrati. Ma mentre la ricerca cubista si svolse secondo un estremo rigore formale, i futuristi si mantennero su un piano di mimesi, spesso piuttosto meccanica.

Tuttavia alcuni di essi raggiunsero dei risultati considerevoli: Boccioni, ad esempio, nella Città che sale (New York, Museum of Modern Art) o in Dinamismo di un ciclista (Milano, collezione Mattioli) consegue accenti espressivi piuttosto efficaci; quadri bene impostati si ritrovano nella produzione di Balla, Carrà, Prampolini, Severini, per citarne solo qualcuno. In Severini le influenze cubiste sono ancora più evidenti che negli altri, al punto che molte sue opere possono considerarsi decisamente cubiste.

Esperienze futuriste, sia pure solo transitoriamente, vennero compiute da Morandi, Licini, Gino Rossi, Sironi, ed altri. Sant'Elia, precocemente scomparso come Boccioni, in una serie di disegni indicò quale doveva essere la città futurista dell'avvenire.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'inizio del movimento futurista e chi ne è stato il fondatore?
  2. Il movimento futurista è iniziato nel 1909 a Milano, fondato da F. T. Marinetti, con il primo manifesto pubblicato sul «Figaro» a Parigi il 20 febbraio dello stesso anno.

  3. Quali erano i temi principali della letteratura futurista?
  4. I temi principali della letteratura futurista includevano il culto della forza, della violenza, del dinamismo e della macchina, con un approccio che aboliva la sintassi e la punteggiatura.

  5. Come si è manifestata l'adesione dei futuristi al fascismo?
  6. L'adesione dei futuristi al fascismo fu totale, con Marinetti, Macchi e Bolzon che apparvero nella lista elettorale capeggiata da Mussolini nel 1919, e molti aderenti parteciparono a manifestazioni nazionalistiche e imprese fasciste.

  7. Quali artisti furono coinvolti nel movimento futurista in campo pittorico?
  8. Artisti come Boccioni, Dalmazzo, Carrà, Balla, Russolo e Severini furono coinvolti nel movimento futurista, lanciando il Primo manifesto della pittura futurista a Torino.

  9. Quali furono i risultati artistici raggiunti dai pittori futuristi?
  10. Alcuni pittori futuristi, come Boccioni con opere come "La Città che sale" e "Dinamismo di un ciclista", raggiunsero risultati considerevoli, mentre altri come Severini mostrarono influenze cubiste evidenti.

Domande e risposte