Concetti Chiave
- L'immagine dell'imperatore nel V secolo divenne più ieratica per esprimere maestà, allontanandosi dal realismo ma mantenendo alta qualità formale.
- Il ritratto imperiale puntava a trasmettere spiritualità attraverso sguardi stilizzati e acconciature elaborate accompagnate da diademi.
- Nel Ritratto di Arcadio e nel Colosseo di Barletta si osserva l'unione tra naturalismo statuario e astrazione dei volti.
- Le acconciature e i gioielli dei ritratti imperiali contrastavano con l'impersonalità dei volti, evidenziando abilità artistica.
- Il supposto Ritratto di Ariane illustra la maestria nel rappresentare figure imperiali con dettagli raffinati seppur stilizzati.
Indice
L'immagine ieratica dell'imperatore
Per esprimere la maestà dell’imperatore, la sua immagine divenne via via sempre più ieratica (cioè dall’aspetto grave e solenne). Il ritratto imperiale si allontanò sempre più dal realismo nella resa del volto, senza perdere però l’alta qualità formale; la stilizzazione dei lineamenti voleva esprimere nello sguardo la spiritualità, mentre l’acconciatura spesso artificiosa e incorniciata dal diadema, serviva quasi come un ornamento.
Esempi di ritratti imperiali
Questa tendenza si osserva per esempio nel Ritratto di Arcadio, proveniente da Costantinopoli e soprattutto nel cosiddetto Colosseo di Barletta, raffigurante un imperatore del V secolo (forse Marciano): all’alta qualità formale e al naturalismo del tipo statuario, un loricato, derivante dalla tradizione imperiale romana, si unisce l’astrazione del volto.
Contrasti nei ritratti imperiali
Lo stesso si può dire dei ritratti dell’acconciatura e dei gioielli si oppone all’impersonalità delle fattezze del volto, benché anch’esse rese con estrema maestria, come nel supposto Ritratto di Ariane, figlia e moglie di imperatori, che visse nella seconda metà del V secolo.