Concetti Chiave
- Le città etrusche si svilupparono su alture facilmente difendibili, con gli esempi migliori in Etruria Meridionale come Caere, Veio e Tarquinia.
- Nel VI secolo a.C., le città furono pianificate con schemi ortogonali, seguendo la pratica etrusca della "limitatio" basata sull'orientamento celeste.
- Due strade principali, il "decumanus" est-ovest e il "cardo" nord-sud, definivano la struttura urbana delle città etrusche.
- Le città etrusche avevano un sistema di suddivisione spaziale in base all'orientamento, con aree designate come "pars postica", "pars antica", "pars familiaris" e "pars Hostilis".
- Solo la città di Populonia sorgeva sul mare, mentre altre città come Caere e Tarquinia avevano porti interni a pochi chilometri dalla costa.
Indice
Le città etrusche e la loro difesa naturale
La maggior parte delle città etrusche, sviluppatesi dagli insediamenti del periodo Villanoviano sorgevano su alture che offrivano una difesa naturale ed erano perciò facilmente difendibili. Particolarmente adatto all'insediamento di città era il paesaggio dell'Etruria Medionale. Con i suoi costoni tufacei oblunghi, ripidi da quasi tutti i lati e necessitanti solo in pochi punti di difese artificiali. I migliori esempi di simili insediamenti sono Caere, Veio, Tarquinia. Nella parte settentrionale, caratterizzata da un paesaggio diverso, le città sorgevano in cime ad una collina come Orvieto, Volterra e Perugia.
L'origine e l'urbanistica delle città etrusche
I primi insediamenti sorgono nella prima età del Ferro e si tratta di una serie di capanne che seguono ed assecondano le irregolarità del terrirorio.
Mentre invece, le città, nascono nel VI sec a.C già ordinate, su schemi ortogonali, non vincolati dal territorio. Infatti è tutta etrusca, secondo Varrone, la pratica della “limitatio”, cioè l'attività degli auruspci di ripartire il terreno, tracciando sul suolo delle linee ortogonali, dette “limites”. Questi si rifacevano all'orientamento e alla divisione del modello celeste, per ottenere uno spazio “sacro”. I confini infatti venivano segnalati da “Cippi”, come quello ritrovato a Bettona (con l'incisione “confine di Larna”), del IV – III sec a.C.. Mentre invece in corrispondenza degli incroci viari, venivano interrate delle pietre, con incisa la croce (decussis) che indicavano l'orientamento celeste, e servivano anche da riferimento per la divisione dei lotti (come il ciottolo ritrovato a Marzabotto, della seconda metà del VI sec a.C.).
Struttura e divisione delle città etrusche
Le città etrusche avevano due strade principali, il “decumanus” orientato est - ovest, e il “cardo” orientato nord – sud (come per esempio evidenti si trovano nella città di Falerii Novi). Tutto lo spazio a nord del decumano è la “pars postica”, quella a sud la “pars antica”; a sinistra del cardo c'è la “pars familiaris” a oriente, di buon auspicio, e a destra la “pars Hostilis”, cioè sfavorevole.
Villaggi e difesa dei confini etruschi
Accanto alle città si estendevano tutta una serie di Villaggi sparsi per la campagna che a poco a poco persero la loro funzione originaria di insediamenti abitativi e divennero fortezze, castella, oppida, destinate alla vigilanza o alla difesa dei confini. Delle 12 città dell'etruria classica solo Populonia sorgeva sul mare. Le altre grandi potenze marinare come Caere e Tarquinia sorgevano a 6 – 15 km dal mare, nell'interno protetto bel paese e disponevano di propri porti
Domande da interrogazione
- Quali caratteristiche geografiche rendevano le città etrusche facilmente difendibili?
- Come venivano organizzate le città etrusche nel VI secolo a.C.?
- Qual era la funzione dei villaggi sparsi intorno alle città etrusche?
Le città etrusche erano spesso situate su alture che offrivano una difesa naturale, come i costoni tufacei dell'Etruria Medionale, che erano ripidi e necessitavano di poche difese artificiali.
Le città etrusche del VI secolo a.C. erano ordinate su schemi ortogonali, non vincolati dal territorio, grazie alla pratica della “limitatio” che prevedeva la divisione del terreno in base a linee ortogonali tracciate dagli auruspici.
I villaggi sparsi intorno alle città etrusche persero la loro funzione abitativa originaria e divennero fortezze, castella, oppida, destinate alla vigilanza o alla difesa dei confini.