Concetti Chiave
- I Romani conquistarono la Tracia e la Mesia attraverso un processo di oltre 200 anni, utilizzando strategie di combattimento diretto, alleanze e tensioni tra le tribù locali.
- La difesa territoriale romana nella regione si concentrava principalmente lungo il Danubio, con una rete di fortezze e accampamenti per prevenire le invasioni barbariche.
- La pianificazione territoriale romana includeva lo sviluppo di infrastrutture come strade, città e ponti, migliorando significativamente la rete stradale nella pianura del Danubio.
- Le invasioni barbariche, iniziate nel II secolo, portarono a distruzioni significative e alla necessità di rafforzare le difese urbane e territoriali nella regione.
- Il progressivo ritiro romano dalle terre tracie nel III secolo e le invasioni successive portarono alla perdita del controllo romano e all'insediamento di nuove popolazioni, segnando la fine dell'Impero nella penisola balcanica.
Indice
Presenza romana nei Balcani
I Romani furono presenti nella penisola balcanica tra l'anno 45, quando entrarono vittoriosi in Tracia, e il VI secolo quando l'impero cedette gradualmente sotto le invasioni di nuove tribù barbare arrivate da nord.
Conquista e amministrazione della Tracia
La conquista della Tracia fu un processo che durò più di 200 anni.
Dopo aver sottomesso la Macedonia, i Romani eliminarono metodicamente le tribù della Tracia, dopo l'altra, combattendole direttamente, stringendo alleanze o creando tensioni tra di esse in modo che si indebolissero a vicenda.
La conquista ebbe luogo in due fasi: prima fu stabilito il controllo sulle terre a nord di Stara Planina (la regione montuosa o Balcani), sulla pianura del Danubio (futura regione romana della Mesia), poi a sud di Stara Planina (futura regione romana della Tracia).
La conquista delle terre traci della parte centrale della penisola balcanica fu completata nell'anno 45. Le province istituite dai Romani erano la Macedonia (Macedonia, sud-ovest), la Mesia ( a nord di Stara Planina) e la Tracia (a sud di Stara Planina). Il Danubio serviva da confine settentrionale. Il suo ruolo di sicurezza era molto importante e i Romani vi dedicarono notevoli risorse. In effetti, gli inverni molto rigidi e il gelo del fiume permisero massicce invasioni barbariche (Germani, Celti, Geti) che riuscirono, così, a penetrare nella pianura del Danubio.
Difesa e infrastrutture romane
La provincia imperiale della Mesia fu formata nell'anno 12. Inizialmente comprendeva le terre della Bulgaria nord-occidentale e della Serbia orientale. Era delimitata a nord dal Danubio, a est dalle valli dei fiumi Vit e Ossam, a sud dalle alture di Hémus (Stara Planina) e ad ovest dal fiume Morava.
La costituzione della provincia di Tracia nel 45 (sotto l'imperatore Claudio) permise l'allargamento della Mesia verso est, fino al fiume Yantra (sotto l'imperatore Nerone), poi, sotto la dinastia Flavia, arrivò a comprendere tutti i territori nord-orientali, ad eccezione della costa marittima di Odesso e Dionisopoli (Varna). / Balchik) che era annessa alla Tracia.
Nell'86, la Mesia fu divisa in due nuove province, la Mesia Inferiore e la Mesia Superiore. Effettuata da Domiziano, questa suddivisione fu pensata tanto da ragioni amministrative ed economiche quanto dalla possibile minaccia militare al trono imperiale che potevano rappresentare le quattro legioni di stanza in questa remota provincia.
Le legioni romane erano permanentemente di stanza nelle grandi città della Mesia e in alcuni accampamenti militari. Da ovest a est, le forze romane erano disposte in un ordine specifico e ben determinato. Oltre a questo forte contingente militare, il confine danubiano era difeso da tutta una rete di fortezze, di accampamenti militari, di città e villaggi con funzioni militari rafforzate. Lungo il Danubio la difesa era rinforzata da un fossato difensivo, punteggiato da palizzate e torri di avvistamento. Nella Mesia Inferiore erano di stanza 18.000 legionari, in Mesia Superiore 12.000, senza contare le truppe ausiliarie, costituite dalle popolazioni traci locali, stimate in 12.000 uomini. In confronto alle guarnigioni di stanza in Tracia (2.000 legionari), possiamo vedere chiaramente l'importanza strategica che Roma dava al confine danubiano.
Urbanizzazione e stabilità romana
Questa concentrazione militare romana nella pianura del Danubio portò alla diffusione del latino. Invece, a sud di Stara Planina il greco rimase in uso (anche ufficiale) per tutto il periodo romano in Tracia (solo un'iscrizione latina si trova fino ad oggi a Plovdiv, capitale della provincia, relativa al Thesaurus (il tesoro pubblico).
I Romani intrapresero un vasto sviluppo del territorio conquistato: strade, città, mercati, ponti, rete postale con le sue stazioni, torri di guardia e di segnalazione, pozzi e fontane. La rete stradale fu notevolmente migliorata, sia che si trattasse del miglioramento delle strade della Tracia o del tracciamento di nuove. Le "autostrade" romane erano impressionanti: da 6 a 8 metri di larghezza e una base di 4 strati: terrapieni, ghiaia con malta, intero strato di malta, lastre / blocchi di pietra tagliata.
Durante il periodo di Traiano e durante le campagne contro i Daci, i Romani costruirono 8 ponti sul Danubio (in Mesia), di cui 2 massicci e 6 pontoni ( il primo ponte dei tempi moderni tra Bulgaria e Romania è stato costruito nel 1954 e il secondo solo nel 2013. Pertanto, i Romani rimangono gli unici fino ad oggi ad aver tracciato una strada lungo tutto il Danubio (e che oggi non esiste più) e quindi ad aver creato un'efficiente rete stradale nella pianura del Danubio. Erano le legioni romane ad essere incaricate dell’esecuzione di tutti questi lavori. In tempo di pace, tutta la vita quotidiana era strutturata in modo tale da essere utile a Roma (gran parte della produzione di mattoni per esempio avveniva grazie alle legioni). La presenza romana ha anche profondamente plasmato il paesaggio urbano: terme, riscaldamento centralizzato in edifici, teatri, templi, canalizzazione.
Invasioni e declino romano
Nel II secolo, dopo che Traiano ebbe definitivamente sconfitto i Daci guidati da Decebalo, fondò una nuova provincia: la Dacia. Seguì un periodo di relativa stabilità, durante il quale i Romani continuarono ad urbanizzare le terre tracie.
Tra l'anno 150-160 i territori balcanici furono oggetto di invasioni da parte di tribù germaniche e dei Vandali, provenienti principalmente da nord-ovest. Marco Aurelio respinse gli invasori, ma l'Impero si trovò immediatamente di fronte alle invasioni dei Costoboci e dei Sarmati nella Tracia settentrionale. Questi ultimi causarono notevoli distruzioni su una vasta area, impadronendosi anche di città ben fortificate. Per tale motivo, in un certo numero di città il recinto difensivo fu notevolmente ampliato e consolidato, o addirittura raddoppiato.
Fino alle invasioni dei Goti nel 250, le province traci dell'Impero conobbero un periodo di pace, per la vita socio-economica e domestica. Nel 212, l’imperatore Caracalla promulgò una nuova costituzione romana (Constitutio Antoniniana) che garantiva a tutti gli uomini liberi (ma non agli schiavi) la cittadinanza romana e i diritti fino ad allora concessi solo ai cittadini romani. Ciò permise alle autorità fiscali romane di attingere a un gran numero di nuove fonti di entrate per migliorare il bilancio dello Stato.
Ritiro e trasformazione dell'impero
Il III secolo segnò l'inizio del lungo ritiro dell'Impero Romano dalle terre traci sotto i potenti assalti dei Goti. Nonostante gli sforzi compiuti e i notevoli mezzi impegnati per il mantenimento del confine danubiano, i Romani non riuscirono mai a stabilizzare questo confine settentrionale.
Nel 242 e nel 250 i Goti causarono ingenti danni al sistema difensivo danubiano e alle aree urbanizzate della Tracia settentrionale. Nel 250 riuscirono persino a superare Stara Planina e dopo aver sconfitto l'esercito romano ad Augusta Trajana (Stara Zagora) continuarono verso Philipopolis (Plovdiv), che assediarono e occuparono, prima di ritirarsi di nuovo a nord. Per l'Impero Romano fu un brutto colpo. L'imperatore Decio Traiano, alla testa di un esercito, si mise all'inseguimento dei Goti per sconfiggerli e recuperare il loro bottino. Seguì un'altra grande sconfitta, vicino ad Abritus (Razgrad), dove Decio perse la vita. I Goti, d'altra parte, si stabilirono nella provincia della Dacia e cingevano regolarmente d’assedio le terre traci a sud del Danubio. Anche se Claudio inflisse loro una pesante sconfitta nel 269 vicino a Naissus (Nich, Serbia), nel complesso questo non pesò molto nell'equilibrio di potere tra Roma e le tribù germaniche. Di conseguenza, nel 271 l’imperatore Aureliano fu costretto ad abbandonare la Dacia per ricrearla a sud del Danubio, prendendo parti dei territori dalla Mesia e dalla Tracia.
Dopo l'istituzione della Tetrachia nel 285 da parte di Diocleziano e Massimiliano e la suddivisione dell'Impero Romano in Occidente e Oriente, il ruolo della Tracia divenne più importante. I Traci costituirono la principale fonte di reclutamento dell'esercito e la base economica nelle grandi città come Serdica (Sofia) o Bisanzio (Costantinopoli). Insieme a Philipopolis queste due città erano i principali centri amministrativi. Dopo il trasferimento della capitale dell’impero a Costantinopoli nel 330, la vicinanza della Tracia assicurò la prosperità. Quando Costantino il Grande riconobbe il Cristianesimo come religione ufficiale, la Tracia fu uno dei primi territori ad adottare la nuova religione.
Le invasioni barbariche del nord non furono semplici incursioni militari. Il più delle volte, hanno avuto luogo nel contesto della migrazione di massa delle popolazioni in cerca di migliori condizioni di vita. Gli sforzi dei Romani per respingerli alla fine fallirono. Intorno al VI secolo, il graduale insediamento di gruppi di nuove popolazioni portò alla ritirata e alla scomparsa dell'Impero Romano dalla penisola balcanica intorno al VI secolo. Questo periodo corrisponde all'arrivo massiccio degli slavi che in seguito, con i bulgari e le popolazioni traci presenti sul posto (i Geti), avrebbero gettato le basi per la creazione dello stato bulgaro alla fine del VII secolo.
Domande da interrogazione
- Quando e come iniziò la presenza romana nella penisola balcanica?
- Quali furono le fasi principali della conquista romana della Tracia?
- Qual era l'importanza del Danubio per i Romani?
- Come influenzò la presenza romana la cultura e la lingua nelle terre tracie?
- Quali furono le conseguenze delle invasioni barbariche per l'Impero Romano nella penisola balcanica?
La presenza romana nella penisola balcanica iniziò nell'anno 45, con l'entrata vittoriosa in Tracia, e durò fino al VI secolo, quando l'impero iniziò a cedere sotto le invasioni di nuove tribù barbare.
La conquista romana della Tracia avvenne in due fasi principali: inizialmente, i Romani stabilirono il controllo sulle terre a nord di Stara Planina e sulla pianura del Danubio (Mesia), e successivamente conquistarono le terre a sud di Stara Planina (Tracia).
Il Danubio aveva un ruolo cruciale per la sicurezza dell'Impero Romano, fungendo da confine settentrionale. I Romani dedicarono notevoli risorse alla sua difesa, soprattutto per prevenire le invasioni barbariche.
La presenza romana portò alla diffusione del latino nella pianura del Danubio, mentre a sud di Stara Planina il greco rimase in uso anche come lingua ufficiale per tutto il periodo romano in Tracia.
Le invasioni barbariche causarono notevoli distruzioni e alla fine contribuirono al graduale ritiro e alla scomparsa dell'Impero Romano dalla penisola balcanica intorno al VI secolo, aprendo la strada all'insediamento di nuove popolazioni e alla formazione dello stato bulgaro.