Concetti Chiave
- Il princeps senatus era il primo a parlare nel Senato repubblicano, generalmente un ex censore, rappresentando il più alto grado tra i senatori.
- Con l'avvento di Augusto, il ruolo del princeps senatus perde significato, poiché l'imperatore diviene il primo a prendere la parola.
- In età imperiale, il criterio censitario per la scelta del princeps senatus diventa cruciale, privilegiando i più ricchi che potevano offrire spettacoli sfarzosi.
- Le votazioni nel Senato avvenivano per discessionem, con i senatori che fisicamente si spostavano verso la proposta che intendevano sostenere.
- I senatori "pedarii" erano considerati di rango inferiore, partecipando solo con il voto senza fare proposte personali.
Il ruolo del princeps senatus
In Senato, il primo a parlare è il princeps senatus (il primus inter paris, uno tra pari, secondo quel criterio strettamente oligarchico di eguaglianza dei membri, un criterio che non sopporta disparità di ricchezze, di comportamenti e differenze ideologiche, ma che, viceversa, viene fortemente contraddetto nel corso della repubblica e del Principato), il più alto in grado dei senatori, dunque quasi sempre un ex censore.
Cambiamenti in età imperiale
Questo criterio cambierà molto in età imperiale perché quando Augusto assume il titolo di princeps, che fa riferimento al primus inter paris tradizionale, la figura del princeps senatus perde il suo significato e la sua importanza: il primo a prendere la parola è sempre l’imperatore ed è lui che “detta legge”; con Augusto cambia anche il modo di scegliere il princeps senatus, il quale assume del colorito censitario, evidente anche in età repubblicana, ma non determinante: mentre prima era sottinteso (le cariche pubbliche erano gratuite e bisognava possedere un censo molto alto per assumere una magistratura) l’aspetto censitario, ma non dichiarato, in età imperiale tale aspetto diviene molto importante (tanto che Simmaco, nel IV secolo, si lamenta perché il princeps senatus è scelto tra i ricchi, cioè tra quelli che possono offrire giochi più spettacolari e non più autorevoli, un’ipocrisia ideologica, perché anche in età repubblicana in quanto autorevoli alla fine coincidevano con i più ricchi).
Il sistema di voto nel Senato
Dopo la risposta del princeps senatus all’ordine del giorno si continuava e, sempre in modo gerarchico, chiunque volesse poteva prendere parola e dichiarare la propria opinione; alla fine si metteva ai voti la proposta o le varie proposte. Il modo in cui si votava era piuttosto buffo: i senatori votavano per discessionem (discedo, “cammino”), nel senso che si alzavano ed andavano a piedi dalla parte del senatore che aveva lanciato la proposta che volevano votare; quindi, essi si muovevano in base alle proprie preferenze, verso il senatore che aveva lanciato la proposta che essi intendevano accettare, accogliere. Nel Senato repubblicano alcuni senatori venivano chiamati “pedarii” (da pedes, “piedi”), da alcuni interpretato come l’attributo dato a senatori che votavano soltanto, senza proporre mai nulla; probabilmente, essi erano senatori di grado gerarchico inferiore, che non davano mai proposte ed esprimevano solamente il proprio voto per discessionem, cioè camminando.
Domande da interrogazione
- Chi era il princeps senatus e quale ruolo aveva nel Senato repubblicano?
- Come cambiò la selezione del princeps senatus durante l'età imperiale?
- Qual era il metodo di voto nel Senato repubblicano?
Il princeps senatus era il primo a parlare in Senato, considerato il più alto in grado tra i senatori, spesso un ex censore. Questo ruolo era significativo nella Repubblica, ma perse importanza con l'avvento dell'Impero e di Augusto.
Durante l'età imperiale, la selezione del princeps senatus divenne più legata al censo, con una preferenza per i ricchi che potevano offrire giochi spettacolari, un cambiamento rispetto alla Repubblica dove l'aspetto censitario era meno dichiarato.
Nel Senato repubblicano, i senatori votavano per discessionem, alzandosi e camminando verso il senatore che aveva proposto l'idea che intendevano sostenere, un metodo che rifletteva le loro preferenze in modo visibile.