Concetti Chiave
- Nel 186 a.C., il senatus consultum de Bacchanalibus regolamenta il culto di Bacco, imponendo severe restrizioni tra cui un massimo di cinque partecipanti per riunione.
- L'intervento del Senato è sollecitato dal console, preoccupato dalla trasformazione pericolosa del culto dionisiaco, che si diffonde di notte e coinvolge sia uomini che donne.
- Il decreto impone che ogni celebrazione del culto debba ricevere l'autorizzazione del pretore, sottolineando il controllo statale sulle pratiche religiose.
- Livio narra la vicenda, evidenziando elementi come l'uso di droghe, violenze e il rischio per i cittadini romani, suscitando l'allarme del console.
- Il senatus consultum prevede pene severe, tra cui la pena di morte, per chi non rispetta le nuove regolamentazioni del culto baccanale.
Indice
Il senatus consultum de Bacchanalibus
Nel 186 a.C.
Regolamentazione del culto di Bacco
è emanato il senatus consultum (il decreto che la consultazione del Senato produce su consultazione, in genere, del console, perché tale assemblea consultiva è riunita da un magistrato) de Bacchanalibus (i Baccanali possono riferirsi sia ai cultori del culto dionisiaco-baccanale che ai luoghi dove questo culto è espletato), che mostra un processo di snaturalizzazione del rapporto tra Roma ed i federati italici, dovuto alla provincializzazione; il Senato, sollecitato dal console, che lo informa di ciò che a suo parere sta accadendo a Roma e in tutta Italia, emana un decreto che non proibisce ma regolamenta fortemente il culto di Bacco, attraverso delle norme che riducono sostanzialmente al massimo di cinque persone coloro che possono riunirsi liberamente in un Baccanale, per espletare il culto connesso dopo aver fatto richiesta al pretore ed avendo avuto il permesso di farlo.
La narrazione di Livio
Di questa vicenda abbiamo sia la narrazione di Livio che un’iscrizione, la prima ne parla in molti capitoli (introducendo vicende familiari che ruotano attorno alla vicenda di una schiava che si presenta al console per denunciare ciò che sta succedendo: il culto di Bacco è diventato pericolosissimo per Roma perché, se un tempo era diurno, in una località pugliese è divenuto notturno, se prima era riservato alle sole donne ora è aperto anche agli uomini, concerne l’uso di stupefacenti, il compimento di sevizie, sodomizzazioni e addirittura vittime umane; esso è un culto orientale che prevede l’uscir fuori di se stessi attraverso droghe e altre forme. La schiava si rivolge al console perché il suo padroncino viene costretto a diventare un baccante dal padrino, che lo vuole far fuori per ereditarne i beni; tale vicenda allarma il console, che comprende la pericolosità dei gruppi baccanti, i quali ospitano anche cittadini romani, i quali corrono rischi, e che si rivolge al Senato. Nel 186, dopo alcune indagini, esso decreta la pena di morte per quanti non seguano le direttive e i permessi stabiliti.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il motivo principale per l'emanazione del senatus consultum de Bacchanalibus nel 186 a.C.?
- Quali restrizioni sono state imposte dal decreto sul culto di Bacco?
- Quali conseguenze erano previste per chi non rispettava le direttive del senatus consultum?
Il senatus consultum de Bacchanalibus è stato emanato per regolamentare il culto di Bacco, che era diventato pericoloso per Roma a causa di pratiche notturne, l'inclusione di uomini, l'uso di stupefacenti e atti violenti, come denunciato da una schiava al console.
Il decreto ha imposto che non più di cinque persone potessero riunirsi liberamente in un Baccanale, e solo dopo aver ottenuto il permesso dal pretore, per espletare il culto di Bacco.
Per coloro che non seguivano le direttive e i permessi stabiliti dal senatus consultum, era prevista la pena di morte.