Concetti Chiave
- La transizione dalla monarchia alla repubblica di Roma nel 509 a.C. segnò la fine delle guerre per unificare l'Italia e l'inizio dell'espansione verso il Mediterraneo.
- Il contatto culturale tra Roma e la Magna Grecia portò all'ellenizzazione della cultura romana e alla nascita della letteratura latina, influenzata dalle tradizioni greche.
- Le tensioni sociali tra patrizi e plebei portarono a importanti riforme, come l'introduzione del tribuno della plebe e la redazione delle Leggi delle XII Tavole.
- Il sistema politico di Roma garantiva stabilità attraverso un equilibrio tra monarchia, aristocrazia e democrazia, impedendo la degenerazione delle forme politiche.
- Oltre ai consoli e al senato, le magistrature romane includevano dittatori, pretori, edili, questori e censori con specifici compiti amministrativi e giudiziari.
Indice
- Transizione dalla monarchia alla repubblica
- Espansionismo italico e guerre
- Conquista della Magna Grecia
- Ellenizzazione della cultura latina
- Conflittualità interna e riforme sociali
- Fondamenti della potenza di Roma
- Equilibrio politico secondo Polibio
- Struttura delle magistrature romane
- Altre magistrature romane
Transizione dalla monarchia alla repubblica
Con la cacciata di Tarquinio il Superbo, nel 509, si data il passaggio dalla monarchia alla repubblica.
Espansionismo italico e guerre
Questa transizione, da un punto di vista militare, portò alla conclusione delle numerose guerre che Roma aveva intrapreso con i popoli italici per unificare, sotto il suo potere, il territorio italico. Ricordiamo le fasi dell’espansionismo italico:
1) le guerre contro le altre genti latine.
2) le guerre contro i Volsci.
3) la guerra contro gli Etruschi.
4) le guerre contro i Sanniti.
5) la guerra contro la città di Taranto e il re dell’Epiro, Pirro.
Al termine della guerra vittoriosa contro Pirro, re dell’Epiro, e della presa di Taranto, nel 272, Roma può guardare verso Cartagine, fino a quel momento padrona incontrastata del Mediterraneo. In particolare dal 753 al 509, Roma cercò di organizzare genti e culture diverse sotto un unico capo dando vita ad una convivenza fondata sulla parità di diritti e doveri nei confronti dello stato, atteggiamento che ha importanti ripercussioni anche da un punto di vista culturale.
Conquista della Magna Grecia
La conquista della Magna Grecia in particolare segna l’inizio di un contatto culturale con il mondo greco che sarà fondamentale per il successivo sviluppo della letteratura latina.
Ellenizzazione della cultura latina
Inizia in questo periodo un fenomeno di ellenizzazione della cultura latina: l’originario modello culturale del mos maiorum viene a convivere, non sempre pacificamente, con il modello culturale greco legato alla tradizione letteraria, storica e filosofica greca. Per capire l’importanza di questo contatto, basti pensare che la nascita della letteratura latina si data nel 240 a.C., anno in cui un letterato tarantino,
quindi greco, Livio Andronico, rappresenta una sua opera teatrale di argomento greco; inoltre lo stesso autore darà inizio all’epica latina traducendo dal greco l’Odissea di Omero.
Conflittualità interna e riforme sociali
Con la cacciata dell’ultimo re, si aprì anche una stagione di conflittualità interna allostato romano tra patrizi e plebei, una situazione che favorì tensioni che culminarono
nella Secessione dell’Aventino, quando i plebei si ritirarono sul colle Aventino impedendo il regolare svolgimento della vita della città. Le lotte sociali portarono ad un mutamento dello stato di cose, e cioè:
1) la creazione a tutela dei plebei della magistratura del tribuno della plebe che aveva come prerogative la sacrosantitas (inviolabilità personale) e l’intercessio (cioè il diritto di veto sulle decisioni lesive pe la plebe);
2) la redazione delle prime leggi scritte, le Leggi delle XII tavole;
3) la concessione di matrimoni misti tra patrizi e plebei;
4) l’ammissione dei plebei al consolato;
Fondamenti della potenza di Roma
Su cosa si fonda la potenza di Roma?
Secondo Machiavelli (XVI secolo) sull’equilibro tra potere esecutivo (consoli e re), amministrativo (senato) e il diritto di eleggere i magistrati superiori che spetta invece al popolo. Secondo Polibio (storico greco del II secolo a.C.) sulla contemporaneità della monarchia, aristocrazia e democrazia che garantisce la stabilità dello stato. Lo storico greco aveva infatti fatta propria la teoria dell’anaciclosi secondo la quale ogni forma politica degenera inevitabilemente decretando così la propria fine: la monarchia degenera in tirannide, la democrazia in anarchia, l’aristocrazia in oligarchia.
Equilibrio politico secondo Polibio
Secondo
Polibio, il sistema di magistrature elaborato a Roma garantiva un perfetto equilibrio tra queste tre principali forme di organizzazione politica impedendone così la degenerazione.
Struttura delle magistrature romane
La monarchia era infatti rappresentata dai due consoli che rimanevano in carica per un anno ed erano detentori della potestas (potere esecutivo) e dell’imperium (potere militare); l’aristocrazia era rappresentata dal senato che era l’assemblea degli ex magistrati a cui era attribuito il compito di aiutare i consoli nelle loro decisioni, di interessarsi della politica estera e di gestire le finanze dello Stato; la democrazia era rappresentata dai comizi centuriati, cioè dalle assemblee nelle quali si riuniva il popolo romano (diviso in 193 centurie, organizzate in base al censo e valide come unità di voto, ognuna delle quali doveva fornire 100 soldati e 10 cavalieri alla repubblica) per eleggere i magistrati.
Altre magistrature romane
Oltre alle magistrature fin qui presentate, troviamo:
1) il dittatore, che rimaneva in carica per un massimo di sei mesi e veniva eletto con pieni poteri solo in caso di pericolo per lo Stato;
2) i pretori che avevano il compito di amministrare la giustizia;
3) gli edili che si occupavano della supervisione degli edifici e delle strade e dell’approvvigionamento del mercato romano;
4) i questori che amministravano le finanze;
5) i censori che, ogni cinque anni, provvedevano al censimento della popolazione in base al censo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali guerre che Roma intraprese durante la transizione dalla monarchia alla repubblica?
- Quali furono le conseguenze culturali della conquista della Magna Grecia?
- Quali furono le principali riforme sociali a seguito delle tensioni tra patrizi e plebei?
- Su cosa si fondava la potenza di Roma secondo Machiavelli e Polibio?
- Quali erano le principali magistrature della Roma repubblicana?
Durante la transizione, Roma combatté guerre contro le genti latine, i Volsci, gli Etruschi, i Sanniti, e infine contro la città di Taranto e il re dell’Epiro, Pirro.
La conquista della Magna Grecia portò a un contatto culturale con il mondo greco, fondamentale per lo sviluppo della letteratura latina e l'ellenizzazione della cultura romana.
Le riforme includevano la creazione del tribuno della plebe, la redazione delle Leggi delle XII tavole, la concessione di matrimoni misti tra patrizi e plebei, e l’ammissione dei plebei al consolato.
Machiavelli riteneva che si fondasse sull'equilibrio tra potere esecutivo, amministrativo e il diritto del popolo di eleggere i magistrati, mentre Polibio credeva nell'equilibrio tra monarchia, aristocrazia e democrazia.
Le principali magistrature includevano i consoli, il senato, i comizi centuriati, il dittatore, i pretori, gli edili, i questori e i censori.