Concetti Chiave
- Nerva avvia il "principato adottivo" scegliendo Traiano come successore, rompendo la tradizione della successione dinastica.
- Sotto Traiano, l'impero romano raggiunge la massima estensione territoriale attraverso le conquiste della Dacia e contro i Parti.
- Adriano si concentra sulla stabilizzazione interna, costruendo il "Vallo di Adriano" e abbandonando le conquiste partiche.
- Marco Aurelio affronta gravi crisi, tra cui guerre contro i Parti e i Germani, e una devastante epidemia di vaiolo.
- Diocleziano introduce la "tetrarchia", dividendo l'impero in quattro regioni per una gestione più efficiente.
Indice
La successione di nerva e traiano
Nerva venne considerato solo come un imperatore di successione. Non aveva alcun figlio, quindi alla sua morte il potere dell’impero venne affidato a Traiano. In punto di morte Nerva adotta e nomina come suo successore Traiano. Lui sarà il primo imperatore a non essere di origine italica: era infatti di origine betica. Con Nerva e Traiano inizia di fatto “il principato adottivo”. Secondo il sistema del principato adottivo il successore del vecchio imperatore non deve essere un parente, ma deve essere la persona che il vecchio imperatore stesso ritiene più opportuna per svolgere questa carica. Da un punto di vista legale questa successione può sembrare una banale casualità perché partendo da Nerva fino ad arrivare a Marco Aurelio, tutti gli imperatori non avevano figli a cui poter lasciare in eredità il governo dell’impero, eccetto l’ultimo nominato.
Le conquiste militari di traiano
Traino viene considerato come un imperatore militare, infatti è sotto il suo principato che l’impero raggiunge la massima estensione territoriale. Le conquiste vengono divise in due campagne militari diverse, la prima per la conquista della Dacia, la seconda contro i Parti:
1. La conquista della Dacia avvenne in due fasi distinte. La prima tra il 101 e il 102, durante questa fase viene sconfitto Decebalo, il capo dei Daci, ma il territorio non viene occupato; durante la seconda fase invece, tra il 105 e il 106, dopo aver sconfitto definitivamente i Daci occupa il territorio e lo trasforma in provincia. Molti abitanti dell’impero vengono mandati o trasferiti nel nuovo territorio conquistato.
2. La guerra contro i Parti durò per ben tre anni, dal 113 al 116. Dopo averli sconfitti Traiano anche qui occupa il territorio. Risulta comunque molto difficile continuare a tenere tutti questi territori in Partia, tanto è vero che ben presto verranno abbandonati dal successore di Traiano.
Traiano è l’unico imperatore che è riuscito a fare conquiste di questo calibro, forse anche l’ultimo della storia dell’impero romano. Durante il ritorno in patria Traiano si ammalò gravemente e, dopo aver adottato e nominato come suo successore Adriano, morì.
Il principato di adriano
Con Andriano è iniziato ufficialmente il principato adottivo. È il nipote della moglie di Traiano e molto probabilmente le ultime pratiche dell’adozione vennero svolte da quest’ultima, a causa della morte dell’imperatore. Il suo principato durò per 21 anni. Come prima cosa abbandona i territori in Partia conquistato dallo zio: a differenza del suo predecessore non è un imperatore militare, ma si limita principalmente all’economia e all’amministrazione dell’impero. Inoltre diede molta importanza anche alla costruzione dei confini. A questo scopo viene costruito il famigerato “vallo di Adriano”, un sistema di fortificazioni che aveva la funzione di evitare le incursioni barbariche provenienti dalla Scozia. Il muro si erge dal Mar del Nord al Mar di Irlanda. Il suo successore Antonino Pio fece costruire un altro vallo più a nord, ma non riuscendo a controllarlo gli eserciti tornarono al primo sistema costruito da Adriano.
Il regno di antonino pio
Alla morte di Adriano il principato spettò ad Antonino Pio. Di questo imperatore non abbiamo molte notizie perché non ci sono arrivati abbastanza libri o scritti di quest’epoca. Governò fino al 161(salì al potere nel 138). In dodici anni di regno si ebbe solamente pace e prosperità economica.
Le sfide di marco aurelio
I primi problemi sorsero quando il comando dell’impero venne affidato a Marco Aurelio. Sale al potere nel 161 e governa fino al 180. Era il figlio di una delle persone che Adriano voleva al potere, ma a causa della morte di questo Adriano dovette adottare Marco Aurelio. Il suo è uno dei regni più difficoltosi perché è costretto ad affrontare numerose guerre. Marco Aurelio è un uomo molto colto, tanto è vero che scrisse anche un libro in greco “I colloqui con se stesso”. Era un amante della filosofia stoica greca e il suo regno viene anche definito come “un sogno dei filosofi”. Sul Campidoglio troviamo ancora una sua statua. Dopo che venne trovata dai Cristiani non venne abbattuta perché, siccome la statua appariva con la barba, pensavano fosse una statua dedicata all’imperatore Costantino, che si era convertito al cristianesimo. L’uso della barba era tipicamente orientale. Importare questa usanza a Roma era un segno evidente dell’influenza del mondo orientale su quello occidentale. Marco Aurelio dovette combatte due difficili guerre:
1. Si riaccese di nuove il fronte partico. Questa volta però Marco Aurelio mandò a combattere il fratellastro Lucio Vero, che vinse con successo nel 166.
2. Lui si occupò della questione settentrionale: delle popolazioni nomadi germaniche (i Marcomanni e i Quadi) avevano sfondato il limes ed erano arrivati fino ad Aquileia.
3. Un altro grandissimo problema che si sviluppo in quegli anni fu la diffusione di un’epidemia di vaiolo (una malattia letale che sfigurava le persone). Si ebbe così non solo una grave crisi demografica, per le numerosi morti, ma anche una grande crisi economica e militare.
La fine della dinastia degli antonini
Marco Aurelio si ammalò a causa di questa epidemia e morì. Nel 180 venne dichiarato imperatore il figlio Commodo. Ha inizio la fine della dinastia degli Antonini.
Commodo, il figlio di Marco Aurelio, era un imperatore egocentrico e megalomane, non è adatto a comandare. Ha forti manie di grandezza, ne è un esempio la statua dove si fa raffigurare come Ercole. Tra le poche cose che fece, cambiò il nome a Roma. venne ucciso nel 192 da una congiura di militare.
La dinastia dei severi
Dopo la morte di Commodo scoppia una guerra civile per la presa del potere. Il vincitore di questa guerra è Settimo Severo, che dà inizio a una nuova dinastia: la Dinastia dei Severi (4/5 imperatori). Settimo Severo instaura principalmente una monarchia militare, facendo numerose riforme all’interno dell’esercito. Alla sua morte (York 211) gli successero il figlio Caracalla e Geta. Ben presto Caracalla fece eliminare il fratello Geta. Il regno di Caracalla non fu particolarmente lungo. Fece due cose molto importanti:
1. Promuovere una legge che concedeva la cittadinanza romana a tutti i cittadini liberi dell’impero, eccetto a quelli che si erano arresi (non sappiamo cosa bene significasse questa dicitura poiché l’epigrafe da cui vennero prese queste informazioni era rovinata in quel punto). A questo proposito ci sono due teorie: una favorevole, che emana la legge per rendere legale un dato di fatto perché tutti i cittadini partecipano al benessere dell’impero; una sfavorevole, in quanto secondo Cassio Dione promuove questa legge per pura avidità.
2. La costruzione delle terme di Caracalla a Roma.
Dopo la morte di Caracalla il potere viene preso da Elagabalo (non è il suo vero nome). Era un sacerdote di un culto siriaco e poco tempo dopo viene eliminato. Salirà allora al potere Alessandro Severo, il cugino di Elagabalo, che a differenza sua viene visto come un imperatore buono.
Il mezzo secolo di anarchia militare
Dopo la morte di Alessandro il potere verrà preso da Massimino il Trace. Lui fu il primo imperatore di un periodo che viene chiamato “Mezzo secolo di Anarchia Militare”. Questo periodo durerà fino al 284 e sarà un semplicissimo susseguirsi di imperatori che verranno eletti dall’esercito e uccisi da congiure formate dagli stessi soldati in persona. Durante questo tempo (che rappresenta un periodo di decadenza per l’impero romano) i Sassanidi si ribellano e riescono ad entrare all’interno dei confini dell’impero e governarne una parte del territorio.
Durante il principato di Valeriano l’impero si spezza in due parti: l’imperatore di reca direttamente in Oriente, a combattere contro i Parti, ma si rivela un clamoroso disastro, Valeriano viene preso in schiavitù. Per far vedere il tremendo oltraggio all’impero romano, Shapur I porta sempre con se, ovunque va, l’imperatore catturato, come se fosse il suo bottino di guerra. Il figlio di Valeriano va invece a combattere i confini contro i Germani. Si creano così due regni autonomi, uno in Gallia e uno a Palmira, in Sira. Questi due nuovi regni autonomi sono governati da forze interne centrifughe.
Sotto il principato di Aurelio sembra che l’impero romano riesca piano piano a riprendersi. Come prima cosa costruisce mura lunghe 18km intorno alla città di Roma per proteggerla dalle invasioni barbariche, arrivate fino alla Pianura Padana. Una legione dell’esercito vinee inoltre dislocata vicino alle porte della città. Aureliano ha il compito di ripristinale e riordinare in cinque anni il caos che si è creato intorno all’impero. Riesce a sconfiggere il regno di Palmira e ne riporta il territorio all’interno dell’impero romano. Riesce inoltre, nel 275, a riportare il regno delle Gallie all’interno dell’impero.
La riorganizzazione di diocleziano
Infine, colui che mise fine ai cinquanta anni di anarchia militare fu l’Imperatore Diocleziano. Viene eletto imperatore nel 284 e governerà fino al 305. Diocleziano si rende conto che l’impero romano è ormai troppo grande per essere governato dalla capitale, che oltre tutto si trova anche in un punto molto lontano dall’Oriente e non si trova al centro dei territori imperiali. L’imperatore dunque non è capace di difendere ogni zona nello stesso momento, perché mentre si trova in un punto non può essere contemporaneamente dall’altra parte dell’impero. Diocleziano, imparando dalla lezione di Valeriano, decide di sistemare i territori romani: come prima cosa vengono riformate le province e raggruppate in dodici diocesi (parola dalla quale deriva il termine religioso). Successivamente poi capisce che è necessario divide l’impero in due parti: lui governa la parte orientale con capitale Nicodemia mentre il suo collega Massimiano governa la parte occidentale con capitale Milano. I due Augusti poi dividono il territorio in altre due zone, per arrivare a un totale di quattro, due controllate dagli Augusti (Diocleziano e Massimiano) e le altre due governate dai Cesari. Secondo Diocleziano poi questo sistema doveva essere mantenuto costante: gli Augusti verranno sostituiti con altri Augusti, i Cesari verranno sostituti con altri Cesari e cosi via dicendo, per mantenre l’ordine nell’impero.
Questo sistema di governo attuato da Diocleziano viene chiamato “tetrarchia” (“quadruplice comando”).
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del "principato adottivo" iniziato con Nerva e Traiano?
- Quali furono le principali conquiste militari di Traiano?
- Come si differenziò il regno di Adriano rispetto a quello di Traiano?
- Quali furono le sfide principali affrontate da Marco Aurelio durante il suo regno?
- In che modo Diocleziano cercò di risolvere i problemi di gestione dell'impero romano?
Il "principato adottivo" è un sistema in cui il successore dell'imperatore non deve essere un parente, ma la persona ritenuta più adatta dal precedente imperatore, come avvenne con Nerva che adottò Traiano.
Traiano espanse l'impero romano alla sua massima estensione, conquistando la Dacia in due fasi e combattendo contro i Parti, anche se i territori partici furono presto abbandonati dal suo successore.
Adriano si concentrò sull'economia e l'amministrazione piuttosto che sulle conquiste militari, abbandonando i territori partici e costruendo il "vallo di Adriano" per difendere i confini.
Marco Aurelio affrontò guerre contro i Parti e le tribù germaniche, oltre a una grave epidemia di vaiolo che causò crisi demografica, economica e militare.
Diocleziano introdusse la "tetrarchia", dividendo l'impero in due parti governate da Augusti e Cesari, per migliorare l'amministrazione e la difesa dell'impero.