Concetti Chiave
- Il crollo dell'amministrazione imperiale ha portato al declino economico dell'Occidente, interrompendo i movimenti di denaro e merci tra Occidente e Oriente.
- La fine delle strutture fiscali imperiali ha trasferito il controllo economico ai re barbari, causando una crisi nei commerci e riducendo la circolazione monetaria.
- La decadenza delle infrastrutture, come strade e acquedotti, è stata accelerata dalla mancanza di investimenti statali e dalle frequenti guerre e carestie.
- Le continue guerre tra regni romano-barbarici e le carestie hanno decimato la popolazione, portando alla desertificazione delle campagne e al declino urbano.
- Nonostante la crisi, la Gallia del Nord ha mantenuto un'economia fiorente grazie alla migrazione pacifica dei Franchi, che ha favorito la crescita di un'aristocrazia guerriera e il commercio.
Indice
Il crollo dell'economia imperiale
Il colpo più grave all’economia degli scambi commerciali tra Occidente e Oriente fu assestato dal crollo dell’amministrazione imperiale, perché nel tardo impero romano i movimenti di denaro e di merci erano legati soprattutto all’intervento dello Stato. Il fisco imperiale prelevava con le tasse gran parte della moneta d’oro circolante, e la utilizzava per acquistare a prezzo politico enormi quantità di derrate alimentari, da distribuire all’esercito e alla popolazione di Roma e Costantinopoli: l’economia di intere regioni si reggeva su questo meccanismo. Ora, però, nelle province occidentali le guarnigioni romane stavano scomparendo, e il prelievo fiscale passava direttamente nelle mani dei singoli re barbari, che ovviamente operavano su scala molto più locale; perciò il meccanismo entrò in crisi.
Tutti quei movimenti di merci e di denaro che il governo imperiale organizzava da un capo all’altro del Mediterraneo – comprando, per esempio, il grano e l’olio prodotti in Tunisia per portarli a Roma – s’interruppero con la nascita delle nuove frontiere fra un regno e l’altro. L’oro e l’argento disponibili nelle singole regioni non bastavano per battere moneta in grandi quantità.
La crisi delle infrastrutture
Così, senza che nessuno se ne rendesse conto, la produzione di beni e la circolazione monetaria cominciarono a ridursi, e i re che governavano ampie zone della Gallia, della Spagna, dell’Africa si trovarono ad avere sempre meno risorse da investire. Le infrastrutture che fino a quel momento, per funzionare, dipendevano dagli investimenti statali, strade, acquedotti, fognature, teatri, circhi, cominciarono a decadere, anche se nessuno lo desiderava, meno che mai i barbari.
Conseguenze delle guerre e carestie
Ad accelerare il declino economico dell’Occidente si aggiunsero le continue guerre fra i regni romano-barbarici, i tentativi di riconquista delle truppe imperiali, le frequenti usurpazioni, che davano luogo a vere e proprie guerre civili e si concludevano regolarmente con un bagno di sangue. Il passaggio degli eserciti rappresentava sempre una catastrofe per il territorio, sottoposto a sistematico saccheggio. La precarietà della situazione politica aggravava le conseguenze delle carestie, anche perché era sempre più difficile nutrire la gente dopo un cattivo raccolto importando grano da altre province dell’impero; perciò le cronache del V e VI secolo parlano continuamente di terribili carestie, che spopolano intere regioni. Alla fame si aggiungevano le malattie, anch’esse propagate dagli eserciti e dai popoli in movimento; col risultato che la popolazione diminuì drammaticamente di numero, le città ricominciarono a svuotarsi, sempre più spesso i campi rimasero incolti e si trasformarono in boscaglia.
La prosperità della Gallia del Nord
Non tutte le zone dell’Occidente furono investite allo stesso modo dalla crisi. Nella Gallia del Nord, che rispetto al mondo mediterraneo era sempre stata una regione periferica, e dove l’immigrazione dei Franchi era avvenuta senza troppe violenze e distruzioni, l’economia locale continuò a prosperare anche sotto i nuovi padroni; i re franchi poterono distribuire grandi ricchezze ai loro parenti e amici, creando un’aristocrazia guerriera ricca e potente, che a sua volta attirava mercanti e artigiani e stimolava la vita economica. Si spiega così come mai i Franchi siano diventati di gran lunga il più potente dei regni romano-barbarici. Anche in Gallia, però, gli archeologi che scavano le città e le ville rustiche ci dicono che col tempo il tenore di vita si abbassò: la rottura dell’unità economica del Mediterraneo antico faceva sentire i suoi effetti dappertutto. Persino l’impero d’Oriente, maggiormente risparmiato dalle invasioni, ne risentì, e anche lì alla lunga la vita urbana e gli scambi conobbero un declino.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto del crollo dell'amministrazione imperiale sull'economia dell'Occidente?
- Come hanno influito le nuove frontiere tra i regni sulla circolazione delle merci?
- Quali furono le conseguenze delle guerre e delle usurpazioni sui territori occidentali?
- In che modo la Gallia del Nord è stata influenzata dalla crisi economica?
- Quali effetti ha avuto la crisi economica sull'impero d'Oriente?
Il crollo dell'amministrazione imperiale ha gravemente colpito l'economia degli scambi commerciali tra Occidente e Oriente, poiché i movimenti di denaro e merci erano strettamente legati all'intervento statale. Con la scomparsa delle guarnigioni romane e il passaggio del prelievo fiscale ai re barbari, il meccanismo economico entrò in crisi.
Le nuove frontiere tra i regni hanno interrotto i movimenti di merci organizzati dal governo imperiale, come l'importazione di grano e olio dalla Tunisia a Roma, causando una riduzione della produzione di beni e della circolazione monetaria.
Le guerre e le usurpazioni portarono a devastazioni territoriali, saccheggi sistematici e aggravamento delle carestie, rendendo difficile l'importazione di grano e causando un declino demografico e urbano.
La Gallia del Nord, meno colpita dalla violenza e distruzione, continuò a prosperare sotto i Franchi, che crearono un'aristocrazia guerriera ricca e potente. Tuttavia, anche lì il tenore di vita si abbassò a causa della rottura dell'unità economica del Mediterraneo.
Anche l'impero d'Oriente, sebbene meno colpito dalle invasioni, ha risentito della crisi economica, con un declino della vita urbana e degli scambi commerciali nel lungo periodo.