Concetti Chiave
- La leggenda di Romolo e Remo racconta l'origine mitica di Roma, con i gemelli salvati da una lupa e allevati da pastori, culminando nella fondazione della città e la morte di Remo per mano di Romolo.
- La storia di Romolo e Remo è intrecciata con le vicende di Enea e la fondazione di Lavinium e Alba Longa, collegando i miti troiani alla nascita di Roma.
- Diverse versioni della leggenda esistono, inclusa quella greca che identifica la "lupa" con una prostituta, riflettendo la percezione dei romani da parte dei Greci.
- La tradizione letteraria di Romolo e Remo è stata influenzata da opere come l'Eneide di Virgilio e gli Annali di Tito Livio, consolidando il mito durante l'età augustea.
- La leggenda ha ispirato numerose opere artistiche e cinematografiche, tra cui dipinti di Rubens e film come "Il primo re" di Matteo Rovere, evidenziando la sua rilevanza culturale continua.

Indice
La leggenda di Roma
La leggenda di Romolo e Remo è la leggenda della fondazione di Roma, come cioè e da chi ha origine la città di Roma che conosciamo noi oggi.
Si tratta di una leggenda, ovvero "Racconto di argomento per lo più religioso o eroico, in cui fatti e personaggi, quando non siano immaginari, risultano amplificati e alterati dalla fantasia e dalla tradizione, in una duplice esigenza di esaltazione e di esemplarità".
Come quasi tutte le leggende, il racconto di Romolo e Remo è una favola la cui origine venne fatta risalire grazie al ritrovamento del lupercale: una grotta in cui i Romani celebravano il dio Luperco, collegato ovviamente alla leggenda del lupo che allattò Romolo e Remo, ovvero questa.
Romolo e Remo: i fondatori di Roma
La leggenda vede come protagonisti i due famosi gemelli: Romolo e Remo (detto anche Romo) il primo re di Roma, figli di Rea Silva, discendente di Enea e di Marte. La data è stabilita con il 21 aprile 753 a.C., ovvero il Natale romano.
Romolo ebbe un’infanzia difficile e travagliata. Suo nonno Numitore, legittimo erede del trono di Alba, fu scacciato dal fratello Amulio.
Ma prima di tutto ciò, come si racconta anche nell'Eneide, Enea, figlio di Venere (la dea), fuggì da Troia perché occupata dagli Achei, mentre sua moglie morì nell'incendio della città.
Così Enea approdò nel Lazio, dando un nuovo nome alla capitale, dopo aver vinto diverse battaglie. Il nuovo nome era Lavinium, in onore della seconda moglie: Lavinia.
30 anni dopo, venne fondata la nuova città del Lazio, per mano del fratello di Enea, Ascanio, chiamata Alba Longa e che durò fino all'arrivo di Amulio, il fratello di Numitore.
Amulio, per evitare vendette, uccise Egesto (figlio di Numitore e fratello quindi di Rea Silva) e obbligò alla verginità Rea Silvia rendendola vestale (sacerdotessa consacrata alla dea Vesta). Ma il dio Marte la mise incinta, generando due gemelli che poi si sarebbero scontrati perché: "Siccome erano gemelli e il rispetto per la primogenitura non poteva funzionare come criterio elettivo, toccava agli dei che proteggevano quei luoghi indicare, attraverso gli aruspici, chi avessero scelto per dare il nome alla nuova città e chi vi dovesse regnare dopo la fondazione".
Fu a questo punto quindi che Amulio ordinò di gettare i neonati nel Tevere in una cesta. Per fortuna, all’epoca l’acqua del Tevere dell’isola Tiberina era paludosa, e così la cesta si arenò. Allattati da una lupa (animale sacro per i popoli italici), furono poi raccolti dal pastore Faustolo e da sua moglie Acca Larenzia, che li chiamarono Romolo e Remo.
I gemelli crebbero liberi e forti fra campi e pascoli, con una schiera di amici; ben presto si vide che tra i due Romolo era il più forte e il più portato al comando. La comitiva si divertiva con giochi anche violenti, e quando i ragazzi malmenarono i pastori del re Amulio, questi fece arrestare Remo. Romolo colse l’occasione: riunì gli amici, assaltò il palazzo di Amulio, liberò il fratello, uccise il re Amulio e ridiede il potere a suo nonno Numitore. Questi, per premio, concesse ai due gemelli di fondare una città tutta loro.
Durante però una lite Romolo uccise Remo e divenne l’eroe fondatore di Roma.
"Quando Remo si rese conto che il fratello si era preso gioco di lui, si sdegnò e mentre Romolo stava scavando il fossato con il quale aveva intenzione di circondare le mura della città, si fece beffe del suo lavoro e cercò di ostacolarlo".
Gli storiografi romani diedero alla vicenda delle caratteristiche leggendarie grazie a cui Romolo sarebbe diventato una figura simbolica e leggendaria.
Le altre leggende della fondazione di Roma
Fino al XVIII secolo, gli storici della civiltà romana, diedero grande valore storico alla leggenda. Solo a partire dal XIX secolo, grazie agli scavi archeologici del Palatino, hanno permesso di vedere dei confini tra mito e storia.
Molte comunque sono le leggende e le versioni di questa leggenda sulla fondazione di Roma.
Una, per esempio, racconta che la vera madre dei due gemelli era una prostituta, dal termine "lupa" (che significa appunto prostituta, da "lupanare" luogo di prostituzione), quindi la lupa non aveva trovato i gemelli, bensì era la generatrice, e una semplice donna comune li aveva trovati in seguito al suo abbandono. Questa versione è stata creata dai Greci i quali consideravano i romani rozzi e volgari, forse perché vinti e battuti da loro.
La versione di Plutarco, simile a quella di Livio, vede invece nella causa della rissa tra i due gemelli, l'inganno da parte di Romolo che avrebbe dunque generato l'ira di Remo e la conseguente uccisione.
Secondo, invece, un'altra versione, Romolo incaricò Celere di uccidere chiunque avesse oltrepassato la cinta che accerchiava la città di Roma, ma Remo non era assolutamente a conoscenza di questo ordine, così oltrepassò la cinta e Romolo, una volta saputo della morte per mano del suo fedele Celere, non poté far altro che disperarsi veramente, ormai però divenuto sovrano.
Romolo e Remo nella tradizione letteraria
La leggenda romana nasce in età augustea quando, cioè, Augusto, durante la sua opera di riorganizzazione anche culturale di Roma, fece girare questa nuova leggenda. Sicuramente le opere che ispirarono la leggenda di Romolo e Remo durante l'età augustea furono l'Eneide di Virgilio, gli Annali di Tito Livio e le Antichità romane di Dionisio.
Ecco alcune opere (artistiche, letterarie, cinematografiche) della leggenda di Romolo e Remo:
- Storie della fondazione di Roma (o Storie di Romolo e Remo), affreschi di Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, (1590-1591), salone d'onore di Palazzo Magnani a Bologna.
- Romolo e Remo, dipinto di Pieter Paul Rubens (1615-1616)
- Romolo e Remo , film del 1961 di Sergio Corbucci con Steve Reeves nel ruolo di Romolo e Gordon Scott in quello di Remo
- La loggia di Romolo e Remo, affresco di Gentile da Fabriano
- Remo e Romolo - Storia di due figli di una lupa , film del 1976 di Mario Castellacci e Pier Francesco Pingitore con Pippo Franco nel ruolo di Romolo e Enrico Montesano in quello di Remo
- Il primo re, film del 2019 di Matteo Rovere
- Romulus, serie televisiva del 2020 di Matteo Rovere
Domande da interrogazione
- Qual è la leggenda principale sulla fondazione di Roma?
- Chi erano i genitori di Romolo e Remo secondo la leggenda?
- Come si conclude la leggenda di Romolo e Remo?
- Quali sono alcune delle altre versioni della leggenda di Romolo e Remo?
- Quali opere letterarie e artistiche hanno contribuito a diffondere la leggenda di Romolo e Remo?
La leggenda principale sulla fondazione di Roma è quella di Romolo e Remo, due gemelli figli di Rea Silva e del dio Marte, che furono allattati da una lupa e fondarono la città di Roma il 21 aprile 753 a.C.
Secondo la leggenda, i genitori di Romolo e Remo erano Rea Silva, discendente di Enea, e il dio Marte.
La leggenda si conclude con Romolo che uccide Remo durante una lite e diventa l'eroe fondatore di Roma.
Altre versioni includono quella in cui la madre dei gemelli era una prostituta, e quella in cui Romolo incarica Celere di uccidere chiunque oltrepassi la cinta della città, portando alla morte di Remo.
Opere come l'Eneide di Virgilio, gli Annali di Tito Livio, e le Antichità romane di Dionisio, oltre a vari affreschi, dipinti e film, hanno contribuito a diffondere la leggenda di Romolo e Remo.