Concetti Chiave
- L'Anatolia, caratterizzata da montagne impervie, era abitata da comunità seminomadi dedite principalmente all'allevamento di bestiame, specialmente ovini.
- Gli Ittiti, originari delle pianure tra il Mar Nero e il Mar Caspio, fondarono un potente impero nell'altopiano anatolico con capitale a Hattusas.
- Grazie a un esercito ben equipaggiato con carri da combattimento e armi di ferro, gli Ittiti espugnarono Babilonia e si scontrarono con gli Egiziani a Kadesh.
- Il regno ittita si disgregò a causa di discordie interne e non riuscì a respingere i Popoli del Mare, che distrussero Hattusas intorno al 1200 a.C.
- Gli Ittiti contribuirono all'inizio dell'età del ferro diffondendo la tecnologia della lavorazione del ferro, che rivoluzionò l'agricoltura e l'industria in Europa.
Indice
Geografia e vita seminomade
L'Asia Minore, detta anche Anatolia, è circondata da montagne alte e impervie.
Durante il Neolitico, su tali alture vivevano delle comunità isolate, organizzate in villaggi; questi gruppi umani praticavano un'agricoltura molto povera, mentre una certa importanza aveva l'allevamento del bestiame, specialmente di ovini, che imponeva una continua ricerca di pascoli e quindi una forma di vita seminomade. Le difficili condizioni ambientali, le magre risorse agropastorali, l'isolamento delle popolazioni non consentivano dunque la nascita di centri urbani, nè tanto meno la formazione di un forte potere statale.
Ascesa dell'impero ittita
Gli Ittiti erano una popolazione indoeuropea originaria della pianura compresa tra il Mar Nero e il Mar Caspio, dove erano vissuti allevando bestiame e praticando un'agricoltura che esauriva rapidamente la fertilità del suolo. Agli inizi del II millennio a.C. gli Ittiti giunsero nell'altopiano anatolico, si stabilirono lungo la grande ansa del fiume Halys e crearono un potente impero con capitale Hattusas, una città efficacemente fortificata.
Conflitti e declino degli ittiti
I sovrani ittiti, grazie a un esercito formato da truppe permanenti, dotate di carri da combattimento trainati da cavalli (addomesticati nelle pianure euroasiatiche e ancora sconosciuti nel Vicino Oriente) e di robustissime armi di ferro, sferrarono attacchi verso la Siria settentrionale, sia perché attratti dalle ricchezze delle città, sia per contrastare la spinta espansionistica di Mesopotamici ed Egiziani. Nel 1596 a.C., gli Ittiti si spinsero fino a Babilonia, che venne espugnata e saccheggiata, e nel 1275 a.C. si scontrarono in battaglia con le forze egiziane a Kadesh.
Dopo il trattato di pace con l'Egitto, il Regno ittita, anziché conoscere un periodo di tranquillità, fu logorato da discordie dinastiche e disordini interni. Così, divisi e fiaccati, gli Ittiti non furono in grado di respingere i Popoli del Mare, che intorno al 1200 a.C. distrussero Hattusas, cancellando per sempre l'impero ittita dalla storia. Il vuoto politico che si determinò in Asia Minore fu poi colmato da regni e principati di scarsa importanza.
Innovazioni nella lavorazione del ferro
Il contributo più importante degli Ittiti allo sviluppo della civiltà è rappresentato dai progressi che realizzarono nella lavorazione del ferro. I minerali ferrosi venivano fusi già alla fine del III millennio a.C., ma la massa ottenuta era piena di impurità e scarsamente utilizzabile perché poco resistente. Intorno al 1400 a.C. i fabbri della tribù dei Calibei, soggetta agli Ittiti e stanziata sulle montagne armene in prossimità del Mar Nero, scoprirono che il ferro battuto, arroventato più volte e martellato a caldo, si liberava delle scorie e diventava più duro se raffreddato nell'acqua. Ciò consentì di avere utensili e armi perfettamente taglienti, e quindi estremamente efficaci.
I sovrani ittiti presero misure molto severe per tenere segreto tale procedimento ma, dopo l'invasione dei Popolo del Mare, la nuova tecnologia siderurgica si diffuse rapidamente in Oriente e in Occidente e così, intorno al 1000 a.C., ebbe inizio l'età del ferro.
Diffusione della tecnologia del ferro
A differenza del rame, che era piuttosto raro e costoso, il ferro era presente in quasi tutti i Paesi, per cui numerose regioni europee divennero nuovi centri di civiltà. L'ascia e il vomere dell'aratro, ormai di ferro, permisero infatti di disboscare e arare ampi territori, soprattutto lungo il corso del Danubio, in Italia, Gallia e Spagna, dove sparsi gruppi umani vivevano ancora in condizioni assai arretrate.
Domande da interrogazione
- Quali erano le condizioni di vita delle comunità neolitiche in Asia Minore?
- Come si sviluppò l'impero ittita nell'altopiano anatolico?
- Quali furono le cause del declino dell'impero ittita?
- Qual è stato il contributo degli Ittiti alla lavorazione del ferro?
- Come influenzò la diffusione della tecnologia del ferro le civiltà europee?
Le comunità neolitiche vivevano in isolamento su alture, praticando un'agricoltura povera e un allevamento seminomade, senza la formazione di centri urbani o un forte potere statale.
Gli Ittiti si stabilirono lungo il fiume Halys, creando un potente impero con capitale Hattusas, grazie a un esercito con carri da combattimento e armi di ferro.
Il declino fu causato da discordie dinastiche e disordini interni, che li resero incapaci di respingere i Popoli del Mare, portando alla distruzione di Hattusas.
Gli Ittiti, attraverso i fabbri Calibei, scoprirono come rendere il ferro più duro e resistente, contribuendo all'inizio dell'età del ferro.
La diffusione del ferro permise di disboscare e arare ampi territori, trasformando regioni europee in nuovi centri di civiltà, grazie alla disponibilità del ferro rispetto al rame.