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Concetti Chiave

  • L'Impero d'Oriente, non intaccato dal crollo dell'Occidente, prosperò grazie a città vivaci e un commercio attivo, specialmente di beni di lusso.
  • Costantinopoli, capitale dell'impero, divenne un centro economico e strategico, sostenuta da un forte esercito e una politica flessibile con le tribù germaniche.
  • Il cesaropapismo consolidò il potere dell'imperatore come suprema autorità civile e religiosa, influenzando le decisioni teologiche e politiche.
  • L'Impero d'Oriente affrontò pressioni esterne da nuovi popoli e dall'Impero Persiano, mentre al suo interno la corruzione e i pesanti tributi alimentavano l'impopolarità.
  • Le tensioni religiose, inclusa la diffusione di dottrine considerate eretiche, destabilizzarono ulteriormente l'impero e complicarono i rapporti con il papa di Roma.

Indice

  1. La stabilità dell'impero d'Oriente
  2. La politica flessibile di Costantinopoli
  3. Il cesaropapismo e il potere imperiale
  4. Le ambizioni di Giustino
  5. Le debolezze dell'impero d'Oriente

La stabilità dell'impero d'Oriente

Il crollo dell'impero d'Occidente (476), non aveva minimamente scalfito l'impero d'Oriente (in seguito chiamato bizantino), la cui storia continuerà fino al 1453, quando i Turchi ottomani ne conquisteranno la capitale, Costantinopoli, decretando la fine definitiva dell'impero romano. Nel IV e nel V secolo le grandi trasformazioni che avevano riguardato l'Occidente e, prima fra tutte, la crisi economica e sociale che ne aveva segnato sorte, non si manifestarono a Oriente, dove le città si mantenevano numerose e vivaci, animate dalla presenza di artigiani, mercanti, piccoli e grandi imprenditori, le vie di comunicazione percorribili, l'agricoltura fiorente, e il commercio, soprattutto di beni di lusso, assai attivo.

La politica flessibile di Costantinopoli

La capitale Costantinopoli si faceva sempre più splendida e ricca, per la sua felice posizione, che collegava il Mediterraneo, e quindi l'Occidente, con il Mar Nero, e dunque l'Oriente. Grazie a un'economia fiorente lo Stato poteva contare su abbondanti prelievi fiscali, con cui finanziare opere pubbliche e mantenere un forte esercito professionale, fedele e ben remunerato. Il merito di tale situazione era da attribuirsi agli imperatori di Costantinopoli, i quali attuarono una politica flessibile nei confronti dei Germani che premevano ai confini, sfruttando gli antagonismi fra le tribù a loro favore: talvolta, infatti, si alleavano con l'una per combattere l'altra; altre volte, con azioni diplomatiche e il pagamento di tributi, riuscirono a evitare scorrerie e aggressioni e a deviare il flusso delle popolazioni barbariche verso l'Occidente, che rimase il loro principale obiettivo.

Il cesaropapismo e il potere imperiale

Nell'impero d'Oriente il potere politico era saldamente nelle mani dell'imperatore, che lo gestiva con l'ausilio di funzionari e burocrati fedeli. La figura stessa dell'imperatore era ritenuta di diretta emanazione divina. Ciò consentì l'affermazione del principio del cesaropapismo, secondo il quale l'imperatore, in quanto investito da Dio, costituiva la massima autorità in ambito sia civile sia religioso, tanto da arrogarsi il diritto di convocare e presiedere i concili, nominare il vescovo di Costantinopoli, denominato patriarca, nonché di esprimere giudizi e assumere decisioni di carattere teologico.

Le ambizioni di Giustino

Questa posizione di netta supremazia del potere civile dell'imperatore rispetto a quello religioso del papa, fu una conquista dell'imperatore Giustino, il quale era convinto che prima o poi l'impero avrebbe ripreso l'antica compattezza, che i regni romano-germanici costituissero solo una soluzione temporanea, che l'autorità del papa a Roma fosse transitoria e che l'obiettivo ultimo fosse la riunificazione, su base religiosa e politica, di tutte le terre un tempo appartenenti all'impero.

Le debolezze dell'impero d'Oriente

Nonostante questi fattori di forza e di stabilità, anche l'impero d'Oriente aveva alcuni elementi di debolezza. Sulla frontiera danubiana premevano nuovi popoli "barbari", come gli Slavi, i Bulgari e gli Avari, un popolo di stirpe turca imparentata con gli Unni. Inoltre, l'impero persiano, ritornato di nuovo forte e bellicoso sotto la dinastia sasanide, minacciava Costantinopoli da Oriente. Sul piano interno, la corruzione della burocrazia e il pesante carico fiscale che gravava soprattutto sui ceti più poveri rendevano l'impero assai impopolare, specie presso i contadini piccoli proprietari, che dal VI-VII secolo in poi costituirono il nerbo dell'esercito, composto essenzialmente dai cosiddetti stratioti, i coloni-soldato. Anche la religione, col tempo, divenne un fattore d'instabilità. La sottomissione della Chiesa al potere imperiale rendeva difficili i rapporti col papa di Roma, mentre in alcune regioni dell'impero come la Siria e l'Egitto iniziavano a diffondersi concezioni religiose diverse da quelle "ortodosse", cioè ufficiali, e perciò considerate eretiche, come il monofisismo, che sosteneva la natura unicamente divina e non anche umana di Gesù.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali differenze tra l'impero d'Occidente e l'impero d'Oriente dopo il crollo del primo?
  2. Dopo il crollo dell'impero d'Occidente nel 476, l'impero d'Oriente, noto anche come bizantino, continuò a prosperare fino al 1453. A differenza dell'Occidente, l'Oriente non subì la stessa crisi economica e sociale, mantenendo città vivaci e un'economia fiorente.

  3. Quali fattori contribuirono allo splendore di Costantinopoli?
  4. Costantinopoli divenne sempre più splendida grazie alla sua posizione strategica tra il Mediterraneo e il Mar Nero, un'economia fiorente che permetteva abbondanti prelievi fiscali, e una politica flessibile degli imperatori nei confronti dei Germani ai confini.

  5. In cosa consisteva il cesaropapismo nell'impero d'Oriente?
  6. Il cesaropapismo era il principio secondo cui l'imperatore, considerato di emanazione divina, deteneva la massima autorità sia civile che religiosa, potendo convocare concili, nominare il patriarca di Costantinopoli e prendere decisioni teologiche.

  7. Quali erano i principali fattori di debolezza dell'impero d'Oriente?
  8. L'impero d'Oriente affrontava minacce esterne da nuovi popoli "barbari" e dall'impero persiano, mentre internamente soffriva di corruzione burocratica, pesante carico fiscale sui poveri, e tensioni religiose dovute a concezioni considerate eretiche.

  9. Come influivano le tensioni religiose sulla stabilità dell'impero d'Oriente?
  10. Le tensioni religiose, causate dalla sottomissione della Chiesa al potere imperiale e dalla diffusione di dottrine considerate eretiche come il monofisismo, rendevano difficili i rapporti con il papa di Roma e contribuivano all'instabilità interna.

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