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Concetti Chiave

  • Dopo la morte di Teodosio nel 395 d.C., l'Impero romano fu diviso tra i suoi due figli: Arcadio governava l'oriente, mentre Onorio l'occidente.
  • Entrambi i figli di Teodosio erano giovani e inesperti, causando una crisi di potere che indebolì ulteriormente l'Impero.
  • Le tribù gotiche all'interno dell'Impero divennero sempre più esigenti, approfittando della debolezza politica per ottenere tributi in denaro o terre.
  • Il generale Stilicone, un condottiero vandalo, emerse come figura chiave nella difesa dell'Impero occidentale, sconfiggendo i Visigoti a Pollenzo nel 402 d.C.
  • Sebbene Stilicone vincesse contro i Visigoti e Ostrogoti, il suo approccio di assimilazione pacifica sollevò sospetti tra l'aristocrazia romana.

Indice

  1. Divisione dell'impero romano
  2. Crisi politica e tribù dei Goti
  3. Stilicone e la difesa dell'impero
  4. Conflitti con i Visigoti e Ostrogoti

Divisione dell'impero romano

Teodosio morì nel 395 d.C. e l’Impero romano fu spartito tra i due figli di Teodosio: il figlio maggiore Arcadio, ottenne la parte orientale, il figlio minore, Onorio, ottenne quella occidentale. Poiché essi erano ancora due ragazzi sottoposti al controllo di tutori di corte, il potere imperiale subì una grave crisi in un momento decisivo per la sua sopravvivenza.

Crisi politica e tribù dei Goti

Del resto, anche una volta cresciuti, i due figli di Teodosio non dimostrarono alcuna capacità politica. Il vuoto di potere in seno all'Impero romano mise in agitazione le tribù dei Goti che si erano stanziate all’interno dell’Impero; esse potevano essere tenute sotto controllo solo con tributi in denaro o in terre, ma le loro richieste divenivano sempre più esigenti, mentre le risorse dello Stato si riducevano progressivamente.

Stilicone e la difesa dell'impero

In questa situazione il vero capo della politica occidentale fu il generale Stilicone: un condottiero vandalo che aveva servito fedelmente Teodosio sino a diventare comandante dell’esercito (magister militum). Silicone, al quale Teodosio, in punto di morte, aveva affidato il figlio Onorio, costituì l’ultima difesa dell’Impero occidentale.

Conflitti con i Visigoti e Ostrogoti

Egli dovette fronteggiare i Visigoti, che sotto la guida del re Alarico erano penetrati in Italia, e li sconfisse a Pollenzo in Piemonte (nel 402 d.C.). divisione dell’Impero romanoStilicone però non seppe sfruttare i propri successi, o piuttosto optò per una diversa strategia: Alarico poté infatti ritirarsi indisturbato oltre le Alpi. Rinunciando ad annientare il nemico, Stilicone proseguiva la politica di Teodosio volta ad assimilare pacificamente i Goti e a trasformarli in guardiani dell’Impero romano, ma nell’aristocrazia romana quest'atteggiamento fece nascere il sospetto che Stilicone volesse favorire i barbari a scapito degli interessi romani.

Poco dopo il confine del Reno fu scardinato da una nuova invasione di Germani (questa volta gli Ostrogoti), i quali riuscirono a penetrare sino al cuore dell’Italia e furono poi sconfitti e annientati da Stilicone a Fiesole (nel 406).

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze della divisione dell'Impero romano dopo la morte di Teodosio?
  2. La divisione dell'Impero romano tra i figli di Teodosio, Arcadio e Onorio, portò a una crisi di potere, poiché entrambi erano giovani e inesperti, e il controllo fu affidato a tutori di corte. Questo vuoto di potere causò agitazione tra le tribù dei Goti all'interno dell'Impero.

  3. Chi era Stilicone e quale ruolo ebbe nella difesa dell'Impero romano occidentale?
  4. Stilicone era un generale vandalo e comandante dell'esercito che servì fedelmente Teodosio. Dopo la morte di Teodosio, divenne il vero capo della politica occidentale e l'ultima difesa dell'Impero occidentale, affrontando i Visigoti e gli Ostrogoti.

  5. Quale strategia adottò Stilicone nei confronti dei Goti e quali furono le reazioni dell'aristocrazia romana?
  6. Stilicone optò per una strategia di assimilazione pacifica dei Goti, cercando di trasformarli in guardiani dell'Impero romano. Tuttavia, questo atteggiamento suscitò sospetti nell'aristocrazia romana, che temeva favorisse i barbari a scapito degli interessi romani.

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