Concetti Chiave
- Fonti storiche discordanti riguardano il contenuto di una missiva attribuita a Cesare, con Dione Cassio e Appiano che offrono versioni differenti.
- Dione Cassio sostiene che il Senato discusse tre questioni: la sostituzione di Cesare, il mantenimento del potere di Pompeo, e la proposta di Curione per il disarmo reciproco dei generali.
- Appiano colloca la discussione nel dicembre del 50 a.C., durante il tribunato di Curione, mentre Dione Cassio la situa in un contesto diverso.
- La lettera di Cesare al Senato, letta il 1 gennaio del 49, proponeva un compromesso: Cesare avrebbe rinunciato a parte del suo potere in cambio di mantenere specifiche legioni e territori.
- Svetonio e Plutarco offrono resoconti che si allineano rispettivamente ad Appiano e Dione Cassio, ma risultano essere più sintetici.
Le fonti discordanti
Le fonti sono discordi sul contenuto della missiva. Ad esempio, lo storico Dione Cassio che scrive quasi tre secoli dopo questi eventi, attribuisce a questa lettera il contenuto che Appiano riferisce alla lettera dell'anno precedente di cui abbiamo parlato sopra.
Le proposte del senato
Stando al racconto di Dione Cassio, in quell'occasione il Senato avrebbe discusso tre questioni, formulando altrettante risposte, due coerenti fra loro e la terza contradditoria con la seconda; nella prima si dichiarava che Cesare dovesse essere sostituito nel proconsolato delle Gallie allo spirare del mandato; nella seconda si lasciava che Pompeo mantenesse il suo potere proconsolare; nella terza, favorita in maniera abile e con varie lusinghe da Curione, si esprimeva parere favorevole a che entrambi i generali deponessero il loro potere, in modo da fugare definitivamente lo spettro di una guerra civile. Appiano invece, attribuisce questa discussione con le relative delibere a un mese prima, all'1 dicembre del 50 a.C., quando Curione era ancora tribuno della plebe a Roma e non legato di Cesare a Ravenna.
La lettera di Cesare
Quando poi Cesare fu informato sui fatti da Curione, che lo raggiunse a Ravenna allo scadere dell'anno di tribunato, gli consegnò una nuova lettera per il senato, appunto quella che fu letta, ma non discussa, l'1 gennaio del 49, la quale conteneva una proposta più conciliante: Cesare era disposto a lasciare che Pompeo mantenesse il potere proconsolare delle Spagne e il comando delle due legioni che aveva in Italia, purché Cesare mantenesse il governo della sola Gallia Cisalpina e della XIII legione qui stanziata fino all'elezione al consolato, rinunciando al proconsolato delle Gallie al di là delle Alpi e al controllo di tutte le legioni là rimaste. Delle altre fonti, Svetonio concorda con Appiano, Plutarco con Dione Cassio, anche se entrambi sono più succinti.
Domande da interrogazione
- Quali sono le discrepanze tra le fonti storiche riguardo alla lettera di Cesare?
- Quali furono le proposte del senato secondo Dione Cassio?
- Cosa proponeva Cesare nella sua lettera al senato del 1 gennaio 49 a.C.?
Le fonti storiche, come Dione Cassio e Appiano, offrono versioni discordanti sul contenuto e la tempistica della lettera di Cesare, con Dione Cassio che attribuisce il contenuto a una lettera dell'anno precedente e Appiano che colloca la discussione a dicembre del 50 a.C.
Secondo Dione Cassio, il senato discusse tre proposte: sostituire Cesare nel proconsolato delle Gallie, mantenere il potere proconsolare di Pompeo, e una terza proposta, favorita da Curione, che suggeriva che entrambi i generali deponessero il loro potere per evitare una guerra civile.
Nella lettera del 1 gennaio 49 a.C., Cesare proponeva di permettere a Pompeo di mantenere il potere proconsolare delle Spagne e il comando delle legioni in Italia, mentre Cesare avrebbe mantenuto solo la Gallia Cisalpina e la XIII legione fino all'elezione al consolato, rinunciando al controllo delle altre legioni.