Concetti Chiave
- L'età augustea segna il passaggio dalla Repubblica al Principato con Ottaviano Augusto come figura centrale del potere politico, economico e sociale di Roma.
- È un periodo di fioritura culturale e letteraria, con autori come Virgilio, Orazio e Ovidio, sostenuti dal mecenatismo di Mecenate.
- Ottaviano mantiene le istituzioni repubblicane mentre centralizza il potere, introducendo titoli come Princeps e Imperator, e fondando l'“Imperium maius et infinitum”.
- Attua riforme significative, tra cui la riduzione del Senato, la riorganizzazione dell'esercito, e la divisione delle province per migliorare il controllo territoriale.
- Promuove la Pax Augustea e una politica culturale volta a esaltare i valori tradizionali romani, con un forte focus su moralità e arte.
Indice
- Il passaggio dalla Repubblica al Principato
- L'età d'oro della letteratura latina
- La costruzione del governo monarchico
- Le riforme di Ottaviano Augusto
- La Pax Augustea e la politica culturale
- Il ruolo degli intellettuali e il mecenatismo
- I dissensi e le conseguenze
- I generi letterari dell'età augustea
Il passaggio dalla Repubblica al Principato
Va da 44 a.C., anno della morte di Cesare, sino al 14 d.C. anno della morte di Ottaviano
economica e sociale di Roma. Ottaviano è il nipote di Cesare e segna il passaggio dalla
Repubblica al Principato.
L'età d'oro della letteratura latina
È il periodo d’oro della letteratura latina, operano intellettuali come Virgilio, Orazio, Ovidio,
Livio, Tibullo, Properzio; è un periodo d’oro sotto tutti i punti di vista ma in particolare
culturale.
Nasce il mecenatismo, da Gaio Cilnio Mecenate, che istituì un circolo culturale a cui aderirono gli intellettuali sopraccitati.
La costruzione del governo monarchico
Augusto riesce a costruire un governo monarchico, ma lo fa senza scossoni, senza opposizione, senza creare polemica, perché mantiene formalmente in vita le istituzioni repubblicane. Ottaviano Augusto non arriverà mai a esplicitare in maniera chiara la fine della Repubblica, perché sa quanto siano cari gli ideali repubblicani a Roma. Riesce a fare tutto ciò con un processo graduale:
- rispetta il Senato e le sue istituzioni, pur accentrando il potere nelle sue mani;
- si fa eleggere Princeps, il membro più importante del senato;
- gli viene dato il nome Augustus, degno di venerazione, sembra scelto dagli dei per portare la pace a Roma;
- detiene la carica di Imperator, perché ritiene che tenere il controllo delle forze armate sia la mossa necessaria per la sicurezza dello stato;
- detiene anche la Potestà Tribunizia, controllando l’assemblea popolare;
- verrà nominato Pater Patriae;
- ricopre la carica di Pontifex Maximum.
Da vita all’ “Imperium maius et infinitum”, dando vita a un impero monarchico a tutti gli effetti.
Il fatto che determina la presa di potere di Ottaviano è il 31 a.C. quando sconfisse Marco
Antonio nella battaglia di Azio.
Le riforme di Ottaviano Augusto
Non appena sale al potere attua diverse riforme:
1. Mantiene in vita il Senato, ma riduce la sua influenza politica diminuendo il numero di
senatori;
2. Riduce e organizza meglio l’esercito, forma 28 legioni in ferma lunga composte da soldati professionisti, garantendo un solido esercito di 300.000 e viene finanziato dall’erario militare alimentato da apposite tasse, cercando di limitare il rapporto tra generali e truppe;
3. Decide di dividere le province in Senatorie e Imperiali, in modo da controllare maggiormente il territorio. Quelle senatorie sono le più fedeli e sono governate da amministratori di nomina senatoria mentre quelle imperiali sono governate da governatori di nomina imperiale (es. Egitto);
4. In campo giuridico istituisce diversi prefetture, come quella dell’annona, quella urbana ma in particolare quella del pretorio che avrà grande importanza nella storia romana perché costituì la guardia del corpo dell’imperatore. I magistrati che utilizza fanno parte del ceto equestre, a cui da nuova importanza, e da grande spazio, all’interno della politica, anche ai liberti;
5. Dal punto di vista sociale crea un apparato efficiente e affida gli incarichi al ceto equestre;
6. Favorisce le opere pubbliche, bonificando le terre, facendo costruire nuovi acquedotti, facendo costruire il foro, centro della vita pubblica. Svetonio dice che Augusto si vantò
di queste opere dicendo “Ho lasciato una Roma di marmo mentre io l’avevo ricevuta di mattoni”.
7. In politica estera non compì grandi azioni perché si pose come obiettivo il rafforzamento dei confini e in consolidamento del controllo di alcune regioni. Porta a conclusione la conquista delle regioni nordiche, cerca anche di spostare il confine dell’impero dal Reno all’Elba ma fallisce.
La Pax Augustea e la politica culturale
L’Età augustea ha conferito a Roma un periodo di pace, la cosiddetta Pax Augustea, che garantì uno sviluppo economico in tutto l’Impero. Il nome di Ottaviano è legato alla sua politica culturale, infatti vuole riportare in auge tutti quei valori che hanno reso Roma grande: la virtus, la parsimonia, lo spirito di sacrifico, tutti quei valori tipici del Mos Maiorum.
Applica una moralizzazione dei costumi, sia in privato che in pubblico, e la valorizzazione della proprietà terriera, perché il suo obiettivo è ristabilire l’agricoltura italica, dando molta importanza alla vita agreste e all’agricoltura, con il contadino che diventa il cittadino ideale.
Attua delle riforme che limitino la ricchezza eccessiva, tutela la famiglia, il matrimonio, scoraggiando il celibato e condanna tutte le realtà che possano minare tale istituzione.
A livello religioso cerca di salvaguardare la religione tradizionale, cercando di evitare i culti orientali, cercando di mantenere integra l’identità culturale romana.
Capisce come per questo suo progetto sia importante la valorizzazione dell’arte, le arti figurative si sviluppano tantissimo (es. Ara Pacis →un altare dedicato alla pace inaugurato nel 9 a.C., presenta un recinto che lo circonda e nel quale sono raffigurate delle scene mitologiche e storiche che culminano che due processioni guidate da Augusto per simboleggiare la sua missione civilizzatrice); lui steso si cimenterà nella cultura e si
circonderà di grandi scrittori e artisti.
Il ruolo degli intellettuali e il mecenatismo
Augusto fu consapevole della funzione che potevano assumere gli intellettuali per sostenere il suo regime e per questo chiamò a corte letterati per collaborare a questo progetto ideale.
Molti artisti, desiderosi di pace, si facevano avanti e chiedevano di essere inseriti nella sua politica riformatici e farsi portavoce di questa, grazie in particolare alla guida di Mecenate.
Egli diventò una sorta di ministro della cultura imperiale attraverso un circolo che creò e raccolse attorno all’imperatore.
Gli intellettuali devono farsi portavoce dell’ideologia del principato, e con le loro opere devono esaltare e parlare del progetto politico di Ottaviano Augusto, farsi portavoce di quel modello di vita ideale che vuole Augusto (es. Virgilio → Bucoliche, Georgiche, Eneide, le prime due con l’esaltazione della vita agreste, la terza che invece esalta l’operato di conquista romana ponendolo come un processo di civilizzazione).
I dissensi e le conseguenze
Non tutti sono d’accordo con queste idee, uno per tutto Ovidio che viene coinvolto in uno scandalo di corte e viene condannato per il carattere licenzioso delle sue opere che non è perfettamente allineato alle idee del principato e per questo verrà esiliato per sempre a Tomi, nel Mar Nero, implorerà Augusto ma non riuscirà mai a tornare a Roma.
In generale Augusto non tollerava i dissensi, basti vedere il caso di Tito Labieno le cui opere furono mandate al rogo, o come quelle di Pompeo Trogo che non ponevano al centro della narrazione Roma.
Ancora diverso è il caso di Cornelio Gallo, grande amico dell’imperatore e che per primo portò il genere elegiaco a Roma; durante il periodo in cui fu prefetto in Egitto accadde qualcosa che gli fece perdere credito agli occhi del principe e per questo si suicidò, colpito da gravi accuse. Successivamente le sue opere furono sottoposte alla damnatio memoriae che portò alla perdita di quasi tutta la sua opera poetica.
I generi letterari dell'età augustea
I generi letterari trattati in questo periodo sono i più svariati:
1. Epica, Eneide;
2. Epica didascalica,
3. Satirico, Orazio;
4. Storiografia, Tito Livio;
4Tra i circoli culturali si ricordano quello di Mecenate, che funge da mediatore tra scrittore e imperatore, quello di Corvino e quello di Pollione dove si sviluppò il fenomeno delle recitationes, un fenomeno durante il quale di leggevano le proprie opere, cosa che farà lo stesso Virgilio.
Domande da interrogazione
- Quando inizia l'età augustea?
- Chi è il protagonista indiscusso dell'età augustea?
- Quali sono alcuni degli intellettuali che operano durante l'età augustea?
- Quali sono alcune delle riforme attuate da Ottaviano Augusto una volta salito al potere?
- Qual è il periodo di pace garantito da Ottaviano Augusto chiamato?
L'età augustea inizia nel 44 a.C., anno della morte di Cesare.
Il protagonista indiscusso dell'età augustea è Ottaviano Augusto.
Alcuni degli intellettuali che operano durante l'età augustea sono Virgilio, Orazio, Ovidio, Livio, Tibullo e Properzio.
Alcune delle riforme attuate da Ottaviano Augusto includono la riduzione dell'influenza politica del Senato, l'organizzazione dell'esercito, la divisione delle province in Senatorie e Imperiali e la promozione delle opere pubbliche.
Il periodo di pace garantito da Ottaviano Augusto è chiamato Pax Augustea.