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Concetti Chiave

  • La centralità politica di Roma diminuì, accompagnata dall'erosione dei privilegi dell'Italia rispetto alle province dell'impero.
  • Diocleziano abolì lo status speciale dell'Italia, suddividendola in dodici province e poi sedici, raggruppate in due diocesi: Italia "urbicaria" e Italia "annonaria".
  • L'Italia "urbicaria" mantenne certi privilegi fiscali, mentre l'Italia "annonaria" fu trattata fiscalmente come le altre province, guadagnando importanza politica.
  • Il Nord Italia divenne politicamente centrale, con Milano e Ravenna come capitali, in contrasto con il crescente separatismo della Gallia.
  • L'idea di regioni periferiche che si staccano dall'impero prefigurava l'indipendenza dei regni durante le invasioni barbariche.

Indice

  1. La perdita di centralità politica
  2. Riforme amministrative di Diocleziano
  3. Separatismo e nuove capitali

La perdita di centralità politica

La perdita di centralità politica di Roma si accompagnò all’erosione dei privilegi di cui godeva l’Italia. Fin dai tempi della Repubblica, all’Italia era stato risparmiato il sistema delle province, governate dagli avidi governatori mandati da Roma. L’Italia – ad eccezione della Sicilia – non era stata suddivisa in province, ma in città e municipi autonomi che rispondevano direttamente all’imperatore.

Inoltre godeva di ampie esenzioni fiscali; anche se non è detto che questo sia stato un bene, perché alla lunga l’economia italiana, senza lo stimolo costituito dalla pressione del fisco, e drogata dalle distribuzioni gratuite di generi alimentari al popolo di Roma, non tenne il passo con lo sviluppo economico delle province.

La situazione privilegiata dell’Italia era stata rimessa in discussione già a partire dalla tetrarchia.

Riforme amministrative di Diocleziano

Diocleziano, rimodellando le circoscrizioni amministrative dell’impero, decise che l’Italia non aveva più diritto a uno status separato, e la suddivise in dodici province. Nel corso del IV secolo le province salirono a sedici e vennero raggruppate in due diocesi. Una era l’Italia “urbicaria”, cioè il Centro-sud che costituiva l’entroterra immediato dell’Urbe, e che conservava certi privilegi fiscali.

L’altra era l’Italia “annonaria”, cioè il Nord, in cui la riscossione dell’annona avveniva come in tutto il resto dell’Impero. Parificato alle province dal punto di vista fiscale, il territorio dell’Italia del Nord acquistò in compenso nuova importanza politica nel corso del IV e V secolo: gli imperatori e il loro comitatus presero a risiedervi sempre più spesso, e prima Milano, poi Ravenna divennero capitali di fatto dell’impero d’Occidente.

Separatismo e nuove capitali

A questa nuova centralità dell’Italia settentrionale corrispose un crescente separatismo della Gallia, dove più volte gli eserciti proclamarono propri imperatori. Costoro, a partire dal 350 con Magnenzio, sono passati alla storia come usurpatori, ma in realtà riuscirono spesso a governare per anni la Gallia come imperatori a tutti gli effetti. Nasceva, per la prima volta, l’idea che certe regioni periferiche dell’impero potessero staccarsene e diventare in pratica dei regni indipendenti; un’idea che avrà importanti conseguenze all’epoca delle invasioni barbariche (ne parleremo nel capitolo seguente).

Così l’impero romano si trasformava, com’era inevitabile, perché nella storia ogni società è sempre in continua trasformazione: l’impero che Costantino lasciò ai suoi figli era un organismo profondamente diverso da quello che Augusto aveva creato oltre tre secoli prima, anche se continuava a chiamarsi allo stesso modo.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze della perdita di centralità politica di Roma per l'Italia?
  2. La perdita di centralità politica di Roma portò all'erosione dei privilegi dell'Italia, che fu suddivisa in province e perse il suo status separato, influenzando la sua economia e importanza politica.

  3. Come Diocleziano modificò l'amministrazione dell'Italia?
  4. Diocleziano suddivise l'Italia in dodici province, che poi divennero sedici, raggruppate in due diocesi: l'Italia "urbicaria" e l'Italia "annonaria", eliminando il suo status separato.

  5. Quale fu l'impatto della nuova centralità dell'Italia settentrionale?
  6. L'Italia settentrionale acquisì importanza politica, con Milano e Ravenna che divennero capitali di fatto dell'impero d'Occidente, mentre in Gallia emerse un crescente separatismo.

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