Concetti Chiave
- L'Irlanda, non occupata dai Romani o dagli Anglosassoni, fu convertita al Cristianesimo nel V secolo da San Patrizio, sviluppando una rete culturale e religiosa di monasteri.
- Nonostante l'invasione danese nell'VIII secolo, le lotte interne e la resistenza delle tribù impedirono un controllo completo dell'isola.
- Gli Anglonormanni, con l'appoggio di Enrico II d'Inghilterra, introdussero il sistema feudale, stabilendosi a Dublino e iniziando la conquista dell'Irlanda.
- L'integrazione culturale e linguistica tra inglesi e irlandesi fu ostacolata dalle differenze e dall'applicazione degli Statuti di Kikenny, che accentuarono le discriminazioni.
- L'assoggettamento completo dell'isola si concluse con Enrico VIII, mentre la resistenza irlandese durante la Riforma protestante portò a misure repressive come le plantations.
Indice
L'Irlanda e le invasioni nordiche
Per lungo tempo, l’Irlanda si mantenne estranea alle vicende dell’Inghilterra. Innanzitutto, non subì mai l’occupazione romana e nemmeno quella degli Angli e dei Sassoni. Dal V secolo in poi, l’Irlanda fu convertita al Cristianesimo da S. Patrizio. Di conseguenza, sull’isola fu edificata tutta una rete di monasteri caratterizzati da una grande vitalità culturale e religiosa, i cui monaci erano addirittura capaci di dedicarsi ad un’importante attività missionaria nell’Europa continentale. Verso la fine dell’VIII secolo, l’isola fu occupata da un popolo nordico, i Danesi; tuttavia, l’invasione, favorita dalle frammentazioni causate dalla politica interna, non fu mai completa poiché la resistenza delle varie tribù si mantenne sempre attiva. Questa situazione di instabilità permanente espose il territorio a continue distruzioni.
Conquista anglonormanna e sistema feudale
All’inizio del XI secolo, i Danesi furono infine respinti, ma le lotte intestine continuarono favorendo così l’arrivo e la conquista da parte degli Anglonormanni. I re irlandese del Leinster, sentendosi oltre modo minacciato dagli anglonormanni, si rifugiò in Inghilterra alla corte del re Enrico II, capostipite della dinastia dei Plantageneti, a cui prestò giuramento di fedeltà. Allora, fu inviato in Irlanda Riccardo, conte di Pembroke, che sottrasse Dublino agli invasori. Dopo essersi stabilito nella città, egli iniziò l’introduzione nell’isola del sistema feudale, affidando le terre occupate a baroni di sua fiducia. La Chiesa vide di buon occhio il dominio inglese sull’isola. L’opera di Enrico fu continuata dal figlio Giovanni Senza Terra che sottomise il Munster e l’Ulster ed estese il diritto comune inglese su tutti i territori occupati.
Discriminazioni e ribellioni
Siamo agli inizi del XIII secolo e l’isola risultava così formata: il territorio intorno a Dublino progressivamente integrato nel sistema feudale inglese, la parte occidentale con prevalenza delle tribù celtiche, la parte centrale caratterizzata da una commistione dei due modelli contrapposti. Tuttavia, l’integrazione non fu mai raggiunta per le differenze culturali, linguistiche ed istituzionali. Inoltre, l’occupazione inglese aveva un carattere dispotico e questo causò numerose ribellioni. Nonostante tutto, ci furono dei tentativi da parte delle famiglie inglesi per assimilare la cultura locale. Per la monarchia inglese, l’assimilazione costituiva un pericolo sociale e politico a tal punto che Edoardo III emanò gli Statuti di Kikenny che introducevano numerose e consistenti discriminazioni tra gli inglesi ”puri” e quelli “degenerati” cioè che avevano assimilato in qualche modo la cultura irlandese e gli irlandesi, considerati dei nemici, a tutti gli effetti. Il provvedimento pur avendo un’applicazione non diffusa, contribuì ad aumentare i contrati fra gli abitanti dell’isola e la monarchia inglese.
Assoggettamento e resistenza irlandese
La situazione peggiorò notevolmente quando il conte di Kildare, nel 1486, organizzò una rivolta. Enrico VII rispose imponendo all’isola il Pyning’s Act, con il quale veniva stabilito che le leggi votate dal Parlamento irlandese, per avere valore, dovevano essere approvare dal re inglese, mentre le leggi votate dal Parlamento di Londra erano subito applicabili in Irlanda. L’assoggettamento completo dell’isola, già iniziato ai tempi di Enrico VII alla fine del XV secolo, fu portato a termine da Enrico VIII nella prima metà del XV secolo; egli fu anche il primo re ad assumere il titolo di re d’Irlanda. Durante il periodo della Riforma protestante, gli Irlandesi resistettero con forza alle imposizioni religiose e nemmeno la regina Elisabetta I riuscì a piegarli per cui l’isola restò cattolica. Numerosi furono i sistemi di repressione attuati contro gli irlandesi; fra tutti, dobbiamo ricordare le plantations, cioè la confisca delle terre per essere distribuite agli immigrati inglesi. Questa politica fu seguita anche da Giacomo I che dichiarò incamerati immensi territori, dividendoli fra Scozzesi e Inglesi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali fasi della conquista inglese dell'Irlanda?
- Come reagì la Chiesa all'occupazione inglese dell'Irlanda?
- Quali furono le conseguenze degli Statuti di Kikenny?
- In che modo il Pyning’s Act influenzò la legislazione irlandese?
- Quali furono le misure repressive adottate contro gli irlandesi durante la Riforma protestante?
La conquista inglese dell'Irlanda iniziò con l'arrivo degli Anglonormanni, proseguì con l'introduzione del sistema feudale e culminò con l'assoggettamento completo sotto Enrico VIII, che si proclamò re d'Irlanda.
La Chiesa vide di buon occhio il dominio inglese sull'isola, appoggiando l'introduzione del sistema feudale e l'estensione del diritto comune inglese.
Gli Statuti di Kikenny introdussero discriminazioni tra inglesi "puri" e "degenerati" e gli irlandesi, aumentando i contrasti tra gli abitanti dell'isola e la monarchia inglese.
Il Pyning’s Act stabilì che le leggi votate dal Parlamento irlandese dovevano essere approvate dal re inglese, mentre quelle del Parlamento di Londra erano immediatamente applicabili in Irlanda.
Durante la Riforma protestante, furono attuate misure repressive come le plantations, che prevedevano la confisca delle terre irlandesi per distribuirle agli immigrati inglesi e scozzesi.