Concetti Chiave
- Il 1700 è un secolo di trasformazioni in Europa, segnato dalla transizione da monarchie assolute a modelli più democratici, come la rivoluzione francese e l'industrializzazione in Inghilterra.
- La cultura del 1700 è guidata dalla razionalità e dalla natura, con l'introduzione di concetti come illuminazione e progresso, e una crescente enfasi sui diritti fondamentali dell'uomo.
- Politicamente, il secolo è caratterizzato dalla perdita di supremazia della Francia a favore dell'Inghilterra e dalla dichiarazione di indipendenza americana nel 1776.
- Nell'Italia del 1700, la pace di Aquisgrana ridefinisce i confini regionali creando una struttura politica complessa, con influenze asburgiche e borboniche.
- Il panorama culturale italiano è variegato, con intellettuali che cercano di riformare la società, ma con una mancanza di unità nazionale e un dibattito sulla lingua comune.
Indice
Trasformazioni del 1700 in Europa
Il 1700 viene considerato all’unanimità come un secolo di trasformazioni in tutta Europa, che passa da modelli di assolutismo monarchico a modelli più “democratici” come quello della rivoluzione francese. Ma è anche il secolo della rivoluzione industriale, che partirà dall’Inghilterra, monarchia costituzionale dove gli interessi della corona e quelli dei privati vanno di pari passo. La razionalità e l’analisi matematica soppiantano completamente i valori della rivelazione cristiana in chiave controriformistica; il lavoro del filosofo è dettato dalla ragione e dalla natura, e l’intero panorama culturale si uniforma ad essi, in un mondo dove le parole chiave diventano correttezza ed efficacia. Si può pertanto affermare che la cultura settecentesca non sia per nulla fine a se stessa ma sempre orientata verso un fine, che sia una macchina o una struttura sociale. Per la prima volta iniziando ad essere usati termini come illuminazione e progresso, gli intellettuali, non più cortigiani, prendono atto di appartenere a una classe sociale ben distinta. Gli ideali di tolleranza cosmopolitica iniziano a prendere piede, l’uomo inteso come umanità nel suo insieme, come emerge nei vari tentativi di delineare i diritti fondamentali del cittadino non più suddito.
Rivoluzioni politiche e sociali
Non si può certo dire che il 700 sia stato un secolo tranquillo a livello politico. Se agli inizi del secolo si parte da una supremazia quasi incontrollata da parte della Francia, questa viene pian piano meno, soppiantata dal dirompente dominio coloniale inglese (che proprio si impossessa dei domini francesi oltre oceano e in Africa). Nel 1776 si assiste alla dichiarazione di indipendenza delle colonie americane, organizzate in maniera efficiente, dalla madre patria, dove vengono enunciati alcuni diritti inalienabili dell’uomo. Con la rivoluzione francese si assiste alla cancellazione degli antichi privilegi feudali; Napoleone si farà interprete della rinnovata volontà di stabilità per prendere il comando della nazione e avviare una politica espansionistica.
Italia e l'assolutismo illuminato
li Stati italiani, che nella maggior parte dei casi non arrivavano mai alle armi, spesso erano un'importante posta in gioco ne compreso quadro politico e Europeo. La pace di Aquisgrana assegnò l’Italia nord occidentale agli Asburgo, parte dell’Emilia e il meridione ai Borboni e delineava alcuni stati indipendenti come la Sardegna, lo stato pontificio e le repubbliche di Genova e Venezia. Quello degli Asburgo e dei Borbone era un assolutismo illuminato, basato su una volontà di riforme anche grazie al consiglio di numerosi intellettuali illuminati. Lo stato della chiesa vide deteriorarsi, dopo essere abbandonato anche
dall’Austria, la sua sfera di influenza diventando solo uno dei tanti, seppur uno dei più importanti, stati regionali. Negli ultimi anni del secolo Napoleone stravolse l’intero panorama politico
Cultura e lingua in Italia
In Italia il vero e proprio periodo di rinnovamento si sviluppó fra il 1690 e il 1750. L’assolutismo illuminato si concretizza in quella politica di aiuto dall’alto (per il popolo, non attraverso il popolo) grazie alla collaborazione fra monarchia e intellettuali. Tuttavia è singolare la volontà di indipendenza degli intellettuali italiani a partire dalla creazione della repubblica dei letterati d’Italia a partire dalla sua creazione nel 1703 da parte del Muratori, per ordinare e riformare la società italiana attraverso una generale revisione delle tradizioni consolidatesi. Il panorama culturale italiano non presenta quella unitarietà tipica degli stati nazionali proprio a causa di questo perdurante particolarismo, e alla mancanza specialmente al sud di una forte classe borghese capace richiedere agli intellettuali una “codificazione” dei nuovi valori. Il disprezzo dei colleghi esteri tuttavia invoglia gli intellettuali italiani alla critica della società del tempo, portando allo sviluppo di sociologia e antropologia, attraverso una indagine scientifica e sistematica. A partire dal progetto enciclopedico che verrà messo in pratica dai francesi, gli intellettuali italiani sono caratterizzati da una generale tendenza utopistica e astratta. Le accademie milanesi dei pugni e dei trasformati si fanno portatrici di quella corrente innovatrice della società civile dell’Europa centro occidentale. Bisogna tuttavia effettuare un distinguo specialmente a livello linguistico, infatti molti intellettuali italiani continuano a scrivere per un pubblico elitario, mente da parte degli illuministi si assiste a una “semplificazione” per un allargamento della platea. A differenza dei colleghi europei, che criticano la cristianità dogmatica, gli italiani rimarcano il mancato sviluppo di una religiosità come esperienza intima che guidi l’uomo nel vivere civile. Un’altra questione è sicuramente quella della ricerca di una lingua comune, in grado di essere sufficientemente universale da poter soddisfare il naturale scopo educativo ma da permettere contemporaneamente la spinta creativa. Questa era innanzitutto una questione politica, in un territorio con la maggior parte della popolazione analfabeta e legata a dialetti locali. La ripresa del classico a partire dalla raffinata lingua elitaria petrarchesca sembra essere in contrasto con questo desiderio di unitaria lingua italiana, ma in realtà rappresenta pienamente l’apertura e la sensibilità verso un profondo rinnovamento nei costumi.
Domande da interrogazione
- Quali sono state le principali trasformazioni in Europa nel 1700?
- Quali eventi politici e sociali hanno segnato il 1700?
- Come si è manifestato l'assolutismo illuminato in Italia?
- Quali erano le caratteristiche della cultura e della lingua in Italia nel 1700?
- Quali sfide affrontavano gli intellettuali italiani nel 1700?
Il 1700 è stato un secolo di grandi trasformazioni in Europa, caratterizzato dal passaggio da modelli di assolutismo monarchico a modelli più democratici, come la rivoluzione francese, e dall'inizio della rivoluzione industriale in Inghilterra.
Il 1700 è stato segnato da eventi come la dichiarazione di indipendenza delle colonie americane nel 1776 e la rivoluzione francese, che ha cancellato i privilegi feudali e portato Napoleone al potere.
In Italia, l'assolutismo illuminato si è manifestato attraverso riforme promosse da monarchie come gli Asburgo e i Borboni, con il supporto di intellettuali illuminati, nonostante il particolarismo culturale e politico.
La cultura italiana del 1700 era caratterizzata da un rinnovamento intellettuale e una ricerca di una lingua comune, con un contrasto tra l'uso di una lingua elitaria e il desiderio di una lingua unitaria per scopi educativi.
Gli intellettuali italiani affrontavano sfide come il disprezzo dei colleghi esteri, la mancanza di una forte classe borghese al sud, e la ricerca di una lingua comune in un contesto di analfabetismo e dialetti locali.