Concetti Chiave
- Il poema "Il giorno" è diviso in tre parti principali: mattino, mezzogiorno e sera, con quest'ultima ulteriormente suddivisa in vespro e notte, utilizzando endecasillabi.
- Il narratore, un precettore, usa un tono ironico per descrivere la giornata di un giovane aristocratico milanese, esagerando le sue abilità attraverso l'uso di iperboli.
- Parini critica l'aristocrazia per la sua pigrizia e superficialità, pur riconoscendo il loro potenziale ruolo di guida sociale, se agissero responsabilmente.
- Il linguaggio del poema è elevato e classicheggiante, creando un contrasto satirico tra la forma elegante e il contenuto frivolo delle azioni aristocratiche.
- L'episodio della "vergine cuccia" illustra la superficialità dell'aristocrazia, con una dama che licenzia un servo per un presunto maltrattamento della sua cagnolina.
Indice
Genesi e struttura dell’opera
Il giorno è un poema in endecasillabi diviso in tre parti: mattino, mezzogiorno e sera, la quale è divisa a sua volta in vespro e notte.
Un narratore ironico
Il poemetto segue le vicende di un “giovin signore”, un esponente dell’aristocrazia milanese, durante la sua tipica giornata, spesa tra impegni mondani, dal risveglio fino a tarda notte. Il narratore è il precettore incaricato dell’istruzione del giovane aristocratico. Egli racconta con sguardo apparentemente ammirato, ma in realtà la sua voce tradisce un’aspra ironia. Il sarcasmo è costruito attraverso figure retoriche come iperboli, che esagerano in modo inverosimile le doti e le abilità del protagonista.
Il punto di vista dell’autore
La voce del narratore-precettore è quella dietro la quale si cela l’opinione sdegnata di Patini, nei confronti dell’aristocrazia, che ha abbandonato, per pigrizia, il suo compito di guida alla società. I personaggi dipinti da Parini appaiono dediti a occupazioni futili. Parini non vuole però condannare l’aristocrazia come classe sociale, infatti secondo lui la nobiltà ha un ruolo di guida della società, se si comportasse in modo consapevole e responsabile.
Lingua e Stile
La satira viene fatta con l’uso di un linguaggio elevato e classicheggiante, applicato per descrivere azioni e situazioni futili: si crea un contrasto tra la forma, elegantemente musicale e il contenuto, basso, che fa risaltare l’inutilità dei comportamenti degli aristocratici.
Il Mattino
Il mattino si apre con una dedica alla Moda (invece che con l’invocazione alle Muse come da tradizione letteraria), ironicamente considerata una dea che sostituisce ideali come la ragione. Segue la presentazione dei protagonisti: un precettore, che è anche narratore, incaricato di trasmettere al suo allievo il “giovin signore”, i modi con i quali impiegare piacevolmente la sua giornata. La giornata del giovin signore inizia ben dopo l’alba, momento in cui il contadino e il fabbro si svegliano per andare a lavorare; il sole è già alto nel cielo quando apre gli occhi, servito dai domestici che si preoccupano della scelta della colazione. Viene poi vestito dai domestici. Il giovane poi invia un saluto alla sua dama, un’altra aristocratica, sposata. Infine il parrucchiere lo acconcia, accontentando capricci e pretese. Pronto per andare a pranzo dalla sua dama, si farà portare a bordo di una carrozza, senza curarsi di travolgere i passanti.
Il Mezzogiorno
Anche la Dama è pronta ad andare a pranzo, insieme al marito indifferente e non disturbato dall’arrivo del giovin signore. Tutti gli invitati si siedono a tavola e durante il pasto la dama narra la vicenda della sua cagnolina, colpita con un calcio da un servitore che ne era stato morso; affranta per la cagnolina aveva licenziato in tronco il servitore, poi finito in miseria. Infine il giovin signore fa sfoggio della sua cultura superficiale, citando autori illuministi come Voltaire e Rosseau.
Il Vespro e La notte
Nel pomeriggio il giovin signore e la dama visitano i conoscenti. In serata il giovin signore e la dama si recano a una festa in una casa nobiliare; il giovane si pavoneggia insieme ad altri aristocratici, ciascuno dei quali possiede una virtù: saper fischiare, saper costruire una carrozza.. Arriva poi il momento del gioco.
La vergine cuccia
E’ l’episodio più noto del giorno: la dama racconta un atroce misfatto che le è capitato: il maltrattamento subito dalla sua cagnetta, che aveva scherzosamente dato un piccolo morso a un servo e aveva ricevuto un calcio. La dama sviene e tutti si accorrono in soccorso della dama che, una volta sveglia, rivolge la sua ira contro al servo; il fedele servitore viene licenziato e bandito da altri lavori, e cade in miseria.
Domande da interrogazione
- Qual è la struttura dell'opera "Il giorno"?
- Chi è il narratore del poemetto e quale tono utilizza?
- Qual è il punto di vista dell'autore nei confronti dell'aristocrazia?
- Come viene utilizzato il linguaggio nel poema per creare satira?
- Qual è l'episodio più noto del poema e cosa accade?
"Il giorno" è un poema in endecasillabi diviso in tre parti: mattino, mezzogiorno e sera, con la sera ulteriormente suddivisa in vespro e notte.
Il narratore è il precettore del "giovin signore", che racconta con un tono ironico e sarcastico, esagerando le doti del protagonista attraverso figure retoriche come le iperboli.
L'autore, Parini, esprime un'opinione sdegnata verso l'aristocrazia, criticandola per la sua pigrizia e futilità, ma non condanna la classe sociale in sé, ritenendo che la nobiltà dovrebbe guidare la società in modo responsabile.
La satira è creata attraverso un linguaggio elevato e classicheggiante per descrivere azioni futili, creando un contrasto tra la forma elegante e il contenuto basso, evidenziando l'inutilità dei comportamenti aristocratici.
L'episodio più noto è "La vergine cuccia", dove la dama racconta il maltrattamento della sua cagnetta da parte di un servo, che viene licenziato e cade in miseria, evidenziando l'indifferenza e la superficialità dell'aristocrazia.