Concetti Chiave
- Vincenzo Monti, nato nel 1754, acquisì fama letteraria grazie agli studi all'Università di Ferrara e ottenne protezione da figure potenti.
- Trasferitosi a Roma, Monti fu accolto nell'Accademia dell'Arcadia, adottando lo stile neoclassico, come dimostrato nell'ode "La prosopopea di Pericle".
- Scrisse "La bellezza dell'universo" per le nozze di Luigi Braschi, mostrando una capacità di integrare influenze poetiche diverse.
- Influenzato dalle tendenze culturali straniere, riprese temi del "Werther" di Goethe nei suoi scritti, adattandoli in uno stile classico.
- Con l'avanzata napoleonica, Monti si adattò al nuovo contesto politico, fuggendo a Milano e diventando sostenitore della Rivoluzione e del cesarismo napoleonico.
Gli inizi di Vincenzo Monti
Vincenzo Monti nacque nel 1754 ad Alfonsine di Romagna, ha studiato in seminario più all'Università di Ferrara. L'esercizio letterario gli attirò subito la fama e gli valse la protezione di potenti personaggi. Grazie all'appoggio del legato pontificio in Romagna, ottenne una sistemazione a Roma. L'ambiente culturale romano era impregnato di un neoclassicismo conservatore.
Monti, subito ricevuto nell'Accademia dell'Arcadia, verseggiò in modi arcadici.Successi e influenze letterarie
Accolse la moda neoclassica nell'ode La prosopopea di Pericle (1779), in cui esaltò le scoperte archeologiche contemporanee e lo splendore del pontificato di papa Pio VI Braschi. Nel 1781 scrisse l'epitalamio La bellezza dell'universo per le nozze di Luigi Braschi, nipote del pontefice: si tratta di un poemetto descrittivo in cui confluiscono suggestioni di vari poeti, il Tasso del Mondo creato e il Milton del Paradiso perduto, il Klopstock della Messiade e l'Ovidio delle Metamorfosi, oltre alla Bibbia. Si intravede la facilità con cui Monti sa cogliere e amalgamare gli spunti più diversi in una poesia ricca di colore. Il successo dell'opera gli consentì di divenire segretario di Luigi Braschi e di entrare nelle grazie di Pio VI.
Cambiamenti politici e culturali
Monti fu però anche attenti alle mode culturali straniere del momento. Nel 1783, letto il Werther, scrisse gli endecasillabi sciolti Al principe Sigismondo Chigi e i Pensieri d'amore, dove riprese motivi e atteggiamenti del romanzo goethiano, sia pure in forme arcadiche e classicheggianti. Quando scoppia la Rivoluzione francese, espresse gli orientamenti ferocemente antirivoluzionari del suo ambiente nella Bassavilliana (1799), un poemetto in cui sono descritti gli orrori rivoluzionari in Francia, in modi che riecheggiano Dante e l'Arcadia lugubre, insieme con un certo gusto cupo e orrido di ascendenza preromantica. Ma l'avanzata degli eserciti napoleonici comprendono a Monti la necessità di lasciare i vecchi protettori e di cercarne dei nuovi. Nel 1797 fuggì da Roma rifugiandosi a Milano. Qui, come era stato cantore del pontefice di Pio VI, divenne cantore della Rivoluzione ed in seguito del cesarismo napoleonico.
Domande da interrogazione
- Quali furono gli inizi di Vincenzo Monti e come influenzarono la sua carriera?
- In che modo Vincenzo Monti accolse le influenze letterarie del suo tempo?
- Come reagì Vincenzo Monti ai cambiamenti politici e culturali del suo tempo?
Vincenzo Monti nacque nel 1754 ad Alfonsine di Romagna e studiò in seminario e all'Università di Ferrara. La sua abilità letteraria gli procurò fama e protezione da personaggi potenti, permettendogli di stabilirsi a Roma e di entrare nell'Accademia dell'Arcadia, dove iniziò a scrivere in stile arcadico.
Monti abbracciò la moda neoclassica con opere come "La prosopopea di Pericle" e "La bellezza dell'universo", dove integrò influenze di vari poeti e testi classici, dimostrando la sua capacità di amalgamare diversi spunti in una poesia vivace e colorata.
Monti inizialmente espresse posizioni antirivoluzionarie nella "Bassavilliana", ma con l'avanzata napoleonica, comprese la necessità di adattarsi, fuggendo a Milano e diventando sostenitore della Rivoluzione e del cesarismo napoleonico.