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Concetti Chiave

  • Monti rielabora in modo elegiaco un passo dei Dolori del giovane Werther di Goethe, creando una poesia sentimentale che segna un passaggio tra illuminismo e pre-romanticismo.
  • La struttura del componimento è suddivisa in quattro sequenze, con il protagonista che contempla la natura e le stelle durante una notte insonne.
  • Il poeta medita sulla caducità dei corpi celesti, ponendosi domande retoriche sulla loro eventuale fine, per poi richiamare il ricordo di una notte felice legata all'Orsa Maggiore.
  • L'illusione amorosa e il dolore per l'assenza della donna amata dominano l'ultima parte della lirica, con chiari richiami letterari all'Eneide di Virgilio.
  • Monti utilizza elementi neoclassici, come la coppia aggettivo-nome e i latinismi, che influenzano anche Leopardi, evidenziando l'eleganza stilistica e l'inclinazione anti-realistica del componimento.

Indice

  1. Rielaborazione poetica e influenze
  2. Contemplazione e riflessioni notturne
  3. Ricordi e illusioni amorose
  4. Influenze classiche e latinismi

Rielaborazione poetica e influenze

In questo componimento il poeta non fa altro che compiere un'operazione che può essere in qualche modo definita da alcune persone come rielaborazione, in modi elegiaci e malinconici, di un passo dei Dolori del giovane Werther di Goethe: «Tutto è silenzio intorno a me e la mia anima è tranquilla [...] io mi affaccio alla finestra e vedo ancora alcune rare stelle in mezzo a nuvole davvero molto tempestose, che si accavallano e fuggono nei cieli.

No, voi non cadrete, o stelle! l'Eterno vigila su di voi. Vedo l'Orsa, che mi è la più cara delle costellazioni.»

Combinando questa suggestione da Goethe con la propria esperienza biografica, Monti inventa un tipo di poesia sentimentale che rappresenta «un varco tra illuminismo e pre romanticismo» (Contini).

Contemplazione e riflessioni notturne

Il testo può essere suddiviso in quattro sequenze. Nella notte profonda in cui tutti sembrano assopiti, il protagonista, insonne, balza dal letto e si pone in contemplazione della natura, e in particolare delle stelle che tralucono dalle nubi squarciate dal vento (vv. 1-8).

Egli passa poi a concentrarsi restando un po' da solo in modo tale da poter meditare sulla caducità dei corpi celesti, chiedendosi retoricamente se un giorno anch'essi periranno (vv. 9-14).

Ricordi e illusioni amorose

Nella terza sequenza (vv. 15-24), la visione dell'Orsa Maggiore fa sorgere nel suo animo il ricordo di un'altra notte, ben più felice, in cui si era trovato a guardarla seduto accanto alla donna amata.

L'ultima parte della lirica, infine, è incentrata sui motivi della caduta dell'illusione amorosa e del dolore per l'assenza della donna (vv. 25-33).

Influenze classiche e latinismi

Oltre al modello goethiano, il critico Gianfranco Contini ha individuato in questi versi di Monti un richiamo a due passi dell'Eneide di Virgilio: «Era notte e in terra il sonno avvolgeva gli esseri viventi» (IlI, 147); «Era notte e i corpi stanchi godevano in terra un placido sonno e le selve e il mare si riposavano» (IV, 522-524).

Altro elemento tipicamente neoclassico è la diffusa presenza della coppia aggettivo-nome: iracondo soffio (v. 6); interrotti campi (v. 7); vaghe stelle (v. 9) e così via.

A una disposizione classicistica rimanda inoltre, in maniera molto più generale, il trattamento anti realistico ovvero opposto alla corrente realista dei particolari descrittivi, consono a una poesia elevata.

Nella visione di Monti, del resto, il ricorso ai latinismi non fa altro che rappresentare in un certo ugual modo un dato costitutivo della nostra lingua italiana, e Leopardi, nel suo Zibaldone, porrà l'eleganza montiana proprio in relazione all'impiego di «acconce parole latine destrissimamente, disinvoltamente e morbidamente insinuate nella composizione».

Si trova un'eco del primo verso, per esempio, nell'apertura della Sera del dì di festa di Leopardi: «Dolce e chiara è la notte e senza vento». Leopardi riprenderà anche il sintagma nominale vaghe stelle del v. 9 nell'incipit delle sue Ricordanze («Vaghe stelle dell'Orsa»).

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'influenza principale nel componimento poetico di Monti?
  2. Il componimento di Monti è influenzato da un passo dei "Dolori del giovane Werther" di Goethe, combinato con la sua esperienza biografica, creando una poesia sentimentale che rappresenta un varco tra illuminismo e pre romanticismo.

  3. Come si articola la contemplazione notturna nel testo?
  4. La contemplazione notturna si articola in quattro sequenze: l'osservazione delle stelle, la meditazione sulla caducità dei corpi celesti, il ricordo di una notte felice con la donna amata, e infine il dolore per l'illusione amorosa perduta.

  5. Quali influenze classiche sono presenti nei versi di Monti?
  6. Nei versi di Monti sono presenti influenze classiche, come richiami a passi dell'Eneide di Virgilio e l'uso di coppie aggettivo-nome tipiche del neoclassicismo, oltre a latinismi che rappresentano un dato costitutivo della lingua italiana.

  7. In che modo Leopardi si collega al componimento di Monti?
  8. Leopardi si collega al componimento di Monti riprendendo il sintagma nominale "vaghe stelle" nel suo incipit delle "Ricordanze" e trovando un'eco del primo verso di Monti nell'apertura della sua "Sera del dì di festa".

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