Concetti Chiave
- Faustina Maratti Zappi, also known in the Arcadian world as Aglauro Cidonia, was the wife of poet Giovan Battista Zappi and celebrated their love through melodious verses.
- Her sonnet praises love's sufferings, which quickly bring peace and joy, using traditional imagery like chains and arrows with measured sweetness.
- The poem uses a structured rhyme scheme (abba/abba/cdc/dcd) and includes a reference to Petrarch, removing painful tension for a more pleasant outcome.
- The sonnet reflects a controlled emotional expression, avoiding the passionate style considered in poor taste in the previous century.
- The transformation of love's pain into pleasure is a recurring theme, with the poet asking forgiveness from the immortal god and urging forgetfulness of past sorrows.
Indice
Faustina Maratti Zappi e il suo amore
Faustina Maratti Zappi, nota nel mondo arcadico col nome di Aglauro Cidonia, era moglie di Giovan Battista Zappi, anch’esso poeta. Oltre ad aver ritratto nei suoi componimenti le donne illustri romane, nel Canzoniere, ricorrendo a versi estremamente melodici, canta il suo amore per lo Zappi, con un tipo di affette molto controllato dal punto di vista razionale che allontana una forma espressiva di tipo passionale, propria del cattivo gusto del secolo precedente.
Struttura e immagini del sonetto
Nel sonetto, essa loda le sofferenze e le pemne d’amore perché in poco tempo portano la pace e la gioia. Nel sonetto, articolato secondo la struttura abba/abba/cdc/dcd, sono numerose le immagini tradizionali di tormenti, catene, nodi, frecce a cui, però viene fatto riferimento con una dolcezza misurata. Molto significativo è l’ultimo verso della seconda terzina in cui la Zappi riporta un verso del Petrarca, a cui toglie ogni tensione dolorosa per dare al componimento un esito più piacevole.
Analisi della poesia di Zappi
Bacio l’arco e la freccia [allusione all’arco e alla freccia scoccata da Cupido] e bacio il nodo a cui l’Amore mi strinse così dolcemente,
e bacio le catene egli a cui mi legò,
catene d’oro dalle quali sempre più mi sento costretta.
[Fin dalla prima quartina, l’autrice introduce due temi: la sofferenza causata dall’amore e la trasformazione del dolore in piacere]
Lodo la bella fiamma della sua fiaccola e il suo viso,
che obbligò la mia anima ad ardere in modo così puro:
un ardore piacevole che estinse ogni mia sofferenza,
in modo tale che vivendo brucio d’amore e bruciando provo gioia
[in questo verso si nota un certo concettismo che, rimandando il lettore alle letteratura poetica del Seicento, lo allontana dai temi e dalla sensibilità del periodo arcadico]
È già trascorso il momento in cui piangendo
mi lamentai dell’Amore, e non sapevo che i pochi tormenti
sono messaggeri del suo piacere .
[In questa terzina si nota una certa volontà di indugiare della poetessa sulle dolcezze che portano le sofferenze amorose]
Ora chiedo perdono al Dio immortale:
e tutti voi vogliate dimenticare le mie sofferenze
“voi che mi avete sentito cantare il suono di questi tormenti”
[l’ultimo verso è ricalcato sul verso del Petrarca “ Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” con la variante dell’uso del tempo passato al posto del presente, modifica resa necessaria dalla situazione. Rispetto al Petrarca, la collocazione del verso è rovesciata perché l’ultimo verso riprende il primo del sonetto petrarchesco]
Domande da interrogazione
- Chi era Faustina Maratti Zappi e quale era il suo contributo alla poesia?
- Qual è la struttura del sonetto di Zappi e quali immagini utilizza?
- Quali temi emergono nella poesia di Zappi?
- Come si conclude il sonetto di Zappi e quale riferimento letterario utilizza?
Faustina Maratti Zappi, conosciuta come Aglauro Cidonia, era una poetessa arcadica e moglie di Giovan Battista Zappi. Nei suoi componimenti, cantava l'amore per suo marito con un affetto razionale, evitando l'espressione passionale del secolo precedente.
Il sonetto di Zappi segue la struttura abba/abba/cdc/dcd e utilizza immagini tradizionali di tormenti, catene, nodi e frecce, ma con una dolcezza misurata, culminando in un verso ispirato a Petrarca, privato di tensione dolorosa.
Nella poesia di Zappi emergono i temi della sofferenza causata dall'amore e la trasformazione del dolore in piacere, con un concettismo che richiama la letteratura poetica del Seicento.
Il sonetto si conclude con una richiesta di perdono al Dio immortale e un invito a dimenticare le sofferenze passate, utilizzando un verso ispirato a Petrarca, modificato per adattarsi alla situazione descritta.