Concetti Chiave
- Carlo Goldoni ha rivoluzionato il teatro sostituendo i personaggi astratti delle maschere con figure umane e reali, ispirandosi alla vita quotidiana di Venezia.
- La sua commedia "La Locandiera" è un esempio di come Goldoni integri valori illuministici, illustrando personaggi borghesi intraprendenti e ambientazioni cittadine definite.
- Goldoni ha cercato di modernizzare il teatro, introducendo trame scritte e dialoghi realistici, in contrasto con l'improvvisazione tipica delle maschere della commedia dell'arte.
- La sua visione della borghesia evolve nel tempo, passando da una concezione idealizzata a una più critica, evidenziando i difetti emergenti della classe.
- Pur non essendo eversivo, Goldoni ha esplorato la fusione tra classi sociali e criticato i vizi aristocratici, promuovendo un teatro che riflette la realtà e l'umanità.
Indice
- L'influenza di Venezia su Goldoni
- La riforma teatrale di Goldoni
- La Locandiera: un capolavoro illuminista
- Il teatro di Goldoni e le città
- Evoluzione della visione borghese
- La riforma teatrale e le difficoltà linguistiche
- Realismo e ideologia goldoniana
- La fusione tra le classi sociali
- La trilogia della villeggiatura
L'influenza di Venezia su Goldoni
Goldoni nasce a Venezia, una città stimolante. Due sono i riferimenti per Goldoni per riformulare il genere della commedia: il teatro e il mondo.
Goldoni vive per il teatro: il padre voleva che egli si rivolgesse agli studi di carattere giuridico, ma lui sente il bisogno di scrivere per il teatro. La sua è la formazione di un autodidatta. Il nome di Goldoni segna in modo decisivo il genere del teatro.
Prima di Goldoni, il teatro era il teatro della commedia dell’arte. Prima erano le maschere le protagoniste della tragedia, non avevamo, infatti, dei personaggi. Goldoni desidera che i protagonisti delle commedie non siano dei tipi astratti, delle maschere, ma che siano delle persone. Perciò, per lui il teatro è il mondo: egli guarda nelle strade di Venezia per cogliere i lati umani della gente. In quel periodo, a Venezia, vi erano due rappresentanti della società: la borghesia, fiorente e rigogliosa, e l’aristocrazia, la classe che deteneva prima il potere.
La riforma teatrale di Goldoni
Goldoni si trova davanti ad una difficoltà; si trova di fronte ad un teatro in crisi, poiché il teatro delle maschere non è più al passo con i tempi. L’unico scopo del teatro, prima, era quello di intrattenere piacevolmente e di divertire. Goldoni, figlio dell’Illuminismo, vuole però che la commedia abbia un fine educativo. Come intellettuale, sente che la sua arte deve contribuire secondo la logica dell’Illuminismo a migliorare la società. Riuscirà a fare questo attraverso una riforma del teatro.
Egli riuscirà a restituire un messaggio non religioso, ma morale e civile.
La Locandiera: un capolavoro illuminista
Nel 1752-53 Goldoni scrive il suo capolavoro: la Locandiera. E’ la storia di una giovane imprenditrice, Mirandolina, proprietaria di una locanda, che lei aveva ereditato dal padre. In punto di morte, il padre la prega di sposarsi. Ella si ricorda delle promesse del padre, che le aveva consigliato di sposare Fabrizio, un uomo della sua locanda. La commedia, dunque, è incentrata su questo carattere. Si è detto, infatti, che la commedia di Goldoni è la commedia delle maschere. La commedia di Goldoni è anche la commedia dell’ambiente: prima l’ambientazione delle commedie era piuttosto vaga e poco definita, mentre adesso, con l’Illuminismo, l’ambientazione delle commedie diventa la città, che viene rivitalizzata dalla borghesia. La donna della Locandiera sintetizza le qualità dei borghesi: i borghesi sono intraprendenti, e così è la protagonista, che è abile a far arrivare molti borghesi nella sua locanda, in modo che i suoi ntroiti siano sempre rivitalizzati.
Ad un certo punto vedremo che alla sua locanda arriverà un cavaliere misogeno. La sfida di Mirandolina sarà quella di piegare il cavaliere ai suoi voleri. Molti hanno visto in Mirandolina l’incarnazione della femminilità. Questo personaggio non è una maschera, ma è un personaggio reale.
Nella locandiera, importanti sono le figure di Ortensia e Deianira, due donne che fingono di essere due dame aristocratiche per ottenre i favori dei personaggi altolocati che frequentano la locanda di Mirandolina. Entrambe vengono smascherate. Troviamo poi i cosiddetti “a parte”, cioè le parti in cui Mirandolina dice delle frasi o al pubblico, o a se stessa, rivelando la sua vera natura. Mirandolina, quindi, recita, finge di compiacersi quando riceve i doni dal conte, ma in realtà lo disprezza. A differenza di Ortensia e Deianira, Mirandolina non viene smascherata. Troviamo qui il meta teatro, il teatro dentro il teatro. La vera attrice è Mirandolina, che rappresenta una persona reale, non delle caricature.
Il teatro di Goldoni e le città
Le città che furono oggetto della rappresentazione di Goldoni sono Firenze, Venezia e Napoli. Molte volte Goldoni non ha ambientato le sue commedie a Venezia per non urtare la sensibilità della classe aristocratica; questo perché, nel compito che Goldoni si attribuisce, cioè quello di migliorare la società, gli aristocratici devono avere la loro parte. Goldoni non vuole la fine della classe aristocratica, ma vuole che questa si emancipi, si modernizzi. Nella commedia della Locandiera, ambientata a Firenze, troviamo, infatti, molti rappresentanti dell’aristocrazia.
Le commedie di Goldoni vengono anche definite, come abbiamo detto, commedie d’ambiente: infatti, la Locandiera si svolge tutta all’interno della locanda.
Un’altra opera di Goldoni è “la bottega del caffè”. L’Illuminismo vede la presenza di questi luoghi in cui ci si scambia idee, in cui si afferma l’urbanitas, ossia il saper vivere, il “civilizzarsi”. La morale delle commedie di Goldoni è che non bisogna fare la guerra: gli aristocratici non devono affermare i propri vantaggi, ma devono apprendere dalla borghesia.
Evoluzione della visione borghese
Ci sarà un’evoluzione nella commedia di Goldoni. Egli scriverà un’altra opera, intitolata le Baruffe Chiozzotte. Egli coglie nel popolo di Chioggia dei valori positivi, mentre comincia a vedere dei limiti nella borghesia. Egli identifica quindi la figura del rustego: il rustego è l’anziano borghese che prima affermava i suoi valori, ma che poi comincia a diventare avaro e ad essere più portato alla conservazione.
Ci si è chiesti come mai sia cambiata la visione della borghesia da parte di Goldoni. Goldoni cerca sempre un modello positivo: sostituisce al borghese il popolo, più genuino, più sincero. La critica si è divisa sul motivo per cui il borghese cade così in basso nella concezione di Goldoni. Molti hanno identificato in questo cambiamento di Goldoni la crisi della borghesia, che converte la sua ricchezza in proprietà terriere e rinuncia, in questo modo, alla proprietà dei commerci che l’aveva sempre distinta; qualche altro critico, invece, afferma che Goldoni in passato vedeva in maniera idealizzata la borghesia, ma ora comincia a guardarla un po’ più realisticamente, cogliendone i limiti e i difetti.
La riforma teatrale e le difficoltà linguistiche
Goldoni amava il pubblico e lo conosceva bene. La vera riforma che mette in atto Goldoni è avere le parti scritte: mentre le maschere avevano una storia e improvvisavano, perché non era importante la trama, ma era importante solo ed esclusivamente la battuta, adesso, invece, decide che la commedia va scritta e ha bisogno di una trama. Egli non attua questo passaggio in modo repentino, ma comincia a scrivere le sue commedie a poco a poco, piano piano. Il pubblico comincia ad abituarsi, ma è l’attore che vede cambiare completamente il suo ruolo. Ecco perché la riforma di Goldoni non fu accettata subito ed ebbe dei rivali.
Ad un certo punto della sua vita, egli si ritirò a Parigi, pensando che i francesi avessero una mente più aperta alle sue innovazioni; tuttavia, si trovò male anche lì.
“il teatro è un mestiere”, dice Goldoni. Goldoni voleva mediare: da un lato voleva realizzare le commedie, dall’altro cercare di far sì che le compagnie avessero un guadagno. La commedia di Goldoni dev’esser epiù vicina alla realtà e alla vita, deve rappresentare la realtà, ecco perché abbiamo dei dialoghi scritti.
Un’altra difficoltà per Goldoni è la lingua. Mentre la tragedia deve avere un linguaggio aulico, la commedia dev’essere chiara, perciò Goldoni non sa in che lingua scrivere. Le sue commedie più riuscite sono quelle in dialetto veneziano. La difficoltà è, dunque, non la lingua scritta, ma la lingua parlata.
Realismo e ideologia goldoniana
Nella produzione di Goldoni sono state individuate diverse fasi. Al centro della sua produzione ci sono i tipi umani che lui incontrava per le strade di Venezia. Per Goldoni il teatro non è finzione, deve rappresentare la realtà, quindi il confine tra realtà e tradizione viene ampiamente superato. L’opera dev’essere guidata dal principio di verosimiglianza e deve agire nella societa.
Goldoni mette in evidenza vizi e virtù, ma lui ha conoscenza della realtà, e questo significa che il suo è uno sguardo obiettivo, disincantato, soprattutto se la stessa borghesia viene prima esaltata da Goldoni come classe produttiva e operosa, ma poi rivalutata nei rusteghi. La commedia di Goldoni deve aspirarsi a un principio di realismo e di verità.
La fusione tra le classi sociali
L'ideologia di Goldoni non è eversiva. Quando abbiamo parlato della locandiera, abbiamo detto che Mirandolina seduce il cavaliere ma sposa Fabrizio. La vera rivoluzione è un vivere in una fusione tra le classi, azzerandone le differenze. Goldoni castiga quindi i vizi della calsse aristocratica. Leggendo la locandiera capiremo che Mirandolina è desiderata dai cavalieri, che però non intendono sposarla, ma vogliono solo godere della sua bellezza e comprare i suoi favori. Questo significativo rapporto tra le classi, basato sugli interessi e sul denaro, è fondamentale per capire l'ottica goldoniana. La figura di Mirandolina è la figura di una donna emancipata per il tempo in cui vive.
Nella famiglia dell'antiquario, i contrasti tra l'aristocratica e la borghese saranno risolti separando le loro strade. Goldoni pensa che la fusione tra le classi non sia realizzabile.
La trilogia della villeggiatura
Nella trilogia della villeggiatura, composta da le smanie per la villeggiatura, le avventure della villeggiatura e il ritorno della villeggiatura. Tale trilogia racconta sempre una stessa situazione: una moda, affermazione di uno stato; la borghesia deve dimostrare di avere potere come l'aristocrazia, ma così facendo va a esasperare uno dei vizi dell'aristocrazia. Qui i cavalieri perdono quella positività a livello di ideali che li contraddistingueva.
Le maschere tradizionali (Arlecchino, Pulcinella) erano degli stereotipi, delle caricature umane che esasperavano i vizi degli uomini.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza di Venezia su Goldoni e la sua riforma teatrale?
- In che modo Goldoni ha trasformato il teatro della commedia?
- Qual è il significato della commedia "La Locandiera" di Goldoni?
- Come si è evoluta la visione di Goldoni sulla borghesia?
- Quali sono le difficoltà linguistiche affrontate da Goldoni nella sua riforma teatrale?
Venezia ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di Goldoni, ispirandolo a riformare il teatro della commedia dell'arte, sostituendo le maschere con personaggi reali e umani, riflettendo la società veneziana del tempo.
Goldoni ha trasformato il teatro della commedia introducendo personaggi realistici e trame scritte, con l'obiettivo di educare e migliorare la società, in linea con i principi dell'Illuminismo.
"La Locandiera" è un capolavoro illuminista che rappresenta la borghesia attraverso il personaggio di Mirandolina, una donna intraprendente e reale, che sfida le convenzioni sociali e mette in luce le dinamiche tra le classi sociali.
Goldoni inizialmente idealizzava la borghesia come classe produttiva, ma successivamente ne ha evidenziato i limiti e i difetti, spostando l'attenzione verso il popolo come modello positivo.
Goldoni ha affrontato difficoltà linguistiche nel decidere in che lingua scrivere le sue commedie, optando spesso per il dialetto veneziano per rendere la commedia chiara e accessibile, in contrasto con il linguaggio aulico della tragedia.