Concetti Chiave
- Ogni personaggio nella commedia di Goldoni è caratterizzato da specifiche manie e debolezze, che riflettono la loro personalità e lo status sociale.
- Mirandolina, la protagonista, si distingue per la sua complessità psicologica, ereditando tratti dalla tradizione della commedia dell'arte ma con una profondità unica.
- La locandiera utilizza la sua intelligenza e abilità per manipolare gli uomini, intascando regali e mantenendo la propria reputazione intatta.
- La sfida di Mirandolina con il Cavaliere rappresenta una battaglia per l'emancipazione femminile, trasformando una questione personale in un tema sociale.
- I monologhi di Mirandolina rivelano la sua vera natura e i suoi piani, utilizzando un linguaggio che varia da formale a colloquiale a seconda del contesto.
Indice
Caratteristiche dei personaggi principali
Ogni personaggio è caratterizzato da manie e debolezze: il Marchese dall'avarizia e dall'orgoglio per i propri privilegi (Fate pur uso della mia protezione, r. 110); il Conte dalla prodigalità e dalla volgarità, che lo porta a ostentare le proprie ricchezze (E per il denaro che aveste a perdere, io supplirò e pagherò tutto, r. 111); il Cavaliere dalla misoginia, esibita come il segno della sua posizione di forza e di dominio (Ehi! padrona. La biancheria che mi avete dato, non mi gusta, r. 92; Dove spendo il mio denaro, non ho bisogno di far complimenti, r. 96).
Mirandolina: una figura complessa
Tutt'altro status sociale contraddistingue il personaggio di Mirandolina. La locandiera eredita certi requisiti della servetta, vivace protagonista della commedia dell'arte, dove appariva con vari nomi (Colombina il più frequente); in particolare, Goldoni recupera dalla tradizione il piglio disinvolto e spregiudicato della maschera, ma approfondisce la sua personalità dotandola di una psicologia complessa che la rende autentica, secondo la concezione della commedia riformata.
Monologo di Mirandolina
Dopo essere stata evocata dagli altri personaggi, Mirandolina si presenta agli spettatori con un lungo monologo in cui liquida la proposta di matrimonio del Marchese, troppo a secco di denaro (da cui il soprannome di Arsura che gli affibbia la donna) per essere preso in stretta considerazione, censura l'atteggiamento del Cavaliere, rustico come anche un orso (rr. 122-123) e nemico delle donne (r. 126), e rivela la propria attitudine a dominare gli uomini (Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata, rr. 130-131).
Mirandolina: calcolatrice e abile
Ma Mirandolina non è soltanto sfuggente e seduttiva. Da donna borghese, è anche concreta e calcolatrice (Oh, li conosco. Me ne intendo anch'io dei diamanti, r. 73), scaltra (mi preme tenermi amici gli avventori della mia locanda. Per non disgustare il signor Conte, li prendero, rr. 82-83) e abile negli affari (e circa all'utile, la mia locanda non ha mai camere in ozio, rr. 114-115). Intascando i regali degli ospiti, godendo della loro devozione e facendo mostra di non volerli offendere (per curare in realtà i propri interessi), Mirandolina tiene legati a sé i suoi corteggiatori senza concedersi e senza danneggiare la sua propria reputazione.
Sfida tra Mirandolina e il Cavaliere
Il Cavaliere, tuttavia, sembra anche sottrarsi al gioco della locandiera, con l'intenzione di non cadere nella sua propria rete. Sentendosi sfidata, Mirandolina ingaggia allora una battaglia per il riscatto del genere femminile: e voglio usar tutta l'arte per vincere, abbattere e conquassare quel cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la mialior cosa che abbia orodotto al mondo la bella madre natura (rr. 135-137).
Valenza sociale della sfida
Recependo gli ideali illuministici di emancipazione e anche di uguaglianza, però, Goldoni non si limita a far raggiungere a Mirandolina lo scopo più che immediato, vincere la ritrosia e la misoginia del Cavaliere: dopo aver fatto capitolare l'uomo, infatti, la donna pretenderà una dichiarazione d'amore pubblica, perché la sua sfida non rappresenta più soltanto una questione privata, ma assume una valenza sociale e ideologica. Ha scritto il critico Roberto Alonge:
«Non è l'amore che le interessa, ma la pratica sociale. Mirandolina si realizza (e si appaga) non tanto come donna [...], bensì come ruolo sociale, come locandiera».
Dialoghi e complicità con il pubblico
I protagonisti interloquiscono tra loro con frasi molto brevi e vivaci, che coinvolgono direttamente o anche indirettamente tutti i personaggi. Alcune battute, rivolte a un unico personaggio, sono però pronunciate molto sottovoce, di nascosto, in modo che gli altri non sentano. Si crea così una complicità con gli spettatori, i quali sono più informati dei personaggi sulla scena. Ciò avviene in modo ancor più chiaro anche nelle battute che gli attori pronunciano tra sé e sé e nei loro monologhi: in quello di Mirandolina, la donna, sfogandosi, rivela al pubblico la sua indole e il piano che sta architettando.
Differenze linguistiche di Mirandolina
I monologhi mostrano inoltre un aspetto davvero importante del temperamento di Mirandolina. Quando si rivolge agli ospiti, la locandiera parla in modo raffinato, con uno stile formale ed elevato, adeguato agli interlocutori (M'inchino a questi cavalieri. Chi mi domanda di lor signori?, r. 60;
Dove mi vuole, Eccellenza?, r. 62); nel monologo, invece, il suo linguaggio diventa spontaneo e colloquiale, con il ricorso a soprannomi di scherno (Marchese Arsura, r. 117), a modi di dire proverbiali (Mi piace l'arrosto, e del fumo non so che farne, r. 119), a similitudini basse e colloquiali (rustico come un orso, rr. 122-123) e a espressioni popolari (mi muove la bile, r. 126).
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali dei personaggi nella commedia?
- Come viene descritta Mirandolina nella commedia?
- Qual è la strategia di Mirandolina nei confronti degli uomini?
- Qual è la valenza sociale della sfida tra Mirandolina e il Cavaliere?
- Come si manifesta la complicità tra i personaggi e il pubblico?
Ogni personaggio è caratterizzato da manie e debolezze specifiche: il Marchese è avaro e orgoglioso, il Conte è prodigo e volgare, mentre il Cavaliere è misogino, esibendo la sua posizione di forza e dominio.
Mirandolina è una figura complessa, ereditando tratti dalla servetta della commedia dell'arte, ma con una psicologia approfondita che la rende autentica e capace di dominare gli uomini.
Mirandolina è calcolatrice e abile, mantenendo legati a sé i suoi corteggiatori senza concedersi, intascando regali e curando i propri interessi senza danneggiare la sua reputazione.
La sfida assume una valenza sociale e ideologica, rappresentando un riscatto del genere femminile e un'adesione agli ideali illuministici di emancipazione e uguaglianza.
La complicità si manifesta attraverso dialoghi brevi e vivaci, con battute pronunciate sottovoce e monologhi che rivelano al pubblico i piani e l'indole dei personaggi, rendendo gli spettatori più informati.